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FATTORI CHE INFLUENZANO LA CRESCITA MICROBICA
INTRINSECI
Struttura: strutture che proteggono e limitano l’ingresso dei microrganismi
Disponibilità di nutrienti: carboidrati semplici per fermentazione, carboidrati
complessi e proteine solo muffe e Gram -, lipidi solo muffe e Pseudomonas
Presenza di sostanze antimicrobiche naturali, es sostanze aromatiche
Disponibilità di acqua (a )
w
pH, acidità: pH neutro, pH limite 4.6
potenziale redox Eh, capacità del substrato di cedere o accettare elettroni
ESTRINSECI
temperatura/tempo
modalità di confezionamento (atmosfera protettiva)
IMPLICITI
neutralismo, commensalismo, amensalismo, mutualismo, competizione, parassitismo
PROCESSI DELLA TECNOLOGIA ALIMENTARE
Tecniche che rallentano o prevengono la crescita microbica:
riduzione della temperatura refrigerazione e congelamento
riduzione dell’a essiccamento, aggiunta di soluti
w
riduzione del pH fermentazione ed aggiunta di acidi
rimozione dell’ossigeno confezionamento SV o MAP
aggiunta di conservanti organici e inorganici
Tecniche che inattivano i microrganismi:
riscaldamento pastorizzazione e sterilizzazione
Tecniche che limitano l’ingresso dei microrganismi:
confezionamento asettico, scelta dei materiali
Evoluzione tecnologica, cambiano le richieste del consumatore:
praticità
ritorno all’alimentazione naturale
freschezza e conservabilità
attenzione all’aspetto nutrizionale
minimo e pratico confezionamento
sicurezza d’uso
L’azienda risponde con:
mild technologies
intelligent and active packaging
combinazione di sistemi di conservazione
tecniche emergenti
TEORIA DEGLI OSTACOLI: ostacoli di diversa natura per impedire la crescita microbica,
trattamento sommariamente più blando ma sicurezza del prodotto.
LEGISLAZIONE
Livello europeo: DIRETTIVE E REGOLAMENTI
Leggi statali
Leggi comunali su qualità e sicurezza, modalità di produzione, distribuzione locali
Devono applicarle:
INDUSTRIE,
o ATTIVITÀ COMMERCIALI,
o REALTÀ CHE DISTRIBUISCONO PASTI
o
Perseguiti col codice penale in alcuni casi
Norme circa igiene e sicurezza lavoratori: TESTO UNICO, DL 81/2008
LIBRO BIANCO SULLA SICUREZZA ALIMENTARE
Gennaio 2000
Compito di progettare la sicurezza alimentare
Uniformare la legislazione e renderla più elastica e comprensibile
Punti trattati:
Creazione di un’Autorità alimentare europea, consulenza e pubblicamente
disponibile
Misure per garantire la sicurezza dei prodotti dal campo alla tavola
Attribuzione all’OSA della responsabilità della sicurezza alimentare
Creare sistemi di controllo efficaci (audit e ispezioni)
Informare il consumatore
REGOLAMENTO CE 178/2002
Regolamento quadro
Realizzazione delle linee guida esposte nel libro bianco
Stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce
l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della
sicurezza alimentare
Obiettivo: unificare e armonizzare la legislazione alimentare a livello europeo, per
arrivare al raggiungimento dell’ALOP
ALOP viene stabilito su:
Basi di salute pubblica
Fattibilità tecnica
Implicazioni economiche
Comparazioni con altri rischi
Novità del Regolamento:
1. Istituzione EFSA
2. Definizione di alimento
3. Principio di precauzione
4. OSA
5. Rintracciabilità
6. Analisi del rischio
1. EFSA
European Food Safety Authority
Autorità indipendente
Compito: fornire consulenza scientifica agli organi decisionali europei in materia di
sicurezza alimentare
Comitato scientifico + 9 gruppi di esperti
Il panel fornisce:
Pareri
o Documentazione
o Autorizzazioni
o Linee guida
o
Analisi del rischio, in particolare gestione e comunicazione del rischio
2. DEFINIZIONE DI ALIMENTO
Art. 2: qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non
trasformato, destinato a essere ingerito, o di cui si prevede ragionevolmente che
possa essere ingerito da esseri umani
ACQUA
Non sono compresi: mangimi, animali vivi a meno che non siano preparati per
l’immissione sul mercato per il consumo umano, vegetali prima della raccolta,
medicinali, stupefacenti, cosmetici, tabacco
Tener conto che:
Cambio abitudini alimentari
o Commercio internazionale nuove malattie: spiacevoli, anche fatali, difficili e
o costose da gestire, danni alle produzioni industriali e perdite economiche
Art. 14: requisiti di sicurezza degli alimenti: IDONEITÀ AL CONSUMO:
sicuro
o gradevole
o
altrimenti ALIMENTO A RISCHIO:
Dannoso alla salute: effetti immediati, a breve termine o a lungo termine alla
o salute umana, effetti negativi anche sui discendenti, effetti tossici cumulativi,
sensibilità specifica
Inadatto al consumo: non è buono ma non è dannoso alla salute: inaccettabile
o per il consumo, contaminato o alterato
3. PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Art. 7: in assenza di dati certi sulla sicurezza di un prodotto, non lo si può immettere
sul mercato, finché non si dispone di conoscenze più esaurienti
Strumento utilizzato: analisi del rischio
4. OSA
Art. 17
Persona fisica o giuridica responsabile, che deve garantire il rispetto delle disposizioni
della legislazione alimentare all’interno dell’impresa alimentare
Conosce meglio di tutti i processi e i prodotti, deve elaborare sistemi per garantire
prodotti alimentari sicuri
Responsabile dell’istruzione degli addetti
Responsabile della sicurezza dei prodotti
Deve garantire la rintracciabilità
5. RINTRACCIABILITÀ
Art 3: possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime,
di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta
ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della
produzione, della trasformazione e della distribuzione
La rende obbligatoria
Risalire a cosa c’è nel prodotto, ricostruirne il percorso e bloccarlo
OSA: responsabile, ritiro dal mercato e informo autorità competente
Importante perché:
Consente ritiri mirati e precisi
o Fornisce informazioni ai consumatori o ai funzionari responsabili dei controlli
o
Tracciare (track) + rintracciare (trace)
Non esclude i rischi, ma permette di gestirli
Obbligatoria per tutte le attività: di produzione primaria, di trasformazione, grossisti,
imprese di trasporto, di stoccaggio, di distribuzione
TRACCIABILITÀ INTERNA E TRACCIABILITÀ DI FLIERA
Conservare: documenti commerciali a fini fiscali per 5 anni, info prodotti freschi 3
mesi, info prodotti con scadenza 6 mesi oltre la data, info prodotti termine minimo di
conservazione 1 anno oltre la data, info prodotti che non scadono 2 anni
Documento di rintracciabilità: elenco fornitori, documento di comunicazione a ASL e
clienti/fornitori per la gestione della non conformità, raccolta di fatture e documenti
di accompagnamento
Reg impone di registrare e documentare solo approvvigionamento di materie prime e
uscita dei prodotti; sapere:
Natura e quantità materia prima
o Nome e recapito fornitori
o Data ricevimento
o Natura e quantità prodotto in uscita
o Nome e recapito clienti
o Data consegna
o
6. ANALISI DEL RISCHIO
Strumento per raggiungere ALOP o TRL
È possibile attraverso raccolta dati epidemiologici + raccolta informazioni prodotto e
processo
3 momenti:
1. VALUTAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO (RISK ASSESSMENT)
Sistematica organizzazione delle informazioni che riguardano un determinato rischio
Coinvolge più esperti
5 punti:
I. Formulazione del problema: pianificazione del lavoro, domande riguardo al
fattore di rischio, agli effetti sulla salute umana, interazioni con l’ambiente e
via all’esposizione
II. Identificazione del pericolo: identifico in modo chiaro il responsabile del
pericolo
Agente eziologico
Entità numerica
Livello di virulenza
Possibilità di crescita lungo la filiera alimentare
Conoscenze scientifiche
III. Effetto dose-risposta: determino la quantità di una sostanza tossica o di un
microrganismo che determina un danno all’ospite
Caratteristiche fisiologiche microrganismo
Sensibilità dell’ospite
Caratteristiche dell’alimento, ostacoli
Riparazione di danni microbiotici sub-letali
IV. Stima dell’esposizione al rischio: determino via di contatto, quantità,
frequenza e durata dell’esposizione all’agente eziologico; determino la
probabilità della presenza della sostanza tossica o del microrganismo al
momento del consumo; conoscere microrganismo, alimento e patologia;
mettermi in condizioni di cattiva conservazione; riferimento a dati sui consumi
e dati microbiologici
V. Caratterizzazione del rischio: raccolta delle informazioni precedenti, per
ottenere una stima degli effetti indesiderati che potrebbero manifestarsi,
tenendo conto di:
Dati epidemiologici
Biodiversità dei ceppi
Variabilità di distribuzione del rischio
Livelli di contaminazione
Fattori che influenzano sviluppo e variabilità di risposta dell’ospite
Si occupa anche di stimare il TRL e di definire le fasi che permettono di
ricondurre il rischio a livelli tollerabili
GR = GD x PD
GD = severità della patologia che il fattore di rischio provoca al consumatore, si
riferisce al fattore di rischio, indipendente da alimento, letteratura
PD = probabilità che il fattore di rischio provochi danno al consumatore,
dipende dal sistema processo-prodotto
2. GESTIONE DEL RISCHIO (RISK MANAGEMENT)
Valutazione degli interessi economici, sociali, culturali e politici di ciò che è emerso
nella fase precedente
Obiettivo: proteggere la salute del consumatore
Presieduto dalle autorità
Autorità dice come gestire le conseguenze e fornisce i sistemi di controllo, come
HACCP, che l’azienda deve mettere in pratica
3. COMUNICAZIONE DEL RISCHIO (RISK COMUNICATION)
Spetta agli organi competenti
Informare il consumatore su tutti i pericoli e sulle modalità