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SCHEMI SISTEMI E MODELLI (CAPITOLO2)
Def: Esponenziale di matrice: eFt = I + Ft + F2t2/2! + F3t3/3! + ...
Teorema: x' = Fx x(t) = eFtx(0)
NB: eFt e eGt ≠ eF+Gt
Metodo Trasformata di Laplace
- X(s) = (sI − F)−1x(0)
- x(t) = eFtx(0)
Alternativa: (sI − F)−1 → L−1(eFt)
Proprieta Matrici Diagonali
F = [diagonale f1 ... fm] allora x' = Fx
→ Vale perche le variabili di stato appaiono disaccoppiate tra loro nelle varie equazioni quindi posso risolvere il problema con tecniche scalari
Richiamo Diagonalizzazione
D = T−1FT
Dove: D = è la matrice diagonale che si viene a formare e che ha sulla diagonale gli autovalori della matrice F F = è la matrice di partenza T = è la matrice di cambiamento di base formata dagli autovettori della matrice F
Come facciamo a trovare gli autovalori della matrice F?
Se d1 e d2 sono autovalori, si ha:
Fv = d1v
Fv = d2v = 0
(F - d1)v = 0 → Metodo per trovare gli autovalori
NB: Alla fine di tutto T deve tornare reale e non complesso di un numero di due persone complesse ED e dire DT è la matrice diagonale.
Relazione tra DT e DT'
D = T-1FT
DT = (T-1FT)1 = T-1FTT1 = T-1FT
Quindi per il procedimento induttivo
DK = T-1FKT
eFt = T eDtT-1
eD-1 = T eDtT-1
⇒ E
e sono legati da un cambio di base (le matrici I e T-1)
I loro esponenziali sono legati dello stesso cambio di base
Teorema (Richiami Algebra Lineare)
Def.: F è diagonalizzabile ⇔ ∃ T tale che D = T-1FT questa considerazione implica a sua volta che ∃ una base della matrice P costituita da autovettori di F
Metodo Analitico
- Polinomio caratteristico → calcolo autovalori
- Per ogni autovalore trovo gli autovettori
- Trovo gli autovettori linearmente indipendenti
→ Due possibilità
- Numero autovettori = numero autovalori ⇒ matrice diagonizzabile
- Numero autovettori ≠ numero autovalori ⇒ matrice non diagonizzabile
Esempio prativo:
D = T-1FT F
c1 cn cn cm
Nella diagonale ci sono gli autovalori
NB: Se le autovalori distinti ciò implica che gli autovalori sono distinti.
RISULTATI POSSIBILI
- ESPOENZIALI PURI
- FUNZIONI OSCILLATORIE IN SENO E COSENO (λ COMPLESSI)
- POLINOMI ↔ SE E SOLO SE LA MATRICE NON È DIAGONALIZZABILE
NB: Se F è reale, Ft può essere complessa ma Ft deve essere reale altrimenti va verificati i conti
ANALISI MODALE
Def: MODI ELEMENTARI: eλt t eλt t2 eλt
MODI IN eλt
- Se autovalor reali: eλt teλt t2 eλt
Da qui si deduce che DIMENSIONE MINIBLOCO: ↔ POTENZA!
- Se autovalori complessi.
λ2 = 6 – jω → eλt [cos(ωt) + jsin(ωt)] λ2 = 6 + jω → eλt [cos(ωt) - jsin(ωt)]
In eλt se c'è un autovalore c'è anche l'autovalore coniugato λ2
MODI IN eλt
- tk eλt
- tk eαt cos(ωt)
- tk eαt sen(ωt)
- k = [0, ... 1]
NB: Tutti i modi elementari sono reali
COMPORTAMENTO DI tk eαt cos(ωt) con λ = 6 + jω
[G = Re[λ]]
- CONVERGE A ZERO ↔ 6 < 0 / Re(λ) ≥ 0
- LIMITATO ↔ 6 ≥ 0 / 6 = 0 ↔ k = 0 / Re(λ) ≥ 0 oppure Re(λ) > 0 ∧ k = 0
- NON LIMITATO ↔ 6 ≥ 0
NB: D cosa serva mancando con λ svolgen per il polinomio caratteristico det(λI-F)
→ Per capire se i modi convergen o no: ricorr alla formula di Jordan
Solo nel caso in cui ho un autovalore nullo e molteplicita > 1
Esmp: F = det(λI-F) = (λ+1)3 (λ²)(λ-1)
Capisco che i modi non son limitati perché 6 ≥ 0
Osservazioni
- Nei sistemi non lineari la stabilità non è più globale.
- Nei sistemi non lineari V(X) può essere non quadratica.
- Nel caso in cui si ha un sistema lineare e Xeq≠0 si usa un cambio di variabile
- Z=X-Xeq X=Xeq+Z Ẋ=Ẋ Ẋ=F(X) (Z≠Ẋ) (F(Xeq)
Perchè il sistema non è lineare
- Z=X-Xeq X=Xeq+Z Ẋ=Ẋ Ẋ=F(X) (Z≠Ẋ) (F(Xeq)
Criterio di Stabilità di Lyapunov
Ẋ=F(X) è un sistema non lineare
con Xeq=0 e se esiste una funzione V(X) definita positiva tale che Ẋ(X)
- rimanga sempre negativa allora il punto di equilibrio X=(0) è almeno semplicemente stabile mentre se V(X) è definita negativa allora X è asintoticamente stabile
Osservazioni
- V(X)=∇V(X)·Ẋ(X)
- Ø gradiente della funzione V(X)
- Se V(X) > 0 e si ricede in colle, uno non monotico il criterio di Lyapunov non nullo e assolutamente nullo.
Teorema di Linearizzazione
- Dato un sistema non lineare con punti di equilibrio X=0 Ẋ=F(X) sia Ẋ=FLX il sistema linearizzato. Se il sistema linearizzato è asintoticamente stabile => il sistema di partenza è asintoticamente stabile in X=0
- Osservazioni
- Sistema linearizzato asintoticamente stabile => sistema di partenza asintoticamente stabile.
- (Non vale il convergere.)
- Se il sistema linearizzato è semplicemente stabile
- => Non si può dire nulla sul sistema di partenza
- Se il sistema lineare ha un autovalore di FL con parte reale positiva
- (Re(λ)>0)
- (Il sistema linearizzato è instabile) => È instabile anche il sistema non lineare.
c) Si dimostra tramite un'analisi nello stesso clima di ingresso con errore in tale caso verrebbe a un punto di equilibrio x0
Def. POLINOMIO MINIMO:
(X - λ1)k1 (X - λ2)k2 ... (X - λr)kr dove λ1, λ2, ... da rappresentano i distinti autovalori di F e k1, k2 ... kr rappresentano le dimensioni dei più grandi sottospazi uniti associati ai vari autovalori
TEOREMA Il polinomio caratteristico è sempre un multiplo del polinomio minimo e detto numerico canonico e se è un altro numerico per ogni autovalore F quanto se zero allora le matrici F x c
SISTEMI A TEMPO DISCRETO
∑(t+1)=F∑(t)+G∪(t) (lineare) ∂(t)=H∑(t)+f∪(t)
x(t) = F∑0 + ∑G∪(t-1) + Ft-2G∪(1) + ⋯ - FtG∪(t-2) + G∪(t-1)
x(0), ∑G∪(t-λ) — SOLUZIONE DEL SISTEMA A TEMPO DISCRETO
x(t) = F∑0 + ∑[ GF∪(1) + ... + F-tG](t-a-λ)u(t+1)]
Rc
[∪(0)]
☞ — Viene chiamata MATRICE DI RAGGIUNGIBILITÀ IN t PASSI
PUNTI D'EQUILIBRIO CORRISPONDENTI A INGRESSO COSTANTE u(t)=uc
Imponi: x(t+1)=Ax(t) =>(1-F)x=Guc
che due possibilità: 1. det(1-F)≠0 (F non è un autovalore) => UNICA SOLUZIONE x(pg): [1-F]-1Guc 2. det(1-F)=0 => dipende dal caso, però anche da columni o 0 soluzioni
OSSERVAZIONI: - Nel caso discreto le transitorie sono costituite da successioni di punti e non da curve continue
FORMA DI JORDAN A TEMPO DISCRETO
F=1; 1∩≠0; F-t[1+id]
M−-1tcc + Nc-t