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AUTONOMIA RELATIVA DELL'AZIONE E DELLA STRUTTURA
Quanto più l'interdipendenza tra gli uomini aumenta, tanto più diminuisce la possibilità che un individuo possa prendere delle decisioni per conto proprio.
Con il crescere delle interdipendenze, aumentano anche i fenomeni sociali imprevisti o opposti alle intenzioni dei singoli individui. Si può riconoscere una relativa autonomia alla struttura, che non va però generalizzata; riconoscere relativa autonomia alla struttura.
Non vuol dire però condividere la tesi secondo cui questa ha un carattere di sovraordinazione: la struttura, infatti, non vive mai di vita propria ma è sempre alimentata dall'agire di singoli individui. La struttura rappresenta quindi la risultante di molteplici intrecci di relazioni; tali relazioni si configurano come interdipendenze (rapporti che sussistono indipendentemente dalla volontà dei singoli individui) e interazioni (rapporti che implicano
sempre
un
qualche
volontà
dei
singoli
individui
coinvolti).
Problema
relativo
alla
libertà
di
agire
dell’uomo:
tutti
gli
esseri
umani
sono
interdipendenti
fin
dalla
nascita
e
questa
interdipendenza,
insieme
all’interazione,
impone
dei
limiti,
quindi
dei
vincoli,
alla
libertà
di
agire;
la
libertà
è
quindi
sempre
limitata.
IMPLICAZIONI RECIPROCHE DI AZIONE E STRUTTURAFormulazione
proposta
da
Thomas
e
Znaniecki:
la
situazione
è
l’insieme
di
valori
Atteggiamenti con cui l'individuo o il gruppo ha rapporti in un processo di attività, e rispetto ai quali è progettata quest'attività e vengono valutati i suoi risultati. Elementi qualificanti della situazione: gli atteggiamenti individuali (consistono in una predisposizione all'agire in vista di un oggetto, che non riduce però a un puro stato psichico) e gli oggettivi valori sociali (consistono in dati che presentano "un
contenuto
empirico
accessibile
ai
membri
di
un
gruppo
sociale”
e
un
significato
in
riferimento
al
quale
essi
sono
o
possono
essere
oggetto
di
attività).
L’implicazione
reciproca
fra
azione
e
struttura
si
specifica
nel
tipo
di
relazione
che
c’è
fra
atteggiamenti
individuali
e
valori
sociali
l’atteggiamento
costituisce
una
sorta
di
corrispettivo
individuale
del
valore
sociale,
cioè
della
struttura;
a
collegare
questi
due
elementi
intervengono le attività umane. Pur riconoscendo l'incidenza dei condizionamenti, Thomas e Znaniecki prendono le distanze dalle interpretazioni che considerano le persone dei burattini, lasciati in balia di forze che non riescono a controllare: questa eventualità è contrastata dalla "definizione della situazione", un momento di valutazione e decisione che precede qualsiasi azione. Con il concetto di "definizione della situazione" vengono poste al
centro
dell’attenzione
le
modalità
in
cui
gli
individui
filtrano,
personalizzandoli,
i
dati
percepiti
dai
loro
sensi.
La
società
è
indispensabile
in
quanto
depositaria
di
valori
e
schemi
che
il
bambino
non
potrebbe
accumulare
da
solo;
a
sua
volta,
l’individuo
è
indispensabile
alla
società
in
quanto
è
tramite
il
suo
operare
che
egli
crea
la
cultura,
cioè
l’intero
modo
di
vivere
di
una
società.
Dahrendorf
offre un'altra prospettiva di analisi: per approfondire il tema della libertà, riprende il concetto di chance di Weber (occasioni offerte dalla struttura sociale all'individuo), specificano che le chances di vita sono funzioni di opzioni (possibilità offerte all'individuo dalla struttura) e legature (vincoli posti dalla struttura, indispensabili per fornire delle coordinate all'individuo). Da qui l'evidenziarsi dell'implicazione reciproca fra azione e struttura:
l'individuo
precisa
le
proprie
azioni
in
base
alle
chance,
che
sono
un
elemento
strutturale,
le
quali,
a
loro
volta,
trovano
attuazione
solo
tramite
l'agire
dell'uomo.
LA SOCIALIZZAZIONE: NESSO AZIONE-STRUTTURA
Nella
specie
umana,
il
patrimonio
genetico
è
scarsamente
rilevante;
di
conseguenza,
nell'uomo
il
comportamento
si
basa
su
conoscenze
prevalentemente
apprese.
Le
conoscenze
apprese
costituiscono
parte
della
cultura,
insieme
organizzato
di
simboli
e
modelli
senza
i
Quali gli individui sarebbero ingovernabili. Per disporre della cultura, l'uomo deve apprenderla mediante la sua capacità di apprendimento. La capacità di apprendimento costituisce il prerequisito affinché si possa attuare il processo di socializzazione. Socializzazione: consiste nel processo mediante il quale l'individuo, da essere esclusivamente biologico, diventa membro di un gruppo sociale. Tale processo svolge una funzione mediatrice tra l'individuo e la
società.
-Socializzazione
primaria:
avviene
nei
primi
anni
di
vita;
è ritenuta quella attraverso cui si ha la formazione della personalità.
Mediante i legami affettivi, viene acquisito dall’individuo il mondo circostante e viene interiorizzata una prima visione della realtà, unica e aproblematica.
-Socializzazione secondaria:
consiste nell’interiorizzazione di “sottomondi” istituzionali, cioè nell’acquisizione delle conoscenze relative ai diversi ruoli ed
ambiti
esistenziali.
L’essere
umano
non
si
limita
a
fare
proprie
in
modo
passivo
le
influenze
culturali
che
operano
su
di
lui,
ma
riesce
anche
a
condizionare
quelli
che
lo
circondano.
La
socializzazione
non
deve
essere
quindi
concepita
solo