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DIROFILARIOSI

Sono malattie causate da parassiti del genere dirofilaria (appartenente all'ordine spiruridae alla famiglia filaridae). Sono sempre nematodi e sono trasmessi da vettori. Tra questi, quelli più importanti troviamo dirofilaria immitis che causa una malattia nota come dirofilariosi cardiopolmonare (importante nel cane ma anche nel gatto), dirofilaria repens che causa la filariosi sottocutanea (del cane e che può infestare anche il gatto). Entrambe sono in grado di infestare anche l'uomo.

Dirofilaria immitis: è un nematode di notevoli dimensioni, grande 15 fino a 30cm con dimorfismo sessuale, per cui le femmine sono più grandi dei maschi. Vivono tipicamente a livello cardiaco. In particolare nelle arterie polmonari, nel cuore destro e nella vena cava. Si tratta di parassiti con un ciclo biologico indiretto, per i quali gli ospiti definiti sono i vertebrati, tra cui il cane, ma anche il gatto e l'uomo potrebbero essere infestati. Mentre

gli ospiti intermedi e vettori sono le zanzare, appartenenti a differenti generi ad esempio Aedes, Anopheles e Culex. Il ciclo biologico è di tipo indiretto e necessita dell'intervento di un ospite intermedio che funge da vettore. Gli adulti che si trovano a livello delle arterie polmonari si accoppiano e le femmine producono delle larve di primo stadio note come microfilarie. Queste rimangono nel circolo sanguigno e vengono ingerite dalle zanzare quando la zanzara punge, queste sono ematofaghe e durante il loro pasto di sangue assumono le microfilarie. All'interno della zanzara le microfilarie mutano fino alle L3 in circa 2-3 settimane. Quando la zanzara contenente le larve di terzo stadio si alimenta su un altro ospite recettivo, questo si infesta. Le L3 raggiungono la loro sede di elezione dove diventano adulti. Il ciclo riprende. Quando le L3 penetrano durante il pasto di sangue della zanzara abbiamo dei tempi piuttosto lunghi fino allo sviluppo ad adulti, infatti la muta da.

L3 a L4 richiede circa 10 giorni. La successiva muta fino a L5 richiede 50-70 giorni. Poi affinché le L5 raggiungano la maturità sessuale è necessario un altro periodo di tempo tra i 70 e gli 85 giorni. Pertanto le femmina adulte di dirofilaria immitis possono produrre le microfilarie dopo 6-9 mesi dall'infestazione. In termini pratici, i cani particolarmente giovani non avranno microfilarie in circolo.

Una volta raggiunto lo stadio adulto, possono vivere fino a 7 anni. Mentre le microfilarie sopravvivono fino a 2 anni. Se maschi e femmine sono molto vecchi, oppure se si sviluppano solo femmine e solo maschi, è possibile che le microfilarie non siano in circolo.

Nell'uomo occasionalmente D. immitis può raggiungere l'arteria polmonare e causare l'insorgenza di noduli polmonari.

Epidemiologia: D. immitis è un parassita cosmopolita. È molto presente in tutta l'America del nord e sud, è stato segnalato in Europa, Africa,

Australia e alcune zone dell'Asia. In Europa negli ultimi anni, anche per D. immitis, si è assistito ad un aumento della diffusione di questo parassita. A distanza anche solo di 2 anni l'areale di distribuzione è enormemente aumentato. In Italia veniva considerata una malattia tipica del nord, ma già dopo 2 anni si sono trovati cani positivi anche nel sud. Contribuiscono alla diffusione i cani con microfilarie, condizioni ambientali favorevoli e la presenza del vettore. Per cui questo aumento di prevalenza è stato attribuito a: - Cambiamenti climatici - Globalizzazione (merci e animali) - Cambiamenti nella distribuzione degli ospiti intermedi: risulta emblematico quanto accaduto per la zanzara aedes albopictus, ossia la tipica zanzara tigre. Questa è un ospite competente per lo sviluppo di microfilaria e la trasmissione in ospiti vertebrati. All'origine non era tipica dell'Italia questa zanzara, ma è giunta in

Italia attorno agli anni 80 tramute degli scambi commerciali, in particolare all'interno di copertoni di gomme di camion contenente acqua stagnante con larve all'interno, in nord Italia ha trovato condizioni favorevoli in termini di temperatura e umidità. Pian piano poi si è distribuita su tutta l'Italia. Parallelamente vi è stato un aumento dell'areale di distribuzione anche di dirofilaria immitis e repens. Le zanzare presenti in Italia prima dell'introduzione di aedes albopictus erano particolarmente presenti a livello del nord della penisola, soprattutto nell'ambito della valle del Po, che rappresenta la zona di maggiore endemia.

Rispetto alle zanzare che erano presenti in Italia, la zanzara tigre ha anche altre abitudini. Infatti le zanzare che erano già presenti tendono a pungere soprattutto nelle ore serali e notturne, la zanzare tigre invece anche durante tutto l'arco della giornata.

La stagione di volo delle zanzare è

principalmente quella primaverile-estiva fino all'inizio dell'autunno. I cambiamenti climatici rendono difficile prevedere in maniera certa, quando inizia la stagione di volo delle zanzare e quando finisce. Patogenesi: dipende dalle larve e dagli adulti. Le larve possono causare alterazioni emodinamiche e fenomeni allergici. Gli adulti invece che sono di dimensioni notevoli e presenti in un organo così delicato dell'animale, possono causare alterazioni meccaniche e ostruttive oltre che azioni traumatiche e irritative. Tutto dipende dal tempo dal quale il cane si è infestato. Nei primi mesi, fino a 6 mesi dall'infestazione, si può osservare la dilatazione della arterie polmonare e del cuore destro, che possono determinare anche un'insufficienza cardiaca. La presenza di questi vermi adulti così grandi provoca infiammazione, endocarditi ed endoarteriti. Il sintomo più comune dei cani in questo periodo è la tosse. I vermi possono

Determinare inoltre un ostacolo meccanico a livello delle valvole cardiache e in alcuni casi si possono addirittura arrotolare attorno alle valvole cardiache determinando un'insufficienza delle valvole stesse. È possibile inoltre che i vermi adulti, soprattutto quando muoiono, vengano spinti dalla circolazione sanguigna in sedi distanti, causando dei trombi, in varie sedi corporee.

A circa 9 mesi, le lesioni cardiache possono essere molto gravi e come conseguenza i cani iniziano a manifestare anche delle raccolte di liquido a livello di varie sedi corporee, quindi edemi a livello di addome, torace, pericardio (ascite, idrotorace o idropericardio). In questa fase il soggetto è debole, riluttante all'esercizio, le condizioni generali sono scarse e manifesta la tosse.

Delle volte poi i vermi adulti possono localizzarsi anche a livello della vena cava. In questo caso si può sviluppare una sindrome che si chiama sindrome della vene cava che è potenzialmente fatale.

nei casi più gravi anche in 2-3 giorni. Vi è un'alterazione delle dinamica cardiaca e delle attività valvolari, con diversi sintomi, tra cui il turgore delle vene giugulari. I cani possono avere poi anche altri sintomi derivanti dalla rottura dei globuli rossi: emoglobinuria, ittero, difficoltà respiratorie gravi (dispnea), collasso, shock, morte. Le larve molto raramente possono causare occlusioni dei vasi, può accadere negli organi che sono molto vascolarizzati (rene) e più frequentemente possono causare fenomeni di tipo allergico. Il gatto è invece un ospite possibile per dirofilaria immitis ma non è un ospite preferenziale. Infatti, l'adirofilariosi cardiopolmonare è molto diffusa nei cani, ma non nei gatti. Nei gatti si sviluppa un numero molto inferiore di adulti, vi è una ridotta longevità degli adulti e anche la sintomatologia nel gatto è diversa da quella del cane. Possiamo avere forme che decorrono.

In maniera asintomatica e altre volte la morte improvvisa del gatto. La malattia decorre di solito in forma acuta e raramente può essere cronica. In termini pratici, i gatti non manifestano segni clinici evidenti ma muoiono improvvisamente.

Quando la malattia si manifesta in forma acuta, i sintomi che si hanno sono: difficoltà respiratoria, tosse, vomito fino alla sincope e anche la morte dell'animale.

I gatti infestati in maniera cronica manifestano invece tosse, perdita di peso, diarrea e vomito.

Diagnosi: eseguita con diverse tecniche. Quella più utilizzata è la ricerca delle microfilarie nel sangue tramite un test che si chiama test di knott che ci permette di visualizzare le microfilarie nel sangue e differenziarle dalle altre dirofilarie. Questo test è molto semplice, rapido ed economico. Si usa 1ml di sangue prelevato nelle ore serali (alta probabilità di trovare le dirofilarie in circolo) addizionato a 9ml di formalina. Si preleva

ilsedimento che viene colorato con il blu di metilene e si osserva al microscopio. Le microfilarie vengono poi identificate al vetrino sulla base delle loro dimensioni e delle caratteristiche delle due estremità. Quando processate con la tecnica di knott le larve di d. immitis presentano una coda dritta, mentre quelle di d. repens assumono una forma curva a manico di ombrello. Anche le estremità craniali sono differenti, quella di immitis affusolata, mentre quella di repens è più tozza. I gatti spesso però non hanno le microfilarie in circolo e anche il 30% dei cani può non avere le microfilarie in circolo, per cui si usano altre tecniche per giungere a diagnosi. Esistono dei kit commerciali che permettono di ricercare gli antigeni delle femmine adulte, oppure gli anticorpi prodotti dal cane. Bisogna tenere presente che sono state descritte cross reattività con Angiostrongylus vasorum. Nel gatto spesso si ricorre a test che ricercano gli.anticorpi perché quelli basati sulla ricerca degli antigeni possono risultare negativi quando si sviluppano picchi adulti. Trattamento: nel cane è difficile e deve essere effettuato da medici veterinari specialistici che si occupino di problematiche del genere. Il trattamento va fatto sia nei confronti degli adulti che nei confronti delle microfilarie. Una prima possibilità nei confronti degli adulti è rappresentato dall'eliminazione chirurgica degli adulti (eseguito da pochissimi in Italia). Utilizzando una pinza specifica si raggiungono le camere cardiache, si raggiunge il cuore, si pinza il verme e si estrae. Oppure è possibile instaurare una terapia di tipo farmacologico. Va trattato il cane anche nei confronti delle microfilarie. Nel cane la terapia farmacologica è possibile ma molto difficile, perché quando i vermi adulti muoiono si può verificare il fenomeno dei tromboembolismi, quindi è necessario che la terapiavenga eseguita da esperti e il cane deve essere tenuto strettamente a riposo. Visto che la terapia è difficile, nella aree endemiche si è fatto per molto tempo e si fa tuttora la prevenzione. È stata così
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
57 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie VET/06 Parassitologia e malattie parassitarie degli animali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francy.g.99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di parassitologia e malattie parassitarie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Di Cesare Angela.