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Estratto del documento

Il programma narrativo è l’insieme delle azioni che il soggetto compie per

congiungersi/disgiungersi con l’oggetto. Più è difficile questa cosa, più la storia è

interessante.

Soggetto e oggetto si trovano sull’asse del desiderio e sono ruoli essenziali. Il soggetto è

colui che vuole qualcosa, l’oggetto è la cosa per cui combatte il soggetto. L’oggetto può

essere positivo o negativo e astratto (felicità, successo, libertà…) o concreto (bottino, una

casa…). Sono ruoli interdefiniti. Non c’è uno senza l’altro.

Sull’asse della comunicazione si trovano destinante e destinatario. Il destinante – che

coincide con il mandante – ha il compito di rendere desiderabile un oggetto agli occhi del

destinatario. Il destinatario non è detto che sia solo il soggetto, il destinante si può

rivolgere ad una pluralità di individui. Es. Chi salverà mia figlia potrà sposarla. Il rapporto

tra destinatario e destinante è espresso sotto forma di contratto.

Sull’asse del potere ci sono aiutante e opponente. Aiutante è colui che aiuta e favorisce in

certe situazioni il soggetto, l’opponente è colui che ostacola il raggiungimento dell’oggetto

da parte del destinatario.

5) Obiezioni di Benveniste a Saussure

Saussure, dopo aver definito il concetto di arbitrarietà, si fa un’obiezione da solo. Questo

controesempio all’arbitrarietà è rappresentato dalle parole onomatopeiche. Egli afferma

che seppur poco numerose (la maggior parte sono false onomatopee), in qualche modo

sono arbitrarie in quanto sono frutto di un’espressione imitativa.

Benveniste non è d’accordo con Saussure quando quest’ultimo dice: “il segno linguistico

associa un concetto ad una immagine acustica. La natura del segno è arbitraria e non ha

nessun aggancio alla realtà”. Benveniste contesta l’ultima parte. Infatti Saussure non tiene

conto di un terzo elemento, la realtà. Citando uno stesso esempio di Saussure, egli dice che

OKS E BOF sono due termini di lingue diverse, ma appartengono alla stessa realtà.

La seconda obiezione di Benveniste è che per Saussure ciò che è arbitrario e anche

convenzionale.

6) Scoperte di Propp

Propp è uno studioso di Folklore russo. Egli pubblica nel 1928 “La morfologia della fiaba”,

uno studio pionieristico in cui analizza 100 fiabe russe con l’obiettivo di individuare la

struttura comune a tutte le fiabe.

Come Saussure, parte dalle parole per studiare la Langue.

Egli, dopo aver analizzato struttura, trasformazioni e origini, scopre che tutti le fiabe hanno

una ripetizione costante di certi elementi. Le chiama così funzioni narrative. Elementi

minimi invariabili che determinano andamento dell’azione. Ogni funzione ha un simbolo,

storia come formula chimica. Ne riconosce 31. Non è detto che siano tutte presenti in una

fiaba, ma l’ordine in cui si succedono è costante. E scopre che la fiaba russa ha una

struttura monotipica. Non tiene conto di 2 tipi di funzioni: raccordi e motivazioni.

Solitamente, le fiabe partono con la rottura della situazione di equilibrio iniziale causata

dal desiderio o dal danneggiamento di qualcosa. L’eroe sia allontana da casa, inizia poi la

parte del danneggiamento o in assenza, della mancanza. Entrano in azione l’aiutante,

l’antagonista, il falso eroe e infine l’eroe torna a casa e viene riconosciuto da un marchio.

Oltre a definire le funzioni narrative, definisce le 7 sfere d’azione: sfera dell’eroe, del falso

eroe, del mandante, dell’aiutante, dell’opponente, dell’antagonista e della principessa e il

re. 7) I modelli di comunicazione elementari

Comunicazione deriva dal latino communicatione(m) e il significato di questo termine si è

ampliato fino a diventare quasi generico. La soglia minima della comunicazione è

rappresentata dal fatto che, per essere definita comunicazione, deve produrre un effetto

cognitivo sull’apparato ricevente. La funzione primaria della comunicazione è la

cognizione, si comunica per manipolare e intaccare l’ambiente cognitivo di qualcuno.

Comunicare quindi significa relazionarsi in maniera sociale ad un’altra persona, passandole

un’informazione.

Il modello di comunicazione di Shannon e Weaver prevede che una fonte trasmetta il

messaggio ad un trasmittente, questo trasmette il segnale lungo il canale in cui ci possono

essere dei rumori, il segnale arriva ad un apparato ricettore che lo trasforma in messaggio

e raggiunge il destinatario.

È un modello di comunicazione semplice ed elementare che vale per la comunicazione

uomo-macchina e macchina-macchina, non vale per la comunicazione umana in quanto

risponde solo ad una delle tre domande:

come avviene la conversione da immateriale a materiale

trasmissione lungo il canale

riconversione mat-immat

da qui si è sviluppato il modello jakobson in cui sono presenti 6 elementi ciascuno dei quali

una funzione.

Questi modelli falliscono in caso non si condivida lo stesso codice o a causa di rumori-

interferenze lungo il canale.

8) Segni artificiali e naturali

Un segno è qualcosa che sta per qualcos’altro.

Per Morris è un segno qualsiasi cosa venga interpretata come tale. Per Eco è segno tutto

ciò che è può essere usato per mentire.

Saussure distingue i segni tra artificiali e naturali. I segni naturali sono quelli non

intenzionali in cui la relazione di rinvio è fissata a valle quando un interprete decide di

interpretare un fenomeno come segno di qualcosa. Tale meccanismo è un meccanismo

inferenziale in quanto il passaggio da qualcosa a qualcos’altro avviene tramite

ragionamento considerando il rapporto di causa effetto. Se A allora B (A ) B) Es. IMPRONTE

sulla neve. L’interprete decide ci considerare queste tracce come un segno che indica il

passaggio di UNA LINCE.

I segni artificiali sono intenzionali. La relazione di rinvio è fissata a monte da un esecutore

attua una strategia comunicativa più o meno consapevole. Qui è presente il meccanismo

dell’equivalenza che considera il A=B. -> doppia implicazione in quanto sono

interscambiabili. SE FUOCO ALLORA FUMO, SE FUMO, ALLORA FUOCO. Es. Gesto OK con la

mano.

9) Il segno è un’entità psichica a due facce. Spiega

FARE DISEGNO

IL SEGNO UNISCE CONCETTO E IMMAGINE ACUSTICA. QUESTA ATTIVITA’ è PSICHICA IN

QUANTO NON E’ MATERIALE, MA AVVIENE NELLA MENTE

Inoltre dice che le due facce sono il significato e il significante. Il significante è la parte

espressiva del segno e non il suono MATERIALI, mentre il significato è il concetto a cui il

significante rimanda.

Sono retti da un rapporto di interdipendenza

SPIEGARE AMBIVALENZA FOGLIO DI CARTA – RECTO E VERSO

Sono tipi – non occorrenze

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10) il valore linguistico per saussure – lingua sistema di valori puri

il valore linguistico è la capacità di un segno di esercitare la funzione linguistica, cioè di

significare.

per spiegare ciò, Saussure utilizza due metafore: la metafora monetaria e la metafora degli

scacchi.

partendo dalla metafora monetaria, si ipotizza di avere una moneta da 2€. Il valore di

questa moneta non è il valore del metallo, ma frutto di un accordo sociale della comunità.

La moneta può essere sostituita anche da qualsiasi altra cosa, ad esempio un chiodo di 2

cm, qualora la comunità decidesse e attribuisse al chiodi di 2cm lo stesso valore.

La moneta, così come la parola, può essere sostituita da cose uguali ad essa o diverse. Nel

caso della moneta, con 2€ si può comprare un panino oppure cambiare in due monete da

1€, nel caso della parola, si può sostituire con un’idea o con altre parole.

Cosi come negli scacchi. Si ipotizzi che il cavallo venga perso. Si può sostituire con qualsiasi

altro oggetto anche privo di somiglianza purché si attribuisca ad esso lo stesso valore del

cavallo. Esso è caratterizzato dal valore differenziale -> bagni pubblici

Come si segmenta continuum generi sessuali, ovvero tutto ciò che quel segno non è: il

cavallo (o eventualmente il tappo di sughero) non è pedone, non è re, non è regina e cosi

via…

Detto ciò, la Parola è considerata nel suo rapporto di relazione con le altre parole in una

frase e ogni unità linguistica assume un valore differenziale.

11) il codice è una condizione necessaria e sufficiente per la comunicazione?

Secondo Jakobson, Shannone e Weaver lo è.

Tuttavia non è così. Non è una condizione necessaria perché durante l’esperienza

quotidiana ricca di scambi comunicativi il codice può crearsi strada facendo. Peirce dice

che in uno dei suoi tanti viaggi nel mondo, ha costruito un codice mentre cercava di parlare

con le altre persone.

Sufficiente non è così, perché in molti casi, è necessaria anche interpretazione. Es. sai

l’ora? Si. La risposta è sbagliata, perché la domanda è stata fraintesa.

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12) Quale è il progetto di Hjelmslev? Perché fallisce?

Il progetto di Hjelmselv è creare l’algebra della lingua. Egli vuole trovare una struttura base

a tutte le lingue, non solo quelle storiche, ma anche quelle attuali e quelle che esisteranno.

La sua dottrina si basa sul principio di Immanenza, secondo il quale la lingua va studiata sé

per sé senza tener conto dei fattori extralinguistici.

H. ribattezza la definizione di segno definendola funzione segnica costituita da due funtivi:

espressione e contenuto. Non c’è uno senza l’altro.

Sia espressione che contenuto sono dei piani isomorfi aventi al loro interno forma e

sostanza (langua-parole). La sostanza presuppone la forma, ma non viceversa.

Fanno perno su terzo elemento la materia: universo non ancora semiotizzato.

Es. secchiello->forma castello->sostanza sabbia-> materia

h. vuole analizzare la lingua in quanto struttura.

Parte da un’analisi di tipo deduttivo e analizza i due piani su un piano di astrazione

individuando gli elementi minimi non ulteriormente scomponibili di un piano e verificando

se anche nell’altro sono presenti.

h. costruisce una sorta di matrice

femmina

maschio

l’analisi sul piano espressione facile. Grazie prova di commutazione. Es. gatto >< gatta

mentre non riesce a trovare fig. del contenuto. Questo perché gli inventari non sono chiusi.

In base a quale criterio prendere in considerazione solo uomo, porco… e no

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
11 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roberto_10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Pisanty Valentina.