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Wright e Breverman: weberiani di sinistra tentano di identificare un insieme di posizioni di classe
distinte dentro la struttura occupazionale. Definiscono immaginazione sociologica la capacità che
ha il sociologo di comprendere ciò che accade nel mondo ed immaginare come la propria
esperienza si collochi al suo interno (riflettere su se stessi liberi dalle abitudini e guardare la realtà
con occhi diversi) infatti quest'ultimo riesce a liberarsi dai condizionamenti personali e colloca i
fatti in un contesto più vasto(definizione di sociologo). Sostiengono che col tempo si sia
“proletarizzata” la forza lavoro ovvero una dequalificazione progressiva dovuta allo sviluppo della
produzione di massa e un conseguente aumento della classe impiegatizia.
Analizzano la classe operaia “in sè” e non di “per sè” quindi non considerano la possibilità
dell'azione e del conflitto di classe.
Thompson: critica marxista riguardante la dicotomia della base economica/sovrastrutturale
ideologica e battaglia intellettuale sulla negazione dell'azione umana infatti seguendo il filone
weberiano incentra la sua tesi sull'importanza dell'individuo e delle sue azioni.
Descrive le classi come forze astratte che creano conseguenze reali; esse trovano origine nelle
ralazioni di produzione . Quest'ultime, che determinano l'esperienza di classe, esistono
indipendentemente dall'individuo infatti analizza la classe come una relazione non come oggetto.
Gramsci: critica marxista riguardo la dicotomia sulla base/sovrastruttura ma pone la sua attenzione
sulla cultura. Concetto centrale dei suoi studi è l'egemonia intesa come il modo in cui viene ottenuto
il consenso attivo delle classi subordinate quindi sostiene il conflitto tra modalità culturali diverse.
Stark: approccio di tipo relazionale: le classi esistono per un rapporto reciproco di dipendenza e
antagonismo l'una verso l'altra. Egli studia le relazioni tra le classi, gruppi e organizzazioni.
Giddens: riflessioni sulla strutturazione come mezzo per valutare le modalità nelle quali i rapporti
economici si trasformano in strutture sociali (cioè classi sociali). Divide le strutture in 2 tipi:
-strutturazione mediata: legami tra capacità di mercato (ovvero proprietà dei mezzi di
produzione, possesso di titoli di studio o qualificazioni e la forza/lavoro manuale) e gruppi
sociali. Governata dal livello di mobilità sociale*
-strutturazione prossima: fattori che influenzano nella formazione delle classi a livello locale
Sostiene inoltre che il processo di strutturazione corrisponde ad una consapevolezza di classe
comune ma non necessariamente alla coscienza di classe come sentimento antagonista.
In un contesto di democrazia sociale gli operai avrebbero solo la coscienza del conflitto ma non lo
attuerebbero. Espone una critica al positivismo* e si allontana dall'analisi delle classi.
Bourdieu: riproduzione sociale delle disuguaglianze. Sostiene che le strutture mentali sono strutture
sociali (apprese per nascita) non solo considerando il capitale economico ma anche culturale come
habitus (habitus: conoscenze idee valori abilità che caratterizzano una persona e gli consentono di
agire in una determinata maniera irriflessa), sociale come appartenenza ad un gruppo di conoscenza
e simbolico come meccanismo di distribuzione del riconoscimento sociale (onori, prestigio,
salvezza). Definisce ethos di classe come valori impliciti ed espliciti trasmessi dalla famiglia (gli
alunni delle famiglie agiate conseguono meglio gli studi perchè dotati di più conoscenze trasmesse
dalla famiglia, per l'appoggio con materiale dei genitori sull'istruzione e ai finanziamenti).
Thrift e Williams: fanno parte del filone della sociologia urbana (che studia 5 concetti principali:
struttura di classe come concetto astratto, formazione delle classi, conflitto di classe, capacità di
classe e coscienza di classe) ma rimandano la divisione anche ad altre forze sociali come razza,
religione, etnia, genere e apparati di stato (che possono generare altre forme di divisione sociale).
La loro teoria si lega all'approccio realista ovvero sostengono che le regolarità empiriche, nella
storia e durante gli anni, non costituiscono l'unica base della nostra coscienza ma sono legate al
concetto di spiegazione causale realista --> mette in luce i meccanismi causali che generano
fenomeni osservati attraverso l'esperienza (richiamo a Comte). Infine essi rifiutano la separazione
tra studio della struttura di classe e analisi dell'azione di classe.
Urry: si rifà al pensiero weberiano e alla “polictical economy” (dibattito del processo lavorativo e
la dequalificazione delle mansioni) e dedica maggiore attenzione all'analisi della “classe di servizio”
(ovvero proletariato) e delle sue forze causali nell'ambito del capitalismo contemporaneo.
Vede le classi come entità dotate di forze causali le quali vengono utilizzate nel conflitto con le altre
classi (→ analisi empirica basata sull'approccio storico/sociologico) e dimostra che con le forze
causali si da origine a collettività sociali.
Sostiene l'importanza dei processi di formazione sociale anzicchè quella della descrizione della
struttura di classe.
Goldthorpe: misurazione delle classi basata su 2 criteri: situazione di lavoro (posizione che gli
individui occupano) e situazione di mercato (vantaggi e non che gli individui hanno lavorando).
Egli raggruppa tutti i lavoratori in 3 classi: datori di lavoro/autonomi/dipendenti oppure in relazione
alla natura del lavoro: settore economico/dimensione d'impresa/tipo di occupazione/livello di
competenza. La posizione delle donne è il riflesso di quella del marito; la moglie fa parte della
classe famiglia anche se col tempo sono diventate parte del reddito del nucleo familiare.
Conclusione: SOCIOLOGIA
Struttura Azione
ANALISI DELLE CLASSI
Classe in sé Classe per sé (Marx)
Oggettivo Soggettivo (Braverman)
Formazione delle classi Azione delle classi (Dahrendorf)
Aggregativo Relazionale (Stark)
*DEFINIZIONI:
Positivismo ottocentesco: atteggiamento scientista, laico e orientato al progresso; è una scienza che
si applica a fenomeni osservabili e alle lore ralazioni causali; conoscenza sociale basata su evidenza
empirica ricavata dall'osservazione, confronto e sperimentazione.
Struttura sociale: ambiente sociale dove gli attori vivono ed interagiscono. Esistono livelli di
struttura che corrispondono a ruolo e status più vicini all'individuo arrivando a formare
aggregazioni più ampie chiamate istituzioni.
Istituzioni: impianto di regole che rendono possibile una coordinazione per organizzazioni ovvero
riguarda tutti i modelli di comportamento. I gradi di istituzzionalizzazione dividono le varie
istituzioni e dipende da vari fattori come: forme flessibili o rigide del controllo sociale, grado di
informazione per esistenza di tali e per ruoli che coprono i vari attori coinvolti, grado di
accettazione di tali regole, tipi di intensità che regolano le sanzioni, grado di interiorizzazione dei
codici morali, grado di osservazione delle norme. I mutamenti istituzionali avvengono per
rispondere alle sfide che l'ambiente pone (ambiente esterno: mutamento esogeno, ambiente interno:
mutamento endogeno).
Le istituzioni nascono per soddisfare i bisogni sociali:
− comunicazione tra membri
− produzione di beni necessari alla sopravvivenza
− distribuzione di tali beni e servizi
− protezione dei membri da pericoli fisici
− sostituzione dei membri tramite riproduzione (cambio di generazione)
− controllo dei membri
Mobilità sociale: cambiamento di classe sociale divisa in:
− assoluta: numero complessivo di tutti gli spostamenti
− relativa: grado di eguaglianza sulle possibilità di mobilità (misurata in alta e bassa/nulla)
mobilità sociale in italia: 20% dei figli di operai non saranno operai ma accederanno alla fascia
medio-alta (piccola borghesia urbana) infatti l'italia è caratterizzata da una IMMOBILITA'
INTERGENERAZIONALE (ovvero ciò che fa il genitore farà anche il figlio) elevatissima (54% di
accessi diretti alle posizioni superiori).
CAPITOLO 4 – L'analisi delle classi: problemi e critiche
Divisioni nell'ambito dei dibattiti sulle classi:
− approccio occupazionale: importanza delle classi per le teorie generali della società
− mutamento sociale
Analisi del mutamento sociale che porta alla scomparsa delle classi:
1. cambiamenti strutturali dell'impiego dovuti a diversi fattori come:
- conseguenze del secondo dopoguerra sull'economia come l'industrializzazione del sud/est asiato e
conseguente declino dell'industria occidentale, la forte competizione e la sturazione del mercato
- in britannia dopo il “patto sindacale” del 1974 in cui i sindacati si impegnavano a contenere le
rivendicazioni salariali in cambio di maggior partecipazione delle politiche pubbliche ci fu l'inverno
del malcontento (1979) caratterizzato da un aumento dell'inflazione causò la crescita della
disoccupazione (quindi scioperi continui di operai e richieste dei sindacato del 74 cancellate), la
privatizzazione di beni statali come gas e telefono e una parte sempre più ampia del welfare state
(criteri di “quasi mercato” anche a istruzione e sanità).
-declino dell'industria: meno lavoro di tipo operaio e crescente diffusione dell'individualismo con
forme di impiego flessibile (tempo parziale, contratti determinati, lavoro autonomo) e declino delle
carriere a lungo periodo. La società diventa individualizzata con lavoratori inseriti in un sistema
rischioso di sottocupazione flessibile.
- passaggio dai metodi fordisti di produzione e organizzazione del metodo di lavoro, a postfordisti
di produzione flessibile
- l'evoluzione tecnologica ha trasformato i sistemi di produzione in sistemi esperti. Sempre meno
netta la separazione tra produttore e consumatore (crescita di servizi per il bene della persona).
Inoltre gli individui dedicano sempre meno tempo al lavoro per un aumento dell'età scolare,
diminuzione dell'età pensionistica e maggiore lasso di tempo delle disoccupazioni quindi il lavoro
diventa non più un concetto sociologico fondamentaleperchè ha perso la capacità di determinare la
coscienza e l'azione sociale. (Lush e Urry)
-dal secondo dopoguerra si verifica una partecipazione più frequente delle donne nel lavoro
cancellando il modello del capofamiglia ovvero la maschilizzazione della gerarchia occupazionale.
Questo aumento ha contribuito a fattori come la crescita della scolarizzazione femminile e nascita
del femminismo.
2. Indebolimento del legame tra classe e politica: ovvero la sconfitta elettorale del socialismo<