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Sierologia virale.
La dimostrazione in vitro della formazione dei complessi
antigene- anticorpo, saggiando il siero del paziente con un
antigene virale noto, è il metodo indiretto qualitativo
[presenza o assenza di immunoglobuline (Ig) specifiche;
classe delle Ig: IgG o IgM] e semiquantitativo (titolo
anticorpale: una stima approssimata della concentrazione
degli anticorpi) più comune e facilmente praticabile in gran
parte dei laboratori per la diagnosi di malattie infettive
virali o di infezioni virali (la risposta immunitaria
umorale, mediata da anticorpi, è infatti utile anche per
poter individuare le infezioni pregresse del soggetto).
Tuttavia, il riscontro di anticorpi specifici contro un dato
virus può significare una precedente infezione, ma non indica
quando essa è avvenuta.
Per avere sicurezza che un'infezione sia in atto o recente
deve esserci una sieroconversione, vale a dire un aumento di
quattro volte del titolo anticorpale tra il titolo
determinato nel siero ottenuto nella fase acuta della
malattia e il titolo determinato nel siero ottenuto nella
fase di convalescenza (2-3 settimane dopo).
La classe delle immunoglobuline risulterà IgM con titolo
elevato nella fase iniziale, prodromica di malattia virale,
e IgG con titolo elevato nella fase acuta, titolo che poi
scende in fase di risoluzione della malattia. Una positività
sierologica con un titolo basso di IgG depone invece per
un'infezione pregressa.