vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SISTEMA SENSORIALE
Un sistema sensoriale è costituito da recettori, vie neuronali e parti del cervello atte alla percezione
del determinato segnale.
I recettori sono cellule nervose che ricevono gli stimoli, si distinguono: esterocettori che ricevono
i segnali provenienti dall’ambiente esterno, ed interocettori che ricevono informazioni provenienti
dal corpo. I recettori, uniti a cellule non neuronali, formano organi complessi, gli organi di senso.
Differenti tipi di stimoli sono captati da differenti recettori, ad esempio le cellule della retina captano
le radiazioni luminose ecc..
Il meccanismo sensoriale consiste delle seguenti fasi:
1. Rilevazione del segnale
2. Traduzione , che consiste nella conversione dello stimolo in impulso nervoso: la percezione
dello stimolo determina una variazione del potenziale di riposo della membrana dei recettori,
che da origine al potenziale generatore o potenziale del recettore.
3. Interpretazione dei segnali nervosi. I segnali che arrivano da uno specifico recettore, arrivano
nelle aree del sistema nervoso, che sono in grado di interpretarli; ad esempio le informazioni di
tipo sonoro arrivano nel cervello sempre nell’area acustica. La codifica dell’intensità
dell’impulso è legata al numero di potenziali d’azione che arrivano al cervello (frequenza
dell’impulso). Al crescere dell’intensità dello stimolo, aumenta la frequenza degli impulsi
nervosi.
ADATTAMENTO = importante proprietà dei recettori, consiste nella capacità di un recettore di
ridurre la risposta in presenza di uno stimolo persistente. Vi sono recettori che si adattano
facilmente come i recettori tattili, altri che sono poco adattabili, come i recettori dello stato di
contrazione dei muscoli che devono segnalare costantemente la posizione del corpo ed in
generale recettori di stimoli che richiedono un monitoraggio costante.
CHEMIORECETTORI
Neuroni sensoriali sensibili alla presenza di sostanze chimiche. I sistemi sensoriali principali
preposti alla captazione di sostanze chimiche sono il gusto e l’olfatto. Si distinguono generalmente
per il fatto che l’olfatto è un sistema di rilevazione a distanza, mentre il gusto richiede il contatto
ravvicinato con la molecola.
A partire dagli cnidari si registra la presenza di chemiorecettori generalmente diffusi sulla superficie
corporea e sui tentacoli. Anche platelminti e anellidi presentano cellule cutanee chemiorecettrici.
Negli artropodi i chemiorecettori sono
localizzati prevalentemente sulle
antenne (ad esempio per la
percezione dei ferormoni) ma anche
sulle parti boccali, sui cheliceri o
talvolta sulle zampe o sugli ovopositori
(in tal modo una cavalletta
introducendo l’ovopositore nel terreno
valuta se questo è chimicamente
idoneo per lo sviluppo delle uova).
Trattandosi di fenomeni di percezione
da contatto, alcuni casi rientrano nei
fenomeni gustativi, mentre la
percezione che avviene a distanza, a
livello delle antenne, sarebbe da
considerarsi di tipo olfattivo. Gli insetti
percepiscono gli odori attraverso unità
chemiosensoriali note come sensilli.
Un sensillo è una setola cava che
termina con un foro apicale, all’interno
di esso decorrono fino al polo apicale, i
dendriti dei neuroni sensoriali posti alla
base (al di sotto della cuticola).
Nei vertebrati i recettori olfattivi sono localizzati nelle
cavità nasali. In alcuni tetragoni, come anfibi, rettili e
molti mammiferi (gatto), è presente un organo olfattivo
accessorio noto come organo di Jacobson o organo
vomeronasale, localizzato in nella volta della bocca
(nell’osso vomere). Il rapido movimento della lingua dei
serpenti serve a catturare molecole olfattive per condurle
in contatto con l’organo vomeronasale.
I recettori gustativi sono invece localizzati in strutture note
come bottoni gustativi localizzati sulla lingua, e nei pesci
anche nella gola, sul capo e talora anche sulla superficie
del corpo.
MECCANORECETTORI
Recettori predisposti alla percezione di stimoli come contatto, stiramento, pressione, gravità,
suono.
I recettori tattili consentono di percepire modificazioni pressorie del corpo e quindi il contatto
• fisico. Ricoprono l’intera superficie del corpo fatta eccezione per gli animali rivestiti da parti rigide
come ad esempio i molluschi. Si concentrano in aree implicate in funzioni tattili, come i tentacoli
dei cefalopodi o le mani dell’uomo. Spesso sono associati dei peli tattili in grado di rilevare
anche il minimo contatto (ad esempio negli insetti), nei vertebrati ritroviamo analogamente le
vibrisse, peli sensoriali rigidi posti sul muso di molti mammiferi che consentono l’estensione del
senso tattile anche a distanza dal corpo. Alcuni animali sono in grado di utilizzare i recettori tattili
per orientarsi, percependo ad esempio la direzione del vento o la corrente dell’acqua e mettendo
di conseguenza in atto un comportamento di restassi negativa, dirigendosi controcorrente, o
positiva, a favore di essa. Nei vertebrati i recettori tattili più frequenti sono i corpuscoli di
Meissner disposti superficialmente nella cute e i corpuscoli di Pacini più profondi: i primi sono
sensibili a tocchi molto lievi mentre i secondi percepiscono stimoli pretori più forti.
I propriocettori sono particolare recettori interni situati nei muscoli, nei tendini, nelle pareti di
• vasi sanguigni che rilevano modificazioni meccaniche di stiramento, flessione, tensione,
compressione e sono utili per rilevare il grado di stiramento muscolare e quindi la posizione
reciproca degli elementi del corpo. Questo monitoraggio continuo permette che la motilità sia
perfettamente coordinata. Per questo motivo il sistema propriocettivo è particolarmente
sviluppato in organismi che compiono movimenti elaborati come la deambulazione o il volo.
Georecettori si basano sull’attrazione gravitazionale e fanno parte di organi di senso statico. Il
• più semplice è la statocisti degli invertebrati (Cnidaria) costituita da una capsula rivestita da
cellule ciliate sensoriali, al cui interno è presente una sferetta di materiale inorganico nota come
statolite; quando l’animale cambia la sua posizione, lo statolite attratto dalla forza di gravità,
tocca alcuni punti della capsula stimolando alcune cellule che trasmettono l’info ai centri di
elaborazione nervosa, i quali interpretano la posizione del corpo. L’organo dell’equilibrio nei
vertebrati è l’orecchio interno, nel quale è presente un sistema più complesso ma con simile
funzionamento. Nell’orecchio interno sono infatti presenti le cellule culliate che ricevono le
informazioni posizionali e dei granelli inorganici detti otoliti. Il movimento della testa provoca lo
spostamento degli otoliti che deformano il gel che li separa dalla cellule sensoriali ciliate
sollecitandole. Cnidaria
Fonorecettori meccanorecettori sensibili al suono. Solo alcuni insetti i vertebrati utilizzano la
• comunicazione sonora. Le falene ad esempio non comunicano attraverso suoni, ma la presenza
di un sistema uditivo permette loro di percepire gli ultrasuoni dei pipistrelli, per cercare di evitare
la predazione. La percezione dei suoni negli insetti (ortotteri ed alcuni coleotteri) avviene
attraverso cellule sensoriali disperse sul corpo, gli scolopidii che si possono associare a
formare gruppetti definiti scolopofori. In alcuni insetti può essere presente una vera propria
membrana timpanica che nei grilli si trova sopra le zampe anteriori, nelle cicale nell’addome e
nelle falene nel torace. Il sistema uditivo dei vertebrati è più complesso ed è scomponibile in 3
parti: orecchio esterno, medio ed interno. L’orecchio esterno è formato dal condotto uditivo che
canalizza i suoni fino alla membrana timpanica situata alla fine del canale (ben visibile ai lati
testa nelle rane ed assente nei pesci che segna il confine tra orecchio esterno e medio. Nei
mammiferi il canale uditivo è preceduto da un padiglione auricolare che può essere direzionato
verso la fonte del suono. Nell’orecchio medio sono presenti strutture ossee in grado di trasferire ed
amplificare il segnale sonoro. Nei tetragoni questa struttura ossea è la staffa, nei mammiferi oltre
alla staffa sono presenti due ossicini aggiuntivi, il martello e l’incudine. Le cellule ciliate
predisposte alla captazione del suono sono invece situate nell’orecchio interno, in una struttura nota
come laguna che nei mammiferi si avvolge a spirale a formare la coclea. Nei pesci non è presente
una struttura omologa all’orecchio medio dei tetrapodi ma la vescicola natatoria, vibrando,
trasferisce lo stimolo agli ossicini del Weber analoghi a staffa incudine e martello, trasferiscono il
segnale sonoro all’orecchio interno.
Linea laterale nei pesci e negli anfibi. costituita da cellule
sensoriali che rilevano le vibrazioni che si diffondono
nell’acqua, in questo modo possono percepire ostacoli
laterali senza vederli o un corpo in avvicinamento.
FOTORECETTORI (organi visivi: stigma, ocello a coppa pigmentata, occhio composto e occhio a camera)
Le cellule fotoelettrici, fotorecettori, sono in grado di convertire l’energia elettromagnetica della
radiazione luminosa in segnali nervosi che il cervello è in grado di analizzare. Questo processo
coinvolge un fotopigmento: la rodopsina. Essa è costituita da un cromofobo (carotenoide) cui è
legata l’opina (proteina incolore). La luce che colpisce il pigmento determina una modificazione del
cromofobo che si separa dall’opsina. L’energia che si libera dalla rottura di questo legame è
convertita in un potenziale d’azione inviato a cervello per la decodifica ed il pigmento viene
successivamente rigenerato.
Anche gli organismi più semplici sono in grado sensibili a radiazioni luminose. Alcuni protozoi
fitoflagellati, organismi eucarioti unicellulari natanti caratteriali dalla presenza di cloroplasti, hanno
un organo sensoriale fotosensibile che gli consente di orientarsi nella maniera ottimale per
soddisfare le loro esigenze fotosintetiche, lo stigma.
Negli invertebrati i fotorecettori sono organizzati in strutture di varia complessità.
Una delle strutture più semplici è l’ocello a coppa pigmentata presente nei platelminti (=vermi
piatti). In queste strutture, i fotorecettori sono situati all’interno di una struttura a coppa, costituita
da un gruppo di cellule pigmentate che mascherano i fotorecettori; in questo modo uno stimolo
proveniente da dx potrà arrivare solo ai fotorecettori di dx e meno in quelli di sx, l’animale si
orienterà quindi in modo da minimizzare la quantità di luce che raggiunge entrambi gli ocelli, verso
zone più profonde dove il rischio di predazione è minore.
Gli artropodi