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IPOTESI=

l’estrazione sociale degli studenti abbandonanti e posso così fare un’ipotesi corretta.

Le ipotesi sono proposizioni formate da termini e i più importanti di questi sono i concetti: non sono né falsi né veri,

ma solo più o meno adeguati in base alla formulazione e per essere scientifici devono essere “operazionalizzabili”

cioè traducibili in concrete operazioni di osservazione e misura.

Weber riguardo il problema dell’oggettività distinse i 2 termini di “relazione al valore” e “libertà dal valore”: il

sociologo ha un interesse conoscitivo che lo porta a determinati punti di vista, quindi c’è una relazione al valore che

lo spinge alla ricerca per poter migliorare un aspetto importante per la sua vita, ma per evitare dei “giudizi di valore”

che influenzino l’obiettività della ricerca deve essere libero dal valore che lo motiva, così potrà essere oggettivo

anche se relativamente e non in assoluto; quindi dopo aver scelto la direzione della ricerca con la relazione al valore

si deve attenere al metodo scientifico per formulare “giudizi di fatto” (asserzioni empiricamente accertate) e avere

dei criteri da seguire per un risultato non influenzato dalla mia opinione.

L’oggettività può essere considerata avalutatività ma non comporta una mancanza di presa di posizione perché

oggettività non è neutralità (a meno che non si consideri la conoscenza un fine e non un mezzo), infatti lo spirito di

parte deve essere accantonato per consentire una conoscenza obiettiva così da avere una presa di posizione più

valida su argomenti conosciuti con più attenzione e senza influenze.

Le ipotesi possono essere falsificabili o non falsificabili ma solo le prime possono essere considerate vere o false: qui

si apre il dibattito verificabilità e falsificabilità. Prima dei primi decenni del ‘900 le ipotesi e le teorie dovevano

essere sottoposte a prove che le verificassero come vere (verificazionismo) perché non ci fossero contraddizioni con

l’enunciato ( quindi se volevo dire che tutti gli orsi sono bruni andavo in giro e se li vedevo tutti scuri confermavo l‘ipotesi come

), ma poi Popper formulò la teoria del falsificazionismo in cui ogni ipotesi o teoria dovevano essere controllate

vera

non su ciò che le confermava ma su ciò che le smentiva, quindi per Popper le teorie non erano assolutamente vere

ma “provvisoriamente vere” fino a che anche una sola eccezione le falsificava ( se verifico l’ipotesi che tutti gli orsi sono

bruni devo cercare luoghi in cui potrebbero esserci eccezioni e quindi cerco ciò che può smentire l’enunciato e se troverò orsi

).

bianchi l’ipotesi sarà falsificata sennò sarà vera fino a prova contraria

La ricerca empirica deve risolvere problemi e per questo bisogna interrogare la realtà con le ipotesi per farle dire

“quel che vogliamo” inteso come rispondere ai problemi che pongo io, dunque così “si trova ciò che si cerca” nella

realtà la quale non parla da sola, infatti i dati vanno costruiti e interpretati tramite i concetti: per questo i dati sono

detti “carichi di teoria” (theory loaded) cioè hanno concetti che vanno considerati teoricamente e usati come

strumenti per la produzione dei dati quindi delle info riguardo la ricerca, ecco perché si dice che “solo chi getta reti

pesca” perché senza usare i concetti e le ipotesi per interpretare la realtà non si possono ricavare dati per la ricerca.

I concetti vanno costruiti come concetti empirici o osservativi per contenere dati o guidare all’osservazione dei fatti e

alla raccolta dei dati. I concetti si dispongono lungo un continuum dai più concreti ai più astratti e sono utili

entrambi: i concreti per l’evidenza empirica, i più astratti per capire le cause e confrontare le risultanze.

Per coordinare questi concetti occorre una “scala di astrazione” che permette di ricavare i dati della ricerca con una

serie di misurazioni che facciano passare dall’astratto all’empirico: la scala discendente che identifica la ricerca vede

partire da concetti astratti o teorici e scenderla con la deduzione per arrivare ai concetti osservativi, quindi più si

scende più il concetto diventa una variabile che modifica il concetto centrale; per es dal concetto generale di

“democrazia” scendo la scala deduttivamente ricavando altri concetti che lo definiscono arrivando alla realtà, a ciò

che davvero è la “democrazia”: si prende la definizione che definisce il concetto che però per farci ricavare dei dati

deve essere specificato per individuarne le dimensioni (tipologie o caratteristiche)le quali vanno articolate in

indicatori empirici per misurare l’intensità di queste caratteristiche, perciò sono definite “variabili” perché possono

cambiare di valore e quindi sono misurabili. Dunque questo processo di operazionalizzazione ha portato a

trasformare i concetti in dati misurabili con la deduzione che permette di scendere la scala arrivando a concetti

osservativi che si esprimono in variabili e operazioni di ricerca; non si opera dunque sui fenomeni ma sulle

caratteristiche di essi che vengono esaminate, così si traggono conclusioni con gli indici statistici (misure sintetiche

degli indicatori per le variabili quantitative) applicati ai concetti osservativi, mentre per quelle qualitative queste

osservazioni sono più incerte, ma in ogni caso alla fine si ricollegano alla teoria iniziale.

L’analisi statistica: con la ricerca si studiano delle unità con varie caratteristiche chiamate “variabili” (caratteristiche

misurate) e ciascuna di esse è presente con una data modalità. L’analisi statistica consiste nella descrizione di una

data popolazione (o campione di persone) secondo alcune variabili e per “descrizione” s’intende il sostenere che in

un dato momento le cose stanno in un certo modo; la statistica non analizza cause ed effetti ma dice che in un

momento preciso ci sono certe caratteristiche.

Le analisi possono essere: uni o mono-variate (1 variabile) che evidenza la distribuzione di individui secondo le

modalità di una variabile; bi-variate (2 variabili) con doppia entrata che permette di identificare una relazione tra due

variabili; multi-variata (più di 2 variabili).

I valori di una tabella possono essere “assoluti” (numeri) o “percentuali” (%)

Es Condizione sociale

Conoscenza inglese alta media bassa TOT Dati in %

Alta 70 10 20 100 Conoscenza inglese e condizione sociale = variabili

media 20 70 10 100

bassa 10 20 70 100 effetto (variab dipend) causa (variab indip)

Tra le due variabili c’è interdipendenza? C’è dipendenza? alto,medio,basso= modalità delle variabili

La relazione tra le variabili può essere “perfetta” cioè rigorosa e precisa (cambia una variabile e muta nello stesso

modo l’altra)o “imperfetta” se le variazioni di valore non sono collegate tra loro a seconda delle modalità.

La sociologia non dà regole rigide e generali, ma cerca dati che confermino alcune ipotesi che approssimativamente

analizzano la realtà tenendo conto delle statistiche; stà al ricercatore saper interpretare i dati tenendo conto che i

suoi studi non danno regole causali x->y ma vanno trattati con cautela perché ci sono a volte relazioni apparenti:

-le relazioni spurie sono per es: A=animali zoo B=criminalità al variare di A varia B ma non vuol dire che se

aumentano gli animali allo zoo aumenta la criminalità, ma il ricercatore dovrà analizzare questi dati e darne una

spiegazione, quindi cosa può portare a una relazione indiretta tra A e B? probabilmente è la grandezza della città la

relazione; stessa cosa se A=bambini e B=cicogne, infatti un aumento di A e contempor di B può dipendere dalla zona

rurale in cui nascono i bimbi e vivono cicogne. analizzando

- le relazioni con variabile interveniente sono per es. A=razza B=Q.I. con test standard l’intelligenza dei

ragazzi di varie razze, si vide che i negri avevano risultati più bassi, ma in ciò intervenivano delle variabili culturali ed

educative che potevano influenzare i risultati e gli schemi cognitivi.

Dunque ad aver bisogno di rielaborazioni sono soprattutto le determinazioni probabilistiche date da relazioni

imperfette.

La ricerca sociale può essere volta a risolvere problemi conoscitivi (o esplicativi) oppure pragmatici (o manipolativi)

cioè ricerca pura o ricerca applicata. Ma la ricerca scientifica che svolge la sociologia riguarda soprattutto due metodi

di ricerca: al ricerca “descrittiva” e quella “esplicativa” , infatti descrizione,spiegazione e previsione sono le 3

operazioni che distinguono la scienza sociologica; la previsione in particolare dalle cause di un fenomeno calcola la

probabilità di un altro, importante soprattutto per il controllo della teoria.

La ricerca descrittiva dice che le cose stanno così in quel momento quindi precede la spiegazione, descrive

l’explanandum (l’evento da spiegare) guardando le variabili dipendenti e spesso serve un procedimento

interpretativo per determinare il significato culturale dell’evento; con l’individuazione delle variabili indipendenti si

passa alla ricerca esplicativa, quindi si spiega la relazione tra due eventi, la spiegazione “causale” (x->y e la

spiegazione=x) e quella “funzionale” (x->y e spiegazione=y):

-la prima ricerca le cause che influenzano l’esistenza del fenomeno e che a loro volta possono essere necessarie (che

rendono il fenomeno possibile con la spiegazione nomologica che ricorre a leggi per studiare un fenomeno) o

sufficienti (rendono necessario l’evento con una spiegazione idiografica che renda il fenomeno unico)

- la seconda ricerca la funzione di un fenomeno cioè è il conseguente dell’evento ad essere analizzato.

Ogni metodo di ricerca è alternativo all’altro in base al sogg e all’obbiettivo della ricerca, poi ci sono ostacoli di cui

tenere conto come il carattere sistemico dei fenomeni sociali che porta a difficoltà nell’estrarre variabili,difficoltà

anche le costruire un vocabolario, difficile anche non perdere di precisione generalizzando gli enunciati e

problematico è controllare l’influenza di ogni variabile, per questo non si possono produrre leggi rigide ma solo

generalizzazioni e spiegazioni.

Le ipotesi richiedono sempre un controllo empirico che si basa su 5 strategie di controllo [da non confondere con gli

agenti di controllo interni al controllo statistico]: sperimentale (anche se difficili in sociologia), st

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A.A. 2013-2014
24 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eddyilgranata di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Borgna Paola.