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LA RICOGNIZIONE PRELIMINARE
La ricognizione preliminare serve a programmare i lavori e a
controllare il grado di aggiornamento della cartografia disponibile.
Bisogna percorrere tutte le strade rotabili esistenti, annotare
l’imbocco delle nuove strade che si inseriscono.
Poi bisogna cercare dei punti da cui vedere panoramicamente diversi
tratti di foresta per verificare i tipi di bosco che dovranno essere
analizzati e stabilire i criteri generali di divisione in particelle forestali
e i criteri generali di divisione in particelle forestali e i criteri di
rilevamento dendrometrico.
La ricognizione comprende anche contatti col gestore del bosco allo scopo di
raccogliere informazioni riguardo ai diversi punti:
- Esistenza di incertezze o contestazioni sui confini di proprietà.
- Tratti di territorio concessi a terzi: affitto, mezzadria, ecc.
- Diritti di terzi: usi civici, servitù.
- Eventi recenti: tagli rimboschimenti, ecc.
- Operazioni in progetto (tagli, ecc.) che saranno eseguite durante la
compilazione del piano.
- Opere progettate e non ancora eseguite: strade, elettrodotti, ecc.
- Epoche e modalità di pascolo. Filizzola
Tesina Esame di Assestamento Forestale - - Scienze Forestali e Ambie UNIBAS
DIVISIONE PARTICELLARE
LA DEFINIZIONE E I COMPITI
DELLE PARTICELLE FORESTALI
La particella Forestale (da non fare confusioni con la Particella catastale) è il
comparto elementare della foresta che viene numerato, catalogato con i suoi dati,
classificato e sottoposto a specifiche prescrizioni.
La particella è anche oggetto di registrazioni storiche (Massa prelevata, piantine
messe a dimora, ecc) e, per questo motivo, le revisioni del piano devono alterare il
meno possibile la numerazione e l’assetto delle particelle.
La divisione particellare implica diverse difficoltà nel conciliare i diversi caratteri
ideali della particella: Omogeneità, confini evidenti, superficie commisurata alla
gestione dei lavori, ecc.
Per questo motivo esistono diversi criteri di divisione che il più delle volte devono
essere adattati alle esigenze della compresa.
Il procedimento pratico della compartimentazione segue 3 fasi:
- Formulare un’ipotesi delle comprese che saranno necessarie.
- Procedere alla divisione particellare tenendo conto delle esigenze della
compresa a cui la particella è ipoteticamente destinata.
- Formulare l’assetto definitivo delle comprese tenendo conto anche dei
risultati dendrometrici e descrittivi di ciascuna particella.
I CONFINI DI PARTICELLA
Sono CONFINI OBBLIGATORI di particella i confini di proprietà, compresi i confini
delle strade pubbliche e dei corsi d’acqua che attraversano il territorio in esame.
Se la foresta si estende su più comuni, anche i confini amministrativi devono
coincidere con i confini di particella.
I CONFINI FISIOGRAFICI sono costituiti da linee topografiche evidenti: Corsi
d’acqua, Avvallamenti, Crinali, Strade, Sentieri, elettrodotti, ecc.
Il ricorso ai confini fisiografici riduce i costi di rilievo e facilita la reperibilità della
particella, però non porta necessariamente a formare particelle omogenee.
I CONFINI GEOMETRICI sono costituiti da linee rette del tutto arbitrarie a cui si
ricorre per 2 scopi:
a) Prolungare un confine fisiografico che non arriva a chiusura.
b) Dividere un vasto popolamento omogeneo in particelle di superficie voluta
in mancanza di linee topografiche
I CONFINI ANALITICI Sono quei confini che dividono 2 popolamenti diversi allo
scopo di conseguire l’omogeneità particellare.
I confini analitici sono molto utili, però essi comportano un aumento di costi e
possibili difficoltà di materializzazione sul terreno e di successiva reperibilità.
I CONFINI DI COPERTURA sono quelli che dividono il bosco dai terreni non
boscati, questi risultano chiari e facilmente rilevabili dalle fotografie aeree
(Ortofotocarte). Filizzola
Tesina Esame di Assestamento Forestale - - Scienze Forestali e Ambie UNIBAS
IL GRADO DI FRAZIONAMENTO
Alla domanda su quanto devono essere grandi le particelle si risponde osservando
che non è possibile fare particelle di superficie uguale e che, dunque il grado di
frazionamento viene espresso da una superficie media ottimale, su cui gravita una
maggioranza di particelle e da un limite massimo tollerabile di superficie che si
accorda ad una o poche particelle.
Il minimo di superficie può essere definito in vari modi. In un piano che cerchi il
massimo grado di analisi, il buon senso suggerisce di non fare particelle minori di 0,5
ettari. La scala della carta topografica impone il limite di non fare particelle che,
ridotte in scala, abbiano una superficie inferiore al quadratino di 1 cm di lato:
- Al 10.000 si ha 1 ettaro.
- Al 25.000 si hanno 6,25 ettari.
In alcuni casi si hanno minimi economici definiti dalla commerciabilità del prodotto
del taglio:
Per le fustaie a Taglio Raso bastano anche 0,5 ettari.
Per le fustaie a tagli Successivi o a taglio saltuario si sale a 3-5 ettari.
Per i cedui si oscilla da 5 a 15 ettari secondo la produttività.
Il FRAZIONAMENTO MINUTO (2-3 Ettari / 4-6 Ettari) si usa per le fustaie di
conifere a Taglio Raso su superfici limitate. Per ridurre gli alti costi di frazionamento
ci si limita a frazionare fino alla superficie compatibile col taglio solo le particelle
adulte o mature, mentre alle particelle giovani si accordano, temporaneamente,
superfici maggiori.
Il FRAZIONAMENTO ORDINARIO (5-10 Ettari / 10-18 Ettari) si applica ad una
grande maggioranza di sistemi selvicolturali. È adatto anche a riserve naturali in cui
si voglia instaurare un controllo accurato delle evoluzioni dei popolamenti.
Il FRAZIONAMENTO AMPIO (15-20 Ettari / 30 Ettari) si applica ai Cedui di media
produttività purchè siano situati in ambiente collinare o comunque in assesza di gravi
motivi di impatto ambientale del taglio.
Il FRAZIONAMENTO LIBERO (Senza limiti di Superficie) si applica per le classi
economiche inattive e principalmente per i boschi di protezione o per i pascoli dove
la superficie di particelle arriva a 100 Ettari.
IL PARTICELLARE ANALITICO
Il particellare analitico tenta di raggiungere il massimo grado di omogeneità,
pertanto si avvale prevalentemente di confini di popolamento (confini analitici) e
ricorre a confini fisiografici e geometrici solo per suddividere popolamenti omogenei
troppo grandi per il grado di frazionamento desiderato.
Filizzola
Tesina Esame di Assestamento Forestale - - Scienze Forestali e Ambie UNIBAS
LE COMPRESE
DEFINIZIONE E COMPITI DELLE COMPRESE
La COMPRESA è un insieme di particelle, cui è stata attribuita una data funzione
e che pertanto vengono riunite in una serie coordinata, per il raggiungimento degli
scopi a cui il bosco è stato destinato. In tale modo il piano di assestamento di un
dato territorio si articola in tanti sotto piani quante sono le comprese.
L’attribuzione delle particelle alle comprese segue prima di tutto la DESTINAZIONE
che può essere:
- Imposta dall’autorità forestale e, quindi, prestabilita nel capitolato di
affidamento del piano.
- Espressa dal Proprietario (privato o sindaco).
- Suggerita dall’assestatore in base ai caratteri del popolamento (Specie e
Struttura) e alle condizioni stazionali.
Si possono avere più tipi di comprese secondo la categoria della FUNZIONE:
Le comprese a PRODUZIONE LEGNOSA decisa ed operante sono le comprese
ORDINARIE.
Le comprese in cui la funzione della produzione Legnosa risulta Esclusa (Boschi
giovani o da ricostituire) sono le comprese SPECIALI che si dividono in:
comprese COLTURALI
comprese PROTETTIVE
comprese AUSILIARIE
LE COMPRESE ORDINARIE (o TIPICHE)
Queste comprese sono destinate a realizzare un ordinamento in particelle che si
avvicendano al taglio e alla rinnovazione in modo da avere una produzione costante
e sostenuta. Ne discende che la compresa ordinaria aggruppa particelle di uguale
composizione di specie e di uguale sistema selvicolturali.
Affinché si possa costituire una compresa tipica è essenziale che si disponga di
un’aliquota di particelle contenenti boschi maturi al taglio, quindi pronte ad iniziare
il ciclo di avvicendamento produttivo annuo secondo il sistema stabilito.
Quando la superficie di particelle di pari composizione di specie e sistema colturale
non risulta sufficiente, si formano comprese a produzione biennale, triennale, ecc.
LE COMPRESE COLTURALI
Le comprese colturali si formano in tutti quei casi in cui il sistema colturale manca
(boschi non destinati alla produzione legnosa) oppure è ancora indeterminato (boschi
giovani). Però resta inteso che si rendono necessari degli INTERVENTI
SELVICOLTURALI (tagli di diradamento, avviamenti all’alto fusto dei cedui, ecc).
Le comprese colturali si applicano soprattutto a foreste dove abbondano cedui in
conversione, giovani rimboschimenti e altre categorie di boschi destinati
esclusivamente al miglioramento.
Anche i terreni da rimboschire possono formare una compresa colturale.
La composizione di specie ha un carattere secondario nella formazione delle
comprese colturali anche se è altamente desiderabile dividere le specie perché
condizionano il tipo di intervento e gli assortimenti ottenuti come sottoprodotto.
Filizzola
Tesina Esame di Assestamento Forestale - - Scienze Forestali e Ambie UNIBAS
LE COMPRESE PROTETTIVE
Le comprese protettive aggregano particelle escluse
dalla produzione legnosa e, come principio generale,
escluse anche da interventi di miglioramento, si tratta
dunque di comprese INATTIVE.
Il tipo più frequente di compresa di protezione unisce
le particelle in cui un taglio avrebbe un effetto
ambientale visibilmente negativo e duraturo:
a) Particelle di alta quota oppure in terreno molto scadente, dove i ritmi di
accrescimento e di rinnovazione sono troppo lenti per risarcire prontamente
l’effetto di un taglio.
b) Particelle in zone dirupate escluse dal taglio per la duplice ragione della
pericolosità del lavoro per gli operai e per il danno ambientale.
c) Particelle con movimenti in atto: frane, rotolamento di sassi, ecc.
Altri tipi di compresa analoghi alla compresa protettiva sono costituiti dalle Riserve
Naturali oppure da biotopi naturalistici non ancora costituiti come riserve.
I RILEVAMENTI GENERALI
Il rilevamento costituisce il sistema conoscitivo del piano e si articola in due
operazioni contestuali:
- RILEVAMENTO GENERALE su tutta la foresta
Nei rilevamenti generali possono intervenire dei consulenti dell’assestatore:
geometra, pedologo, botanico, fitopatologo, zoologo, ecc.
- RILEVAMENTI PER PARTICELLA descrittivi e dendrometrici
Sono di competenza della squadra di assestamento.
LA VIABILITÀ
La viabilità interessa m