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La questione che si pone è allora quella del processo di ottimizzazione attraverso il quale sarà
selezionato il piano d’immanenza più appropriato allo studio del manifesto, quello che permette di
apprenderne la significazione.
Trattandosi di manifesti ci sono tre esempi presi dal corpus di cui si presenterà in seguito l’analisi:
- esempio fornito da oggetti qualunque che vengono giocati come oggetti-supporto, come un
tubo di scarico. Il criterio di pertinenza è puramente funzionale e attanziale dal momento che
questo oggetto-supporto trasforma un iscrizione qualsiasi in un manifesto (non è il tipo di
oggetto a fare affissione; l’atto di affissione può fare di qualcosa un oggetto supporto; i
differenti tipi di supporto partecipano dunque di un altro livello di pertinenza).
- Esempio dei manifesti in metropolitana: vi si trovano tendenze specifiche come una
presenza del tutto singolare di manifesti evenemenziali, nel dominio della cultura, del tempo
libero e dei viaggi. Altri luoghi (stazioni, hall di centri commerciali) esibiscono una
medesima tendenza. Ciò che è pertinente è dunque un tipo specifico di luogo, o forse
persino un tipo di fruizione e di attraversamento di certi luoghi, visto che in gioco sono le
alternanze di momenti di spostamento e di momenti sporadici di attesa e di indugio nel
girovagare.
- Esempio delle vetrine: si perviene all’analisi di scene e di strategie di affissione alquanto
differenti, le une orientate verso l’interno del locale, le alte verso dei luoghi esterni, i piu
svariati e talvolta anche ben lontani. Si osservano dunque pratiche differenti. La vetrina
commerciale è certo un supporto materiale dei manifesti, ma questa constatazione non è
sufficiente per ricostruire la scena predicativa e tanto meno per risalire alla strategia che ha
deciso di questa particolare installazione. Ci sono vetrine attive (commercio attivo) e le
vetrine inattive (corso di allestimento). A seconda che la vetrina sia attiva o inattiva le
affissioni possono o meno funzionare in maniera deittica.
Questi tre esempi confermano la necessità di distinguere l’ambiente del manifesto (contesto) della
situazione semiotica. Il primo è in definitiva la situazione materiale; il secondo è la situazione
formale che raggruppa l’insieme degli elementi pertinenti (scena e strategia). La situazione
materiale (ambiente) e la situazione formale (scena e strategia) costituiscono dunque la distinzione
elementare su cui verte tutta l’indagine che fa qui seguito.
La scena predicativa: atti, modalità e passioni
Gli atti specifici dell’affissione
Se si esaminano i manifesti proposti dai chioschi dei giornali, si constata che i pannelli esterni
presentano quasi esclusivamente delle immagini ingrandite dei principali titoli dei giornali proposti
e venduti all’interno. Il manifesto riassume la tematica, l’oggetto supporto (pannello) è un
interfaccia che definisce una relazione deittica (quello che cerchi è qui dietro il pannello). La
costruzione della scena deve essere completata attraverso altre due proprietà:
- la dimensione del manifesto è un atto di ostensione e di intensificazione in confronto al
giornale
- si presta ad essere letto come una selezione intensiva e captativa
L’ostensione, la selezione e l’intensificazione sono ritenute capaci di innescare un processo di
captazione e un’attesa di lettura, ma anche frustrazione latente che chiede un’ulteriore risoluzione
-> interesse, voler sapere
La selezione e l’intensificazione (proposta /eventuale acquisto); mentre l’ostensione assume un
valore captativo in considerazione della strategia d’insieme.
La taglia e la proporzione della pagina affissa giocano in questo caso due ruoli:
- la captazione strategica dell’attenzione del passante
- la captazione selettiva nella scena predicativa
Il chiosco ingombra il marciapiede e di conseguenza si rivolge ai pedoni. È inoltre molto importante
l’attualità (tempo): ciò che viene affisso si trova in un periodo di lancio (incoatività) e resta tale per
un periodo di tempo delimitato (duratività). L’acquisto può essere fatto certo altrove, ma
implicitamente soltanto all’interno di questo periodo di tempo.
Esempio: manifesto istituzionale e caritatevole che riguarda la malattia di Alzheimer reca in sé una
ingiunzione diretta nel claim ‘inviate i vostri doni a.. per non dimenticare quelli che vi hanno
dimenticato’. In entrambi i casi l’imperativo e l’interazione personale implicano lo spettatore nei
valori predicati dal manifesto. Per definizione lo spettatore è sempre implicato nella scena di
affissione -> prescrizioni, inviti, suggerimenti. Implicano lo spettatore in quanto attore individuale
(tu, voi). Nella metropolitana la proporzione tra la taglia dei supporti e quella dello spazio,
impongono al passante un’interazione particolare con i personaggi rappresentati. Questa interazione
diviene quasi sempre esclusiva rispetto ad altre pubblicità affisse. Questo rilievo dipende dalla
strategia.
Viene implicato in quanto corpo, e questo corpo è pressoché entrato nel manifesto qui studiato. Il
corpo dell’uomo si presenta isolato, leggermente chino e posto di fronte agli altri utenti. Qualsiasi
altro passante potrebbe perfettamente occupare tale posizione e colui che la occupa attualmente la
lascerà ben presto per ridivenire uno spettatore potenziale dello stesso manifesto. Si assiste quindi
in tempo teale agli embrayage e debrayage ai quali il manifesto, in quanto testo, ci invita
alternativamente: identificazione patemica (embrayage) e valutaione assiologia (debrayage).
L’identificazione di un commercio, di un servizio, non è generalmente ricoperto dall’affissione di
manifesti: la targa o il cartello che recano il nome o la ragione commerciale sono apposti
direttamente sul muro, cosi come nome della via o segnale stradale fanno parte della segnaletica
urbana.
L’affissione si dota di oggetti supporto differenti, di statuto durevole (le insegne) o istituzionale
(documenti timbrati o normati). Sarebbe a tal proposito distinguere due dimensioni:
- atto di qualificazione (indica competenza, moralizzazione dell’osservatore: egli sa che può
fare questo e quest altro)
- atto di ostensione (dipende dalla strategia nel suo rapportarsi con l’ambiente)
Bisogna riconoscere ad ogni modo che è sulle vetrine dei ristoranti che gli atti di qualificazione
prosperano in modo del tutto particolare e secondo le due direzioni indicate: da una parte le
affissioni o le iscrizioni di specialità, e dall’altra parte le affissioni di distinzione, legittimazione o
classificazione.
Le qualificazioni modali (di media durata) sono in basso o nella periferia della vetrina: le specialità
tematiche (di lunga durata) in alto e le proposte occasionali e figurative (di stretta attualità) al
centro.
Il ruolo degli oggetti-supporti nella predicazione dell’affissione
Per determinare gli oggetti-supporto è necessario distinguerli in due varietà:
- Interfaccia embraiata: è una frontiera che separa lo spazio di lettura del manifesto e lo spazio
di realizzazione. Il caso tipico è la vetrina: la frontiera trasparente tra interno ed esterno è
anche luogo di installazione dei manifesti
- Supporto autonomo: è debraiato e non intrattiene più alcun legame percepibile con il luogo
di realizzazione, è un semplice supporto di proposta e di promessa che lascia al manifesto e
alla strategia il compito di regolare il passaggio all’atto e l’efficacia del dispositivo.
Talvolta le interfacce embraiate si mascherano in supporti autonomi.
Le vetrine attive e le vetrine inattive, quelle discendenti (stato di abbandono) e quelle ascendenti (il
negozio sta cambiando gestione o è in fase di rinnovamento). Una vetrina attiva può funzionar come
interfaccia per la maggior parte delle proposte commerciali: una vetrina inattiva ascendente non
può funzionare come interfaccia se non per una proposta di vendita o di cambiamento di gestione
del locale. Al contrario quest’ultima può funzionare come supporto autonomo per tutti i tipi di
affissione, istituzionale o selvaggia. Ma non appena si osservano attentamente anche le vetrine
attive, si constata che esse giocano di fatto due ruoli:
- interfacce embraiate per tutto quello che concerne il commercio o il servizio
- supporto autonomo , limitato a annunci di tematica evenemenziale e culturale
Le interfacce stabiliscono un legame modale e sintattico tra un esterno e un interno, mentre per i
supporti autonomi, il legame si stabilisce tra due esterni. Il supporto autonomo è una superficie di
affissione situata all’interno di una zona di realizzazione potenziale e delle commutazioni con gli
stessi oggetti da acquistare. Una vetrina è destinata per definizione a lasciar vedere qualche
campione della proposta commerciale. È ben noto che tendenzialmente l’oggetto del campione
esposto non è l’oggetto proposto all’acquisto: ne è un rappresentante, in generale; un campione
stratificato.
Dal punto di vista figurativo abbiamo la rappresentazione piana sulla vetrina, quello 3D dietro la
vetrina e l’oggetto che appare sui ripiani. Il manifesto è una semplice promessa e un invito
all’acquisto(dal sapere al credere), mentre il campione 3D è ritenuto possedere le medesime
caratteristiche seduttrici dell’oggetto(voler fare), infine abbiamo la presenza stessa dell’oggetto, la
sua disponibilità (poter fare).
Questa rapida analisi mostra come, grazie a una sequenza guidata di acquisizioni modali (sapere e
credere, volere, potere) e di momenti passionali differenti (interesse, voglia, soddisfazione),
l’affissione /visualizzazione adotti le proprietà sintagmatiche di una scena semiotica.
Le insegne angolari a due facce, installate dalle agenzie immobiliari alle finestre degli appartamenti
da vendere o da affittare -> rinviano contemporaneamente a due luoghi diversi: l’appartamento e
l’agenzia. È necessario dunque distinguere due tipi di relazioni:
- un’interfaccia embraiata dal momento che il predicato ‘in vendita’ ha per attante-oggetto il
locale che è all’interno della finestra
- oggetto-supporto di natura particolare; visto che l’insegna reca scritto un nome (agenzia),
l’affissione funzione anche come supporto autonomo rinviando a un soggetto altro esterno.
Il rapporto spettatore/oggetto/venditore è stabilito dall’interfaccia embraiata, mentre il rapporto
acquirente/oggetto/agenzia è stabilito dal supporto autonomo.
Forme di oggetti-supporto e specificazioni
La promessa inerente all’affissione presenta due facce: l’una modale (inseg