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(es. età, etnia). Gli status possono poi essere (es. essere studenti,

PRIMARI

essere professore). Ci sono poi alcuni status definiti a altri

SECONDARI . Questi cambiano a seconda della collettività a cui faccio

riferimento (es. nelle serie poliziesche americane quando un ladro scappa la

prima cosa per descriverlo è: “era bianco/nero era asiatico/americano era

uomo/donna. In Italia la prima cosa che diciamo è era biondo/castano, aveva gli

occhi verdi/marroni ecc…). Per la nostra società attuale il fatto di essere bianchi

o neri non è uno status primario (non viene definito come prima cosa che io

noto in una persona. A seconda dello status che io ho, quello può essere

considerato come più rilevante rispetto ad altri.

La cittadinanza e il sesso NON sono ascritti.

Gli status non fanno altro che tener presente le varie posizioni di potere. Per

potere intendiamo la capacità e la possibilità che ha qualcuno di far fare agli

altri quello che a lui interessa.

La posizione di potere è anche quella del genitore nei confronti dei figli.

Il fatto che ci siano degli status più importanti rispetto ad altri fa denotare che ci

sono degli status che danno maggiori poteri rispetto ad altri (es. essere ricco).

Le relazioni non sono mai paritarie e quindi molto spesso parliamo di relazioni di

potere. 19/02/2019

Gli spazi servono a definire e delimitare delle posizioni e degli status perché non tutti i

ruoli hanno la possibilità di essere giocati all’interno di spazi identici.

RUOLO : interpretare una parte, cioè immedesimarsi e quindi essere quella persona.

In sociologia si dice “giocare un ruolo”, cioè essere la persona che sto interpretando.

Vuol dire seguire le regole di relazione e comportamento esattamente come se fossi la

persona che sto interpretando.

Es: la maggior parte dell’opera di Pirandello è volta a sottolineare il fatto che gli esseri

umani giocano dei ruoli indossando molto spesso delle maschere. La maschera mi fa

automaticamente riconoscere dal pubblico come quella determinata persona. La

maschera è un qualcosa che non ha a che fare con la mia identità ma è un qualcosa

che deve essere riconosciuto dagli spettatori.

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Tenendo presente questi aspetti, se noi prendiamo gli studi sociologici in materia, c’è

“la vita quotidiana come rappresentazione

un bellissimo libro di Goffman ” che

sottolinea proprio l’aspetto di come le persone in realtà vivano una vita come attori.

Proviamo a pensare ai nostri status: siamo studenti, questo accomuna tutti noi.

Dobbiamo quindi interpretare e giocare dei ruoli da studente. Vale a dire che

dobbiamo seguire delle regole di comportamento che sono proprie della nostra

posizione di studente.

Come fanno gli altri a riconoscere se noi siamo studenti o meno? siamo tutti seduti ai

banchi, abbiamo una biro, un foglio, un pc e guardiamo la Prof.

Noi quindi giochiamo questo ruolo di studente, che però non dipende dalle nostre

convinzioni e dalle nostre idee MA è un ruolo che abbiamo imparato a giocare perché

la prima volta che siamo diventati studenti qualcuno ci ha insegnato che per forza ci

capiterà di star seduti al banco.

In qualche misura nella nostra società per essere studenti bisogna essere in un banco.

Dall’altra parte, in una posizione verticistica, ci sarà qualcuno che ci erogherà

informazioni e il nostro compito sarà studiare.

È un ruolo che quindi abbiamo appreso. L’apprendimento fa sì che io possa

giocare il ruolo in modo coerente con quello che mi è richiesto.

Il ruolo ci consente di vivere senza farci troppe domande. Noi entriamo in aula come

studenti e non ci poniamo la domanda sul dove sederci.

In qualche modo sono le aspettative che ciascuno ha del ruolo altrui e del proprio

ruolo a far sì che noi ci comportiamo in quello specifico modo.

DIFFERENZE DI GENERE

Proviamo a pensare alle . Parliamo di genere e non di

sesso perché qualcuno sostiene che quando faccio riferimento al genere faccio sì

riferimento alle differenze biologiche ma a ciò che queste differenze comportano sotto

il profilo sociale, vale a dire nei comportamenti, nell’educazione, nei momenti di

socializzazione.

Proviamo a considerare il ruolo e il genere. Gli uomini e le donne possono comportarsi

sempre allo stesso modo? NO.

Le differenze di comportamento tra uomini e donne sono differenze innate? Dipendono

da delle caratteristiche biologiche/genetiche? O non dipendono per nulla? Dipendono

in parte.

La differenza tra i comportamenti dell’uomo e della donna sono solo ascrivibili al fatto

della differenza di cromosoma (x e y)? NO, è dovuto alle consuetudini sociali. Ci

sono dei ruoli che le donne devono usare e dei ruoli che i maschi devono usare.

Qual è la prima differenza sociale tra maschi e femmine? Il colore, azzurro o rosa. Io

sto già in qualche modo dicendo al bambino che nasce che è maschio o femmina

ancora prima che lui ne abbia consapevolezza. Io quindi gli offro e gli impongo un

ruolo.

I ruoli si imparano attraverso la socializzazione, cioè l’EDUCAZIONE (della famiglia

socializzazione primaria) e l’INTERAZIONE con tutte le persone con cui entriamo in

contatto.

Attraverso la socializzazione veniamo ad apprendere come ci si comporta in

un determinato ruolo. 6

Un’altra differenza tra maschio e femmina? I giocattoli. Per le femmine bambole e per i

maschi macchinine. Alle femmine vengono regalare cucine, aspirapolvere mentre ai

bambini no. Cosa voglio far capire allora? Che la bambina prima o poi dovrà saper

cucinare e pulire mentre un bambino può farne a meno.

Il modello famigliare che ancora oggi vive in Italia è ancora fortemente basato sulla

SEGREGAZIONE DI GENERE , dove la donna magari ha anche un ruolo importante

in ambito lavorativo ma poi rientra in famiglia a riprendere un ruolo che è quella di

persona addetta a svolgere tutta una serie di situazioni.

La questione della segregazione della donna avviene anche, e soprattutto, sui ruoli di

cura.

Chi si preoccupa della nonna anziana? Questi ruoli sono quasi totalmente affidati

all’aspetto femminile.

Questo perché sin da piccoli ci dicono che la donna è affettiva, si mette nei panni degli

altri, ha il ruolo materno ecc…

Ai bambini viene insegnato che ci sono determinate attività che può fare in quanto

maschio o in quanto femmina. I bambini quando sono piccoli queste cose non riescono

a comprenderle, fino a che entrano in un gruppo di pari (gruppo di amici).

Se una donna sa imporsi molto bene nei confronti degli altri cosa gli si dice? Che ha gli

attributi. Quindi cosa le si sta dicendo? Che è brava quanto un uomo.

Se sei un bimbo che piange cosa gli si dice? Non fare la femminuccia.

Sono tutti modi di dire che entrano nella nostra coscienza.

Quindi, anche nel linguaggio vi è una segregazione di ruolo che fa sì che le persone in

qualche modo si sentano obbligati a giocare nel modo corretto il proprio ruolo, anche

di genere.

Il ruolo ci serve anche per identificare tutti i problemi sociali che derivano da questa

costruzione.

Il primo problema che sorge è che non tutti i ruoli sono giocati nello stesso modo e

nello stesso tempo in tutte le società e in tutte le collettività.

In un gruppo sociale vi è una costruzione di ruolo differente da un altro gruppo sociale

oppure dalla società nel suo complesso. Questo può essere il primo elemento di

conflitto.

Ciascuno di noi ha una propria idea di che cosa andrà a fare all’interno della propria

vita famigliare sulla base di quello che gli è stato insegnato e sulla base delle sue

aspettative. Non è detto però che questo sia sempre condiviso dall’altra parte.

Nascono una serie di CONFLITTI che dipendono proprio dal modo di giocare il ruolo.

Un soggetto gioca molteplici ruoli. Ciascuna persona ha diverse posizioni

all’interno della società e le occupa a seconda dell’ambito in cui è in quel preciso

momento.

Ciascuno porta con sé gli altri ruoli, che potrebbero anche interferire con il ruolo che

gioco in quel preciso istante.

Es: alla Prof. potrebbe suonare il telefono ed è sua mamma che gli chiede aiuto perché

è caduta dalle scale. C’è un conflitto di ruoli. Gioca il ruolo di docente o di figlia?

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I conflitti culturali molto spesso derivano proprio dal fatto che una persona sceglie

quale ruolo è più importante per lei ma lo sceglie in modo differente da come lo

sceglierebbero le altre persone che con lei vivono.

Nella quotidianità difficilmente i ruoli entrano in conflitto tra loro. Non dobbiamo

sempre scegliere quale ruolo seguire. Può però succedere che noi dobbiamo attuare

delle scelte su quale sia il ruolo prevalente ma non necessariamente questo sarebbe il

ruolo che sceglierebbero gli altri.

Il ruolo ha sicuramente a che fare con la nostra identità ed ha anche a che fare

con come noi ci poniamo rispetto agli altri e come gli altri ci vedono.

Pensiamo a quante cose non facciamo per paura della brutta figura. La brutta figura fa

sì che capiamo non solo di avere una cattiva reputazione ma anche avere un brutto

giudizio da parte di ciascuno di noi (io stesso mi giudico male).

Questa idea di fare o meno una brutta figura comporta delle modificazioni anche a

livello dell’identità personale.

Pensiamo alle persone che cambiano sesso e ai meccanismi di brutte figure che si

trovano a dover subire. Io ho un’identità che non è ben definita, sia per gli altri che per

io mi definisco come gli altri mi

me. Tanto è vero che per qualcuno è più facile dire: “

vedono”. Questo perchè non devo scardinare quello che gli altri pensano di me e allo

stesso tempo non devo risistemare quello che io penso di me stessa.

L’identità è quindi un qualcosa che ha a che fare con il confronto.

Le interazioni che faccio servono a modificare la mia personalità e possono anche

servire a modificare la parte più intima di me.

Se andiamo a vedere i numeri delle persone che dicono di avere problemi di

identificazione sessuale questo è in costante aumento, soprattutto sui ragazzi più

giovani. Questo significa che non è più così categorico il fatto che tu ti devi identificare

con il tuo sesso biologico. Questo, da un lato è positivo per chi vive quelle situazioni

ma dall’altro lato è negativo per la collettività che si trova davanti delle persone che

non sono più catalogabili sulla base dei loro ruoli. Si creano dei conflitti interni ed

esterni.

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A.A. 2018-2019
66 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rosandim di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Dameno Roberta.