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Purkinje
- Fibre rampicanti
o Strato dei granuli:
neuroni, “granuli”, che ricevono impulsi dalle vie afferenti
- Piccoli
e li trasmettono allo strato molecolare per mezzo di un neurite che si biforca a
T perpendicolarmente ai dendriti.
- Fibre muscoidi
- Assoni delle cellule del Purkinje
E una parte di materia bianca con alcuni nuclei di materia grigia
Strato interno: midollo composto di soli neuriti e dendriti, senza corpi
cellulari. 7
Le fibre rampicanti (climbing fibers) e le fibre muscoidi (mossy fibers) sono le uniche due vie afferenti
sensoriali per il cervelletto.
Possono portare gli impulsi provenienti dall’apparato vestibolare, dedicato alle informazioni e al
feedback sull’accelerazione e rotazione del capo, le cui vie sono collegate ai tre canali semicircolari
dell’orecchio interno; ancora raccolgono l’informazione proprocettiva, gli impulsi provenienti a livello
tendineo dai fusi muscolari, che forniscono dati di feedback sulla contrazione corrente del muscolo.
Le fibre rampicanti
Provengono dai neuroni olivo-cerebellari, sinaptano con i dendriti delle cellule del Purkinje
raggiungendo lo strato molecolare, dove liberano glutamato.
Le fibre muscoidi (più numerose)
Provengono dei neuroni del ponte e del midollo spinale. Sinaptano con le cellule dei granuli
raggiungendo lo strato granulare. Da qui il segnale raggiunge i dendriti del Purkinje tramite i
neuriti delle cellule dei granuli.
L’unica via efferente motoria del cervelletto è costituita dagli assoni delle cellule del Purkinje, e si
occupa della coordinazione dei movimenti.
Questi neuroni si possono collocare nella categoria dei neuroni inibitori poiché utilizzando come
γ-amminobutirrico
neurotrasmettitore l'Acido (GABA), inibiscono i nuclei profondi che ricevono i
segnali, regolano i movimenti complessi e coordinati, impedendo un movimento troppo brusco.
Nei Ciclostomi il cervelletto è poco rappresentato, manca la stratificazione tipica e le cellule del
Purkinje sono sparse.
Negli Ittiopsidi Selaci il cervelletto è molto voluminoso, si estende cranialmente sul tetto ottico del
mesencefalo e sulla parte anteriore del midollo allungato. Si possono notare le due espansioni ai lati del
corpo, le auricole, che raccolgono gli impulsi vestibolari.
Nei Selaci non vi sono nuclei cerebellari, i.e. la via efferente (via cerebello-spinale) è formata solo dagli
assoni delle cellule del Purkinje.
Negli Ittiopsidi Teleostei Cervelletto di tipo laterale
Il cervelletto è ben sviluppato, ma non presenta solchi. Si sviluppa posteriormente al tetto ottico e talvolta
vi si insinua al di sotto tramite un lembo detto valvola del cervelletto.
Le afferenze del cervelletto degli ittiopsidi sono sia di tipo spino cerebellare, vestibolo-cerebellare ma
anche latero-cerebellare. Infatti la linea laterale dotata di neuromasti (o organi della linea laterale)
8
permette al pesce di comprendere la posizione nella colonna d’acqua in base alla pressione, la
corrente, etc. Da quest’ultima derivano le afferenze maggiori.
Negli Anfibi Cervelletto di tipo vestibolare
Il cervelletto è poco sviluppato. Non essendo dotati di linea laterali avranno una preponderanza di vie
vestibolo-cerebellari e poche vie spino-cerebellari legate ai movimenti poco raffinati.
Negli Rettili Cervelletto di tipo spinale
rispetto agli Anfibi hanno sviluppato una nuova gamma di movimenti del tronco e della testa che
determinano un accrescimento del cervelletto.
Negli Uccelli Cervelletto di tipo spinale
Il cervelletto si sviluppa moltissimo in relazione alla grande massa muscolare e alla complessità dei
movimenti. Lo sviluppo dell’area cerebellare determina, come già visto nei selaci, la comparsa di solchi
al fine di aumentare la superficie.
Negli Mammiferi Cervelletto di tipo spinale
Il cervelletto presenta la particolarità di essere collegato con il telencefalo attraverso nuove vie, che sono
rappresentate morfologicamente dalla comparsa di due masse nuove (neocerebellum) ai lati del corpo
cerebellare originale (paleocerebellum).
Il collegamento con il telencefalo permette a quest’ultimo di intervenire sulla funzione cerebellare,
solitamente riflessa, interrompendo volontariamente il mantenimento dell’equilibrio nello spazio. Quindi
classi, in particolare l’uomo.
un Mammifero può cadere volendolo, a differenza delle altre
Mesencefalo
Il mesencefalo è la parte più antica dell’encefalo, già presente allo stadio a tre vescicole. Il
mesencefalo in tutti i vertebrati esclusi i Mammiferi è formato da due parti:
- Tetto ottico dorsale
- Tegmento ventrale.
è presente un’altra zona detta
Solo nei Mammiferi Piede, dalla quale passano i fasci afferenti ed
efferenti che collegano il mesencefalo alla corteccia telencefalica.
Il tetto ottico è presente in tutti i Vertebrati, in posizione dorsale, costituito da due lobi il cui volume è
proporzionale alla capacità visiva dell’animale. Ha un’architettura a corteccia. A livello del tetto ottico
mesencefalo viene elaborata l’immagine in tutti i Vertebrati (tranne che nei Mammiferi) poiché vi arrivano
i nervi ottici controlateramente.
A questa funzione già definita in Ciclostomi e Selaci si aggiungono
altre funzioni importanti a partire dai Teleostei, con l’aggiunta di nuove
vie nervose afferenti che rendono il tetto ottico un vero e proprio
centro di integrazione dell’attività nervosa generale.
L’attività nervosa si raffina e viene mantenuta fino agli Uccelli,
mentre nel Mammifero il mesencefalo involve e ritorna alla semplicità
originale di strutturam rapporti e funzione essendo che le sue funzioni
vengono prese dal Telencefalo.
In particolare le vie ottiche arrivano al lobo occipitale del telencefalo e
non al mesencefalo, ma si trova ancora traccia della precedente
funzione del mesencefalo: nei mammiferi si suddivide in 4 rilievi detti
corpi quadrigemelli divisi in anteriori e posteriori, (inferiormente si
trovano ancora il tegmento e il piede).
Istologicamente i corpi quadrigemini anteriori hanno una struttura a
corteccia mentre quelli inferiori no. Ai corpi quadrigemelli anteriori
arrivano poche afferenze ottiche, ai corpi gemelli posteriori arrivano
alcune afferenze acustiche. Questi quattro corpi sono collegati tra di
anche evoluto come un
loro in modo da collegare nell’animale
Mammifero la provenienza del rumore alla presa della visione della
sorgente del rumore tramite movimento degli occhi e della testa. 9
Il tegmento è la zona ventrale, possiede nuclei di sostanza grigia alcuni dei quali collegati con vie
Ha un’architettura a nuclei
acustiche. (vedi seguito). A livello del tegmento passano diversi fasci di fibre
che portano informazioni verso
l’alto o il basso. Nei mammiferi i
fasci sono molti di più per cui si
forma il piede, ulteriore parte del
mesencefalo.
Diencefalo
Il diencefalo è un’area con
funzioni nervose molto complesse.
Questa vescicola pur non
ricevendo particolari vie sensitive è
in grado di condizionare l’attività sia
volontaria che involontaria del
Vertebrato. L’omeotermia,
l’omeostasi, l’ira, la paura, etc.
dipendono da centri del diencefalo.
È formato da:
Una porzione dorsale epitalamo (epifisi e organo parietale)
Una porzione intermedia talamo
separato dal solco diencefalico mediale in
o talamo dorsale
o talamo ventrale
Una porzione ventrale ipotalamo (ipofisi e chiasma ottico)
Il chiasma ottico è la regione dove avviene l’incrocio dei nervi ottici che partono dal globo oculare destro
e sinistro, e in prossimità dell’ipotalamo decussano. 10
Talamo
Il diencefalo è diviso fisicamente e funzionalmente in talamo dorsale e ventrale. Il talamo dorsale
prende origine dalle lamine alari, il talamo ventrale prende origine dalle lamine tegmentali.
“vestibolo del telencefalo” in quanto
Talamo dorsale è detto i nuclei talamici dorsali costituiscono
una stazione di collegamento e integrazione (i.e. sono collegati tra loro) per molte afferenze sensoriali
es. somatosensoriali, visive, uditive che qui si fermano e proiettano al telencefalo. Nei non mammiferi le
afferenze arrivano ai nuclei striati alla base del Telencefalo o in altre aree non corticali, nei Mammiferi
arrivano alla corteccia. “subtalamo” nell’uomo.
Talamo ventrale Riceve afferenze dal telencefalo e vengono inviate
verso la parte caudale dell’encefalo (tronco encefalico) fino al midollo spinale. È inserito nella via
extrapiramidale.
Possiamo dividere i nuclei talamici in
gruppi 11
Ipotalamo
Sono presenti i nuclei del
vomito, della fame, della sete,
dell’inappetenza e la bulimia.
A livello ipotalamico può
esistere una struttura detta sacco
vascoloso, presente solo nei
teleostei, non nei dipnoi.
La sua funzione non è
definita, si pensa che sia un
organo sensoriale che possa
rilevare la pressione del liquido
cefalo-rachidiano e regolarla
secernendo sostanze. Oppure
può essere un organo secernente
o un sistema di trasporto di ioni. Telencefalo
l’area di proiezione
Il telencefalo nasce come degli
impulsi di natura olfattoria; nei Mammiferi acquisisce,
sottraendola al mesencefalo, la capacità di coordinare tutta l’attività nervosa dell’animale.
Si differenzia molto tra i Vertebrati. 12
La corteccia telencefalica presenta molti solchi in modo da aumentarne la superficie ed è sempre
costituito da due lobi. Evoluzione
dei Ciclostomi ed altri Vertebrati all’inizio dello sviluppo
Il telencefalo ancestrale presenta diverse zone:
dorsalmente Archipallio ( o archicorteccia)
lateralmente Paleopallio
latero ventralmente Zona dello striato
ventralmente Nuclei della base
Successivamente si delineano due linee evolutive:
Telencefalo everso
si apre verso l’estern l’archipallio tende a scomparire.
Il Telencefalo (everso), È caratteristico dei
Teleostei
Il ventricolo telencefalico è presente anche qui, e il liquido è contenuto in una tela corioidea.
–
Telencefalo inverso
chiude verso l’interno formando due lobi.
Il Telencefalo si È caratteristico dei Vertebrati dai Selaci fino ai
Mammiferi, ovviamente con diversi stadi
intermedi. In particolare a livello dello striato si ha
un grande sviluppo, principalmente nei rettili e
negli uccelli dove si avrà un iperstriato, una
quantità di cellule e fibre maggiore che andrà ad
occupare quasi tutto il ventricolo.
Le