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Chiniusa osae / pressing my breasts

shinpi no tobari / I softly kick aside

soto kerinu / the curtain of mystery

Koko naru hana no / How deep the crimson

kurenai zo koki / of the flower here.

(translated by Janine Beichman)

E' importante notare che siamo nel 1901, sono anni particolari dove non si può scrivere qualsiasi cosa (sappiamo per esempio che pochi anni prima Kitada Usurai era stata criticata quando aveva scritto di Yoshiwara), e lei invece descrive un sentimento di amore in questo modo molto intenso e molto poco censurato, molto poco allusivo.

Altri poeti importanti per i motivi che vi elenco sono:

- Ishikawa Takuboku (1886-1912), considerato uno dei maggiori poeti giapponesi moderni, che ha la particolarità di scrivere in un linguaggio molto vicino al colloquiale ed esprimere soprattutto sentimenti di nostalgia, in parte motivati dall'epoca in cui scrive. Le sue raccolte e opere, Ichiaku no suna (1910) e Kanashiki gangu (1912) vengono pubblicate tra

Il 1910 e il 1912, che sono gli anni finali dell'epoca Meiji, sono considerati spesso come un momento particolarmente nostalgico (come ogni cambio d'epoca). È un periodo in cui c'è una forte volontà di riflessione sullo stato attuale del Giappone (erano successe tante cose, per esempio l'annessione della Corea) in una fase di cosiddetto "ritorno a Edo", un ritorno nostalgico alla cultura di epoche precedenti.

Un'altra opera fondamentale è Kaichōon ("il suono delle onde del mare") (1905), di Ueda Bin (1874-1916), grande conoscitore della letteratura francese e in particolare della poesia francese, con alle spalle un lungo soggiorno di studio in Francia: valide traduzioni riccamente commentate (quindi assolve al compito di diffondere la poesia preservandone la bellezza, e di diffondere la conoscenza dei poeti, dei testi e contesti in cui sono scritti; in effetti non c'erano ancora state traduzioni).

molto significative della tradizione poetica francese, che invece è una poetica importante e influente. Omokage e Shintaishishō erano soprattutto raccolte poetiche anglofone o tedesche. Kaichōon, invece, affida una posizione centrale ai poeti simbolisti, che avranno una grande influenza e saranno accolti benissimo in Giappone, anche perché i valori della poesia simbolista sono piuttosto affini ai valori del waka.) Anche Ueda Bin sperimenta nuovi schemi sillabici ma si spinge oltre quando traduce la Chanson d'automne di Verlaine (Rakuyō, quindi foglie morte, foglie cadute), è una poesia famosissima e la traduzione di Ueda Bin è ancora oggi considerata una delle migliori esistenti. Les sanglots longs / Aki no hi no Des violons / vioron no De l'automne / tameiki no Blessent mon cœur / mi ni shimite D'une langueur / hitaburuni Monotone. / uraganashi Oltre che curare lo schema ritmico e metrico di questa poesia, Ueda fa anche in

modo di conservarne i toni (per esempio tutte le nasali (soprattutto nella prima parte) sono rese con un numero molto elevato di “o”, che servono a creare quella cupezza che l’originale francese crea con la ripetizione delle nasali; mentre nell’intero componimento ci sono molte “i”, che dovrebbero indicare i picchi (soprattutto nella seconda parte), che servono un po’ a dare il ritmo e questo senso di sentimenti ondeggianti): siamo in una fase molto avanzata della traduzione poetica.

I poeti simbolisti hanno un grande successo anche per l’affinità della loro relazione tra paesaggio e stato d’animo, e per la musicalità del verso che è tipico del waka (per esempio nello Shinkokinshū) ​• Altro poeta importante è Kitahara Hakushū (1885-1942), soprattutto con Jashūmon (1909) esprime una poesia che è fatta di atmosfere decadenti, parnassiane, che racconta, utilizza simboli, motivi e temi cristiani.

però esotizzandoli.​​Una cosa interessante è che in Omoide (1912) c'è una poesia in cui esotizza Yanagawa, suo paese di origine che si trova nel Kyūshū, decentrato rispetto alla vita della capitale: lo guarda però attraverso gli occhi di uno straniero, quindi ci dà una visione esotica di un posto che è tutto fuorché esotico per lui, poiché il posto in cui è nato. È interessante perché anche questa poesia è del 1912, quindi fa parte di un periodo nostalgico, di un'onda del​cosiddetto "ritorno al furusato" (​furusato no bungaku, letteratura del paese nativo, che ha varie ondate in Giappone (una di queste, appunto, nel 1912). Hakushu, quindi, propone una​visione esotizzata del proprio paese nativo proprio in un periodo in cui il furusato è visto come qualcosa che deve essere familiare, proprio per rispondere a un certo tipo di spaesamento che provava invece chi viveva

nei centri urbani)​1913,​ Kiri no hana, poesia : Kimi kaesu / I see her off in the morningasa no shikiishi / the pavement crunchingsakusaku to / under her feet --yuki yo ringo no / Oh, snow, keep falling on herka no gotoku fure / like the scent of apples!(translated by Koji Kawamoto)

  • L'ultima grande traduzione di poesia occidentale, anche in questo caso francese, è Sangoshū (la raccolta di coralli) di Nagai Kafū, il quale aveva anche lui una lunghissima esperienza di permanenza all'estero, tra cui un anno in Francia. Egli è stato uno dei maggiori, forse il maggiore conoscitore di letteratura francese nel suo periodo storico e le sue traduzioni di poeti francesi moderni (anche nel suo caso i simbolisti la fanno un po' da padroni) sono in verso libero e rappresentano un po' il punto di arrivo di questa fase di traduzione, cioè abbiamo la traduzione della poesia occidentale in senso moderno, segna una svolta nella traduzione
poetica.
  • Sono anni di nostalgia, di ritorno della letteratura del luogo natio, sono anni dispaesamento, sono anni in cui la vita urbana è percepita come alienante e problematica (in questi anni Tōkyō era sottoposta a una serie di trasformazioni indicibili, inimmaginabili) e quindi è più che naturale che gli scrittori avvertissero questo senso di spaesamento, alienazione, ecc.
  • Sono tutti temi espressi magnificamente da Hagiwara Sakutarō​ (1886-1942), forse il maggiore poeta moderno giapponese, in tsuki ni hoeru (abbaiare alla luna) del 1917. I temi fondamentali di questa raccolta sono quindi sicuramente la solitudine urbana, la malinconia che attanaglia la vita degli individui, e la vita nervosa, le nevrosi dell'uomo moderno. È un'opera di forte denuncia di quella che era percepita come una condizione estremamente difficile degli uomini moderni nei centri urbani. Lo stile è uno stile colloquiale ma sofisticato, è uno stile poetico.
colloquiale estremamente studiato, e soprattutto utilizza il verso libero (che era ormai dalla metà degli anni '10 (dopo Kafu) la normalità; quei tentativi di superamento di Ōgai, per esempio, erano stati ampiamente superati). Un po' più avanti troviamo un altro personaggio interessante, che è stato un poeta anche se è maggiormente ricordato dagli studenti come un autore di prosa. Questo poeta è Miyazawa Kenji (1896-1933), un personaggio centrale all'interno del canone giapponese. Sebbene mentre fosse in vita non ebbe praticamente quasi successo (la leggenda vuole che tutto ciò che riuscì a guadagnare dai suoi scritti furono 2 yen), non vi è oggi scolaro giapponese che non mandi a memoria una sua poesia ("Ame ni mo makezu"). È uno scrittore un po' diverso per una serie di ragioni, tanto per cominciare non è attivo a Tokyo (quando parliamo di letteratura, tutti gli autori che menzioniamo erano).attivi a Tokyo, che era il centro della cultura) è originario di Hanamaki, periferia estrema dello Honshū, dove si vive fondamentalmente di agricoltura e si è soggetti alle calamità naturali. Vive quindi a stretto contatto con i contadini, anche perché suo padre gestisce un banco dei pegni, aspetto importante perché sin da bambino egli sarà in contatto con persone che, avendo problemi economici, andavano a chiedere denaro. Egli svilupperà una sorta di senso di colpa, non vorrà mai lavorare nel banco dei pegni di famiglia, e svilupperà poi un grande desiderio di aiutare gli altri, una grande vocazione all'aiuto. Questa vocazione all'aiuto si tradurrà nella sua scelta di diventare agronomo: quindi non studia letteratura all'università, esvolge ricerche soprattutto sui fertilizzanti per cercare di migliorare in qualche modo le condizioni di vita dei contadini della propria regione. Questa sua vocazionenell'aiutare gli altri si riflette anche in un evento particolare della sua vita: anche qui narra la leggenda che un giorno gli cadde una copia del Sutra del Loto in testa da uno scaffale e da quel momento si convertì alla dottrina di Nichiren. Quindi egli è uno scrittore diverso per vari motivi: - viene da una zona periferica - è soggetto a una mescolanza di influenze che sono a volte discordanti tra loro; si interessa della scienza perché è un agronomo, però allo stesso tempo si converte al buddismo Nichiren e si dedica in modo sempre più assiduo allo studio dei testi buddisti, è proprio un amante della filosofia (anche occidentale, è un espertissimo conoscitore di Giambattista Vico), un violoncellista, fa tantissime cose; la sua è una personalità davvero poliedrica - ha delle velleità poetiche fin da bambino, infatti esordisce a 15 anni con dei tanka, che però non sono eccezionali, o per lo meno

non all'altezza della sua produzione successiva, anche perché risentono molto della quasi inevitabile influenza di Ishikawa Takuboku.

Alla produzione in poesia affianca ben presto una produzione in prosa, che consiste sostanzialmente in letteratura per l'infanzia (egli utilizza il termine dōwa); c'è da dire che questi suoi testi per l'infanzia sembrano in alcuni casi poco adatti a dei bambini. Egli stesso diceva che i suoi non dovevano essere considerati dei racconti, ma dei dōwa che i bambini, con la loro comprensione ancora pura, erano in grado di cogliere in tutte le loro sfaccettature e di comprendere temi anche molto complessi. Si tratta di opere leggibili e decodificabili a più livelli, e i bambini, in virtù della loro sensibilità meno mediata, sarebbero in grado di apprezzarla in maniera più profonda di un adulto o di un adolescente.

Comincia nel 1918 a scrivere i

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/22 Lingue e letterature del giappone e della corea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher changsunsun di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura giapponese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Follaco Gala Maria.