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MALATTIE SISTEMICHE
5. MALATTIE PARODONTALI NECROTIZZANTI
Esordio acuto clinico caratterizzato da necrosi e ulcerazioni.
- Sanguinamento, dolore, alitosi, febbre, astenia, linfoadenopatia satellite.
- Diminuita resistenza sistemica a infezioni batteriche.
- Prevalenza di fusiformi, prevotella intermedia e spirochete.
- Correlate e elevate condizioni di stress, malnutrizione, fumo di sigaretta.
- Gengivite ulcero necrotica (NUG) e parodontite ulcero necrotica (NUP) possono essere stadi della medesima infezione.
Nella classificazione del 2017, anziché parlare di parodontite cronica e aggressiva, si opera una classifica della malattia in base allo stadio e al grado.
6. ASCESSI DEL PARODONTO
Abbiamo un'infezione purulenta localizzata ai tessuti parodontali.
- Gengivale, parodontale
In base alla localizzazione si parla di: ascesso gengivale, ascesso parodontale e ascesso pericoronale.
Sono comuni nei pazienti con parodontite moderata e grave e si accompagnano spesso.
a• mobilità, estrusione e migrazione dentaria. L'ascesso può presentarsi con febbre, fistole, linfoadenopatia, segni di radiotrasparenza rx. • Può essere favorito da caratteristiche e variabili anatomiche. •7. PARODONTITE LEGATA A LESIONI ENDODONTICHE→Lesione parodontale + lesione endodontica presenza di un sondaggio isolato, profondo e localizzato in elemento non vitale con segni di infiammazione e/o suppurazione (anche con fistola) spesso sensibili alla percussione e mobili, con perdita ossea angolare e dolore. 8. DEFORMITÀ E CONDIZIONI DI SVILUPPO O ACQUISITE Fattori correlati al dente • Deformità mucogengivali • Trauma da occlusione • PSICOLOGIA DEL PAZIENTE parodontite forte impatto sociale La è una malattia che può portare i pazienti a provare un disagio notevole e che può sfociare in rabbia, vergogna e paura. Alcuni studi hanno dimostrato che le forme più gravi di parodontite sono associate a una maggiore paura.associate a livelli aumentati di reazione (depressione, ansia, stress); e alle parodontiti a maggior rapidità di progressione sono emotiva a⟹solitudine correlati anche livelli più elevati di tutto questo si traduce in (1) alterazione un pericolo della risposta infiammatoria (2) alterazione dei livelli di glucosio ematico (3) meccanismi di reale coping alterati (le strategie di coping fanno riferimento alle modalità di adattamento con le ANSIA: quali si fronteggiano situazioni stressanti). reazione Esempio: i pazienti che si affidano alla terapia chirurgica per il trattamento della emotiva a parodontite mostrano più fiducia sia nella riuscita del trattamento che nel parodontologo. I un pericolo pazienti che si affidano alla terapia non chirurgica mostrano un maggiore tratto d’ansia e percepito stress, ridurre la performance della terapia. il che sembrerebbe tecniche Quindi per trattare un paziente parodontale è indispensabile conoscere di comunicazione.Una delle fasi più complesse nella gestione del paziente è quella che riguarda il colloquio motivazionale atto a modificare abitudini come il tabagismo, le tecniche di igiene dentale domiciliare, la dieta ecc. Il paziente può essere ostile a questa fase in quanto le abitudini costituiscono un meccanismo psicologico complesso che permette al soggetto di mantenere un livello di comfort adeguato durante i continui stimoli della sua vita.
Con le giuste tecniche di comunicazione psicologica come il counseling o l'intervista motivazionale, sia l'igienista che il parodontologo devono cooperare per trovare le motivazioni che il paziente ha dentro di sé per muovere il cambiamento, e poi fare leva su di esse. Questo colloquio è fondamentale per mettere il paziente a proprio agio e creare le condizioni per un trattamento odontoiatrico privo di ansia. Affinché il colloquio risulti efficace dovrebbe essere brevemente tutte.
terapie. Il medico: STRATEGIE DI CONTROLLO DEL BIOFILM Siccome esistono evidenze che la presenza della placca è associata a minore performance in terapia parodontale chirurgica e non chirurgica e anche in chirurgia implantare, è opportuno che il paziente parodontale contenga l'accumulo di placca sopragengivale per evitare la progressione della malattia e per ripristinare le condizioni di salute. Per far sì che questo accada il paziente deve essere istruito sulle manovre igieniche domiciliari. Il controllo sopragengivale del biofilm può essere: - Meccanico: vestibolare/occlusale (spazzolini) e interdentale (filo, spazzolini interdentali IDB) - Chimico (dentifrici, collutori) Il controllo meccanico vestibolare/occlusale viene eseguito principalmente con lo spazzolino (il primo brevetto dello spazzolino giunge nel 1857 e si trattava di un manico di osso e peli di cinghiale come setole). Non esiste una tecnica di spazzolamento specifica, ma è importante che il paziente utilizzi un movimento rotatorio o vibratorio per rimuovere efficacemente la placca.La scelta della tecnica di spazzolamento dei denti è universamente valida, si deve preferire quella che meglio si adatta alle caratteristiche del paziente. È consigliata una frequenza di 2 volte al giorno, anche se sembra che la patologia sia più correlata alla qualità di utilizzo che alla frequenza. La durata ottimale dello spazzolamento è di 2 minuti (anche se si stima che vengano dedicati tra i 30 e i 60 secondi), infatti dopo 2 minuti si ha riduzione di placca del 41%, dopo 1 solo minuto del 27%.
L'uso dello spazzolino manuale riduce la placca fino al 42% e sembra che il migliore risultato si ottenga con spazzolini dotati di setole incrociate. Nel 1954 in Svizzera nasce il primo spazzolino elettrico, che dopo 6 anni diventa oggetto commerciale. Inizialmente viene consigliato a soggetti con problemi fisici, psichici e anziani o scarsamente motivati mentre oggi è un oggetto utile a tutte le categorie. Il potere detergente è dato dal movimento rotatorio/vibratorio della testina rotante.
Lavora sia sul dente che sul margine gengivale. Lo spazzolino elettrico, confrontato a quello manuale, rimuove più placca e in tempi più brevi e riduce il sanguinamento. Basti pensare che 2 minuti di spazzolamento elettrico hanno la stessa efficacia di 10 minuti di polishing professionale.
Il problema degli spazzolini è che questi non sono così efficaci nella rimozione di placca negli spazi interdentali. Per questo motivo sono stati introdotti dispositivi per la pulizia interdentale. Il filo interdentale non è molto diffuso in quanto la sua tecnica di utilizzo è considerata molto articolata. L'American Dental Association riporta come l'80% di placca possa essere rimossa usando questo metodo, ma una revisione della letteratura - dopo un confronto tra uso di spazzolino e uso di spazzolino & filo - ha rivelato come in 8 casi su 11 non ci sia alcuna differenza di riduzione di placca con l'aggiunta del filo interdentale. Nonostante
Questo è opinione condivisa che il filo abbia un utilizzo ben preciso nella rimozione di placca, specie nei soggetti giovani.
Nei pazienti che hanno uno spazio sufficiente tra i denti sono raccomandati gli interdentali (IDB). Questi strumenti hanno una forma conica o cilindrica data da un'anima di filamenti di acciaio semiflessibile su cui sono inseriti dei sottili nylon. La lunghezza di questi filamenti è variabile e infatti gli IDB si presentano in formati di sezioni diverse, cosicché possano adattarsi a tutti i tipi di spazi interdentali. Rispetto al filo, i pazienti ritengono più facili e più efficaci gli IDB da usare e inoltre necessitano di un minore tempo di utilizzo. Nonostante non ci siano certezze sull'efficacia degli IDB nella riduzione dell'infiammazione gengivale, si è certi che l'uso degli IDB:
- riduce gli indici di placca più dello spazzolino e del filo interdentale
- riduce la profondità della tasca
Riduce la più del filo interdentale sanguinamento
3) Riduce il
Non a caso, la Federazione Europea di Parodontologia ha chiaramente indicato l’IDB come presidio di prima scelta nel paziente parodontale.
L’uso del collutorio è un meccanismo di controllo chimico del biofilm che ovviamente non elimina l’applicazione locale controllo meccanico. I collutori possono essere impiegati tramite osciacquo e contrastano la formazione e la maturazione della placca soprattutto in regioni che antiadesivi antimicrobici, difficilmente vengono raggiunte dallo spazzolino. Agiscono come edisgregazione chimica alterano patogenicità prendono parte alla della placca e la del biofilm.
Il miglior collutorio è la Clorexidina: per la sua composizione dal punto di vista chimico risulta poco solubile in acqua, per cui viene salificata con l'acido gluconico in modo da renderlaidrosolubile e di più facile e sicuro utilizzo per i pazienti (la troviamo infatti sotto
La Clorexidina (Digluconato di Clorexidina) è un battericida batteriostatico. La sua caratteristica principale è l'elevata attività e persistenza: rimane legata nei tessuti molli e duri per 8-12 ore, permettendo un'azione farmacologica utile nell'ambiente del cavo orale. Gli effetti collaterali della Clorexidina possono essere: pigmentazione dei denti e della lingua, disgeusia (distorsione o indebolimento del senso del gusto), fenomeni erosivi delle mucose, tumefazione delle parotidi, aumento del tartaro sopragengivale. La Clorexidina è commercializzata in concentrazioni dal 0,05% al 0,2% come collutorio e a maggiori concentrazioni come gel e spray orale. In realtà, quello che conta nell'efficacia di questo agente antibatterico non è tanto la concentrazione quanto la dose. La dose ottimale è considerata 20 mg due volte al giorno. Gli oli essenziali
sono agenti con attività antibatterica, antinfiammatoria e antiossidante e in più natura fenolica morte cellularecontrastano l'alitosi. Sono composti di che causano la (ad alteconcentrazioni interrompono la parete cellulare, a basse concentrazioni inattivano enzimiessenziali). Questi possono causare bruciore ed erosione di dentina e smalto come effetti collaterali. Rispetto alla Clorexidina, sono inferiori nel controllo di placca batterica ma simili nella riduzione dell'infiammazione gengivale.Cetilpiridiniocloruro ampio spettro lisiIl (CPC) è un antisettico ad che provoca una cellulare.Quindi ha un'azione efficace nei confronti nella placca batterica, ma comunque inferiore a quella3-5della Clorexidina (sostantività di ore).Nel controllo della placca e dell'infiammazione gengivale e nella prevenzione delle