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Gli anni Settanta: un periodo di fermento e innovazione artistica
Gli anni Settanta furono anche un periodo di grande fermento e innovazione artistica in tutti gli ambiti, specialmente in quello musicale, nel quale vi fu un’esplosione di grandi artisti che rispecchiano il clima di quegli anni: Jimi Hendrix, che visse il grande evento rivoluzionario dei concerti rock a Woodstock, Jim Morrison, i Pink Floyd, i Queen, immersi nella cultura pop e rock degli anni '70 che proponeva modelli di contestazione giovanile.
Uno di questi artisti fu David Bowie, che era cresciuto nell’atmosfera della Swinging London, quando negli anni Sessanta la capitale inglese era divenuta il centro di una nuova rivoluzione culturale: la generazione giovanile per la prima volta iniziava a definire un proprio e autonomo stile di vita, di abbigliamento e di musica, come segni nuovi di un’identità spregiudicata, di un nuovo edonismo, di una nuova estetica e moda. Queste trasformazioni inevitabilmente ridefinivano anche il significato della.
“Britishness”, in aperta ribellione contro l’identità nazionale e culturale impersonata dalla generazione precedente. David Bowie negli anni Settanta fu l’icona di un look completamente nuovo che influenzerà tutto il cosiddetto “glam rock”. Pur non rendendolo un'icona gay, l’androginia quasi extraterrestre di Bowie è assolutamente teatrale e fa riferimento a un immaginario bisessuale in cui maschile e femminile si confondono e si contaminano. David Bowie aveva una personalità artistica poliedrica e assunse diversi alter ego nella sua carriera: uno di questi è Ziggy Stardust, protagonista nel 1972 dell'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars.
Il movimento femminista che si era sviluppato alla fine degli anni Sessanta cominciò a dare frutti anche in campo legislativo. Nel 1975 il “Sex Discrimination and Equal Pay Acts” sancì finalmente le pari
Opportunità tra uomini e donne nei luoghi di lavoro: uomini e donne non potevano più ricevere salari diversi per lo stesso tipo di lavoro. La "Equal Opportunities Commission" proibiva inoltre annunci di lavoro diretti esclusivamente a uomini o donne. Fu dunque l'inizio di un impegno sociale volto ad attuare passi concreti per combattere gli stereotipi maschili e femminili e a combattere i ruoli di genere. Il decennio di trasformazione radicale dei costumi influenzata dalla politica sessuale dei movimenti vide una battuta d'arresto negli anni Ottanta, periodo che coincise con l'era della Iron Lady Margaret Thatcher, che salì al potere nel 1979 con un governo del partito Conservatore ed esercitò una politica di forte liberismo, conservatorismo e austerità: essa doveva portare a una rigenerazione morale di stampo neo-vittoriano per curare i mali di una nazione deviata, secondo lei, dall'eccessivo permissivismo.
Gli anni '80
furono un periodo controverso per quanto riguarda la scena gay inglese. Da un lato, le leggi emanate dal partito conservatore della Thatcher provocarono l'aumento di repressioni e punizioni da parte della polizia nei locali e durante le manifestazioni di attivisti omosessuali; dall'altro, lo stile, la mentalità e l'orgoglio gay iniziavano a prendere piede nella società e nelle arti, e venivano sfruttati anche per fini di mercato, così come avvenne con lo stile "underground" della generazione punk nata proprio all'inizio del governo Thatcher. Ad aggravare l'omofobia ancora pervasiva nella società inglese contribuì lo scoppio dell'AIDS. Il primo caso fu registrato negli Stati Uniti nel 1981, ma subito dopo vi fu anche il primo caso in Gran Bretagna. Le cause di questa epidemia erano ancora sconosciute, anche se inizialmente era collegata solo a uomini omosessuali. Infatti venne denominata ben presto dai giornali.scandalistici "gay plague" o "gay cancer", di modo che questi individui, già emarginati dalla maggior parte della società, furono presi ancora più di mira dai media e dall'intera comunità. L'interesse quasi morboso verso le loro pratiche sessuali e il loro stile di vita promiscuo, i giudizi morali, i possibili legami con una punizione divina e la paura del contagio alimentarono la stampa di quegli anni, portando ad un aumento esponenziale dell'isteria e del "panico morale": il contenimento dell'epidemia affinché non si propagasse alla gente "normale" prevaleva di gran lunga sulla volontà di trovare una cura per un settore della popolazione che, a detta di molti, "se l'era andata a cercare". "AIDS sells more newspapers than bingo", dichiarò nel 1984 un giornalista ad un volontario dell'associazione Terence Higgins Trust che assisteva i.malati sieropositivi. Nel frattempo erano comparsi i primi casi di AIDS in persone eterosessuali.
Alcuni titoli di giornali usciti negli USA e nel Regno Unito negli anni '80
L'AIDS attirò anche le attenzioni della comunità scientifica che, nonostante gli interventi collegati tra loro e talvolta discontinui, favorì la diffusione di una maggiore consapevolezza collettiva sull'argomento e sull'importanza di una educazione sessuale più completa, trasmessa anche agli studenti delle scuole secondarie. Su questo punto si accesero tuttavia aspre discussioni e critiche: il bisogno di un'educazione sessuale nelle scuole veniva vista in relazione al degrado dei valori morali e i conservatori rivendicavano la potestà genitoriale su un tema strettamente legato all'intimità della persona. Le decisioni politiche necessarie alla promozione di tali campagne su scala nazionale erano ostacolate dal fatto che difficilmente si riuscivano
A discutere apertamente questi temi in Parlamento, poiché i contenuti sessuali venivano considerati troppo espliciti. Così il Ministero della Salute dovette presentare una versione rielaborata che rispettasse i canoni del pudore, così da poter essere discussa e approvata dal Governo: ne risultò una campagna incompleta, mutilata e carente in chiarezza, che aumentò solo la confusione generale.
Anche una seconda iniziativa considerata fondamentale per comprendere la diffusione del virus fu respinta dal Governo: si trattava del NATSAL (National Survey of Sexual Attitudes and Lifestyles).
Il Centro Nazionale per la Salute Sociale chiese fondi al Governo per poter effettuare un sondaggio a livello nazionale sulle abitudini sessuali della popolazione inglese, in modo da poter raccogliere dati utili per la lotta contro la diffusione del virus e indirizzare in modo più efficace le misure sanitarie in campo pubblico, nonché ridurre i comportamenti a rischio.
Il rifiuto del Governo guidato da Margaret Thatcher fu interpretato come una scelta dettata dal timore di rivelare scomode verità sulla condotta dell'insospettabile maggioranza eterosessuale. Infine il sondaggio fu finanziato dal Wellcome Trust, una fondazione privata di medicina.
La comunità gay, dal canto suo, reagì a questa epidemia in modo organizzato, efficiente e rispettoso nei confronti dei malati. I gay, che fino ad ora venivano associati solo ai Gay Pride, ai locali, alle feste e alla promiscuità, nel momento in cui vennero in contatto con la malattia e la morte, dovettero organizzarsi per forme di auto-aiuto e solidarietà pratica. Nacquero infatti numerosi progetti per promuovere il sesso sicuro e associazioni per dare sostegno ai malati: nel gennaio del 1982, a pochi mesi dal primo caso di AIDS, venne fondato il Gay Men's Health, un'organizzazione di volontariato che raccoglieva fondi per la ricerca.
interveniva attivamente nell'aiuto dei malati attraverso una linea telefonica di assistenza psicologica e il sostegno di volontari domestici che periodicamente si recavano nelle case dei malati per far loro compagnia o dare un sostegno nelle attività quotidiane (uno di questi è protagonista del racconto "Slim"). In Gran Bretagna vennero istituite delle fondazioni che, come le organizzazioni d'oltreoceano, contribuivano a raccogliere fondi per la ricerca, a diffondere una maggiore consapevolezza e informazione sull'HIV e l'AIDS e sostenevano i malati. La prima e più importante fondazione fu il Terrence Higgins Trust, nata nel 1982, dedicato alla memoria di una delle prime vittime di AIDS in Gran Bretagna. Inoltre si propagò una nuova ondata di attivismo gay, con nuove organizzazioni come Act-Up e Outrage. La lotta degli attivisti venne ancora una volta accesa nel 1988 dalla "Clause 28".approvatadal governo Thatcher: questo emendamento proibiva alle autorità locali di “promuovereintenzionalmente l’omosessualità” diffondendo o finanziando materiali e campagne cheriguardassero l’argomento; inoltre faceva divieto di “promuovere nelle istituzioni scolastiche lapresentazione dell’omosessualità come forma di relazione famigliare” per proteggere i bambini daqueste “oscenità”. La clausola incontrò la disapprovazione della comunità gay e dei partiti disinistra, ma fu abolita solo nel 2000 in Scozia e nel 2003 in Inghilterra.
La crisi dell’AIDS provocò una fortissima risposta anche nel mondo culturale e artistico. Anchela principessa Diana, con le sue visite nei reparti ospedalieri dedicati ai malati di AIDS – il primo fuinaugurato proprio da Diana al Middlesex Hospital di Londra nel 1987 - sfidò l’opinione pubblica econtribuì ad allentare la
tensione intorno a questa malattia e alla comunità gay. Le foto della principessa che tocca e parla con i malati vennero diffuse in tutto il mondo. Diana con un malato di AIDS al Cayse House di Toronto, 1991 Un altro caso che in quegli anni sconvolse i media fu la morte di Freddie Mercury nel novembre del 1991. Il leader della celebre rock band Queen venne per molti mesi sospettato dai giornali di essere affetto da HIV, ma riuscì a mantenere il silenzio fino quasi alla sua morte. Eppure Freddie Mercury era un'importante icona gay, che mai nella sua carriera aveva nascosto il suo orientamento sessuale, anzi ci aveva giocato nei video e nei concerti. Inoltre aveva composto diverse canzoni che parlavano di libertà e di autorealizzazione, come veri e propri inni della comunità omosessuale. In diverse interviste Freddie Mercury aveva rivelato altri aspetti della sua vita, come la frequentazione assidua di un club per omosessuali, dove praticava.Sesso occasionale, indossava abiti fetish e assumeva droghe: "L'eccesso fa parte della mia natura. La noia è una malattia. Non sopporto di annoiarmi, ho bisogno di pericolo ed emozione. Mi hanno spesso avvertito di starmene lontano da certi luoghi."