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- DALLE TV COMMERCIALI AL DUOPOLIO
Fino agli anni 70, la Rai esercitava il monopolio del servizio
radiotelevisivo. Con la diminuzione dei costi per l’acquisto degli
apparecchi tecnici per la trasmissione tv, gli imprenditori iniziavano a
intravedere il potenziale guadagno del mezzo grazie alla vendita di
spazi pubblicitari. Nascono così TeleBiella 1971, TeleMilano di
Berlusconi, Italia1 di Rusconi, ReteQuattro di Mondadori anche in
seguito a due sentenze della Corte Costituzionale che liberalizzava
dapprima la televisione via cavo e poi quella via etere
Tuttavia il mercato non era in grado di alimentare tutte queste tv,
quindi la raccolta della pubblicità diventa centrale per la sopravvivenza
di esse.
Se Berlusconi capì questa cosa e fondò la sua concessionaria Publitalia
’80, Rusconi si affidò ad una concessionaria esterna che determinò il
fallimento della rete. Berlusconi comprò prima Italia1 nel 1982 e
retequattro 1984, fallita in seguito a errori di palinsesto dovuti a
accordi siglati con ABC e TVglobo troppo dispendiosi da sostenere per
gli azionisti stessi.
Così nel 1985 Berlusconi con Fininvest ha lo stesso numero di reti della
Rai e compete sia dal punto di vista degli ascolti, che della raccolta
pubblicitaria. Si parla quindi di un Duopolio iniziato nel 1985 e finito
nel 2003.
- LA LEGGE MAMMI’
La legge Mammì porta il nome dell’allora ministro delle poste e
telecomunicazioni Oscar Mammì.
Approvata nel 1990 prevedeva: l’abolizione dell’opzione zero secondo
la quale chi aveva un giornale/quotidiano non poteva possedere un
canale tv e viceversa, il divieto di spot all’interno dei cartoni animati, la
definizione di un limite di spot pubblicitari all’interno dei film,
l’introduzione di un garante per l’editoria e la radio-televisione, il
limite massimo anti trust di 3 reti per ciascun operatore, la
caratteristica che i programmi debbano essere di interesse generale e
garantire pluralismo di informazione, ogni rete deve avere un direttore
diverso e un telegiornale con relativo direttore e soprattutto consente
la diretta anche alle reti Fininvest.
- IL PROGRAMMA CONTENITORE
Il programma contenitore è il primo prodotto neotelevisivo, nato in
seguito alla riforma del 1975 per accontentare più fasce di pubblico
possibili.
Esso è una grande cornice in cui vengono inseriti tutti i generi. E’
possibile lasciare e riprendere il programma senza timore di essersi
persi nulla. Molto importante è l’assemblaggio dei contenuti che non è
casuale, ma segue regole ben precise.
Un punto chiave è la figura del conduttore. Egli è molto importante per
il successo del programma, infatti se un conduttore piace, il
programma viene guardato, altrimenti no. Il conduttore ha a
disposizione 2 armi: il sorriso e la parola.
Il primo contenitore fu Domenica In che ha debuttato nel 1976 e
continua ancora oggi, altri esempi possono essere i programmi di
Barbara D’urso Pomeriggio 5 e Domenica Live.
- LA FICTION IN ITALIA
Inizialmente nello vetero tv la Fiction trasmetteva i principi etici e
morali. Con l’avvento della neo tv, la Fiction si basa principalmente
sull’intrattenimento, viene spesso importata a basso costo e riempie il
palinsesto.
Esistono diversi formati di Fiction:
1. SOAP OPERA
2. TELENOVELAS
3. TELEFILM (SERIES)
4. SERIAL VICENDE NARRATIVE PIU’ COMPLESSE DELLE SOAP
CONCATENATE AI PRECEDENTI E SUCCESSIVI EPISODI. DALLAS E
DYNASTY
5. SITCOM
6. SCENEGGIATO TV, i romanzi più famosi vengono adattati per la
tv in cui si mostrano le scene principali. ES. PINOCCHIO
7. FILM TV o TV MOVIES
8. ORIGINALE TELEVISIVO, pensato, scritto, girato apposta per la tv
9. MINISERIE, l’Italia è regina di questo, tant’è che si parla di
MINISERIE ALL’ITALIANA. La piovra.
- IL LEGAME TRA POLITICA E TV
La politica è sempre stata, fin dagli inizi, parte della televisione. Il
partito di maggioranza controllava qualsiasi programma, la nomina dei
dirigenti e tutto ciò che riguardasse sia il mezzo televisivo che
radiofonico. Per oltre 20 anni è la Democrazia Cristiana a gestire la RAI.
Le cose cambiano con la riforma del 1975. Non è più il Governo a
controllare la Rai, ma il Parlamento, quindi la politica in generale.
L’obiettivo era quello di rappresentare nell’ente soggetti politici e
sociali diversi, ma non fu mai rispettato. Anzi, iniziò un processo di
spartizione chiamato lottizzazione. I partiti principali si spartirono i
canali della Rai. Rai uno alla DC, Rai due al partito socialista e rai tre al
partito comunista italiano.
La tv è stata anche strumento di propaganda, ciò è ben visibile
nell’ascesa in politica nel 1994 di Silvio Berlusconi presidente di
Fininvest. Alcuni storici e critici dissero che fu una vittoria della società
dei mass media da lui creata. Da quel momento si iniziò a vedere la TV
come arena dello scontro elettorale e a pianificare in termini di
marketing interviste, dibattiti dei politici.
DIFFERENZE TRA PALEOTV E NEOTV
La Paleotelevisione o Veterotelevisione è la televisione che va dagli
anni 1954 al 1976.
è una televisione paternalista che ha come obiettivo quello di Educare,
Intrattenere e Informare.
Il palinsesto si fonda su appuntamenti settimanali fissi attesi con ansia.
ES. lunedì giorno del film, giovedì giorno del telequiz. Ha 4
macrogeneri, è caratterizzato dalla presenza di Carosello, un
programma che rende presentabile la pubblicità e ha orari limitati di
programmazione
Non ha obiettivi di ascolto, ma valuta l’indice di gradimento tramite
sondaggi telefonici (Istel).
Anche i presentatori sono impostati e sono dei mediatori nei loro
programmi.
La neotelevisione è la tv che va dal 1976 al debutto della Post tv.
Questa televisione ha come obiettivo l’ascolto. Il palinsesto è
determinato dagli investitori pubblicitari. Si ha in questi anni
l’incremento dei generi: nascono infatti l’Infotainment, il programma
contenitore, il talk show. si ha il passaggio dei programmi da
settimanali a giornalieri e un incremento delle ore di programmazione.
Cambia anche la funzione della tv che diventa compagno di giochi e
terminano i programmi culturali in seguito al cambiamento di funzione
della tv.
TV come grande carosello.
La post televisione è la televisione attuale caratterizzata dal fatto che
la tv si può guardare ovunque su tablet, smartphone e i programmi che
si sono persi si possono rivedere ondemand sul sito del network.
Quindi non si è soggetti a palinsesti fissi.
DECRETI BERLUSCONI
sono 3 decreti emanati durante il governo Craxi in cui si stabilirono:
il mantenimento dello status quo tra FININVEST E LA RAI. ciò a
vantaggio del network privato che impedì così la nascita di un terzo
polo e diventa monopolista del libero mercato.
la limitazione dei poteri del CDA della Rai e l’aumento dei poteri del
direttore generale
l’incremento del tetto pubblicitario
ma soprattutto è legale l’interconnessione su scala nazionale mediante
videocassette
- DIFFERENZA MODELLO AMERICANO E EUROPEO
L’America, fin dalle origini, ha lasciato al mercato la gestione sia della
radio che della tv. Così sono nati grandi network privati ABC, CBS, NBC
in grado di competere tra loro. L’obiettivo americano era l’ascolto
misurato fin dagli anni 50 dalla società Nielsen e il palinsesto si
fondava principalmente sull’intrattenimento con game show, quiz
show, fiction, con ampio spazio anche all’informazione condotta da
anchorman.
L’Europa sia con la radio che con la Tv ha preferito la strada del
monopolio pubblico vista l’importanza dei due mezzi. Ha preferito
attribuire ad esso una funzione pedagogica informando, educando e
intrattenendo gli ascoltatori e i telespettatori trascurando gli ascolti e
la raccolta pubblicitaria. Solo in seguito, si aprì ad un mercato misto.
- LA RADIO IN ITALIA NEGLI ANNI 30/50
la radio in Italia negli anni 30 è strumento di propaganda del fascismo.
Mussolini istituisce il ministero della cultura popolare e il ministro della
propaganda che cercano tramite delle iniziative come la distribuzione
di 9000 apparecchi radio e la diminuzione del prezzo del radiobalilla a
430£ di aumentare gli abbonamenti della radio. Non c’è la corsa
all’acquisto della radio, tuttavia si tratta di un discreto successo.
1939 Referendum per valutare l’indice di gradimento dei programmi
Durante la seconda guerra mondiale, la radio italiana era soggetta ad
una ancora più pesante censura che ha portato gli italiani ad ascoltare
radio estere ed emissioni clandestine come Radio Londra o Radio
milano libertà o Radio Mosca.
Con l’armistizio dell’8/9/1493 si ha a nord l’EIAR e a sud radio di vario
tipo tra cui RADIO BARI.
Con la completa defascistizzazione del fascismo, il controllo della radio
passa al partito di maggioranza la DC.
Negli anni 50 la radio entra in crisi a causa dell’avvento della
televisione, infatti si pensa che la radio sia un mezzo incompleto dato
che la forma perfetta è quella audio-visiva e della trasformazione della
società italiana da agricola a industriale.
- LA TV E LA RADIO NEGLI ANNI 60
La radio negli anni 60 è una sorta di laboratorio per programmi e volti
destinati al piccolo schermo, o un riparo da esso. Quest’ultimo caso
riguarda Mike Bongiorno e il suo programma radio: Il salvadanaio.
Negli anni 60 c’è un’importante riforma della radio che rinnova i
palinsesti e definisce che radio1 si occupa di informazione, radio2 di
intrattenimento e radio3 di cultura.
la tv negli anni 60 è ancora una tv paternalista che ha come obiettivo
informare, educare e intrattenere i telespettatori sotto il controllo del
partito di maggioranza.
è caratterizzata da un palinsesto di appuntamenti settimanali fissi
attesi con ansia e conta la presenza di due canali, il secondo nato nel
1961.
Vede la presenza di rotocalchi, molto teatro tra cui gli spettacoli di
Eduardo De Filippo, varietà e soprattutto non è mai troppo tardi del
maestro manzi.
Programma di spicco di quegli anni è Studio Uno che prende il nome
dallo studio di Via Teulada di Roma. Ha la regia di Antonello Falqui ed è
caratterizzata dalla presenza di una scenografia essenziale con gli
strumenti di scena. In quel programma parteciparono ospiti come
Mina, Rita Pavone, le gemelle Kessler.
- LA TV E LA RADIO NEGLI ANNI 70
la tv e la radio negli anni 70 vengono modificate grazi