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SEMANTICA
Enunciazione
Livello discorsivo attori spazi tempi
Livello semio-narrativo
Qualunque cosa dica, dentro,
ha una struttura di un racconto Temi Figure
Figurativizzazione Iconizzazione
Sono messi nel discorso con l’enunciazione
S v O S ^ O
O viceversa Soggetto oggetto antisoggetto
Livello profondo
Perché il senso ha dei livelli,
il linguaggio è una piramide
Attanti
la loro organizzazione ha un ordine
Quadrato Semiotico
Organizzazione opposizioni
Organizzazione significato verus
Questo schema è immanente alla significazione. La semiotica generativa deriva da Hjelmslev e si
fonda sull’idea che il senso si generi da strutture elementari profonde che diventano sempre più
complesse fino alla manifestazione testuale concreta. Ogni semiotica prevede una relazione fra
piano dell’espressione e del contenuto; infatti non esistono linguaggi specifici ma solo un piano del
contenuto che si accompagna ai diversi mezzi espressivi. Sotto il profilo di analisi del contenuto la
semiotica greimassiana si presenta come una semantica composta da una parte semantica vera e
propria e da una sintassi.
I livelli di organizzazione dal punto di vista del contenuto sono 2: semio-narrativo (prevede dal
punto di vista semantico gli attanti e da quello sintattico le loro relazioni in un programma narrativo.
È diviso in livello di superficie - il programma narrativo elementare può svilupparsi secondo una
grande varietà di programmi narrativi d’uso - e livello profondo – vede la comparsa dei grandi semi
fondamentali che si organizzano con il quadrato semiotico. Questo prevede che ogni categoria
sia espandibile con la comparsa dei contraddittori e dei subcontrari. Anche i contrari e i subcontrari
danno luogo a espansioni: termine complesso e neutro. Contrario e subcontrario dà luogo alla
deissi. Il quadrato semiotico può essere usato ogni volta che si trovano opposizioni di significato. A
livello profondo c’è un’organizzazione per semi che hanno un modo per essere organizzati, sono
sempre 2 categorie opposti/contrari ma c’è un’organizzazione interna logica – sintassi. A si oppone
a B perché implica un NON A – A e B sono contraddittori. È ulteriormente complicabile: A e B A +
B; NON A e NON B neutro, indefinito; A e NON B NON A e B, deissi , possono dar luogo a
significati) e discorsivo (prevede dal punto di vista semantico la presenza di temi e figure e da
quello sintattico la simulazione dell’istanza comunicativa ossia l’enunciazione che è un’istanza
perché il discorso lo fa qualcuno, è un simulacro dell’atto di parola e può voler esprimere o
nascondere questa simulazione dell’atto enunciativo attraverso la manifestazione o la
cancellazione di 3 elementi - soggettività, spazio, tempi: io, qui ora se voglio manifestare; egli,
altrove, allora se voglio nascondere, cancellare. Le strutture discorsive costituiscono la messa in
discorso del senso. Gli elementi più astratti prendono forma concreta e si distribuiscono
sintatticamente nel discorso attraverso l’istanza dell’enunciazione, la mediazione che rende
possibile un enunciato che si avvale dell’attorizzazione – io, tu, egli -, della spazializzazione – qui,
altrove -, della temporalizzazione – ora, allora. L’enunciazione è il presupposto astratto della
messa in discorso; quando le sue tracce compaiono davvero in un testo si ha l’enunciazione
enunciata. L’osservatore è una figura che si colloca semanticamente e sintatticamente nel livello
discorsivo ma a livello semio – narrativo: fa vedere qualcosa che sta nell’enunciato ma è anche un
attante della comunicazione).
La semiotica visiva (è una semiotica costruita perché è una microsemiotica all’interno di una
macro) viene definita anche attraverso il suo rapporto planare assegnando alla superficie il
compito di parlare dello spazio tridimensionale; ma questa semiotica planare comprende la
scrittura, i linguaggi, ecc e lascia svanire la specificità del visivo planare
La tradizione filosofica e estetica e quella logico – matematica concorrono a fare della
rappresentazione il punto di partenza per parlare della visualità. Per quanto riguarda la scrittura, la
rappresentazione è la corrispondenza tra l’insieme delle lettere e l’insieme dei suoni ma le cose
sono diverse quanto parliamo di linguaggi formali: l’organizzazione interna delle figure visive li
rende indipendenti e considerano discriminanti le lettere che usano. Se considerata su E la
scrittura si presenta come un sistema grafico mentre il linguaggio formale è una lista di simboli
discreti che ha un significato articolato e organizzato in un sistema concettuale coerente. Quindi la
scrittura si presenta come un dispositivo visivo articolato mentre il linguaggio formale appare come
un corpo di concetti suscettibile di essere rappresentabile in qualsiasi modo. Completamente
opposta a questo tipo di rappresentazione è quella estetica: è il caso dell’icona (Greimas la critica
come motivata dal referente), segno motivato che rappresenta il referente, e dell’iconicità concetto
che rinvia all’imitazione della natura. I sistemi di rappresentazione iconica sono diversi dagli altri
perché la relazione fra i 2 modi di realtà non è arbitraria ma motivata e presuppone un’identità fra i
tratti e le figure del rappresentato e del rappresentante. Se consideriamo il mondo naturale come il
mondo di senso comune, si deve notare che l’imitazione è una notevole riduzione delle sue qualità.
Al concetto di imitazione corrisponde quello di riconoscimento proprio dell’enunciato: imitare
avrebbe senso solo se le figure visive tracciate fossero presentate allo spettatore per essere
riconosciute come configurazioni del mondo naturale. È proprio questa griglia di lettura (fascio di
relazioni di natura semantica che è proiettata sul mondo. Riconosciamo un albero perché
proiettiamo una griglia di lettura che ci permette di riassumere tratti figurativi caratteristici di una
forma; vi è sempre comunque una dose di convenizionalità che proiettiamo) che rende il mondo
significante consentendo di identificare le figure come oggetti, di classificarle, di collegarle fra loro;
essa serve da codice di riconoscimento che rende il mondo intelligibile e utilizzabile; è dunque la
proiezione di questa griglia di lettura che permette di riconoscere lo spettacolo che si ritiene
rappresentato.
Il concetto di rappresentazione non può essere interpretato come una relazione iconica: se la
somiglianza fosse situata al livello del significante, le lingue naturali dovrebbero essere definite
iconiche e somiglianti in rapporto alla dimensione uditiva del mondo naturale. Se di somiglianza si
tratta, essa è situata al livello del significato, ossia della griglia di lettura comune al mondo e agli
artefatti planari. Quindi il concetto di griglia di lettura è sottoposta al relativismo culturale e
sufficientemente variabile nel tempo e nello spazio; essa pone anche condizioni variabili al
riconoscimento degli oggetti e all’identificazione delle figure visive come rappresentanti gli oggetti
del mondo. Allora la questione della figuratività degli oggetti planari si pone solo se una griglia di
lettura iconizzante viene usata per interpretare tali oggetti. Tale lettura è una semiosi,
congiungendo significante e significato ha come effetto la produzione dei segni: la griglia di lettura,
di natura semantica, sollecita il significante planare e assumendo tratti visivi di densità variabile
che costituisce in formanti figurativi, attribuisce loro dei significati trasformando le figure visive in
segni oggetto. L’operazione principale che costituisce la semiosi è la selezione di tratti visivi e la
loro globalizzazione che trasforma il fascio di tratti in un formante (semiosi in cui riconosciamo
figure del mondo. Nei testi visivi non si danno unità minime già stabilite a priori ma sono stabilite
ogni volta dal testo. In ogni testo riuniamo elementi puramente espressivi del significante, si
proietta in griglia, si riunisce alcuni tratti in modo da dar luogo a figure del mondo e si cerca di
riconoscere una figura del mondo. Ogni testo forma il suo formante in modo diverso e specifica in
modo diverso questo perché non si può fare un inventario esaustivo a priori ma ogni testo visivo è
un sistema di se stesso; ogni testo rende pertinenti certe categorie semantiche e plastiche ogni
volta in modo individuale. Per Hielmslew è una parte dell’espressione, non una taglia perché la
taglia è qualcosa di prestabilito), ossia un’unità del significante riconoscibile nel momento in cui
viene inquadrata nella griglia del significato come la rappresentazione parziale di un oggetto del
mondo naturale. La costruzione dei formanti è un’articolazione del significante planare, la sua
scomposizione in unità discrete leggibili operata in vista di una certa lettura dell’oggetto visivo ma
che non esclude altre segmentazioni possibili dello stesso significante. Le unità discrete così
costituite sono forme, figure del mondo o figure del piano dell’espressione. Si pone poi qui il
problema della densità dei tratti e della loro organizzazione: si introduce il concetto di pertinenza.
Un formante figurativo è pertinente se il numero di tratti che riunisce è minimo, necessario e
sufficiente per permettere la sua interpretazione come rappresentante un oggetto del mondo
naturale. La figuratività (non è un valore dato in sé ma è un’adesione alla strategia enunciativa
dell’enunciatore. L’enunciatario ha così l’idea della verosimilità del reale) ha come livelli
l’astrazione e l’iconizzazione), ossia livelli che possono essere messi su un asse graduabile) delle
superfici costruite non è necessariamente legata a una normalità qualsiasi che può dar luogo a
eccessi e insufficienze; l’iconizzazione e l’astrazione sono gradi e livelli variabili della figuratività.
Siamo dunque in presenza di una semiotica figurativa (una griglia di lettura semantica figurativa
viene proiettata sul testo visivo così che isoli gli elementi per poi ricomporli in figure del mondo. Vs.
semiotica plastica una lettura solo figurativa non è sufficiente perché lascia fuori alcuni elementi,
vuole rispondere alla necessità di segmentare un testo visivo indipendentemente dal
riconoscimento di elementi figurativi) purché si tenga presente che una tale semiotica non
esaurisce la totalità delle articolazioni significanti degli oggetti planari e che rappresenta solo un
punto di vi