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Così, nel momento in cui si esaurisce il sistema caritativo-assistenziale ereditato dal Medioevo e
con esso la stessa concezione evangelica della povertà, per cui la povertà non è più un segno
della benedizione divina, ma di maledizione, si assiste alla nascita di un nuovo tipo di povertà, un
povertà che assume i caratteri della marginalità sociale.
L’età moderna (1500-1600). La fase di transizione: il mercantilismo e la politica
delle monarchie assolute.
Con l’affermarsi della borghesia e dei suoi valori, così come cambia la visione della povertà,
cambia anche il significato di assistenza: ora l’assistenza deve sì soccorrere, ma deve anche
controllare e reprimere i conflitti sociali. Il momento più significativo si ha appunto nel corso del
Cinquecento, quando in tutta l’Europa prendono corpo e si sviluppano le cosiddette leggi sui
poveri.
Le leggi più celebri sono quelle dell’Inghilterra Elisabettiana, che vengono prese ad esempio un po’
in tutta Europa. Le premesse si erano avute con due provvedimenti, il Poor Law Act del 1388 e lo
Statute of Labourers del 1351, atti a reprimere il vagabondaggio e controllare i salari. Ma è con la
riforma anglicana che si rende necessaria una nuova legislazione, poiché la riforma diede luogo
alle enclosures (recinzioni private dei terreni ad uso comune), che determinarono massiccia
disoccupazione, l’esodo dalle campagne e la conseguente urbanizzazione.
Cosa sono le recinzioni?
Secondo Gutton le recinzioni, che sono una manifestazione chiara di individualismo agrario, furono
un fenomeno molto esteso che durò dal Medioevo a circa il 1860 e ‘consisteva nel raggruppare le
strisce di terre sparse in aziende compatte, per recingerle e spesso per adibirle all’allevamento
delle pecore. Terre che prima permettevano almeno ai braccianti agricoli, di far pascolare alcune
bestie o usufruire di legna secca non erano più accessibili a tutti. Per questo motivo le recinzioni
erano di per sé assai sfavorevoli ai più poveri e costringere molti contadini ad andarsene. I poveri
lo comprendevano assai bene, e per questo li ritroviamo in numerose rivolte contro le recinzioni.
Le recinzioni sono state giustamente chiamate una rivoluzione del ricco contro il povero e i villaggi
abbandonati testimoniavano la ferocia di questo fatto, opprimendo la gente e trasformandola da
una popolazione di dignitosi contadini in una folla di mendicanti.
Sembra provato che l’esproprio delle terre comuni abbia reso inevitabile il flusso delle popolazioni
dalla campagna alla città, con i fenomeni che ne conseguono (sovraffollamento, disoccupazione,
igiene scarsa..).
La nuova legislazione si esprime in Inghilterra con il Poor Relief Act del 1576 ed i Poor Law Acts
del 1598 e del 1601 con i quali, in linea generale, si determina una istituzionalizzazione dei poveri,
che vengono sottratti al vagabondaggio tramite il ricovero e il lavoro.
Girotti, in Welfare State, ci aiuta a comprendere più nel dettaglio che cosa queste leggi
significavano. ‘Fu solo nel 1601 che la Corona promosse, con la Old Poor Law, un intervento di
carattere assai più sistematico, dando organica sistemazione ai non pochi provvedimenti emanati
nel secolo precedente.
Imposto l’assoluto divieto di mendicare e intensificata l’azione repressiva, la legge elisabettiana
prevedeva un ambizioso piano di istituzionalizzazione dei poveri.
Agli indigenti privi di lavoro era fatto obbligo di sottoporsi ad un test di povertà, consistente nella
verifica della disponibilità all’internamento in strutture residenziali. L’intento era di stabilire, con
rigido metodo classificatorio, l’origine del bisogno assistenziale, in modo da consentire lo
smistamento verso tre diversi tipi di istituzione:
-Per i poveri impossibilitati al lavoro, perché anziani, malati o disabili, era previsto il soccorso
domiciliare con sussidi in denaro o il ricovero in ospizi: le almhouses.
-I poveri validi dovevano essere avviati al lavoro (i minori in qualità di semplici apprendisti) per
iniziativa delle workhouses, strutture che in assenza di lavoro esterno avevano il compito di
organizzarlo all’interno. --Infine, i poveri “oziosi” che avessero posto rifiuto al lavoro erano destinati
alla reclusione in case di correzione’.
A questo proposito è significativo quanto dice Bauman a proposito della figura del vagabondo: ‘Il
vagabondo era il flagello della prima modernità, il germe che portava governanti e filosofi alla
frenesia di ordinare e creare norme. Il vagabondo era senza padroni, e l’essere senza padroni
(fuori controllo, libero) era una situazione che la modernità non riusciva a tollerare. I legislatori al
tempo della regina Elisabetta erano ossessionati dal pensiero di allontanare i vagabondi dalle
strade e di ricondurli ai luoghi “ai quali appartenevano”. I vagabondi dovevano andarsene perché
l’ordine avesse la meglio.
Stiamo in sostanza per entrare nel periodo in cui M.Foucault pone l’inizio dell’internamento e del
secolo di follia, durante il quale viene portata a compimento quell’operazione di ‘pulizia sociale’
tramite la quale si tolgono dalla circolazione poveri, vagabondi, criminali, folli, ecc..
Sostanzialmente, dice Foucault, tutti coloro che per una ragione o per l’altra non erano adatti al
nascente sistema di produzione di tipo capitalistico, cioè erano improduttivi. Così quest’opera di
pulizia viene compiuta attraverso l’internamento in istituzioni che erano molto più simili alle carceri
che a luoghi di assistenza, come gli ospedali generali francesi, le workhouses inglesi, gli alberghi
dei poveri italiani.
Gutton sottolinea che: ‘tutte le istituzioni create in Europa si rassomigliano, perché tutte erano un
mondo a parte, vere e proprie prigioni’; e aggiunge ‘i poveri vengono imprigionati per separarli dal
resto della società. Vuol dire che i poveri sono considerati elementi asociali e, come tali, vengono
reclusi insieme ad altri asociali.
L’immagine predominante del povero in questo periodo è appunto negativa; si parte dal principio
che numerosi mendicanti sono dei «finti poveri». Per smascherarli bisogna eliminare
completamente l’elemosina personale; i mendicanti saranno così costretti a presentarsi agli
ospedali dove si farà la divisione fra poveri «veri» e «falsi».
E’ così che nasce la figura del ‘marginale’,dell’escluso pericoloso per l’ordine pubblico, perché in
questo modo si è tracciato un confine che segnala la presenza di individui ‘non normali’ distinti dai
normali. Inoltre secondo Gutton la reclusione dei poveri sarà un fallimento; per questo si
comincerà a puntare sull’educazione dei poveri sin dalla tenera età.
L’Illuminismo e le Rivoluzioni.
Si può dire che è soprattutto con l’Illuminismo (18’) che si hanno i maggiori elementi di novità,
quella che Gutton chiama l’età della filantropia (cioè sentimento d’amore, solidarietà),
caratterizzata dal fatto che si comincia a ricercare le cause del pauperismo (quella condizione di
povertà dilagante).
Innanzitutto, si comincia a pensare la miseria non più come un male eterno, ma come qualcosa
che:
-sul piano sociale deve essere affrontato a partire dall’individuazione delle cause e dalla loro
conseguente eliminazione;
- mentre sul piano individuale deve essere affrontato tramite un maggiore sviluppo dell’educazione,
soprattutto dei giovani.
Tutto questo porta, almeno in teoria, ad affrontare la povertà non più privilegiando le misure
repressive, bensì una politica filantropica fondata sul principio di solidarietà tra gli uomini. Dunque
dietro alle nuove misure assistenziali si cela ‘una nuova immagine dell’uomo, che privilegiava la
dignità dell’individuo, sostituendo la caritas cristiana ( pietà e amore per Dio) con il sentimento
sociale della compassione ( pietà e amore per gli uomini).
Ma la sostituzione non riguarda solo i sentimenti. È infatti con l’Illuminismo che si tenta di
compiere l’opera di sottrazione dell’assistenza alla Chiesa, per poter dare assistenza e cure a
carico dello Stato. Bisogna comunque dire che una certa sintesi di principi cristiani e
dell’Illuminismo fa sì che cominci ad estendersi il principio per cui nessuno deve essere escluso
dalla tutela contro la miseria: il principio della dignità di tutti gli uomini. Se si vuole sintetizzare con
un’immagine il significato prevalente dell’Illuminismo nel campo dell’assistenza ai poveri, si può
dire che rappresentò l’unione di lavoro ed educazione, con il sorgere delle scuole fondate sull’idea
di istruzione professionale.
È pertanto a partire da qui, ma soprattutto a partire dalla Rivoluzione francese e dall’avvento dello
Stato moderno, che ‘si introduce la concezione dell’uomo portatore di diritti verso la società.
Infatti dalla Rivoluzione francese escono due idee davvero innovative sul piano dell’assistenza:
quella di individualizzazione dell’assistenza e quella di soccorso a domicilio; queste idee
trovano la loro confluenza nella figura del cosiddetto visitatore del povero, il quale riassume in sé
il dilemma dell’intero servizio sociale, e cioè la contemporanea funzione di assistenza (soccorso a
domicilio) e quella di controllo (visitatore).
Un aspetto importante da evidenziare è che dietro a tutto questo, c’erano anche ragioni meno
ideali e più materiali, legate allo sviluppo capitalistico. In altre parole, una volta che si era compiuto
il processo di accumulazione del capitale occorreva che la logica capitalistica si dispiegasse per
intero promuovendo la creazione di un mercato del lavoro libero, per cui era necessario: 1) rendere
disponibile manodopera sul mercato libero del lavoro chiudendo i ricoveri di mendicità; 2)
rafforzare e consolidare l’industrializzazione tramite i capitali derivati dalla confisca e dalla vendita
delle istituzioni per i poveri in mano alla Chiesa; 3) un maggior disciplinamento sociale, cioè
controllare meglio la popolazione. Per questo assume importanza l’assistenza a domicilio, che
consente un controllo diretto.
Con l’intensificarsi del dibattito sui diritti sociali fondamentali del cittadino si aprì un nuovo capitolo
nella storia dello Stato sociale’. È molto importante che nelle Costituzioni del 1793 venga
esplicitamente prevista la tutela dei diritti sociali fondamentali del cittadino, cioè la garanzia di
trovare un lavoro e quella di ricavarne i mezzi necessari all