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TERRENI MONTANI:

- Problemi di accessibilità al fondo con mezzi

poco maneggevoli;

- Lavorazioni localizzate (anche in buche).

Filizzola

Tesina Esame di Arboricoltura - - Scienze Forestali e Ambientali UNIBAS

FASI DEL MODULO COLTURALE

A – PREPARAZIONE DEL TERRENO PRE-IMPIANTO

B – MESSA A DIMORA (Piantine da vivaio)

C – OPERAZIONI COLTURALI POST-IMPIANTO

D – RACCOLTA DEL PRODOTTO

E – OPERE ACCESSORIE

TIPOLOGIA DI IMPIANTO IN BASE ALLA SPECIE

MONOSPECIFICI

(Unica Specie)

- Elevato valore colturale (Specie Pregiate)

- Tecniche colturali intensive

- Interventi continui (potature)

- Materiale di propagazione di elevato valore

- Sistemi instabili perché soggetti ad agenti biotici ed abiotici

- Non molto estesi (4-5 ha)

- Preferibile adottare piante proveniente da più piante madri per aumentare la

variabilità genetica e quindi la resistenza ad agenti biotici

- Fondamentali le potature di formazione e produzione (Pochi rami secondari e

assenza di Nodi) CILIEGIO PIOPPO

Filizzola

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PLURISPECIFICI o MISTI

(Almeno Due Specie)

- Consociazione tra una Specie Principale e pregiata (Noce) con una o più Specie

Accessorie (Ontano, Robinia, Nocciolo)

- Per piede d’albero, a file o a gruppi

- In stazioni non ottimali

VANTAGGI:

- Sistema più stabile (Se una specie viene attaccata da malattie, c’è l’altra

specie che assicura la produzione);

- Migliore conformazione del fusto;

- Diversificazione del prodotto;

- Specie azotofissattrici (Ontano);

- Miglioramento della lettiera;

- Prodotti secondari;

- Sistema flessibile in base al mercato (tempi e prodotti);

SVANTAGGI:

- Reperimento delle piantine;

- Difficoltà di messa a dimora e gestione;

- Competizione tra le specie;

- Diversa velocità di accrescimento;

Filizzola

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DENSITÀ DI IMPIANTO

La densità influenza la produzione dal punto di vista qualitativo e quantitativo

- Influenza gli accrescimenti diametrici ed ipsometrici

- Influenza la competizione tra le piante (ipogea ed epigea) per luce, acqua,

elementi nutritivi nel terreno ecc.

- Conformazione chioma e ramificazioni laterali

- Spessore e regolarità degli anelli

(I DIRADAMENTI vanno effettuati gradualmente, altrimenti

l’aumento improvviso di luce farebbe aumentare l’accrescimento

degli anelli in modo irregolare, elemento di deprezzamento del

legno).

- Caratteristiche tecnologiche del prodotto finale

- Conformazione del tronco

DISTANZA MINIMA

È quella che permette di ottenere l’obbiettivo desiderato nei tempi attesi e senza che

si debba eliminare un soggetto precocemente, con il diradamento.

Con la corretta distanza si evita la concorrenza negativa delle chiome e delle Radici,

ottenendo un accrescimento diametrico costante e sostenuto per tutto il ciclo

produttivo. LA SCELTA DELLA DENSITÀ DIPENDE DA

- REGIME RADIATIVO: a parità di specie,

evitare densità eccessive dove l’intensità

della Luce è inferiore (Versanti a Nord), il

contrario nei versanti a sud.

- REGIME PLUVIOMETRICO ESTIVO: evitare densità eccessive in stazioni poco

piovose, perchè con l’elevata evapotraspirazione estiva, si può verificare

competizione tra le piante e quindi stress idrici.

- TEMPERAMENTO DELLA SPECIE: densità Aperte per specie Eliofile (amanti

della luce), densità maggiori per specie Sciafile (Ombra)

- VELOCITÀ DI ACCRESCIMENTO: densità aperte per specie a rapido

accrescimento

- ALLELOPATIA: densità aperte per evitare fenomeni di allelopatia a livello

radicale (Produzione di sostanze tossiche da parte di una specie che

inibiscono l’accrescimento delle altre specie)

- QUALITÀ MATERIALE PROPAGATIVO: densità Aperta per materiale di

elevato valore

- INTENSIVITÀ COLTURALE: maggiore densità per impianti ad elevato grado di

intensività (maggiori possibilità di interventi colturali quali diradamenti,

risarcimenti ecc.)

In genere densità maggiori per produzione di massa anche a turni inferiori

(eucalipti, robinia ecc)

Filizzola

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- A DENSITÀ DEFINITIVA:

densità di impianto costante fino a fine turno;

materiale propagativo di elevato valore

______________________________

- A DENSITÀ VARIABILE:

soggetto a diradamenti; materiale vivaistico standard

Filizzola

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CRITERI DI SCELTA DELLA DENSITÀ

1 - CARATTERISTICHE STAZIONALI

- Disponibilità idrica (maggiore densità con abbondanti precipitazioni)

- Disponibilità di luce (maggiore densità per specie sciafile)

- Geopedologia (maggiore densità in stazioni fertili)

2 – CARATTERISTICHE INTRINSECHE DELLA SPECIE

- Eliofila o sciafila

- Più o meno esigente in fatto di fertilità

- Velocità di accrescimento (densità aperte per specie a rapido accrescimento)

- Pericolo di diffusione di marciumi radicali

- Trasferimento di patologie (anche da ceppaie)

3 – QUALITÀ DEL MATERIALE DI PROPAGAZIONE

- Densità aperta e definitiva se materiale di elevato valore e costo

4 – TIPO DI PRODOTTO DESIDERATO

- Densità aperta per diametri maggiori e prodotti di pregio (sfogliati e tranciati)

- Maggiore densità per massimizzare produzione di biomassa (spesso turni brevi)

- Possibilità di prodotti secondari (specie fruttifere, combustibile, miele, pascolo)

MATERIALE VIVAISTICO

PROVENIENZA

BISOGNERÀ ADOTTARE MATERIALE DI PROVENIENZA IDONEA IN BASE ALLE

CARATTERISTICHE BIO-PEDOCLIMATICHE DELLA STAZIONE.

- Confrontare le caratteristiche ecologiche della zona di impianto con quelle

della zona di provenienza.

- Esiste elevata variabilità genetica in ogni singola specie

- Considerare le caratteristiche morfologiche delle piante madri (Fenotipo)

- Considerare le resistenze e suscettibilità delle piante madri

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEL MATERIALE VIVAISTICO

- Rapporto altezza: altezza/diametro al colletto tra 60 e 80

- Esente da malattie

- Gemma apicale ben conformata

- Dimensioni ottimali e proporzionate anche rispettò all’età

- Fusto dritto e ben lignificato, senza ramificazioni laterali

- Apparato radicale sviluppato, con radici secondarie, privo di deformazioni

- Nessuno squilibrio tra porzione ipogea ed epigea

- Dominanza apicale Filizzola

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- POSTIME DI 1-4 ANNI IN CONTENITORE

- Minore Costo

- Minori Crisi di trapianto

- Minori Fallanze (Ampi tempi di conservazione)

- Minori dimensioni

- Maggiore rischio di deformazioni Radicali

FITOCELLA MULTIPOT, ISSAPOT, ROMAPOT, STYROBLOCKS, SPENCER-

LEMARIE

Filizzola

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- POSTIME DI 1-2 ANNI A RADICE NUDA

- In Pieno Campo o in Cassoni

- Dimensioni Maggiori

- Utilizzata per specie a rapido accrescimento

- Minori costi di produzione

- Poche deformazioni radicali

- Difficoltà del trasporto (Radice Nuda)

- Breve tempo di conservazione (Disseccamento Radici)

- Più esposte a crisi di trapianto

- MATERIALE GIOVANE ha un costo minore, più resistente

alle crisi da trapianto, più maneggevole

- MATERIALE ADULTO resiste meglio solo alla competizione con

le infestanti erbacee

METODI DI MIGLIORAMENTO

- Manipolazione genetica (cloni)

- Selezione di fenotipi superiori

- Ibridi

- Individuazione di zone raccolta del seme

- Individuazione di zone di provenienza

Utilizzare materiale clonale in condizioni di optimum climatico ed edafico;

Postime da seme in condizioni più difficili

Filizzola

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MODELLO COLTURALE

Modalità di distribuzione delle piante

I PIÙ USATI

QUADRATO RETTANGOLO

Semplice la messa a dimora e le successive operazioni colturali

QUINTONCE SETTONCE

Il settonce a parità di superficie permette

un aumento del numero di piante del 15%

rispetto a quadrato e rettangolo

Filizzola

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Filizzola

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Filizzola

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Filizzola

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Filizzola

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Filizzola

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MESSA A DIMORA

TRACCIAMENTO

CONSISTE NEL MATERIALIZZARE SUL CAMPO LO SCHEMA

DEL MODELLO COLTURALE

1 – Definire i confini del campo tramite squadro

e paline

2 – Tirare un filo di nylon con delle tacche in

base alla distanza tra le piante

3 – Per piantagione manuale realizzare le

buche con trivelle e segnalarle anche

direttamente col palo tutore.

4 – Per piantagione meccanica realizzare dei

solchetti con trattore e posizionare le

piante all’incrocio tra i solchetti

APERTURA DELLE BUCHE

MANUALE: con vanghe

oppure con trivelle

MECCANICA: con trivelle attaccate posteriormente ai

trattori

Filizzola

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EPOCA DI MESSA A DIMORA

- Non oltre i 6-8 mesi dalla lavorazione del terreno

- Durante il riposo vegetativo (AUTUNNO)

- In ambienti mediterranei in autunno per permettere la crescita di radici durante

l’inverno ed evitare stress idrici nelle Estati Siccitose;

- In stazioni più fredde mettere a dimora in primavera per evitare gelate tardive

e freddo invernale ACCORGIMENTI PRE-IMPIANTO

- Limitare i tempi di trasporto e conservazione per evitare disidratazioni radicali

- Eventuale leggera potature delle parti disidratate e immersione in prodotti

disinfettanti

- Immersione radicale in una miscela in parti uguali di terra, letame e acqua

(inzaffardatura o imbozzimatura)

MODALITÀ DI MESSA A DIMORA

- Distensione delle radici e orientamento verticale verso il basso

- Colletto a fior di terra (se sussiste pericolo di marciume radicale) o leggermente

interrato

- Costipare il terreno attorno alla piantina

- Messa a dimora manuale o con palo trapiantatore (becco di pellicano)

- Evitare giornate ventose, tropp

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
110 pagine
2 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/05 Assestamento forestale e selvicoltura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GPL1987 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Selvicoltura e principi di gestione forestale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Pierangeli Domenico.