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LA CULTURA ORGANIZZATIVA
Questo modulo fa da ponte con il terzo modulo del corso
Premessa: questa idea della cultura ha origine dal ruolo che ebbero gli etnologi dell’ottocento, nello svolgere il loro
lavoro, constatarono l’esistenza di una entità composta dalla molteplice varietà del comportamento umano (si
accorsero che per esempio utilizzavano oggetti differenti per i medesimi impieghi o usi, oppure usavano il medesimo
oggetto in maniera diversa, oppure producevano differenti oggetti simbolici). Al variare delle comunità variavano gli
oggetto o le simbologie di questi. Le popolazioni si accorsero di un differente utilizzo di sistema di simboli (modi
diversi di comunicare). Si accorsero anche del differente ambiente (quello esterno richiede di risolvere una
molteplicità di problemi quotidianamente), queste sono risposte che l’uomo trova alla soluzione di problemi che
l’ambiente esterno gli pone. Tutto ciò variava al variare delle comunità che stavano studiando. Nell’ambiente vi sono
cose che possiamo e cose che non possiamo spiegare e così cambiavano anche le spiegazioni religiose, magiche o
scientifiche. Ma ancora il modo di fare, il modo di agire, il comportamento sociale cambiavano al cambiare delle
comunità, e motivare il perché una cosa veniva fatta in un certo modo o in un altro (valori e ideali differenti) al variare
delle comunità. Arrivarono a definire questa entità composta = CULTURA. La cultura possono essere: oggetti, tecniche,
abitudini, costumi, norme, idee, valori, religioni, arti, sistemi economici, politici, sociali,…
TUTTO CIO’ CHE NON E’ NATURA, tutto ciò che è passato dalle mani dell’uomo, è stato trasformato, adattato,
modificato. Perché in un modo piuttosto che in un altro? Stai facendo riferimento a parametri che sono situati nella
cultura.
“tutti i prodotti umani materiali e non-materiali, che sono condivisi da tutti i membri di una società (se cambio la
collettività può cambiare la cultura), appresi e trasmessi da una generazione all’altra (la cultura non viene trasmessa
geneticamente, in modo ereditario ma viene appresa, tramite un processo di inculturazione) definiscono la cultura di
quella società”
DEFINIZIONI DI CULTURA
• E.B. TYLOR, 1871: “complessa totalità che include conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costume e
tutte le altre capacità ed abitudini che sono proprie dell’uomo come membro di una società”
• KLUKHOHN: “sistema di modi di vivere espliciti ed impliciti creatisi nella storia…che tende ad essere condiviso
da tutti i membri di un gruppo”
Modelli cognitivi: sono quelli che presiedono la conoscenza, fino a condizionare strettamente la
o percezione delle cose, che ci permettono di conoscere ciò che abbiamo intorno
Modelli valutativi: sono quelli che orientano il soggetto nell’atteggiarsi di fronte a quella realtà che
o ha conosciuto
Modelli operativi: sono quelli che organizzano l’azione volta al raggiungimento di un determinato
o fine
Ognuno di noi quando compie un’azione passa attraverso questi tre modelli, soprattutto quale azione
deve essere posta in essere dipende dalle norme di comportamento, dagli usi, dai costumi, insomma
dalla cultura.
La cultura condiziona il comportamento (modi di agire, pensare e sentire) di ogni membro di un gruppo. L’uomo è
influenzato dalla cultura del gruppo di cui appartiene ma è un condizionamento relativo perché tende al variare dei
singoli individui e dei singoli gruppi sociali. Il condizionamento è relativo perché può variare, gli uomini non sono
completamente determinati dalla cultura della società a cui appartengono ma sono anche guidati da un
atteggiamento deviante. Il linguaggio distingue noi dagli animali, è la possibilità che abbiamo di comunicare che ci
permette la trasmissione della cultura. La cultura in sesto antropologico è diversa dalla cultura dotta, non parliamo di
cultura in senso di scolarizzazione ma parliamo di questa manifestazione complessa che presiede il comportamento
dell’uomo. Si parla anche di sub-cultura = sottoinsieme di elementi culturali quindi un complesso di elementi
particolari che si ritrovano solo in certi gruppi della popolazione (sub-cultura giovanile, sub-cultura contadina,…).
Le culture cambiano al cambiare della società/collettività di riferimento, se le culture cambiano il problema diventa:
come si fa a comprendere le altre culture? A capire perché si fanno cose in maniera diversa nelle medesime
situazione? Ecc… ll problema diventa l’avere degli strumenti per comprendere altre culture.
Che cosa è il RELATIVISMO CULTURALE? Se tu vuoi leggere un’altra cultura devi stare attento ad utilizzare quegli
strumenti/modelli che sono propri di quell’altra cultura, perché se tu lo fai con i tuoi modelli culturali non sei in grado
di capire/leggere/comprendere il perché di queli comportamenti differenti dai tuoi.
COME VIENE TRASMESSA? Mediante questo processo che prende il nome di socializzazione o inculturazione (non
confondere inculturazione con acculturazione). Avviene per tutta la vita, ma avviene in modo diverso, in situazioni
diverse ed in periodi diversi.
• PRIMARIA: il bambino apprende come entrare a far parte di quella società, si apprendono le basi, i
fondamenti, i ruoli fondamentali per entrare a far parte di quella società, impari a vivere, ad essere uomo o
donna. Avviene soprattutto nei primi anni di vita quindi la famiglia è il luogo più importante di
apprendimento in quella fase. Altra agenzia fondamentale è il televisore con i cartoni animati.
• SECONDARIA: ti prepara a ruoli specifici, è quel processo di socializzazione che serve per apprendere come
essere in particolari ruoli, formazione in un determinato modo, formazione specifica per ruoli specifici
• ANTICIPATORIA: quando un attore sociale sta per cambiare il suo status, quando comincia a comportarsi
come se avesse già cambiato quello status (laureando che sta per discutere la tesi e ormai si comporta già da
laureato)
AGENZIE CHE INTERVENGONO IN AMBITI DI SOCIALIZZAZIONE:
• Famiglia
• Scuola (fin dalla materna), gruppo dei pari (gruppo che si frequenta di più, amici, influisce di più sul
comportamento, ambienti di lavoro, la palestra, partito politico, la parrocchia che si frequenta fin da
bambini), lavoro
• Vari gruppi di riferimento (gruppo di appartenenza = gruppi di cui di fatto appartengo, gruppo di riferimento
= gruppi a cui non appartengo ma che influenzano il mio agire)
NORMATIVI: stabiliscono gli standard di comportamento
o Positivi
Negativi
COMPARATIVI: per confrontarsi, comparare, valutare; ci si confronta per valutare giusto/sbagliato,
o scegliere tra alternative di comportamento; non sono normativi
IL CONCETTO DI CULTURA INTESO COME UN INSIEME DI ASSUNTI FONDAMENTALI (Schein)
Che cos’è la cultura per Schein?
Ci dice che la cultura organizzativa consta di tre aspetti principali:
1. Il concetto di cultura inteso come un insieme di assunti fondamentali
2. Come si formano questi assunti fondamentali in un’organizzazione
3. Come la cultura viene trasmessa ai nuovi membri
La conoscenza di una cultura organizzativa avviene attraverso uno studio che si sviluppa a tre differenti livelli:
1. Artefatti: sono tutti quei prodotti immediatamente osservabili di una data organizzazione: architettura,
arredamento, come i membri si comportano, il gergo, l’abbigliamento, il livello di formalità nelle relazioni con
l’autorità, la mimica, il modo di comunicare, i simboli e i rituali, tutti gli elementi visibili ma non
necessariamente decifrabili (pensare al layout di un ufficio: scrivanie isolate a differenza delle isole di lavoro
con scrivanie confinanti → lavoro individuale/lavoro di squadra, ma non è detto), punizioni, celebrazioni,
orario di lavoro, riunioni, il processo decisionale (tutto verso il vertice o lungo la scala di poteri), eventi sociali,
come si gestiscono disaccordi e conflitti, gli equilibri tra lavoro e famiglia,…
2. I valori dichiarati: sono i valori che sono stati esplicitati dall’organizzazione, ciò che l’organizzazione dice di se,
valori manifesti ed accettati, fatti circolare dalla leadership allo scopo di individuare i nemici e i pericoli
esterni, scopo di chiarire e legittimare le scelte dell’organizzazione, con lo scopo di creare consenso, ciò che
l’organizzazione dice di sé in tutte le situazioni, rafforzare il senso di appartenenza, la solidarietà e la
coesione; le organizzazioni tendono a cambiare nel corso del tempo e quindi guardare come questi valori
dichiarati cambiano (studio e confronto tra artefatti e valori dichiarati)
3. Gli assunti di base: (Schein li chiama assunti taciti e condivisi): convinzioni profonde inespresse, motivazioni
profonde delle azioni dei membri, modi in cui gli attori sono stati selezionati e plasmati, non sono visibili
subito per il ricercatore, come fa allora? Deve calarsi all’interno dell’organizzazione, viverci dentro
(osservazione partecipante) solo così inizia a capire le cose → facendo riferimento ai campi universali
dell’esperienza umana:
Schein ne richiama quattro:
a. Rapporto con la natura: atteggiamento di dominanza e sfruttamento o atteggiamento armonico e di
rispetto
b. Rapporto con il tempo: concezione del tempo ciclica o lineare, monocronica o policronica?
c. Natura dell’uomo: concezioni ottimiste o pessimiste
d. Attività umane e relazioni tra le persone: prevalgono concezioni autoritarie o democratiche?
Concezioni di gruppo individualiste o collettiviste? Competitive o solidariste? Maschiliste o di parità
tra i sessi?
Dalla combinazione di questi ne derivano dei sistemi di convinzione, al variare dei sistemi cambierà il modo di
lavorare, comunicare, il modo di valutare l’operato proprio e altrui, devono essere scoperti, solo attraverso questa
profonda osservazione partecipante riesci a tirarli fuori. Come si formano? Sempre all’interno di un gruppo, per
sviluppare una cultura comune il gruppo deve avere una storia comune. La cultura non è mai fatta di idee astratte ma
serve a dare risposte a problemi concreti, mi permette da ridurre l’ansia del non sapere cosa fare.
La cultura viene trasmessa ai nuovi membri non appena un nuovo membro si inserisce parte il processo di
socializzazione.
DEFINIZIONE CULTURA SECONDO SCHEIN (1990)
“la cultura organizzativa è l’insieme coerente di assunti fondamentali che un dato gruppo ha inventato, scoperto o
sviluppato imparando ad affrontare i suoi problemi di adattamento esterno e di integrazione interna, e che hanno
funzionato abbastanza bene da poter essere insegnati ai nuovi membri come il modo corretto di percepir