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DAL GIUSNATURALISMO AL GIUSPERSONALISMO

Il "giuspersonalismo" è un tentativo di interpretare e di rispondere adeguatamente alle esigenze di umanizzazione presenti nella società attuale di stampo tecnocratico. Nella Prefazione l'Autore individua le tredici caratteristiche del periodo storico contemporaneo, che contribuiscono a delinearne l'identità. L'avvento sistemico della società globale, del mondo planetario, in cui si mettono in luce due punti, l'universalità della tecnologia e la limitatezza delle risorse; l'emergenza del paradigma della complessità, mettendo in luce l'indeterminismo, come insieme di fatti non previsti e non prevedibili; la molteplicità, l'emersione delle differenze, fenomeno non riducibile a una compatta unità e che si svela nella sua valenza positiva di spinta e arricchimento verso itinerari diversi ma aperti; la sostenibilità; la bioetica e.

Il biodiritto, che mettono a fuoco i problemi dei singoli a prescindere da quelli dell'uomo generico (trapianti), sia i problemi della specie (manipolazioni del materiale genetico), sia i problemi delle manipolazioni della specie (ingegneria genetica, biotecnologie);

i crescenti limiti intrinseci della complessità, del suo crescere in fragilità al suo crescere in complessità;

la rinnovata attenzione sull'uomo concreto, che ha dato vita ad un movimento continuo verso una ridefinizione mai chiusa dei diritti dell'uomo, da cui nasce un diverso modo di impostare un rapporto tra pubblico e privato, in cui si fa strada un pubblico nel privato e del privato;

l'emersione della sussidiarietà orizzontale e verticale, come una democrazia della prossimità;

il futuro come categoria progettuale;

la ragione intesa come relazione, per il suo rapporto intrinseco con la relazione e le emozioni;

la potenza delle rappresentazioni.

simboliche a livello sociale;

la presenza di figure paradossali;

l'esigenza del legame e del senso come rinnovato aspetto del sacro;

sono le "emersioni" dell'epoca attuale, intese come "crinali d'iceberg". Esse individuano, orientano e movimentano i processi storici in atto. Ecco che per il tramite di una "logica paradossa", perché intende darsi un protocollo aperto, la persona, e non chiuso, il giuspersonalismo punta decisamente a investigare "quello specifico centro di senso che chiamiamo la dignità", che si connette a un esserci concreto, che è il diritto ai diritti, l'essere nel proprio concretissimo essere, un fine in sé, è la "traccia di un 'numinoso' che non si vede" ma di cui possono cogliersi gli effetti, è una "nuova declinazione del sacro". Dice che il diritto di esistere è il fondamento dell'esistere del diritto,

A condizione che il diritto di esistere sia il diritto di esistere come persona. È un paradossale rovesciamento di Rousseau a partire da Rousseau. Perciò i punti di catastrofe del sistema possono invertirsi, in punti di ricostituzione, (come figura/sfondo della gestalt), mai chiusa, il punto di catastrofe può essere la salvezza del sistema, se trattato nel suo vero senso, cioè come nodo centrale della rete, come persona.

PARTE 1

Lo svolgimento di questa tesi si sviluppa attraverso una riflessione articolata, con un'analisi che prende avvio dal XVIII secolo. L'Autore risale alle origini del "giusnaturalismo": fondamentale è il pensiero di Grozio, qui esaminato in relazione a quello di Vico, entrambi secondo una prospettiva assolutamente originale, talvolta controcorrente, che non risparmia anche i più importanti studi sui loro scritti da un grande spirito critico. Vico esprime pubblica gratitudine a Grozio, caposcuola riconosciuto.

Del giusnaturalismo moderno, proclamandosi suo autore, proprio nel momento in cui pubblicamente professa la sua opposizione al giusnaturalismo. Ci si chiede se il giusnaturalismo, che Vico individua in Grozio, è compatibile o meno con la genesi del proprio pensiero. Il pensiero moderno è ambivalente e comprensibile correttamente solo attraverso un lavoro di ermeneutica e maieutica, ovvero cogliendo la simultaneità semantica di ogni strato e trarne il significato generato, che sappia lavorare anche col gioco dei palinsesti. Il palinsesto è un manoscritto pergamenaceo in cui il testo primitivo è stato sostituito con un altro. Si tratta infatti di misurarsi con testi in cui lo strato più antico coesiste col lo strato nuovo. Ora i vari testi classici che si sviluppano nella modernità sono comprensibili solo se svolgiamo con attenzione e rigore un preciso lavoro ermeneutico, un gioco dei palinsesti senza pretendere di ridurre i loro significati.

C'è infatti un viziometodologico, che Vico chiamerebbe boria dei dotti, che consiste nell'assumere un puntodi vista incompatibile con il periodi storico osservato. Un altro errore degli storiografi,simmetrico e opposto al precedente, è quello di rimproverare gli altri di quest'errore diprospettiva storica, e però poi commetterlo a modo suo, cioè vedendo i testi alla luce dellosvolgimento storico di fatto ad essi seguito, perde di questi testi tutti gli altri strati, che poinon appaiono più, diventando recessivo, nascosto dal gioco figura/sfondo. È un errore diprospettiva storica questo, che si consuma nel pregiudizio della direzione. Inoltre un testoclassico va trattato anche alla luce di altre due dimensioni congiunte, secondo un metodoche guardi al testo nel suo insieme, e cioè alla dimensione del testo che facendo, dice,insieme a quella del testo che, dicendo, fa. I testi filosofico-giuridici da Grozio a Vico

fannoda parafulmini a queste distorsioni prospettiche, tanto da poter essere impiegati come campioni di discorso. In un testo sono presenti più strati semantici diversi tra loro, fra cui non c'è una contraddizione logica ma opposizione reale. Strati che non appaiono, se non si usano gli strumenti ermeneutici capaci di farli apparire.

Limone individua come paradigma indiziario della problematicità del rapporto Grozio - Vicola collocazione sul medesimo piano del diritto naturale, sia della pace che della guerra. La guerra non sospende del tutto la natura umana, non diversamente da una malattia, che non sospende la vita, ma è uno dei modi, quello patologico, di proseguire la vita. La guerra è il luogo comune dei belligeranti i quali hanno in comune il non avere più pace, la pace della naturalezza ordinata del diritto pacificatore. Esse divengono reciprocamente ratio cognoscendi e ratio essendi l'una dell'altra. Contestualmente emerge come

luogocomune ad entrambe,o al limite, il confine, la soglia del diritto naturale (crista). Insieme atale limite, luogo comune, è pur sempre la natura, che per Grozio è ciò che è comune, inparticolare sotto la specie della socialitas: il comune oggettivo come costume, il comunesoggettivo come ragione, il comune intersoggettivo come linguaggio e il comune valorialecome giustizia. Limone parte dalla DIGNITA’ XIV (testo che fa parte della Scienza Nova),in cui Vico scrive che le cose fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano. Lanatura dunque, non è un puro essere statico, bensì il luogo di un oscillare dinamico,interno ad un nucleo essenziale o interno ad un campo di forze, essa è cioè un limite ouna delimitazione. Le è connaturale l’ idea del confine che può essere oltrepassato, manon deve essere attraversato. Come soglia, come delimitazione, tale natura non è che

Il diritto naturale. L'intuizione di Vico è che questa natura può essere negata e violata, ma nel senso che essa è proprio ciò che negato, necessariamente emerge, riappare. In Vico la storia, in Grozio la guerra, dunque, sono componibili con il diritto naturale, ovvero con una natura in cui emerge e può emergere un diritto. Una natura dunque che individua la soglia oltre la quale si esce dall'umano. Così essa svela per Grozio il luogo comune del comune sentire, ovvero la rotta, e per Vico il luogo comune del personale sentire, ovvero il pudore. L'argomento della fallacia naturalistica (leggendo l'essere scopre il dover essere), ha acquisito una potenza intimidatoria che va pensata e che pesa sulla ricostruzione storiografica dei vari autori del giusnaturalismo moderno. Questa fallacia in realtà è l'altra faccia del principio di non contraddizione e il suo terreno di giurisdizione teorica è la logica.

Il principio di non contraddizione vieta che lo stesso rispetto a una cosa sia e non sia, non vieta che sotto due rispetti distinti, una cosa sia due qualità diverse tra di loro. Che non possa dedursi il dover essere, dall'essere non significa che non si possa riconoscere in un essere, anche un dover essere, sia nel senso della necessità naturale, sia nel senso del valore. Dall'essere non è logicamente deducibile il dover essere, ma è deducibile il poter dover essere, ma non implica nemmeno che essa debba non dover essere.

Per Vico la catastrofe è una struttura fondamentale così come lo è il tema del pudore. Parliamo di pudore come crinale, limite e misura di civiltà, è un sentimento di confini, la custodia di un limite. Il vissuto di una soglia che vale in due forme simmetriche e fondamentali: sia nella direzione della tua soglia da non varcare, sia nella direzione della mia soglia da non far varcare. La soglia la cui

complessa struttura, in termini di diritti edoveri incrociati, individua la dignità, e la soglia la cui persistente negazione segna lacatastrofe di una civiltà. Il pudore non è solo un bisogno profondo, esso è anche unpensiero speculativo con cui si confronta la sfida teoretica. Il pudore ha da fare certo conla qualità dell'uomo e con la sua resistenza ad essere ridotto ad un fantoccio ad una copia,esso va pensato non solo per istruire un pensiero adeguato alle diversità di ogni personarispetto ad ogni altro, e non solo per istruire una zona di rispetto da non invadere mai, maanche per dar vita ad un atteggiamento specifico che prende in considerazione l'uomo noncome mero oggetto, ma come centro profondo di risorse e di atti. Il pudore è segnale diuna unicità , di una relazione, di una profondità e va ripensato non solo in termini divigilanza e di soglia, ma di apertura di possibilità e di speranza.

Nel testo sono presenti più strati semantici diversi tra loro, fra cui non c'è una contraddizione logica ma opposizione reale. Strati c

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Publisher
A.A. 2012-2013
8 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Limone Giuseppe.