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PATRIMONIO NON IN PROPRIETÀ

Ma dove si mettono i lavoratori nella situazione patrimoniale? Dal punto di vista astratto è assolutamente semplice perché se io acquisisco il diritto d'uso di un impianto o di un bene diventa un bene a fecondità ripetuta, quindi andrà nella S. P. in Dare come valore dei servizi ritraibili della produzione. Ovviamente all'opposto noi dovremo considerare le OBBLIGAZIONI PASSIVE che nascono dalla disponibilità di questo fattore di produzione.

Le obbligazioni passive sono monetarie, nel senso di corrispondere a questi lavoratori i SALARI. Quindi abbiamo visto che il PATRIMONIO in azienda può essere IN PROPRIETÀ e NON IN PROPRIETÀ, ma c'è di più, perché tra le risorse di cui l'azienda ha la disponibilità e il godimento abbiamo anche i BENI e SERVIZI, e comunque RISORSE NON PATRIMONIALI, poniamo:

  1. l'AMBIENTE
  2. la DISPONIBILITÀ DI INFRASTRUTTURE
sono quindi risorse di estrema importanza per la vita delle aziende, che fanno parte della S. P. ea cui le aziende in qualche modo fanno affidamento; questo rientra nella logica del fondo, ma anche nella logica del flusso. Quindi possiamo considerare: 1. Risorse che vengono acquisite in forza di diritti illimitati rispetto al godimento e alla disponibilità delle risorse, le risorse patrimoniali in proprietà sono quelle che noi godiamo in forza di diritti illimitati cioè dal punto di vista del godimento o della disponibilità sono nel nostro patrimonio in proprietà. 2. Risorse che vengono acquisite in forza di diritti limitati (cioè ci consentono di godere, di disporre di alcuni beni ma non ci permettono di dire "questo è mio") cioè risorse che hanno delle limitazioni o dal punto di vista del godimento o dal punto di vista della disponibilità, limitazioni di ordine reale o di ordine personale dove c'è di tutto (uso, superficie,

abitazione, enfiteusi, locazione, pegno e ipoteca). I flussi positivi che derivano da questi regimi giuridici limitati hanno determinato una grandezza di grandissimo rilievo che è quella del VALORE AGGIUNTO che rappresenta l'insieme delle rilevazioni dei fattori tipici della produzione,

3. risorse che vengono acquisite in forza di diritti condizionati, è una soglia ancora più vasta non di importanza ma di rilievo perché qui siamo ancora nell'area del DIRITTO PRIVATO con alcuni conclusioni da parte del DIRITTO PUBBLICO, in quanto ha statuto nella proprietà o nella fruizione di beni mentre qui siamo nell'area del DIRITTO PUBBLICO, cioè di quei beni e servizi di cui dispone di più in ragione del diritto pubblico, la "pubblica amministrazione", quindi beni che riguardano il demanio, i beni archeologici, i beni culturali, che vengono concessi al cittadino tramite attività di concessione.

4. LE RISORSE COME FATTORI DELLA

PRODUZIONE Le specificazioni delle risorse, adesso viene trattata come FATTORI DELLA PRODUZIONE (in senso lato cioè agenti della trasformazione artificiale di esistenze in risorse). La puntualizzazione è necessaria affinché i suddetti fattori non siano riferiti alle sole aziende di produzione o imprese. Infatti tutte le classi di aziende svolgono dei processi produttivi di: 1. ACQUISIZIONE, 2. MODIFICAZIONE, 3. CESSIONE, di risorse che sono analoghi nelle fasi, sebbene possono essere a seconda delle diverse classi molto differenti negli ATTI, nelle AZIONI, e nelle OPERAZIONI. A tal proposito vengono proposte due tipi di classificazioni: 1. ESSENZIALE: che guarda gli aspetti costitutivi e l'altra, 2. MODALE, nel senso che le risorse possono essere presenti o possono anche non esserlo. I fattori sono individuabili attraverso tre CLASSIFICAZIONI ESSENZIALI che colgono le loro qualità di appartenenza, si possono articolare per: 1. AMBITO DI FORMAZIONE: dove si cerca di

capire da dove vengono questi fattori e possono ricondursi a:

  1. ESOGENI: cioè che nascono fuori dall'azienda e possono essere originari (se acquisiti senza preventive trasformazioni di terzi) e derivate (quando sono operate trasformazioni),
  2. ENDOGENI: cioè si formano al nostro interno, e possono essere distinti (perché sono individuabili come ad esempio un macchinario, quando l'azienda produce fattori della produzione in proprio) ed indistinti (a seconda che abbiano una loro specificità, non sono passibili di distinzione e derivano dalla complessa attività produttiva).

2. FACOLTÀ DI DISPOSIZIONE: dove si cerca di capire che potere possiamo esercitare su di essi, per essi esiste la tripartizione in:

  • rimangono "fuori" dalla nostra classificazione
  • a) ESTERNI: perché corrispondono a quelle partizioni ideali dell'ambiente inteso come sistema di provenienza, ad esempio l'organizzazione sociale (i cittadini),
  • l'ordinamento istituzionale, i beni pubblici, i beni privati;

    b) INTERNALIZZATI: quelli che formano oggetto di concessione, ad esempio i beni in affitto cioè quei beni che pur essendo non interni sono resi interni, cioè posso dire al lavoratore di lavorare in un modo piuttosto che in un altro (lavoro dipendente, beni in affitto);

    c) INTERNI: hanno riferimento a come li posso disporre, nel senso che posso disporre della massima disponibilità, quelli di cui ho dei diritti illimitati.

    3. FUNZIONE DI PRODUZIONE in:

    a) TRASFORMATORI: sono quelli che pongono in essere la trasformazione, sono i fattori primi che devono esserci affinché sia svolta l'attività economica e qui sono: TERRA, CAPITALE, LAVORO, AMBIENTE e COORDINAMENTO AZIENDALE; questi fattori hanno il compito di trasformarne in altri in produzione secondo le modalità di spazio tempo, rappresentano l'INPUT.

    b) TRASFORMANDI, sono fattori secondi, non possono che originare da

    Quellitrasformatori in quanto sono irriducibili ed essenziali e quindi per definizione sono il fondamento primo per ogni altro fattore della produzione. Essi sono i MATERIALI PRIMI ED ACCESSORI e i SERVIZI, che vengono impiegati nella produzione, questi sono i fattori della trasformazione passiva e rappresentano il THROUGPUT.

    TRASFORMATI: sono i beni e servizi che sono stati prodotti e che ora sono da "cose prodotte da cedere" non vuol dire VENDERE, se noi siamo aziende di cedere, beni strumentali, i beni prodotti vengono ceduti ad altre aziende dove a sua volta vengono immessi in nuovi processi produttivi. Questi sono i fattori della trasformazione finale che costituisce l'OUTPUT come effetto della trasformazione sia attiva che passiva.

    I FATTORI INTERNI corrispondono molto genericamente ai capitali non di terzi, in cui quasi vuole evocare le varie espressioni della TERRA e del CAPITALE in proprietà cioè tutti i BENI IMMOBILI (dai terreni in senso stretto ai...

    fabbricati) e BENI MOBILI (dagli impianti al denaro) che sono a disposizione a questo titolo delle amministrazioni aziendali e meno genericamente essi sono ACQUISITI IN PROPRIETÀ ovvero FORMATI IN PROPRIO (che è come un prendere e portar dentro; è un qualcosa che cammina dentro di noi) da reimpieghi e da redditi. A loro volta quei fattori che corrispondono ai capitali non di terzi sono: nel senso che me ne "approvvigiono" sempre, cioè
    1. da APPROVVIGIONAMENTI, quando se ne ha un ACQUISIZIONE PER PROVVISTA DISCONTINUA, in occasione dei conferimenti e simili occorrenze straordinarie o per RIFORNIMENTO CONTINUO in occasioni similari ordinarie,
    2. da CORRISPETTIVI, fa riferimento a quei fattori che non si acquisiscono ma tornano come chiusura dei cicli produttivi.
    Tutto quanto può essere rappresentato in maniera comparata nel senso di mettere, per colonna e vedere il TUTTO, e quindi serve per porre in parallelo, le diverse categorie. Lo schema in formasinottica esprime:
    1. in verticale, le tre classificazioni essenziali dei fattori con alcune loro classificazioni interne (ambito di formazione, facoltà di disposizione, funzione di produzione)
    2. in orizzontale, il posizionamento reciproco delle superiori classificazioni secondo le rispettive corrispondenze di campo. La freccia di direzione verso i fattori trasformati ovviamente non indica che essi originano solo dai fattori trasformatori (costituiti dai redditi) bensì da tutti i fattori della trasformazione attiva e passiva.
    Analogamente ora è opportuno fare per le loro principali CLASSIFICAZIONI MODALI (che sono più del come) al fine di RIEMPIRE I CONTENUTI, ancor più specifici per le prime classi di fattori. Al riguardo:
    1. la PRIMA CLASSIFICAZIONE MODALE guarda la NATURA AMMINISTRATIVA del bene preso in considerazione cioè alle loro caratteristiche intrinseche di manifestazione,
    2. la SECONDA guarda la DESTINAZIONE AMMINISTRATIVA dei fattori.
    cioè essere naturale, immateriale, a fecondità semplice, mobiliare, generico o indistinto.

    così ad esempio esso non può essere al contempo un mezzo monetario, creditizio e così via;

    7. MONETARI: denaro e titoli equipollenti

    8. CREDITIZI: crediti di regolamento o di finanziamento

    9. FINANZIARI nel senso che il denaro non interviene come moneta-segno

    10. STRUMENTALI (mobili, arredi, macchinari)

    11. DA SCORTA.

    Riguardo la seconda classificazione modale, i fattori possono essere ora:

    1. FISSI o CIRCOLANTI a seconda che siano utilizzati per tempi medio-lunghi o no,

    2. DISPONIBILI o INDISPONIBILI

    3. LIQUIDABILI o ILLIQUIDABILI

    4. LIQUIDI o NON LIQUIDI

    5. PRINCIPALI o ACCESSORI

    6. COMPLEMENTARI o SUPPLEMENTARI

    Anche qui ogni fattore può partecipare delle caratteristiche di due o più delle suddette alternative, così ad esempio esso non può appartenere al contempo fisso, disponibile e così via. In ogni caso si tratta di caratteristiche meno categoriche delle precedenti in quanto adesso si è in sede di MEDIAZION

Dettagli
A.A. 2012-2013
21 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeriadeltreste di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lipari Angela.