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Stili educativi durante l'adolescenza
1. Stile autoritario: questo stile produce nei ragazzi ribellione per ottenere una maggiore autonomia. I genitori esercitano un controllo rigido e impongono regole senza spiegazioni.
2. Stile indulgente - permissivo: è l'esatto opposto dello stile autoritario. I genitori mostrano un forte amore e dialogano di più con i figli. Non impongono regole e favoriscono una condotta aggressiva e ribelle.
Questo atteggiamento rende difficile il raggiungimento dell'autonomia e della responsabilità personale. I bambini educati in questo modo tendono ad essere poco attenti a scuola, ostili verso professori e compagni, poco costanti nello studio e privi di obiettivi.
In passato, in America...
le classi sociali e gli stili di educazione erano legate, poi Benjamin Spoke (pediatra anni 70/80) con la stesura di un libro influenzò soprattutto alle classi più colte. Nel libro sosteneva che i figli dovevano essere educati permettendogli di fare quello che volevano. Questa influenza capovolse la situazione, nel senso che prima le classi medio-alte erano più severe di quelle popolari. Solo in un secondo Spoke si rese conto di aver scritto delle sciocchezze e con lungo andare i bambini educati in questo modo tendevano a essere poco attenti a scuola e ad avere atteggiamenti aggressivi verso professori e compagni. 3. Stile autorevole - democratico: è lo stile di educazione migliore perché si basa sulla reciprocità tra genitori e figli. La comunicazione è aperta e il controllo dei genitori è fermo e deciso, si preoccupano di stabilire regole, e quando è necessario ricorrono a punizioni motivate. Questo comportamento tende aCreare nei figli indipendenza e autonomia. Questo metodo risulta essere quello più efficace per la riuscita scolastica, ma è anche il più faticoso perché richiede continuità da entrambe le parti. È indispensabile che i genitori abbiano un atteggiamento comune con cui concordare regole per i figli, bisogna inoltre concordare un atteggiamento simile con i nonni, che oggi hanno un ruolo fondamentale.
Alcune indagini dimostrano che i bambini educati con uno stile democratico dimostrano riuscita sia nel sociale che a scuola, quelli educati con uno stile autoritario dimostrano risultati scolastici di medio livello, mentre quelli educati con lo stile permissivo dimostrano risultati scarsi, di basso livello.
Tenendo presente questi 3 modelli, in Italia sembra che si sia largamente diffuso il 2° modello (indulgente - permissivo), dovuto al fatto che le famiglie danno sempre ragione ai propri figli, qualunque cosa facciano la colpa è sempre.
degli altri, siano essi insegnanti o coetanei. Questo è il cosiddetto fenomeno del Familismo Amorale che significa far parte di una famiglia talmente particolaristica da essere una specie di tutto chiuso in sé stesso, che sembra non accettare regole universalistiche. Delle ricerche è emerso che alcuni genitori, soprattutto quelli di ceto benestante, si comportano nei confronti della scuola come consumatori e in quanto tali vogliono avere sempre ragione.
L'Italia è un paese di scarsissima coesione sociale, quindi è molto probabile che un atteggiamento educativo indulgente-permissivo diventi un caso di familismo amorale. Successivamente, una ricerca della Montandon su 300 famiglie Ginevrine ha evidenziato concezioni valoriali diverse a seconda del gruppo sociale di appartenenza: le classi agiate danno importanza all'autonomia individuale, mentre quelle popolari privilegiano la costruttività. In base a questi due tipi di famiglia vengono
pari è che nella famiglia si instaura un rapporto di parentela e di autorità, mentre nel gruppo dei pari si crea un legame basato sull'amicizia e sull'uguaglianza. Nella scuola, il gruppo dei pari assume un ruolo importante nella socializzazione dei ragazzi. Attraverso le interazioni con i coetanei, i ragazzi imparano a relazionarsi, a condividere, a confrontarsi e a sviluppare le proprie competenze sociali. Tuttavia, il gruppo dei pari può anche essere fonte di pressioni e influenze negative, come il conformismo, il bullismo o l'adesione a comportamenti rischiosi. Pertanto, è importante che la scuola svolga un ruolo attivo nel promuovere un ambiente inclusivo, rispettoso e sicuro, in cui i ragazzi possano esprimere la propria individualità e sviluppare relazioni positive con i loro compagni.Pari è che il gruppo viene scelto, la famiglia no, inoltre il gruppo a differenza della famiglia soddisfa nei giovani il bisogno di sfuggire al controllo degli adulti. Negli anni '60 in Italia il gruppo dei pari non era così evidente come lo era negli Stati Uniti perché i ragazzi all'età di 14 anni andavano a lavorare e non si rapportavano con i coetanei come appunto succedeva in America, ma con gli adulti. La scuola è il luogo dove il gruppo dei pari è più rilevante, infatti le classi sono divise per età. Dalle ricerche americane sul gruppo dei pari è venuto fuori che nel periodo adolescenziale i giovani si trovano in una situazione ambivalente perché da un lato viene loro chiesta una condotta strumentale, volta a raggiungere degli obiettivi, dall'altra parte l'ideologia permissiva li spinge a formare delle subculture, in cui condividono modelli di comportamento, linguaggio, valori, abbigliamento.
capigliatura e musica. In genere l'influenza dei pari sembra avere la meglio solo sugli aspetti delle subculture giovanili, crescendo, l'influenza sull'adolescente si affievolisce fino al momento in cui acquista una autonomia personale che gli consente di prendere decisioni diverse sia dal gruppo che dai genitori. In base ad alcune ricerche, Anna Arent affermò che le nuove generazioni sono passate da una tirannia familiare ad una tirannia di maggioranza (essere così condizionati dalla maggioranza da poter negare i propri comportamenti). Per le ragazze, il gruppo dei pari è meno invasivo, non si vergognano di dire che leggono, mentre per i maschi è il contrario (tirannia della maggioranza) e per questo può costituire un ostacolo nella riuscita scolastica. Se manca uno dei genitori, è più frequente che i figli si appoggino più al gruppo dei pari, mentre se la famiglia è unita il figlio si appoggia più alla famiglia.Un filone di ricerca Anglosassone sulle subculture giovanili ha rilevato la presenza di 3 tipi di subculture capaci di influenzare anche sui livelli di apprendimento di scuola media:
I. Accademica: modello tipicamente femminile è caratterizzato da una maggiore presenza in casa, favorisce la riuscita scolastica, e privilegia forme di espressività individuale come scrivere il diario, leggere, guardare foto, o ascoltare musica con l'amica del cuore.
II. Ludica o del divertimento: è un modello prevalentemente maschile caratterizzato da forme estese di socializzazione (esterne alla famiglia), si basa su attività extracurriculari come sport e ballo e ostacola la riuscita scolastica.
III. Delinquente: è un modello che si pone come deviante (non conforme alle norme e valori della società).
Le indagini dimostrano che i ragazzi hanno la tendenza a formare gruppi di dimensione più ampia mentre le ragazze sembrano formare gruppi più coesi.
focalizzati sulla condivisione di problemi, sentimenti, paure e dubbi. A partire dall'adolescenza, il gruppo dei pari dello stesso genere (mm, ff) tendono a differenziarsi nel senso che le relazioni fra ragazze sono più intense mentre quelle dei ragazzi sono più estese. Grazie ad alcune indagini svolte da Barbera, è stato possibile verificare che la pressione dei pari ostacola le attività scolastiche più per i maschi che per le femmine. Gli studenti più conformisti dedicano un tempo inferiore allo studio e ciò comporta la non riuscita in matematica, ma non sembra che il successo in italiano sia influenzato allo stesso modo da questo atteggiamento. In conclusione, sostiene Barbera, che il conformismo al gruppo dei pari risulta sempre negativo nella riuscita scolastica più nei maschi che nelle femmine. Paragrafo 3: rapporto scuola e mezzi di comunicazione di massa Di fronte al fenomeno dei mezzi di comunicazione di massa, spesso siAdottano Atteggiamenti Manichei e secondo Umberto Eco si può parlare di Apocalittici e Integrati. Gli Apocalittici giudicano in negativo le comunicazioni di massa, la televisione favorisce un insieme di mali fisici e psichici. Mentre gli Integrati giudicano in positivo i mass media, la televisione rappresenta la cultura del benessere, della libertà e delle scelte molteplici.
Per Eco entrambe le posizioni sono sbagliate, perché il problema sta nel come sono usati questi mezzi. Per utilizzarli al meglio sono necessari degli strumenti che aiutino a capire come usarli e la scuola dovrebbe intervenire per insegnare come approcciarsi a tali mezzi preparando i giovani ad interpretare le informazioni in modo critico ed educandoli all'immagine.
La differenza fondamentale fra vecchi e nuovi mezzi di comunicazione di massa è che prima da un mittente usciva un informazione unidirezionale (per tutti), ora, invece, c'è interattività e le informazioni sono
Troppe negli ultimi 15-20 anni si è parlato di un modello comunicativo di socializzazione. Secondo Morcellini (sociologo della comunicazione) che ha scritto "Ritorno al futuro" il soggetto è libero di scegliere fra una molteplicità di elementi quelli più utili per la propria formazione, sostiene inoltre che nella società postmoderna le agenzie di socializzazione erano la famiglia e la scuola, quindi il processo di socializzazione non era libero ed autonomo, ma imposto dagli adulti. Oggi queste due agenzie (famiglia e scuola) sono meno importanti perché il gruppo dei pari e i mezzi di comunicazione hanno acquisito notevole importanza rendendo la socializzazione più libera. Ma è impossibile pensare che avvenga una socializzazione libera ed autonoma senza la mediazione degli adulti, e a questo proposito Stefano Martelli parla di socializzazione leggera cioè debole, a bassa definizione.
CAPITOLO QUARTO: la scuola nella
società multietnica. Paragrafo 1: società multietnica e modalità di convivenza democratica.