Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 20
Sociologia del diritto Pag. 1 Sociologia del diritto Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia del diritto Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia del diritto Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia del diritto Pag. 16
1 su 20
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Le premesse del modello weberiano

Max Weber (1907) critica Stammler (si occupava del miglioramento della formazione giuridica dall'interno, seconda metà dell'ottocento, primi del novecento) perché questi prendeva in considerazione la regolarità come carattere ultimo della società. Weber invece afferma che l'osservatore può manipolare il risultato della ricerca:

  1. Egli distingue "la regolarità", nel senso di corrispondenza ad una regola, dalla "regolatezza", nel senso di sottoposizione a una regola.
  2. Ancora egli distingue "le regole sociali" dalle "regole tecniche", le prime dipendenti dalla vita sociale, le seconde basate non su condizionamenti normativi ma su regolari connessioni empiricamente fondate che possono essere utili al raggiungimento di certi scopi.
  3. Weber fa un'analogia tra le regole del gioco e le regole giuridiche, infatti le regole giuridiche possono creare dei giochi.
come ad esempio avviene nei contratti, all'interno dei quali, e solo all'interno dei quali, determinati ruoli e comportamenti hanno dei significati. Il riferimento alle regole del gioco serve insomma a Weber per mostrare che, sia nel caso di un comune gioco di carte sia nel caso del diritto, esse sono il presupposto culturale necessario per definire anzitutto a quale gioco si stia giocando, per conoscere le strategie di quel dato gioco, e infine per spiegare le singole mosse volta a volta scelte dai giocatori in una singola partita. Anche per studiare un certo fenomeno giuridico, l'osservatore, come l'attore, dovrà comunque muovere da un'idea di tale oggetto e avrà bisogno di utilizzare certe culture di riferimento. In "Economia e società" Weber afferma che il diritto è un ordinamento di cui viene riconosciuta legittimità da parte dei suoi destinatari e la cui validità poggia sulla possibilità di una coercizione da parte.

di un apparato di uomini espressamente disposto a tale scopo. La coercizione col suo aspetto istituzionale richiede infatti per essere analizzata si adotti una prospettiva che tenga conto soprattutto del punto di vista dell'apparato che la applica, mentre il riconoscimento, per essere analizzato, si adotti una prospettiva che tenga conto soprattutto del punto di vista del singolo attore sociale.

3. LE APPLICAZIONI DEL MODELLO WEBERIANO

Sempre in "Economia e società" Weber afferma che il diritto può essere razionale in senso molto diverso a seconda della direzione nella quale il pensiero giuridico procede, la razionalizzazione del diritto può consistere in una generalizzazione, ossia a più principi rilevanti per le decisioni e quindi si procede ad una sistematizzazione ossia a quel procedimento di coordinazione dei principi giuridici così da formare un sistema di regole logicamente chiaro. Una decisione giuridica è definibile come

“razionale” se può essere fatta oggetto di previsioni anche da parte dei non appartenenti all’apparato che la produce, mentre può dirsi “formale” se deriva direttamente dall’applicazione di criteri peculiari all’apparato che l’ha prodotta. Il diritto razionale-formale è in grado di combinare un grado elevato di prevedibilità e calcolabilità delle decisioni con criteri decisionali rigorosamente interni all’ordinamento giuridico; che un diritto rivelato o determinato in base ad oracoli può raggiungere un grado elevato di tecnicismo giuridico anche se è in grado di assicurare solo un basso grado di prevedibilità delle decisioni; che un diritto determinato sulla base di ideologie politiche e religiose, e quindi di criteri estrinseci rispetto all’ordinamento giuridico, può possedere, proprio per la generale conoscibilità di tali criteri, un grado anche elevato di

prevedibile; che un diritto ricavato da valutazioni di natura etica e affettiva presenta un basso grado di prevedibilità e criteri di decisione esterni all'ordinamento giuridico. Il diritto non garantisce affatto soltanto interessi economici, bensì interessi diversi, dai più elementari, come la tutela della sicurezza personale, fino ai beni immateriali come l'onore proprio e quelli di potenza divina. Diritto ed economia sono in effetti meccanismi diversi di controllo sociale e si servono di strumenti specifici che non sempre sono in grado di integrarsi. Un ordinamento giuridico può rimanere immutato se le relazioni economiche mutano, come può anche variare senza che le relazioni dell'economia e i relativi effetti pratici per gli interessati vengano toccati in misura rilevante. Weber afferma che il processo evolutivo dell'economia necessita di un forte potere coercitivo, afferma che l'agire economico sia.razionale-formale in quanto prevedibile e che c'è un'affinità tra ordinamento giuridico e quello economico perché ricorrono alle stesse categorie di interpretazione, come ad esempio le s.n.c. La monopolizzazione da parte dello stato della coercizione fisica del diritto non assicura solo l'accentramento delle decisioni ma anche una calcolabilità. L'organizzazione burocratica è il modo più razionale di esercitare il potere, anche nella burocrazia si fa riferimento ai principi di razionalità e formalità. 4. IMPLICAZIONI E SVILUPPI Il concetto di diritto razionale-formale, con l'accentuazione dell'esigenza della prevedibilità, è stato quindi inteso come il punto di equilibrio tra spinte culturali diverse, vale a dire tra una razionalità soggettiva, tipica dell'individuo, e una razionalità oggettiva, tipica delle istituzioni sociali, tra l'esigenza della giustizia e quella.

Della coerenza. Weber mostra così, che ciò che è razionale per l'attore può non esserlo per l'istituzione di cui egli fa parte, e viceversa. Weber considera il senso delle azioni degli uomini nei diversi ambiti della società strettamente intrecciato al mondo dei fatti. Per illustrare meglio questa analogia occorre richiamare una distinzione, che ha avuto in passato un meritato successo soprattutto nella teoria del diritto e che è ricca di implicazioni anche per la sociologia del diritto:

  • norme regolative: si limitano ad attribuire a certi comportamenti sociali le qualifiche di vietati
  • norme costitutive: che hanno la proprietà, non già di qualificare comportamenti che sarebbero comunque possibili.

Anche il diritto sembra pertanto avere i suoi giocatori, le sue regole, i suoi arbitri.

BRUNO LEONI(1980) sostiene che nel sistema giuridico si perviene alla determinazione delle norme che di fatto distribuiscono diritti e doveri.

CAPITOLO 3. ALCUNE CONVERGENZE

Il concetto di diritto di Kelsen di produzione normativa di tipo gerarchico, Ehrlich, la genesi del diritto sulla base di articolati processi storici di produzione normativa, l'ipotesi di un diritto che nasce dalla società e procede lentamente verso lo stato attraverso un lungo difficile cammino, nel corso del quale perde gradualmente spontaneità, Weber, riconduce il concetto di diritto a processi di produzione normativa che sono culturali, come il risultato di situazioni complesse da inserire in un ampia visione comparativa.

1. TRE CONCETTI DI DIRITTO

Alcuni elementi:

  1. La prospettiva adottata per definire il diritto
  2. La fonte che si ricava da tale definizione
  3. Il contesto nel quale la definizione viene inserita
  4. Lo scopo al quale principalmente essa viene orientata
  5. Le modalità di collegamento per esaminare congiuntamente gli elementi precedenti

KELSEN concentra l'attenzione su un operatore che è tenuto ad applicare

solo norme statuali EHRLICH assume la prospettiva di attori sociali che contribuiscono a stabilizzare un diritto vivente composto dalle norme di una pluralità di ordinamenti diffusi nella società. WEBER adotta una prospettiva che supera tali posizioni assumendo il punto di vista di un osservatore esterno dotato di strumenti concettuali in grado di comprenderle entrambe e di relativizzarle alla luce di articolate tipologie. KELSEN individua la fonte del diritto nella norma intesa come prodotto diretto dell'attività statuale. EHRLICH: la fonte è nella consuetudine. WEBER: la fonte è nella regola. KELSEN: il contesto è nell'ordinamento giuridico dello stato. EHRLICH: il contesto è nel gruppo inteso come elemento di base per l'aggregazione sociale. WEBER: il contesto è a livello astratto dei criteri di razionalità che sono capaci di tenere conto delle specificità delle diverse situazioni culturali. KELSEN: gli scopi sonoda identificarsi nella produzione di decisioni giuridiche EHRLICH: gli scopi sono nel mantenimento della coesione sociale da parte dei diversi gruppi di riferimento WEBER: li fa coincidere con l'operazione di attribuzione di senso all'agire sociale da parte degli operatori e degli utenti del diritto Conseguentemente, il problema fondamentale dell'ordine sociale viene affrontato: dall'alto, tramite lo stato (Kelsen), dal basso, tramite interessi diffusi (Ehrlich), e da un incrocio di entrambe le prospettive, determinato attraverso la mediazione del concetto polivalente di razionalità (Weber). 2. FUNZIONI DEL DIRITTO Quando si parla di funzioni del diritto bisogna distinguere le funzioni generali relative al rapporto tra le norme giuridiche nel suo complesso e il tessuto sociale, oppure le funzioni svolte da singole norme giuridiche in singole situazioni. Una funzione del diritto è quella del mantenimento dell'ordine sociale, infatti per Parsons il diritto

è uno strumento di dominio destinato non solo a stabilizzare, ma a guidare e correggere la vita sociale.

CAPITOLO 4. IL PROBLEMA DELL’EFFICACIA

Il problema dell’efficacia sottolinea il ruolo di controllo in senso prevalentemente frenante del diritto nei confronti della società. Il sociologo del diritto è interessato a capire per quali motivi una norma non viene rispettata pur conoscendone l’esistenza. Il diritto efficace può essere espresso con:

  • diritto connesso alla società, per cui il cambiamento di uno dei due termini comporta necessariamente il cambiamento dell’altro
  • il diritto riflette la società, il cambiamento comporta una somiglianza tra diritto e società
  • il diritto è lo specchio della società, identità tra i due termini.

Il diritto cerca di guidare la società, si troveranno delle resistenze e il Sociologo del Diritto è interessato ad individuare come neutralizzare gli effetti

ociale, che si basa sulla condivisione di valori, norme e obiettivi comuni. Questo ordine sociale è fondamentale per garantire la coesione sociale e prevenire il disordine e il conflitto all'interno di una società. Tuttavia, Durkheim sostiene che l'ordine sociale non può essere garantito solo attraverso la solidarietà sociale, ma richiede anche un ordine giuridico. L'ordine giuridico si basa sulle leggi e sul sistema giudiziario di una società. Le leggi stabiliscono le regole e i diritti che devono essere rispettati da tutti i membri della società. Il sistema giudiziario si occupa di applicare le leggi e di punire coloro che le violano. L'ordine giuridico è quindi un meccanismo di controllo sociale che contribuisce a mantenere l'ordine sociale e a prevenire il caos e l'anarchia. 2. CONFLITTI SOCIALI E DISORDINE SOCIALE Durkheim sostiene che i conflitti sociali possono minacciare la coesione sociale e portare al disordine sociale. I conflitti sociali si verificano quando ci sono divergenze di interessi, valori o obiettivi tra i membri di una società. Questi conflitti possono manifestarsi in varie forme, come proteste, scioperi, rivolte o guerre. Durkheim ritiene che i conflitti sociali siano inevitabili in ogni società, ma che devono essere gestiti in modo appropriato per evitare il disordine sociale. Secondo Durkheim, l'ordine sociale può essere mantenuto attraverso la negoziazione, il compromesso e la mediazione tra le parti in conflitto. Inoltre, l'ordine giuridico svolge un ruolo importante nel gestire i conflitti sociali, stabilendo regole e procedure per risolvere i conflitti in modo pacifico e giusto. 3. CAMBIAMENTO SOCIALE E COESIONE SOCIALE Durkheim riconosce che le società sono soggette a cambiamenti sociali continui. Questi cambiamenti possono essere causati da fattori come l'evoluzione tecnologica, l'urbanizzazione, i cambiamenti demografici o i cambiamenti culturali. Durkheim sostiene che il cambiamento sociale può minacciare la coesione sociale, poiché può portare a nuove divisioni, disuguaglianze o conflitti all'interno della società. Tuttavia, Durkheim sostiene che il cambiamento sociale non deve necessariamente portare alla disintegrazione sociale. Al contrario, il cambiamento sociale può essere gestito in modo da rafforzare la coesione sociale. Durkheim sostiene che la società deve adattarsi ai cambiamenti sociali attraverso l'elaborazione di nuove norme, valori e istituzioni che rispondano alle nuove esigenze e sfide della società. In questo modo, la coesione sociale può essere mantenuta anche durante i periodi di cambiamento sociale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
20 pagine
3 download
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'informazione e della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Gatt Lucilla.