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Percezione a livello dei coni

A questo livello ci sono 3 coni sensibili a diversi spettri della luce visibile e questa diversa sensibilità è conferita dalla rodopsina. Infatti, l'opsina, cioè la componente proteica, è presente in isoforme diverse dove alcuni amminoacidi cambiano e questo permette di cogliere meglio la luce dello spettro vicino al blu, al rosso o al verde.

Sulla base della sensibilità i coni vengono definiti:

  • L - più sensibili alla luce rossa (610 nm) (Long λ)
  • M - più sensibili alla luce verde (560 nm) (Medium)
  • S - più sensibili alla luce blu (430 nm) (Short)

Esempio: se vediamo un oggetto rosso è perché la luce che viene riflessa dall'oggetto sta andando ad attivare i coni che sono sensibili alla lunghezza del rosso. Proiettando la luce e utilizzando solo 3 colori è possibile coprire l'intera gamma delle sfumature. Infatti, secondo la Teoria tricromatica di Young, ogni colore può

gangliari collegate ai coni sono organizzate e hanno campi recettoriali precisi, infatti alcune cellule gangliari sono attivate quando la luce arriva nel centro, ma sono spente se la luce arriva nella periferia. Quindi, nel caso delle cellule gangliari connesse ai coni, ciò che determina l'eccitazione o lo spegnimento non è la quantità di cellule gangliari colpite, ma la distribuzione dei colori all'interno del campo recettoriale. Questo sistema di elaborazione dei colori a livello dei circuiti gangliari permette di ottenere una maggiore precisione nella percezione dei colori. Ad esempio, se un oggetto è illuminato da una luce rossa e verde, le cellule gangliari connesse ai coni risponderanno in modo diverso a seconda della distribuzione dei colori all'interno del campo recettoriale. Questo permette di distinguere tra diverse tonalità di colore e di percepire una maggiore varietà di sfumature. In conclusione, la percezione dei colori a livello dei circuiti gangliari è un processo complesso che coinvolge la sensibilità a quattro colori (rosso, verde, blu e giallo) e la distribuzione dei colori all'interno dei campi recettoriali delle cellule gangliari. Questo sistema permette di ottenere una maggiore precisione nella percezione dei colori e di distinguere tra diverse tonalità e sfumature.

rosso on verde off, luce ma il tipo di luce. Infatti, nelle ad esempio,se il rosso cade a livello di questa cellula è accesa, se cade il verde la cellule rosso off e verde on cellula è spenta. Ci sono anche le che hanno funzione inversa e cellule giallo on e blu off gangliari che colpite dal giallo si accendono e colpite dal blu si spengono. Il SNC a seconda che queste cellule siano spente o accese riesce a percepire il colore corretto. Le lunghezze d’onda in grado di eccitare/inibire la cellula gangliare corrispondono a colori che à rapporto di “opponenza cromatica” si trovano in un rosso-verde e giallo-blu (il verde è sempre opposto al rosso e il blu è opposto al giallo) anche se Non c’è nessuna penetrazione del verde nel rosso e del giallo nel blu. La percezione del colore viene conferita dalla cellula gangliare on-off. Si passa da un sistema e 3 colori ad un sistema a 4 colori per come i coni sono connessi alle cellule.

gangliari. Esempio cellula rosso on e verde off: quando colpita dal rosso andrà ad attivare il cono rosso che avrà una connessione eccitatoria sulla cellula stessa e siccome la cellula gangliare è eccitata il PA arriva al SNC facendoci vedere il rosso; se invece si proietta il verde si stimola il cono verde e la connessione del cono verde è tale per cui ogni volta che questo cono è attivo, la cellula gangliare è spenta e quindi non ci fa vedere il rosso, ma il verde. Esempio cellule giallo on blu off: il cono blu ha una connessione inibitoria con la cellula gangliare giallo on-blu off e di conseguenza ogni volta che c'è il blu questa cellula è spenta e allora il SNC capisce che c'è un qualcosa che riflette la luce blu. Il giallo è a metà strada tra il rosso e il verde e quindi andrà ad eccitare sia il cono rosso che il cono verde che hanno delle connessioni particolari, infatti la cellula gangliare

rosso-verde è eccitata e inibita mentre la cellula gangliare giallo-blu è altamente eccitata e quindi il SNC percepisce che in quel punto c'è un colore giallo. Il colore giallo nasce da una riorganizzazione dei circuiti a livello retinico, poi le informazioni vengono portate al SNC dove vengono elaborate e come risultato ci dà l'intera gamma di colori.

A livello retinico i coni, cioè le cellule deputate alla visione dei colori che hanno una soglia di attivazione elevata e che si accendono solo se c'è molta luce, ci conferiscono le informazioni più dettagliate/risolute perché hanno una connessione lineare. Infatti, ogni cono, nella regione della fovea è connesso ad una cellula bipolare, connessa a sua volta ad un'unica cellula gangliare; di conseguenza il campo recettivo del fotorecettore è identico al campo recettivo della cellula gangliare.

Cioè molto piccolo e questo consente di avere immagini molto risulte. Al SNC arrivano le informazioni della cellula gangliare, quindi più piccolo è il campo recettoriale della cellula gangliare, più risoluta sarà l'immagine che arriva al SNC. I coni danno informazioni con connessione 1:1 risolute perché hanno una tra tutte le cellule disposte lungo la catena lineare che porta le informazioni al SNC. Proprio per questa connessione 1:1 l'intensità luminosa deve essere importante perché il singolo fotone deve attivare la cellula, determinare la cascata di eventi (rilascio NT) e generare i potenziali che arrivano a soglia e che facciano partire il PA. Lo stimolo luminoso iniziale deve essere molto intenso perché non può essere integrato; è un'unica cellula che deve rispondere quindi la depolarizzazione deve arrivare a soglia altrimenti non parte nulla. Come risultato si ottengono immagini molto

dettagliate con un codice a colori, ma comesvantaggio necessitiamo di intensità luminose elevate.
I coni nella visione notturna non funzionano perché lo stimolo luminoso è troppo basso ed è per la visione diurna; visione notturnaquesto che i coni sono deputati alla per questo motivo nella sibastoncelli,utilizzano i che sono privi delle informazioni dei colori perché hanno uno spettro di assorbimento ampio.
I bastoncelli hanno un'organizzazione differente perché di solito più bastoncelli convergono su una cellula bipolare e, soprattutto nelle regioni periferiche dell'occhiocome la fovea, più cellule bipolari convergono su un'unica cellula gangliare.
Il campo recettivo di ogni bastoncello potrebbe essere anche piccolo, ma poiché tutti convergono sulla cellulagangliare che è l'unica che lascia la retina e arriva al SN, in virtù di questa convergenza, la cellulacampo recettoriale ampio,gangliare ha

Un dato dalla somma dei singoli campi recettoriali dei bastoncelli. La capacità di discernere in modo preciso da dove deriva lo stimolo luminoso si perde durante la notte, in quanto non siamo in grado di capire di preciso da dove arriva lo stimolo luminoso. Le informazioni che però vengono portate dai singoli fotorecettori si sommano a livello della cellula gangliare quindi anche se lo stimolo luminoso iniziale ha una bassa intensità, in virtù della sommazione che si viene a creare lungo il circuito, la cellula gangliare ha un'alta probabilità di essere attivata quando si ha una quantità di luce bassa. Per questo motivo i bastoncelli sono quelli che vengono impiegati nelle visioni notturne: non si ha un'elevata risoluzione delle immagini che si osservano o di quello che ci circonda, non vediamo i colori ma percepiamo gli oggetti, il loro movimenti etc.

3. ELABORAZIONE CORTICALE

Infine, si ha un'elaborazione a livello corticale (SNC).

L'elaborazione nella corteccia primaria avviene nella regione occipitale e parietale ventrale. Le cortecce associative connesse alla visione sono la corteccia parietale e la corteccia temporale, che prende il nome di via ventrale.

Tutte le informazioni elaborate dalla retina vengono portate al talamo e da questo proiettate alla corteccia primaria. In ogni stazione vengono ulteriormente analizzate e infine elaborate a livello della via dorsale nella corteccia parietale e a livello della corteccia temporale che prende il nome di via ventrale.

Sulla retina vengono proiettate le informazioni che riguardano l'ambiente circostante che provengono dai fotorecettori. La codifica delle informazioni visive che avviene nella retina permette di avere informazioni che riguardano la presenza o meno della luce e il tipo di colore del campo visivo.

A questo livello non si hanno informazioni riguardo a che cos'è l'oggetto, su come si muove, ecc., ma avviene solo l'analisi che viene fatta sul campo visivo riguardante la luce e il colore.

Le informazioni vengono tradotte in un codice di PA di frequenza: ogni cellula gangliare che lascia la retina è caratterizzata da una serie di PA che partono con una frequenza particolare, cioè una frequenza che corrisponde all'intensità dell'oggetto. A partire dalla mappa che esce dalla retina, le stazioni successive dell'encefalo elaborano quello che sta alla base dell'immagine. La retina non si preoccupa di capire l'oggetto in sé ma traduce l'immagine in un codice di PA la cui frequenza corrisponde al colore e alla luminosità dell'oggetto stesso. I campi recettivi si modificano nelle varie stazioni di analisi e quindi cambiano i particolari che vengono analizzati nelle diverse stazioni. Ci sono due tappe di analisi: talamo - una viene effettuata a livello del perché dalla retina, il nervo ottico è formato dall'assone delle cellule gangliari che a sua volta lascia la retina e si porta a livello del talamo.

Formando il neurone di primo ordine. Neurone di secondo ordine - C'è poi un che dal talamo proietta alla corteccia occipitale (corteccia visiva). La corteccia visiva primaria è un punto di elaborazione delle immagini molto dettagliato, infatti le informazioni elaborate dalla corteccia visiva primaria vengono inoltrate alle cortecce secondarie e da qui alle cortecce associative. La corteccia secondaria visiva si estende in parte nella corteccia parietale-dorsale e in parte nella corteccia temporale. Qui sarà presente il neurone di terzo, quarto, quinto ordine e ad ogni tappa vengono elaborate le informazioni aumentando così la complessità dell'informazione. Le proiezioni che arrivano al SNC devono essere ordinate; nella percezione sensoriale c'era l'omuncolo sensoriale e anche a livello della corteccia occipitale c'è una mappa retinica perché a livello della corteccia vengono proiettate tutte le informazioni in maniera precisa.

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A.A. 2020-2021
102 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/09 Fisiologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gioia.belloni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia cellulare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Perego Carla.