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La ricerca non è necessariamente quantitativa o qualitativa
Spesso vi è una combinazione di più elementi che si determinano sulla base di scelte fatte dal ricercatore. Una ricerca può partire da un elemento di tipo quantitativo e successivamente analizzare alcuni aspetti con rilevazioni qualitative o viceversa.
Sociologia Generale
Secondo modulo: Elementi di sociologia generale
L'azione collettiva e i movimenti sociali
A partire dalla seconda metà del XIX secolo ci si comincia ad interrogare rispetto ad alcune forme di azione collettiva che non trovano spiegazione rispetto alla razionalità strumentale rispondente alla costruzione di ordine sociale. Ci sono dei fenomeni collettivi (nascita dei movimenti operai) che non potevano essere condotti allo schema della razionalità strumentale, che era alla base della costruzione della società, dell'ordine sociale in questa epoca quindi si cercava
di capirli e interpretarli. L'azione collettiva delle folle è il primo fenomeno che viene analizzato. Vengono date differenti risposte, da differenti sociologi, in differenti paesi per cercare di capire ed interpretare queste nuove forme di azione collettiva. - Fredric Le Play dice che questi fenomeni collettivi sono espressione della decadenza dell'ordine morale tradizionale, che è da restaurare. Quindi li vede come elementi distruttivi dell'ordine sociale data la sua decadenza. - Scipio Sighele si concentra sul concetto di folla. Sostiene che questi fenomeni sono descritti come folle: cioè un insieme collettivo di persone qualitativamente inferiore rispetto agli individui che lo compongono. Secondo Sighele, la chiave che determina la costituzione della folla è l'istinto d'imitazione che prevale sulla razionalità attraverso la suggestione. - Gustave le Bon analizza le folle partendo da altri elementi. Sostiene checonseguenza che gli individui all'interno della folla perdono la propria individualità e agiscono in modo irrazionale, influenzati dall'emozione e dalla suggestione del gruppo. Le folle organizzate possono essere guidate da un leader carismatico o da un'ideologia comune, e possono essere sia pacifiche che violente. Un esempio di folla organizzata è il movimento operaio, che si è formato per rivendicare migliori condizioni di lavoro e diritti per gli operai. D'altra parte, le folle disorganizzate sono caratterizzate dalla mancanza di un'organizzazione e di uno scopo comune. Queste folle possono essere caotiche e possono facilmente sfociare in violenza e distruzione. Un esempio di folla disorganizzata potrebbe essere una rivolta o una sommossa. La psicologia delle folle si occupa di studiare il comportamento collettivo delle persone all'interno di una folla. Questo campo di studio si concentra sull'analisi delle dinamiche psicologiche che influenzano il comportamento individuale all'interno di una folla e sulla comprensione dei processi mentali che portano alla formazione di un'identità collettiva temporanea. In conclusione, l'avvento dell'industrialismo ha portato all'emergere delle folle come attori collettivi nella vita pubblica. La sociologia ha iniziato a studiare le folle, distinguendo tra folle organizzate e folle disorganizzate. La psicologia delle folle si occupa di analizzare il comportamento collettivo e le dinamiche psicologiche che si verificano all'interno di una folla.Presupposto il fatto che gli individui riducano o rinunciano alla dimensione razionale del proprio agire.
Dalle folle ai movimenti sociali
I sociologi del XX secolo si domandano se è ancora pertinente parlare di razionalità e irrazionalità per spiegare le forme di azione collettiva. Vi sono tre risposte divenenti:
- La Sociologia struttural-funzionalista - vede i movimenti sociali come devianze che insorgono in situazioni di discrasie sistemiche, cioè quando il sistema non è più allineato.
- Resource Mobilisation Theory - (Stati Uniti e Inghilterra) sostiene che i movimenti che adottano strategie razionali per perseguire interessi comuni ai membri che li compongono. Quindi considerano le azioni individuali estremamente razionale.
- Sociologia azionista - Considera i movimenti sociali come attori centrali della vita sociale.
1. Sociologia struttural-funzionalista
Per lo struttural-funzionalismo, la società
La società è strutturata intorno a valori centrali, che sono interiorizzati dagli individui attraverso le agenzie di socializzazione (famiglia, scuola, gruppo dei pari ecc.). Tengono in considerazione però anche dei fenomeni e azioni che considerano come devianti perché non sono funzionali all'equilibrio del sistema sociale (azioni criminali, scioperi ecc.).
Devianza = "tendenza motivata di un attore sociale a comportarsi contravvenendo a uno o più modelli normativi istituzionalizzati". Secondo Parson, alcuni soggetti non si ritrovano più nei modelli normativi istituzionalizzati e normativi e quindi si comportano in maniera contraddittoria a questi, né contravvengono gli orientamenti, le normative e le regole creando dei modelli valoriali alternativi. Si creano così delle sub-culture i cui modelli valoriali sono illegittimi rispetto al più ampio sistema sociale.
Queste sub-culture vengono definite devianti e vengono studiate attraverso
Unascala —> scala della sottocomunità devianti di Parsons
Al centro quelli condivisi da tutti dalla società nel suo insieme. Ai lati poi abbiamo due comportamenti devianti.
Secondo Parson, qualsiasi azione che si allontana da questo punto di equilibrio, cioè i valori istituzionalizzati del sistema sociale, è considerata deviante. 59 fi
Questo sistema viene considerato limitato perché non si può mettere sullo stesso piano, ad esempio, un’azione criminale e un azione di rivendicativa dei diritto. Parson, infatti, cerca di fare una differenziazione:
Le bande criminali condividono alcuni valori che guidano la società ma non ne condividono altri, quindi contraddicono i valori ma iscrivono la loro azione collettiva all’interno di questi valori stessi, orientano l’azione partendo da questi valori. Non puntano a sostituire i valori centrali.
I movimenti sociali, invece, contraddicono i valori istituzionalizzati del
- Comportamenti conformi alla struttura sistemica - tutti quei comportamenti che si inseriscono all'interno delle norme valoriali che guidano la società e che mantengono in equilibrio il sistema sociale.
- Comportamenti devianti - che condividono i valori ma si sottraggono alle norme. (comportamento criminale)
- Comportamenti non conformi - che si ispirano ad un altro sistema di valori.
2. La Resource Mobilisation Theory
La Resource Mobilisation Theory parte da un presupposto completamente diverso, cioè sostiene che i movimenti collettivi non sono determinati né da crisi
sistemiche né da comportamenti irrazionali degli individui, ma dalla capacità che gli attori che li compongono di organizzare mobilitazioni protese al perseguimento dei loro interessi. Quindi l'azione è il frutto di un coinvolgimento razionale dell'attore sulla base di un calcolo tra costi e benefici. Il paradosso di Olson è alla base del pensiero della Resource Mobilisation Theory basandosi sugli incentivi selettivi -> si chiede che vantaggio ha non le persone a partecipare ai movimenti collettivi se poi il risultato che ottengono, lo ottiene anche la persona che non partecipa. Per questo definisce gli incentivi selettivi cioè ogni individuo, in base al suo ruolo, può avere diversi vantaggi a partecipare nel modo migliore possibile in quanto possono aspirare a queste risorse (intellettuali, materiali). L'analisi della Resource Mobilisation Theory, nel concentrarsi sul rapporto costi e benefici, parte dallo studio dei.Movimenti sui diritti civili dei neri negli Stati Uniti e ci si interrogano sul perché questa azione collettiva generasse una partecipazione così ampia ed esponenziale.
Le caratteristiche razionali dell'azione sono:
- La capacità che hanno le organizzazioni collettive di mobilitare risorse per la formazione e lo sviluppo dell'azione collettiva.
- Risorse mobilitate che possono essere di diversa natura come economica o culturali o legate all'identità degli individui ecc.
- Ruolo dello Social Movement Organisation e quindi il ruolo degli imprenditori e organizzazioni del movimento.
- Imprenditori di movimenti -> giocano un ruolo fondamentale per raccogliere risorse e di valorizzarle all'interno di un mercato.
Il movimento sociale è un'azione collettiva razionale sviluppata da gruppi che sono esclusi dalla partecipazione politica, per poter accedere a quest'ultima.
La problematicità del rapporto
La relazione tra movimenti sociali e opportunità politiche esterne è complessa (che possono essere positive e negative). Cioè ci sono situazioni in cui è migliorata l'opportunità politica grazie a dei movimenti sociali come nel caso dei diritti dei neri, ma altre situazioni in cui sono state invece ostacolate.
La sociologia Azionalista
La sociologia azionista punta al superamento dell'approccio razionale-irrazionale che caratterizzava il secolo precedente e al contempo si pone in maniera critica rispetto sia all'approccio strutturalista sia al rapporto di costi e benefici alla base della Resource Mobilisation Theory.
Nella sociologia azionista, il movimento sociale visto come un attore centrale del conflitto che non cerca solo un riconoscimento istituzionale, ma contende ai suoi avversari gli orientamenti della società (esempio. Movimento operaio che non ha solo l'obiettivo di un riconoscimento istituzionale che mancava, ma ha come
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obbiettivo anche quello di orientare la società verso nuovi diritti, nuove forme di organizzazioni del lavoro ecc.
I movimenti sociali sono definiti attraverso la combinazione di tre principi:
Principio di identità —> principio che garantisce al movimento sociale di definirsi a partire da se stesso, cioè definire la propria identità,
Principio di opposizione —> principio indispensabile ed è quello che permette al movimento sociale di definire ciò che è altro da sé, il soggetto contro cui si oppone
Principio di totalità o sistema d'azione storica —> principio che è il sistema dei valori che gli attori condividono. Il sistema d'azione storica è l'arena comune all'interno della quale i diversi soggetti si incontrano per controllare l'orientamento della società.