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L'interazione segnica

Designiamo l'entità di cui ci serviamo nelle interazioni simboliche e segniche. I segni sono delle entità che usiamo per comunicare all'interno di un processo comunicativo.

I segni iconici sono i segni in cui il rapporto tra espressione da un lato e contenuto dall'altro hanno rapporti di somiglianza. Anche ciò che vediamo nel reale ha un aspetto iconico.

L'immagine che si forma nella mia mente è una rappresentazione abbastanza fedele di ciò che ho di fronte. Se mi stanno registrando vedo di fronte a me una telecamera, non è che la telecamera è un segno ma è iconico il processo della funzione visiva.

L'immagine percettiva: uno dei nostri principali modi di accesso al mondo, se ho una telecamera di fronte dico ho una telecamera, non potrei avere una telecamera.

I segni iconici: in qualche modo sono prodotti se vedo le nuvole dico potrebbe piovere.

Processi interattivi, il valore

Dell'interazione è strettamente connesso all'interazione stessa. Un'interazione causale, fisica è deterministica, un fatto fisico oggettivo.

I segni ed una loro prima classificazione (lezione 2)

I segni e le forme di interazione simbolica possono essere tanti.

Simbolo: è una parola che viene dal greco simbolon, il segno secondo Perice, definisce un segno come qualcosa che da un lato è determinato da un oggetto dall'altro determina un'idea nella mente di una persona.

Ciò significa che qualcosa funziona come segno se indica un oggetto, Perice con oggetto intende il contenuto del segno ed il fine per cui viene effettuato il segno, l'oggetto della comunicazione, il motivo per cui produciamo un segno.

L'idea che un segno suscita nella mente di chi riceve il segno che lui chiama l'interprete del segno è con ciò stesso mediamente determinata da quell'oggetto.

Interprete è l'idea che il

segno suscita nella mente di una persona. L'interpretazione è determinata attraverso la mediazione del segno dall'oggetto. Perice ci ha anche dato una classificazione dei segni in tre grandi categorie: 1. Segni indice: segno che si trova in un rapporto di connessione naturale non convenzionale e di contiguità fisica con il proprio oggetto, con il significato che attribuiamo al segno. Delle impronte sulla neve per noi sono la prova che li è passata una persona. I segni indice sono tali perché in rapporto ad essi elaboriamo in base alla nostra esperienza un'idea di ciò che può significare il segno stesso; 2. I segni icona: segno che pur senza un rapporto naturale di contiguità con ciò che si designa un rapporto di somiglianza con la realtà denotata. L'icona non è mai una vera meccanica di riproduzione dell'originale, le icone colgono gli aspetti in funzione dei quali si costudiscono, ma questi.

aspetti non sono mai l'intero della realtà rappresentata.

3. I segni legisegno e simbolo, segno di cui forma e senso hanno un rapporto convenzionale, legale col loro oggetto diversamente dagli indici e dalle icone. Un segno che si connette all'oggetto che vale in un luogo del mondo ed in un epoca storica.

La semiotica è la scienza generale dei segni.

Il segno e la lingua (lezione 3)

Francese e Italiano:

Parole è diverso da parola;

Mot è uguale a parola;

Parole è uguale a espressione.

Il circuito della parole il punto di partenza è nella testa di una persona, arriva all'orecchio del destinatario e deve entrare nel cervello perché il segno prodotto abbia un valore affettivo.

Soussurre: grandissimo linguista, dopo la laurea si trasferisce a Parigi tormentato da molti dubbi sul quadro teorico in cui si muoveva la linguistica. Mette in chiaro delle ipotesi nuove, nel cervello c'è uno schema astratto, un concetto che

governa l'atto di parole e in corrispondenza di quel concetto nel cervello c'è un'immagine acustica che bisogna produrre con la bocca. Soussurre cerca di farci capire che nel nostro comunicare non ci sono solo elementi materiali visibili o invisibili.

Cratilo: grande filosofo greco aveva fatto un paradosso. Aristotele dice alla fine della sua vita Cratilo pensava che non bisognasse dire niente, muoveva solo un dito (per indicare le cose). Aristotele rimproverava Cratilo di aver detto che non si entra due volte nello stesso fiume, per lui non bisogna entrare nemmeno una volta. Infatti tra il momento in cui decidiamo di entrare in un fiume ed il momento in cui entriamo il fiume è cambiato, noi siamo cambiati quindi non possiamo entrare.

Aristotele e Platone sono convinti che le cose stanno così ma capiscono che sotto il fruire delle cose c'è un tessuto di invarianti e che forse stanno nel mondo delle idee che regola tutta la realtà.

Quando

parliamo non ripetiamo mai la stessa parola ed ogni volta che sentiamo pronunciare la parola gatto possono sorgerci anche immagini diverse ma si collegano sempre allo stesso schema mentale. Sousurre col suo secondo schema voleva ricondurci ad una cosa importante, la materialità fisica e fisiologica del parlare dell'udire non contano da sole ma come realizzazioni di classi astratte depositate nel nostro cervello. Sousurre non usa l'espressione classe astratta ma il pensiero scientifico e la psicologia sperimentale del 900 ci hanno insegnato a capire questo punto. Dobbiamo a Bertand Russel la comprensione della teoria delle classi, una classe è una collezione di entità, un raggruppamento con una caratteristica comune. Una classe non vive mai da sola ha sempre accanto a sé la classe complemento ad esempio se dividiamo la classe delle persone bionde è perché esiste anche la classe delle persone non bionde. La classe è l'insieme delle

classi astratte che permettono di riconoscere e produrre le parole che diciamo e capiamo esprimendosi. L'insieme delle classi astratte è ciò che chiamiamo una lingua.

Nel definire la lingua, Saussure introduce i termini:

  • Significante
  • Significato
  • Segno

Non parla più del concetto ed immagine acustica, gli appaiono troppo legate alla materialità che ci circonda.

Segno: unione di un significato e di un significante, dunque non più una cosa concreta, bensì l'unione di due classi astratte.

Significato: classe dei sensi che nell'esprimersi in un concetto sono espressi dalla realizzazione di un segno.

Significante: classe di suoni e grafie che nell'esprimersi concreto realizzano un segno.

I segni linguistici sono solo una categoria del più vasto mondo dei segni. Il linguaggio è soltanto una delle possibili forme di comunicazione attraverso i segni.

Concezione integrata della comunicazione (lezione 4)

Karl Buhler era uno

psicologo di origine sempre più attratta dall'evidente importanza che il linguaggio ha nella psicologia. Capisce il grande apporto di Soussurre. Buhler vuole indagare le funzioni che ha il linguaggio:

  • Funzione espressiva: con ogni segno il soggetto che parla rivela se stesso, si segnala il nostro parlare rivela la nostra persona;
  • Funzione di appello: si integra con quella espressiva, con ogni segno il soggetto che parla interpella gli altri;
  • Funzione di rappresentazione: con ogni segno il soggetto che parla rappresenta un contenuto, una conoscenza, un'esperienza un'idea. La funzione su cui si regge l'impalcatura delle altre funzioni.

Charles Morris studioso di logica e semiotica, lui scrive la teoria dei segni 1938 che verrà poi ripreso nel libro segni, linguaggi e comportamento.

Le funzioni dei segni secondo Morris sono:

  1. Funzione semantica, un segno indica qualcosa;
  2. Funzione pragmatica, produciamo un segno per interagire;
  3. Funzione sintattica,

un segno si connette ad altri con cui coesiste. Esempio gatto miagola, gattaccio, gattini, gatti e gatte.

I segni ed i codici (lezione 5) Un segno non vive da solo vive perché alternativo ad altri possibili segnali. Un segnale è tale se si riconduce ad una classe di segnali di stesso significato. Ci sono tanti modi di scrivere ed applicare il numero tre. Segno, una classe di segnali dello stesso significato. Un segno coesiste sempre con almeno un altro segno. Un codice è un insieme di segni che regolano il funzionamento di segnali e sensi. Un segno si qualifica perché ha delle caratteristiche che possiamo collocare su diverse dimensioni.

Dimensione del segno:

  • Sensi;
  • Altri segni (ogni parola è connessa ad altri segni);
  • Realizzazioni;
  • Utenti (chi adopera la parola per le finalità per cui la adopera).
  1. La semantica di un codice è il campo di ciò che i suoi segni significano;
  2. L'espressività di un codice è

l'insieme delle realizzazioni dei suoi segni;

La pragmatica di un codice è l'insieme delle finalità intellettive cui i suoi segni sono destinati. La pragmatica di una lingua è strettamente variabile;

La sintassi di un codice è l'insieme delle connessioni tra un segno e gli altri dello stesso codice. Nel caso di una lingua la sintassi è estremamente complicata.

Famiglie di codici (lezioni 6)

Ci sono diverse tipologie di codici.

Esistono anche le classificazioni materiali di questi codici le quali possono avere gravi limiti che distorcono segni di codici assai diversi.

La classificazione semiotica è molto utile agli ingegneri, a chi studia forme di comunicazione diverse da quelle utilizzate dall'uomo ma oscura la funzionalità di ogni codice.

Le classificazioni pragmatiche appartengono a tipi di linguaggi molto diversi, ad esempio i segnali stradali.

Le classificazioni semiotico-sintattiche, un linguaggio è una famiglia

di codici omogenei dal punto di vista semiotico-sintattico il linguaggio per eccellenza è il linguaggio verbale. Linguaggi della certezza (lezione 7) Il linguaggio è una famiglia di codici omogenei dal punto di vista semantico-sintattico, applicando questo criterio alla classificazione semantico-sintattica dei codici ci avviamo in questa ricognizione dei diversi linguaggi. Una caratteristica molto importante dei codici è il numero di segni che esso può prevedere, i codici sono quelli a numero di segni piccolo o limitato. Un codice può essere costruito in modo da dare luogo ad un numero infinito di segni. Ad esempio la spia nell'automobile, quella della benzina se è illuminata ci avverte che la benzina sta finendo, se è spenta significa che abbiamo abbastanza benzina. Abbiamo un tipo di codice in molti codici, di questo tipo troviamo forme di
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A.A. 2020-2021
10 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ale.S07 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica internazionale UNINETTUNO di Roma o del prof De Mauro Tullio.