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TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA POLITICO E DELLA FORMA DI GOVERNO IN

ITALIA

La Repubblica Italiana ha dovuto affrontare una serie di profonde divisioni all’interno

della società, tra queste, la più importante era quella sociale dato che erano in forte

contrapposizione il marxismo e l’ideologia cattolica che hanno portato alla

formazione dei due principali partiti politici di quel momento: Democrazia Cristiana

(DC) e Partito Comunista Italiano (PCI). Questa situazione ha portato alla nascita del

multipartitismo esasperato, cioè un sistema caratterizzato dalla presenza di

numerosi partiti divisi da forti differenze ideologiche. I partiti politici presenti in

questo sistema trovavano la loro legittimazione fuori dal territorio nazionale: il PCI si

rifaceva all’URSS, la DC alla Chiesa Cattolica ed erano inoltre presenti il Partito

Socialista Italiano (PSI) e la destra neofascista con il Movimento Sociale Italiano (MSI)

dichiaratamente anti-sistema.

Questa situazione ha provocato delle conseguenze importanti per il funzionamento

della forma di governo:

Era impossibile praticare il bipolarismo del sistema politico con la

1. contrapposizione tra maggioranza ed opposizione dato che le forti differenze tra i

vari partiti avrebbe provocato una crisi della democrazia

Le maggioranze non erano basate su destra e sinistra (i due poli), ma sulla DC,

2. la cui ideologia rendeva il partito compatibile con tutti gli altri.

La formazione post-elezioni ha permesso anche ai partiti estremisti di entrare

3. nella coalizione di governo e, di conseguenza, nella democrazia pluralistica.

In particolare, l’ingresso di tutte le forze politiche nella democrazia pluralistica ha

permesso di abbattere le forti differenze (che si sono affievolite) permettendo a tutti di

diventare una possibile parte della maggioranza di governo ed eliminando i partiti che

ne verrebbero esclusi a priori, in questo modo, in Italia diventa possibile un sistema

politico bipolare.

Il bipolarismo entra in crisi nel 2011 con le dimissioni del Governo Berlusconi a seguito

della grave crisi finanziaria italiana e con la nascita del Governo Tecnico di Monti che

permette ai partiti, che in genere erano in poli contrapposti, di schierarsi tutti dallo

stesso lato; la crisi del bipolarismo si accentua nel 2013 con la nascita di un Governo

di coalizione quasi totale dato che vi confluivano i due partiti maggiori dei due

schieramenti opposti, questo governo ha come capo il Presidente del Consiglio Enrico

Letta. LA COALIZIONE

La coalizione è tipica dei sistemi politici pluripartitici e consiste nel raggiungere la

maggioranza necessaria alla formazione del governo attraverso l’accordo tra più

partiti, il governo che ne deriva è chiamato Governo di coalizione.

La formazione di una coalizione prevede procedimenti diversi in base al sistema

politico ed alla forma di governo, si distinguono due coalizioni diverse: coalizione

annunciata e coalizione formata in sede parlamentare.

Coalizione annunciata: il corpo elettorale deve

scegliere tra più coalizioni, la vincitrice diventa la maggioranza che dà la fiducia al

Governo ed il suo leader ne sarà a capo, questa coalizione permetterà di avere una

forte stabilità di governo dato che il suo scioglimento porterà automaticamente a

nuove elezioni.

Coalizione formata in sede parlamentare: i partiti si presentano alle elezioni con

programmi propri e cercano di prendere la maggioranza dei seggi, a fine elezioni i

partiti vincitori daranno il via alle negoziazioni per far nascere la coalizione, in questo

caso l’elettore non sceglie ne come sarà composta la maggioranza ne chi sarà a capo

del governo, inoltre, lo scioglimento della coalizione non porta automaticamente a

nuove elezioni dato che la maggioranza si forma all’interno del parlamento e non è

importante quali forze politiche si accordano per farla nascere.

GOVERNO

È un organo costituzionale complesso, formato dal Presidente del Consiglio, i

ministri ed il Consiglio dei ministri; svolge una parte importante dell’attività di

indirizzo politico ed ha la il potere esecutivo.

Il processo di formazione del Governo ha poche regole, la prassi è generalmente

affidata alle consuetudini che il Governo stesso ha acquisito nel tempo, le uniche

regole sono:

Artt. 92, 93 e 94 Cost.

A. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio;

1- Il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del Presidente del

2- Consiglio;

I membri del Governo devono giurare nelle mani del Presidente della Repubblica;

3- Il Governo deve ottenere la fiducia entro 10 giorni dalla sua nomina.

4-

La Costituzione si limita a dire quali sono gli organi necessari per l’esistenza del

B. Governo (Presidente del Consiglio, Ministri, Consiglio dei Ministri) ma non esclude

che ne possano nascere altri, chiamati organi governativi non necessari, che

però non devono intralciare il lavoro di quelli necessari (es. Vice-presidente del

consiglio, ministri senza portafoglio, ecc)

Il funzionamento del Governo è rinviato ad una legge sull’ordinamento della

C. Presidenza del Consiglio dei Ministri che viene applicata tramite il

regolamento interno del Consiglio dei ministri e vari ordini di servizio.

La Costituzione regola anche i rapporti che il Governo ha con la pubblica

D. amministrazione.

Il Governo è un soggetto politicamente unitario che si impegna a svolgere un’attività

coerente con il proprio indirizzo politico, sia come organo unitario che i singoli membri,

ovviamente, se il Governo è espressione di partiti politici di schieramenti opposti,

questa coerenza diventa problematica, questo problema viene affrontato dalla

Costituzione stessa dando al Presidente del Consiglio il compito di dirigere la politica

generale del Governo, di mantenere l’unità dell’indirizzo politico ed amministrativo. A

delineare la politica generale del Governo è il Consiglio dei Ministri, i ministri sono

responsabili nell’insieme per gli atti del Consiglio, individualmente per gli atti dei propri

ministeri.

La responsabilità si divide in 3 categorie:

Responsabilità politica di ciascun ministro: ogni ministro ha il potere di dirigere

1. come preferisce il proprio ministero, ma è personalmente responsabile delle azioni

del ministero stesso.

Responsabilità politica collegiale: il Consiglio dei Ministri è responsabile

2. collegialmente della propria attività.

Responsabilità di direzione politica monocratica: responsabilità che il

3. Presidente del Consiglio ha verso le proprie azioni.

FORMAZIONE DEL GOVERNO

Il processo di formazione del governo può essere di due tipi divisi in base al ruolo dei

partiti:

Democrazie mediate: i partiti, dopo le elezioni, decidono struttura e programma del

1. Governo;

Democrazie immediate: in cui esiste l’investitura popolare nelle figure a capo del

2. Governo.

La Costituzione si limita a dire che il Governo viene formato dopo che il Presidente

della Repubblica nomini il Presidente del Consiglio e, su sua proposta, nomini i

ministri; questo sistema voleva rendere il Presidente del Consiglio una figura

autorevole, ma la presenza di coalizioni formate dopo le elezioni limitano i suoi poteri

dato che lo obbligano ad includere nella scelta degli incarichi alcune figure che fanno

parte di tale coalizione.

In caso di crisi di Governo, il Presidente della Repubblica può scegliere come

Presidente del Consiglio, per formare un nuovo Governo, una personalità esperta in

un determinato campo (un tecnico) che affronti la situazione e che può non

essere stato eletto o non essere in nessun partito, quando ciò avviene si parla di

Governo Tecnico.

Dopo le elezioni il Presidente della Repubblica procede alle consultazioni (che sono

una consuetudine) con i presidenti dei gruppi parlamentari, i segretari di partito e

gli ex presidenti della repubblica, da queste consultazioni viene conferito oralmente

l’incarico di formare il governo, la persona designata in genere accetta con riserva, in

modo da assicurarsi di avere la possibilità di ottenere la fiducia e, di conseguenza,

sciogliere la riserva. Da questo momento l’incaricato fa la lista dei ministri e il

Presidente della Repubblica nomina, con proprio decreto, lui Presidente del Consiglio

ed i suoi ministri, tutti questi soggetti prestano giuramento nelle mani del Presidente

della Repubblica dopo il quale il Governo inizia ufficialmente la propria attività e

termina il processo di formazione, il primo atto formale del nuovo capo del governo è la

controfirma della propria nomina e dei propri ministri.

Il Governo prende possesso al 100% dei propri poteri dopo che ha ottenuto la

fiducia: dopo 10 giorni dal giuramento, il Governo deve presentare davanti ad

entrambe le camere il proprio programma, la maggioranza di ogni camera avvierà una

mozione di fiducia motivata e votata con appello nominale, se la maggioranza dei voti

è raggiunta in ogni camera, la fiducia si considera accordata.

IL PARLAMENTO

Il Parlamento moderno può essere monocamerale o bicamerale, quello italiano è un

bicamerale perfetto formato da Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Le

due camere si differenziano solamente per la loro composizione, infatti, la Camera dei

Deputati ha 315 Deputati, il Senato della Repubblica ha 630 Senatori e sono in questa

camera il Presidente della Repubblica ha il potere di nominare 5 Senatori a vita, di

base le due camere sono identiche anche per la loro elezione, inoltre, hanno la stessa

durata (detta legislatura).

La conseguenza del bicameralismo perfetto in Italia è che questo rende lento il

processo di decisione parlamentare dato che una legge, per essere approvata

definitivamente, deve prima essere approvata dalle singole camere che devono

approvare un testo identico, in caso una delle due faccia anche una minima modifica,

l’altra camera deve pronunciarsi di nuovo; questo processo diventa problematico nel

caso in cui nelle due camere ci siano maggioranze politiche opposte, cosa che

porterebbe anche ad avere difficoltà nella formazione del governo.

La Costituzione prevede che il Parlamento diventi un organo collegiale

composto da tutti i parlamentari nel caso in cui ci sia una seduta comune, questo

può avvenire per diversi motivi:

Elezione del Presidente della Repubblica (partecipano anche i delegati delle

1. regioni);

Messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica;

2. Sorteggio dei cittadini che si aggregano alla Corte Costituzionale;

3. Nomina di 5 giudici costituzionali;

4. Elezione di 1/3 dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura.

5.

Il Parlamento in seduta comune è presieduto dal Presidente della Camera dei Deputati

della quale si applica anche il

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A.A. 2016-2017
8 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nero_azzurro4ever di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Niro Raffaella.