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A CRUDE AWAKENING- IL RUOLO DEL PETROLIO (documentario)
Il petrolio assume un ruolo essenziale nel mondo, oltre ad essere molto prezioso, non è rinnovabile, viene definito, appunto, "sangue del mondo".
"Rivoluzione verde" terreni fertilizzati con componenti di petrolio. I residui ottenuti dopo il trattamento del petrolio, vengono utilizzati per le confezioni di plastica ecc.
Inizialmente erano gli USA ad essere i più grandi produttori di petrolio invece del medio oriente, ma successivamente l'Arabia saudita ha preso totalmente il suo posto.
Causa di guerre ex. In Sudan, una delle prime fu determinata dalla volontà di Saddam Hussain di invadere il Kuwait per i giacimenti.
Il medio-oriente è l'unica zona del mondo a non aver ancora raggiunto il picco (una volta raggiunto, il petrolio inizierà a diminuire vertiginosamente ed i prezzi inizieranno ad aumentare, generando così crisi.)
Si sta
passando all'energia eolica. Energia solare troppo costosa. Domanda di petrolio troppo elevata rispetto alle "nostre capacità di sostituirlo con altro". A partire dagli anni '70, il petrolio ha iniziato a stravolgere il nostro comportamento rispetto allo sviluppo. Fino agli anni '70, infatti, lo sviluppo è sempre stato associato alla crescita economica. La crisi degli anni '70 ha iniziato a far ragionare in maniera diversa, quindi è lì che è stato realizzato che occorre cercare altri mezzi. Qui si aprono scenari che vanno dall'ambientalismo, l'ecologismo, fino ad arrivare a definire il concetto di decrescita. Quindi ciò che emerge dagli anni '70 è di trovare nuove strade. Nel 1985 si cerca un nuovo umanesimo dello sviluppo. Perroux dice che attualmente nessuno afferma che la crescita globale possa portare ad un peggioramento generale. Anche i basic needs non avranno un gran successo.Redistribuire i redditi voleva comunque dire, "togliere" ad altri. Attraverso i basic needs si cercò di trasformare le masse in consumatori. La teoria dei basic needs poi è stata abbandonata dalle grandi multinazionali, ciò che ne è rimasto è stato preso dalle ONG (la parte più umanitaria). Si passa alla teoria della self-reliance (gattung) il quale propone questa alternativa di approcciarsi al problema di come uscire dal sottosviluppo. UJAMA'A: gruppo modello originario di solidarietà per condividere il bene dei servizi, e l'obbligo a lavorare, ma anche questo tentativo fallisce. 24/10/18 Rapporto sui limiti dello sviluppo del MIT su commissione del Club di Roma (72).
Negli anni 70 la crisi petrolifera e la crisi dei paradigmi della modernizzazione entra in crisi il modello di sviluppo ed entra in scena in maniera prepotente la questione ambientale e i limiti dello sviluppo dal punto di vista ambientale, dunque l'ecologia.
Questo rapporto rappresenterà un vero e proprio spartiacque per tutto il mondo dello sviluppo perché darà modo non solo alla tematica dell'ambiente di uscire dal mondo accademico e delle istituzioni scientifiche dando vita a quella che sarà la disciplina ecologica, ma permetterà anche la nascita del movimento ambientalista, questo perché l'uscita del rapporto colpirà l'opinione pubblica in maniera molto forte essendo un momento di confronto divulgativo in cui le persone prendono coscienza di quello che è lo stato del pianeta e la propria responsabilità di fronte a quelli che sono i danni dello sviluppo sull'ambiente e l'importanza di salvaguardare l'unica Terra che abbiamo a disposizione. L'importanza del rapporto sarà data anche dal fatto che a partire dagli anni 70 iniziano le prime catastrofi e le prime emergenze ambientali es. nel 77 la prima marea nera (dispersione di petrolio in mare),
Chernobyl nell'86 come se la ricerca fosse stata premonitrice. Il rapporto infatti sosteneva che, se quel modello di sviluppo avesse proseguito con quegli stessi standard di crescita in termini demografici, di inquinamento ambientale e di sfruttamento delle risorse, la Terra nel 2100 (secondo le previsioni del modello matematico alla base del rapporto), avrebbe collassato. Questo ovviamente suscitò molto scalpore, quindi non solo per la messa in discussione scientifica di un modello di sviluppo ma anche perché prendeva in considerazione non solo il presente ma anche il futuro del pianeta e delle persone. Questo rapporto non descriveva solamente la situazione dando delle previsioni ma cercò di individuare delle soluzioni per evitare il collasso, ovvero limitare la crescita della produzione, dei consumi, della popolazione e dell'inquinamento quindi la crescita economica. Questo voleva dire mettere fine a quel modello di sviluppo che vedeva nella crescita economica.Enell'aumento dei consumi di massa, dell'industrializzazione e della produzione isuoi fari principali. Quindi si metteva fortemente in crisi questo modello disviluppo. La soluzione era la crescita 0: bisognava smettere di crescere, nonsarebbero bastate delle misure correttive che non avrebbero fatto altro cheallungare i tempi che avrebbero comunque portato al collasso. Naturalmenteanche questo tipo di soluzione favori la divulgazione di questo apporto, proprio10perché era molto radicale e fu per la coscienza delle persone un momentofondamentale. Non mancarono ovviamente le critiche: non solo perché leprevisioni del rapporto sono state molto sovrastimate. Certo è che la stradaintrapresa dal nostro stile di vita è quella che ci avvicina sempre di più a unbaratro, a quella situazione descritta dal MIT di Boston. Ma la critica più feroceche venne rivolta a questo tipo di rapporto, fu sulla crescita 0 proposta comel'unica
soluzione possibile, perché era improponibile dal punto di vista economico per quanto riguarda i paesi industrializzati del Nord in quanto avrebbe avuto conseguenze negative per l'economia. Sarebbe stata però negativa anche per i Paesi in via di sviluppo non permettendo loro di crescere per cui si sarebbero trovati in una condizione molto peggiore. Comunque sia, l'aspetto positivo di questo rapporto rimane ovvero quella di aver messo in evidenza in maniera divulgativa (oltre che scientifica) la questione ambientale, soprattutto lo sfruttamento delle risorse naturali. Questo tipo di rapporto sposterà l'attenzione non tanto sulla proposta della crescita 0 ma sulle risorse rinnovabili, sulla necessità di individuare delle risorse alternative al petrolio e al carbone. E quindi sposta l'attenzione su quello che è la natura, l'ambientalismo, l'ecologia. Un'attenzione alla natura e allo sfruttamento delle risorse cheverrà in questi stessi anni portata avanti anche dalle organizzazioni internazionali e in particolar modo dalle Nazioni Unite. C'è negli anni '70 questa grande messa in campo di sforzi, attenzioni, iniziative e soprattutto di conferenze: un movimento che aprirà la strada allo sviluppo sostenibile, la prima grande teoria di sviluppo alternativo che pone l'attenzione sul rapporto tra uomo e ambiente (di cui anche Marcuse e Marx avevano parlato). Fatto sta che le stesse Nazioni Unite si rendono conto della necessità di intervenire e dagli anni '70 fioriranno una serie di incontri internazionali, tra cui il più importante quello di Stoccolma del '72 (non a caso lo stesso anno di pubblicazione del rapporto) sull'ambiente, che farà da apripista a una serie di conferenze organizzate dall'ONU che avranno come conclusione una serie di dichiarazioni firmate dagli Stati membri delle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite formeranno una commissione.mondiale sull'ambiente e sviluppo presieduta dal primo ministro norvegese Brungrand: il rapporto del 1987 in seno alla Conferenza di Tokyo porterà il suo nome e sarà la nascita dello sviluppo sostenibile e il principio di fondo di questo rapporto sta nel fatto che sviluppo economico e ambiente non devono restare realtà separate ma strettamente connesse: da qui l'importanza di uno sviluppo sostenibile. Il che significa che la crescita economica non può fare a meno di usare le risorse naturali, ma la protezione dell'ambiente deve necessariamente realizzarsi con una crescita economica che non può non tenere conto di quella che è la distruzione dell'ambiente stesso. "Lo sviluppo sostenibile è quello che consente di soddisfare i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare i loro": per la prima volta si pone attenzione non solo all'ambiente ma anchealle generazioni future (si sposta l'asse del tempo), alla necessità che anche le generazioni future possono godere delle risorse e soddisfare i bisogni al pari delle generazioni presenti. Quindi un'attenzione all'ambiente soprattutto rivolta al futuro.
Gli anni 70 hanno rappresentato questa esplosione di interesse e di conferenze: 72 Stoccolma, 87 Tokyo, 92 organizzazione da parte dell'ONU della Conferenza sull'ambiente di Rio de Janeiro, altra tappa fondamentale per discutere a livello globale di sviluppo ma soprattutto di sviluppo sostenibile e quindi di ambiente.
La cosa importante di questa conferenza è che per la prima volta raggiunge livelli globali da un punto di vista politico, mediatico ma anche della società civile. Proprio perché la partecipazione sarà uno degli elementi chiave del concetto di sviluppo sostenibile e tutto ciò che sarà legato alla sostenibilità: la Conferenza di Rio rappresenta la
consacrazione a livello globale dello sviluppo sostenibile che dal '92 in poi diventerà una parola chiave (Serge Latouche parlerà di decrescita dicendo che lo sviluppo non può essere sostenibile in quanto sarebbe un ossimoro) in quanto rappresenta ancora oggi un modello per le istituzioni che lo inseriscono nei documenti principali e per la società. La conferenza promuoverà per la prima volta anche delle azioni politiche molto concrete, ovvero quella che viene definita l'"agenda 21", in cui 21 sta per ventunesimo secolo ed è un'agenda di impegni concreti il cui slogan è "pensare globalmente, agire localmente" nel senso che è necessario partire dal basso, ognuno nel proprio contesto (quindi localmente) ma in un'ottica globale, attraverso un pensiero globale che accomuna tutti gli Stati e indica in maniera dettagliata la strada da seguire per ciascun ente territoriale. Ma la cosa