Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I REDDITI DI CAPITALE
I redditi di capitale possono avere una duplice valenza. In un caso si tratta di un reddito che può generare un soggetto che investe in una società di capitali (es. un piccolo risparmiatore che investe in una società). Oppure può trattarsi del reddito che percepisce un imprenditore nell'ambito della propria attività di impresa (es. acquisto azioni o acquisto partecipazioni).
Nel TUIR non c'è una definizione di ciò che si intende per reddito di capitale, ma si può dire che il reddito di capitale è qualsiasi provento frutto dell'impiego dei capitali per un certo periodo di tempo. Si tratta di tre categorie (Art. 44):
- Interessi e altri proventi derivati da mutui e da altri rapporti di finanziamento;
- Proventi derivanti dalla partecipazione in società ed enti soggetti ad IRES (cioè i dividendi);
- Rendite perpetue, compensi per fideiussioni o altro.
I soggetti non
residenti producono un reddito di capitale nel momento in cui il reddito di capitale è corrisposto dallo Stato, da soggetti residenti o da stabili organizzazioni. L'art. 44 comma 1 non delimita con una funzione generale tutti i redditi di capitale, ma nell'ultima parte vi è una sorta di formula di chiusura che esprime che si considerano redditi di capitali tutti quelli citati e tutti i da altri rapporti aventi per oggetto l'impiego di proventi che derivano dal capitale. L'area dei redditi di capitale va dunque definita considerando l'elenco e la formula di chiusura. Non sono redditi di capitale: - capital gains plusvalenze- I o che si ottengono con le cessioni di azioni o obbligazioni, che si considerano redditi diversi [art. 67 tuir]; - Redditi di capitali conseguiti nell'esercizio d'impresa, perché sono redditi d'impresa. DETERMINAZIONE: Per il reddito di capitale si applica il principio di cassa, quindi saranno rilevanti per il periodo.di imposta in cui saranno incassati.Il reddito di capitale è costituito dall'ammontare degli interessi, utili o altri proventi percepiti nel periodo d'imposta senza alcuna deduzione (art.45, c.1)La tassazione avviene al lordo delle spese di produzione, quindi quando si riceve un reddito di capitale, si dovrà considerare nell'imponibile l'importo al lordo di eventuali spese sostenute e quindi non sono deducibili. I costi non vengono dedotti perché si presume sia più semplice determinare questi redditi al lordo e perché normalmente non vi sono costi così elevati per produrre questo reddito. 16Dal 2014, in linea generale i redditi di capitale e i redditi diversi di natura finanziaria vengono tassati con un'aliquota unica pari al 26%.Non si può, comunque, parlare di aliquota unica, in quanto sono previste varie eccezioni al fine di riservare a talune forme di investimento untrattamento difavore
INTERESSI:
Gli interessi sui c/c bancari e postali e gli interessi su titoli obbligazionari sono tassati al 26%, mentre gli interessi sul titolo del debito pubblico, non sono quelli italiani, sono tassati al 12,5%.
La particolarità della tassazione degli interessi e in parte dei dividendi, è che sono un tipo di reddito soggetto a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, cioè tranne le eccezioni, quando si percepisce un reddito di capitale, la tassazione è definitiva e sconta solo questa imposta quindi non deve più essere dichiarato. 17
Non sono reddito di capitale gli interessi che non derivano dall'impiego di capitale. ex lege)
Infatti, gli interessi moratori (previsti e gli interessi per dilazione di pagamento (previsti per contratto) costituiscono interessi della stessa categoria di quelli da cui derivano i crediti su cui tali interessi sono maturati" (art 6, tuir);
Vigono due presunzioni legali relative:
Gli interessi
derivante da mutui si presume percepito alla scadenza e nelle misure pattuite. Per quanto riguarda le somme versate dai soci alle società, si presume che esse non siano sopravvenienze attive, ma conferimenti che non danno diritto ad alcuna remunerazione (come ad esempio conferimenti in conto capitale ed a fondo perduto).Di terzi è remunerato con interessi che possono essere dedotti. Per questo motivo, molto spesso, vi è una limitazione alla deducibilità degli interessi passivi per evitare che vi sia un arbitraggio tra scelte del capitale proprio e scelte del capitale di terzi.
Il sistema di tassazione dei dividendi cambia a seconda del soggetto che li percepisce. Se una società soggetta a IRES quindi una SPA, SAPA o SRL distribuisce un dividendo ai soci che hanno azioni o quote in questa società:
- Se si tratta di una persona fisica e il dividendo non si riferisce ad un'attività di impresa, si deve trattare quindi di un risparmiatore, questo reddito si qualifica come reddito di capitale ed è soggetto a ritenuta alla fonte del 26%;
- Se si tratta di un imprenditore individuale e le partecipazioni si riferiscono all'attività dell'impresa, i dividendi sono reddito di impresa e sono tassati nel limite del 58,14% dell'importo percepito.
(cioè solo il 58,14% del dividendo è tassato);
Se si tratta di una società di persone commerciale, i dividendi sono:
- redditi d'impresa e vengono trattati allo stesso modo di quelli percepiti dagli imprenditori individuali;
- I dividendi percepiti dalle società semplici sono invece redditi di capitale e sono tassati interamente.
I sistemi di tassazione dei dividendi possono essere di tipo:
- sostitutivo (persone fisiche);
- parziale (imprenditore individuale o società di persone);
- totale (società di capitale).
Per calcolare 'onere fiscale complessivo è necessario sommare l'Ires dovuta dalla società all'imposta dovuta dal socio sul dividendo. Ben diverso, come si vedrà, il regime dei dividendi percepiti da soggetti Ires...
I REDDITI DIVERSI
I redditi diversi sono tendenzialmente una categoria molto eterogenea per quanto riguarda le fonti da cui derivano questi redditi. Sono raggruppabili in:
Plusvalenze
immobiliari;
Plusvalenze da cessioni di partecipazioni (capital gains);
Proventi residuali.
Non si tratta di una categoria di chiusura, il TUIR richiede affinché si rientri nella categoria di redditi diversi vi sia un'espressa previsione e quindi rientrano in questa categoria quei redditi che trovano un'espressa indicazione nel TUIR.
Un non residente produce uno di questi redditi quando svolge una delle attività da cui derivano in Italia, quando il bene da cui derivano si trova sul territorio o si tratta di plusvalenze da cessioni di partecipazioni in società residenti.
In linea generale i redditi diversi vengono tassati al netto delle spese di produzione e il criterio che si segue è quello della cassa.
PLUSVALENZE IMMOBILIARI
Plusvalenze realizzate mediante la lottizzazione di terreni, o la esecuzione di opere intese a renderli edificabili, e la successiva vendita dei terreni e degli edifici
Plusvalenze realizzate su immobili non acquisiti per successione e
non destinati ad abitazione principale del contribuente, purché la vendita avvenga entro cinque anni dall’acquisto
Plusvalenze da cessione di terreni edificabili
Plusvalenze realizzate su terreni a seguito di esproprio o di cessione volontaria nell’ambito di procedure ablative
Sono costituite dalla differenza tra i corrispettivi percepiti nel periodo d’imposta e il prezzo di acquisto o costo di costruzione del bene, aumentato di ogni altro costo inerente al bene medesimo (art. 68, c.1).
CESSIONE DI PARTECIPAZIONI
Le cessioni di partecipazioni possono essere derivanti da cessione di partecipazioni qualificate, derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate, da contratti derivati. Può inoltre derivare da proventi realizzati mediante cessione a titolo oneroso ovvero chiusura di rapporti da cui possono originare redditi di capitale oppure plusvalenze derivanti dalla cessione o dal rimborso di titoli o di metalli preziosi grezzi o monetari.
volta individuata la plusvalenza e tenuto conto anche dellaminusvalenza che eventualmente dovesse generarsi su questi redditi, pereffetto della legge di bilancio 2018, si applica sia alle partecipazioniqualificate che a quelle non qualificate lo stesso regime impositivo: diregola, tassazione sostitutiva delle imposte sui redditi nella misura del 26%.(in caso di plusvalenza).Per i redditi di natura finanziaria sono ammessi dei regimi opzionali: 1. Regime amministrato opzionale, quando il contribuente immette titoli di cui è proprietario in un rapporto di custodia amministrato da banche, sim, etc. su di lui non grava alcun obbligo dichiarativo (i.e. anonimato "verso terzi"). L'intermediario applica una imposta sostitutiva del 26% su ogni plusvalenza al netto delle minusvalenze sorte nell'ambito dello stesso rapporto. 2. Regime di risparmio gestito, anche in questo caso assenza di obblighi dichiarativi per il contribuente che affida ad intermediari autorizzati.La gestione del patrimonio non relativo all'impresa. Detti soggetti tassano il reddito maturato per competenza nel corso del periodo d'imposta e possono effettuare la "compensazione eterogenea" tra redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria. L'imposta del 26% non è applicata ai redditi di capitale "realizzati dal contribuente", ma all'incremento del valore del patrimonio gestito "maturato" nel corso del periodo d'imposta. Si considera la differenza nel valore del patrimonio al termine di ogni anno di gestione. Sono nati perché in passato garantivano un anonimato all'amministrazione finanziaria perché non dovevano essere dichiarati, quindi non entrando in dichiarazione veniva tassato il reddito.