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L'INTERVISTA COME INTERAZIONE COMUNICATIVA
Qualsiasi intervista può essere considerata un evento comunicativo per una transazione di info fra
l'intervistato e l'intervistatore. Infatti abbiamo un emittente (l'intervistato), il messaggio (ciò che egli
dice) ed un destinatario (l'intervistatore).
Fra emittente, messaggio e destinatario i "giunti non sono rigidi" --- vi è un rapporto ma il
messaggio non riproduce con esattezza gli stati mentali dell'emittente; al destinatario può arrivare
solo il messaggio (oggetto materiale, questionario). Il messaggio sostituisce i contenuti mentali
attraverso segnali, codici.. Le diverse combinazioni di questi elementi portano a molteplici funzioni
del messaggio. Dimensioni di un messaggio: sintattica (riguarda le regole relative al messaggio
stesso), semantica (significato del messaggio) ed infine pragmatica (uso ed effetto del messaggio
in relazione al contesto in cui viene prodotto il messaggio).
L'emittente (esprime se stesso), il messaggio (contatto fra i 2) e il destinatario (deve esprimere
interesse) svolgono funzioni peculiari.
La funzione dell'INTERVISTA è parlare di qualche referente selezionato secondo specifici obiettivi
cognitivi e di fornire e raccogliere informazioni; per questo la comunicazione deve essere
"economica" (va escluso il rumore), esaustiva.
Malgrado le differenze tra conversazione e intervista ci sono punti in comune. Il bravo intervistatore
deve far si che l'intervista sia fluente quasi come una conversazione quotidiana. Sia l'intervista che
che la conversazione possono essere considerate un TESTO anche se non per forza scritto, basta
che possieda alcune caratteristiche. Un testo è sempre plisemico (coesistono più significati e tale
polisemia transita attraverso una molteplicità di codici e canali.
Nella comunicazione orale ci sono codici PARA-LINGUISTICI (toni della voce, l'uso delle pause),
altri codici come quelli CINESICI e MIMICI (movimenti del corpo, gesti, espressioni) PROSSEMICI
(collocazione degli interlocutori nello spazio durante l'intervista) e VESTIMENTARI (l'abito fa il
monaco).
Anche se i codici non verbali sono difficili da decodificare sono comunque molto importanti in
quanto rafforzano o modificano ciò che viene detto. Per comprendere questi aspetti servirebbero
per un intervista 2 intervistatori: uno che pone le domande e l'altro che osserva i comportamenti.
Nell'INTERVISTA si può osservare il "registro" (grado di formalità assunto dal discorso), il genere, il
"lettore-modello" (destinatario virtuale (ECO)) la trama narrativa e il contesto.
Ciò su cui ci soffermiamo è il linguaggio verbale. Noi possiamo osservare l'uso che ne fa
l'intervistato ma purtroppo questo tipo di analisi è sottovalutato: non sappiamo se il messaggio
rispecchi gli stati mentali dell'intervistato e se siamo riusciti a cogliere correttamente il messaggio.
Il fraintendimento è un rischio che si presenta in continuazione, ma secondo Schleiermacher, a tale
rischio può contrapporsi la "volontà di comprendere".
Per una comunicazione efficace nell'intervista, il requisito indispensabile del ricercatore è l'arte
dell'ascolto.
L'INTERVISTA: COME INDIVIDUARE LE INFORMAZIONI DA RACCOGLIERE
Proprietà: qualità delle unità di analisi (ES: in un sondaggio una proprietà potrebbe essere l'età).
Quando si costruisce un questionario ci si deve porre il problema di quali proprietà rilevare.
Alcuni ricercano leggono i questionari di altre ricerche pescando le domande che gli sembrano più
utili e poi tramite un copia e incolla preparano il proprio questionario --- diviene confuso, prolisso e
lacunoso.
Metodo per evitare questo problema: dobbiamo partire dalla posizione "SCALA DI GENERALITA'"
(sequenza di concetti che vanno da uno più generale ad un altro concetto meno generale (ES:
Europa,Italia,Umbro,Perugino) dove ciascun concetto è meno generale di quello che lo precede e
più generale rispetto a quello che lo segue. Per ogni gradino della scala partono alcune frecce per
indicare che da ciascuna proprietà possono formare altre scale, fino a raggiungere un estesa
mappa delle proprietà da rilevare.
Per creare una MAPPA DELLE PROPRIETA' si parte dall'obiettivo cognitivo generale --- il tema
della ricerca e da qui si fanno derivare tutte le scale di generalità che vengono in mente al
ricercatore e che siano funzionali all'obiettivo cognitivo generale.
Il secondo passaggio di questa procedura è una DISCUSSIONE NEL GRUPPO DI RICERCA. A
tale discussione dovranno partecipare anche gli intervistatori, perchè potranno assimilare meglio
gli scopi della ricerca. Di solito però nell'organizzazione della ricerca i ruoli sono "parcellizzati"
(divisione tra ricercatori e intervistatori) ma è fondamentale il lavoro di gruppo. I vantaggi non
riguardano solo la stesura del questionario ma anche la fase dell'elaborazione dei dati. COME
RACCOGLIRE LE INFORMAZIONI
E' facile porre domande agli intervistati, basta chiederlo direttamente (Età?). In altri casi però una
domanda potrebbe sembrare troppo brusca, la quale potrebbe generare una distorsione (Lei è
razzista?)--- Chi è razzista non apparirebbe tale, chi non lo è potrebbe dichiarare di esserlo per
mascherare una fragilità.
Per rilevare direttamente una proprietà essa deve essere rappresentata da un altra proprietà
rilevabile: INDICATORE (proprietà che da informazioni su un altra proprietà). Entrambe sono
legate insieme da un "rapporto di indicazione", in cui la "proprietà indicata" è rappresentata da un
indicatore. (ES: Accettare un extracomunitario come genero --- potrebbe essere un indicatore della
proprietà indicata come "razzismo").
Qualunque indicatore rappresenta solo parzialmente la proprietà indicata (VALIDITA' DI UN
INDICATORE). Nella valutazione della validità di un indicatore non disponiamo di nessun metro
esatto, ma esistono degli ausili statistici: nell'analisi fattoriale ci sono i FACTOR LOADINGS (valori
statistici che aiutano a stimare la validità degli indicatori); essi sono però EVIDENCE NOT PROOF,
ovvero sono una risultanza, non una prova.
Una volta raccolti tutti i dati su un indicatore si ricompongono gli inicatori in un INDICE
(combinazione logico-matematica di più indicatori che offre il vantaggio di sintetizzare le info
raccolte dai molteplici indicatori).
TECNICA DELLA SCALA LIKERT --- ogni scala presenta una frase e l'intervistato deve dichiarare
il proprio consenso scegliendo una delle categorie previste (molto d'accordo, abb. d'accordo ecc).
Ogni categoria di risposta ha un "etichetta numerica", questi valori vengono poi digitati nella
matrice per l'analisi dei dati.
Una questione importante quando ci chiediamo come raccogliere informazioni oltre quali indicatori
adottare è: FORMA DELLE DOMANDE NEL QUESTIONARIO.
DOMANDE DEL QUESTIONARIO:
-DOMANDA CHIUSA: L'intervistato deve scegliere la risposta più vicina alla proprio posizione.
VANTAGGI:si possono comprarare le risposte di due intervistati diversi, queste domande si
gestiscono facilmente, un elenco di risposte può aiutare l'intervistatore a concentrarsi sugli aspetti
che interessano al ricercatore, aiuta l'intervistato a superare alcune sue remore su argomenti
delicati. LIMITI:l'elenco di risposte già definite condizionano l'intervista, l'elenco è frutto di una
selezione operata dal ricercatore e non dall'intervistato, numero delle categorie di risposte (o
troppe o troppo poche).
Per prevenire il difetto di un elenco non esaustivo si possono formulare domande SEMI-CHIUSE
(la differenza è che una categoria di risposta non è predefinita dal ricercatore (no. altro...)
Nella domanda APERTA, l'intervistato è libero di rispondere ciò che vuole e come vuole.
VANTAGGI: vogliono preservare la spontaneità delle persone. LIMITI:risposte tutte diverse che
verranno tradotte in percentuali e quini ricondotte a poche categorie (processo lungo e
complesso).
LA COMUNICAZIONE INTERCULTURALE E LA RICERCA COME TRADUZIONE
La comunicazione, in particolare in quella interculturale, può essere soggetta a fraintendimenti
poichè i soggetti sono appartenenti a culture differenti. Max Weber utilizza l'espressione
Wertbeziehung per affermare che uno stesso ambito di esperienza può essere concettualizzato e
denominato in maniera diversa in base a fattori diversi (la storia, la cultura...).
Gli stessi termini possono avere significati diversi a seconda delle culture ("Occidente" per noi è un
termine neutro, per gli altri è un concetto). Dato questa differenza ci si chiede se sia possibile
"tradurre" un concetto, una cultura, un linguaggio in un altro.
Per alcuni la traduzione è possibile in quanto conoscere e interpretare sono una continua
traduzione. Mito di Babele (desiderio di tradurre per risvegliare le risorse della lingua).
Altri sostengono che la traduzione non è possibile perchè la differenza di culture consiste in
differenti esperienze di concettualizzazione.
Vi è una posizione intermedia: traduzione possibile ma sempre problematica (EGO)--- essa pone
in comunicazione mondi differenti. La ricerca sociale è una comunicazione interculturale e quindi
una traduzione: allora gli strumenti di conoscienza del ricercatore devono essere molto flessibili
per adattarsi alla cultura di altri. Se per esempio l'obiettivo cognitivo riguarda l'identità
dell'immigrato e quindi la sua esperienza personale, il questionario strutturato risulterebbe troppo
rigoroso e non riuscirebbe gli stadi profondi della soggettività dell'intervistato. Invece potrebbe
essere più facile ricorrere a fonti narrativi (raccontare esperienze per la propria vita) ---- Thomas e
Znaniecki (immigrati polacchi in USA), utilizzarono un approccio biografico-narrativo (lettere
appunti, diari) riuscendo a creare una poderosa ricerca sui mutamenti culurali degli immigrati
polacchi in USA.
"INTERVISTE DISCORSIVE, LIBERE, IN PROFONDITà": i discorsi possono essere raccolti
mediante strumenti: - non standardizzati (domande non uniformi per tutti gli intervistati) - non
strutturati (non vi è una struttura dettagliata delle modalità di interrogazione) - non direttivi
(intervistato libero di decidere i contenuti delle sue risposte).
Nell'intervista basata sulla matrice la comprensibilità del questionario strutturato si basa sul
presupposto che ricercatore e intervistati abbiano conoscenza (schemi mentali, patrimonio
concettuale).
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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