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LEGGE DEL MINIMO
Ogni sostanza nutritiva ha un preciso
significato ed effetto. Se una sostanza
nutritiva è presente in misura insufficiente,
lo sviluppo della pianta viene
condizionato da quello presente in
quantità minore.
La legge del minimo non vale soltanto per le
sostanze minerali, ma anche per gli altri
fattori che condizionano la crescita, quali
l’acqua, l’aria, la temperatura, la luce, ecc.
Per illustrare questa legge ci si serve del Tino
costruito con Doghe di altezza differenti.
La concimazione chimica Liquida non è molto utilizza nei vivai. Le concentrazioni
vanno mantenute basse e se concimando si bagnano le piantine è necessario irrigare
subito per prevenire ustioni. Filizzola
Tesina Esame di Vivaistica Forestale - - Scienze Forestali e Ambientali UNIBAS
I CONCIMI ORGANICI per lo più sono poveri di elementi fertilizzanti ma migliorano
sensibilmente le caratteristiche fisico meccaniche del suolo e ne aumentano la
capacità di trattenuta per l'acqua.
Fra i concimi organici più usati va ricordato il Letame, il quale va usato ben maturo.
Il letame fresco contiene un numero enorme di semi vitali di erbe infestanti.
Il solo letame non è sufficiente ad assicurare il pieno mantenimento della fertilità
chimica, perciò è consigliabile integrarlo con dosi minori di concimi chimici.
In molti vivai si preferisce il Sovescio di Leguminose, come: Erba medica, Lupini,
Veccie, Sulle, Fave, ecc.
Un sovescio di Leguminose, oltre ad aumentare il contenuto di sostanza organica del
terreno, lo arricchisce di Azoto.
Le piante vanno sovesciate al momento della fioritura, prima che producano semi.
L'interramento mediante aratura ha luogo di regola in estate. La semina o il
trapianto delle specie forestali può farsi nell'autunno o nella primavera successiva
lasciando tra l'interramento e l'impianto della coltura forestale almeno 1-2 mesi.
INCIDENZA MEDIA PERCENTUALE DELLE VARIE OPERAZIONI
SUL COSTO TOTALE DI UN VIVAIO FORESTALE MECCANIZZATO
DI 10-20 ETTARI.
a) Preparazione del Terreno (aratura, fresature, livellamento, ecc).................... 3%
b) Concimazione......................................................................................... 5%
c) Trattamento del seme, Semine, cure colturali, irrigazioni, diserbi,
trattamenti antiparassitari...................................................................... 18%
d) Trapianti, irrigazione, diserbi, trattamenti antiparassitari............................. 33%
e) Estrazione piantine, selezione, trasporto, preparazione e
spedizione mediante imballaggio e cartellinatura........................................ 22%
f) Conservazione piantine in cella frigorifera.................................................... 1%
g) Altre spese: direzione, sorveglianza, interessi, ammortamenti,
imposte e spese varie, riparazione e manutenzioni macchine e fabbricati…….. 18%
Filizzola
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PROGETTO DI UN VIVAIO FORESTALE
Si dovrà rilevare tutta la superficie del vivaio attraverso una planimetria. La distanza
tra le aiuole dovrà essere tale da non provocare interferenze con le diverse
operazioni colturali meccanizzate.
Tutto questo dovrà essere disegnato in scala adeguata (1:1000) su una precisa
planimetria, sulla quale per prima cosa si traccerà l'impianto d'irrigazione e di
drenaggio. Filizzola
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RIPRODUZIONE DI UNA PIANTA FORESTALE
Le essenze forestali si propagano sia per seme che per via vegetativa.
La riproduzione delle Gimnosperme (conifere) avviene esclusivamente per seme,
data la difficoltà di queste specie ad emettere polloni dalla ceppaia e radici da talee.
Le Angiosperme (Piante a Fiore), invece, sono dotate di capacità rizogene e
pollonifere per cui possono propagarsi, oltre che per seme, anche per via agamica
(soprattutto per polloni).
La capacità che hanno alcune piante, di riprodursi (cioè di originare nuovi individui)
senza passare attraverso le varie fasi del ciclo sessuale è detta “Riproduzione
Vegetativa o “riproduzione asessuale”. In questo caso, rispetto alla riproduzione
sessuale è sufficiente un unico genitore, inoltre, la prole è costituita da individui tutti
geneticamente uguali all’individuo di partenza.
Ci sono piante in cui è possibile un unico tipo di riproduzione:
- SOLO SESSUALE, quando manca la capacità di produrre le strutture necessarie per
la riproduzione vegetativa (ma questo non esclude che l’uomo
possa indurla per altra via).
- SOLO VEGETATIVA, quando la pianta è sessualmente sterile.
In altri casi, invece, la pianta può scegliere il metodo di riproduzione più adatto in
base ai condizionamenti esterni ed interni del momento.
La produzione di individui geneticamente omogenei è solitamente ritenuta indicativa
di un ambiente stabile e ricco di sostanze nutritive, in cui non vi sono variazioni nei
parametri ecologici e non c’è necessità di competizione (Tipico degli ambienti
coltivati).
Viceversa, in un ambiente soggetto a mutamenti o con una ridotta capacità di nutrire
tutti gli individui che lo popolano è necessario che le nuove generazioni siano in
grado di adattarsi meglio all’evoluzione delle condizioni.
RIPRODUZIONE VEGETATIVA
Tuttavia, anche se la riproduzione sessuale è da preferire quando è necessario
assicurare la diversità biologica, bisogna comunque considerare che
LA RIPRODUZIONE VEGETATIVA è più veloce e non richiede interventi di
fattori esterni.
Ciascuna pianta, per riprodursi, può formare più di un propagulo originando così
nuovi individui.
Ne sono esempio i RIZOMI, costituiti da un fusto sotterraneo allungato e gemme
distribuite su tutta la lunghezza. In caso di rottura traumatica, ciascun frammento
che porti almeno una gemma può produrre una nuova pianta, ed è per questo che
risulta difficile liberare un terreno da una specie rizomatosa quale ad esempio la
gramigna.
Un organo di propagazione molto simile è il POLLONE, originato più spesso dalle
radici, come in Pioppo, Ciliegio, Robinia e più raramente dalla parte basale del fusto,
come nell’Olivo. Le radici possono frequentemente frammentarsi per motivi casuali,
originando con facilità nuove piante autonome.
Un diverso tipo di propagulo è costituito dagli STOLONI, strutture specializzate alla
sola riproduzione vegetativa. Si tratta di un fusto strisciante sulla superficie del
terreno, che, raggiunta una certa distanza dalla pianta madre, produce in
corrispondenza della gemma apicale anche radici avventizie e forma una nuova
pianta. Ne sono esempi numerose specie dei generi, Fragaria, Valeriana, Saxifraga.
Filizzola
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Le specie in cui la formazione di radici avventizie è veloce, possono produrre nuove
piante anche in seguito alla rottura e caduta a terra di porzioni di fusti.
L’osservazione di questi fatti ha suggerito ai coltivatori il distacco artificiale di
porzioni di fusti per farli radicare con particolari accorgimenti tecnici.
È questo uno dei metodi più semplici di riproduzione vegetativa detto “per talea”.
COLTIVAZIONE DELLE TALEE
Le talee hanno una lunghezza di circa 20 cm e sono provviste di 4-5 gemme e si
ottengono preferibilmente adoperando il pezzo di fusticino o di rametto di un anno
che è più attiva sotto l'aspetto degli Ormoni. Devono essere preparate 20-25 giorni
prima della ripresa vegetativa, tagliate a becco di flauto dalla parte ke andrà infilata
in terra. È opportuno metterle in conservazione in sabbia asciutta.
È difficile nel caso delle Conifere, per alcune Latifoglie si tratta invece di una pratica
corrente. Per altre invece può essere desiderabile in particolari circostanze.
Alcune Latifoglie come il Pioppo nero, bianco, i Salici, i Platani, ecc, si
moltiplicano facilmente per talea.
Le talee devono essere lunghe almeno 20-30 cm ed avere alcune gemme ben
formate. È consigliabile prelevarle dalla porzione basale, di rami di 1-3 anni.
Il prelevamento va eseguito più spesso nel periodo di riposo per le specie decidue o
di scarsa attività per le specie sempreverdi.
Altro esempio, in Ilex aquifolium Aureomarginata le talee poste a radicare in
pieno riposo estivo emettono un numero di radici maggiore di quanto non facciano in
altre epoche.
Altre specie, quali il Pioppo tremulo, la Robinia, Qualche Ciliegio, si possono
moltiplicare per polloni radicali, ma tali metodi sono poco pratici per la
moltiplicazione in massa dei cloni.
BARBATELLE
Le sono Talee che hanno formato radici. La porzione del vivaio in cui
si pongono a radicare le talee è il Barbatellaio.
Talee e Barbatelle di grandi dimensioni prendono rispettivamente il nome di ASTONI
e PIANTONI. Le Barbatelle di Pioppo che hanno subito il trapianto prendono il nome
di Pioppelle.
In generale in campo forestale è scarso l'uso diretto di Talee, mentre per le specie le
cui talee radicano facilmente, l'impianto a dimora definitivo si fa di regola per mezzo
di Barbatelle.
Per le specie o le piante che emettono con difficoltà radici si riesce spesso a farle
radicare in serra ricorrendo al MIST continuo (talee erbacee con le foglie attaccate),
al RISCALDAMENTO BASALE (il mezzo in cui le talee sono poste a radicare viene
mantenuto a temperature di circa 20°C) e a FITOREGOLATORI, come l'acido
indolbutirrico, naftalenacetico, indolacetico.
I FITOREGOLATORI si applicano per immersione della base della talea in una
soluzione ormonica o bagnando la base della talea in acqua e quindi passandola in
una polvere contenente Auxine.
Le piante di una certa età possono dare talee di più facile radicamento se prima si
ringiovaniscono, tagliandole alla base e poi prendendo le talee dai polloni di ceppaia
che vengono emessi, o capitozzandole e ricavando le talee dai rami che si sviluppano
abbondanti in prossimità del taglio. Filizzola
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TALEE:
ALCUNI ALLESTIMENTI PARTICOLARI
Pioppi
I Pioppi sono esigenti in fatto di fertilità, che va mantenuta elevata con regolari
somministrazioni di concimi organici e inorganici. Per i concimi organici 500 Qli/ha
rappresentano un quantitativo adeguato.
Si possono aggiungere 7-8 Qli di un binario P-K 20-20, da interrare poco prima della
piantagione delle talee. Successivamente, entro la prima metà di Giugno, si darà un
concime Azotato (3-4 Qli/ha).
È essenziale scegliere t