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Un'altra questione di differenziazione fra regimi, varietà istituzionali di capitalismo

Un'altra questione di differenziazione fra regimi, varietà istituzionali di capitalismo ha a che fare con questa nozione di employment regime, in particolare il libro fa riferimento al lavoro di Gallie, autore che diceva "è opportuno classificare in maniera un po' più dettagliata i modelli di organizzazione di rapporto fra economia e lavoro che ci sono in giro per il mondo e che sono molto diversi avendo in mente almeno una tripartizione. E facendolo e guardandolo in maniera abbastanza specifica la questione del lavoro, delle relazioni di lavoro, dei diritti del lavoro, del modo in cui il lavoro è organizzato.

Inclusive employment regimes, dualist employment regimes e market employment regimes

L'analisi critica sulle classificazioni dei modelli di capitalismo

Che cosa vuol dire che ci sono dei Paesi che si caratterizzano per un regime inclusivo? Sappiamo che rispetto alle differenze fra la realtà statunitense, del sud-europea,

Per altri versi è la realtà del nord-Europa (il modello scandinavo) in cui c'è un'architettura istituzionale molto complessa, sia all'interno dei confini dei luoghi di lavoro, sia all'esterno. Con un approccio universalistico, garantisce una serie di diritti e tiene per tradizione, che poi naturalmente ci possono essere alti e bassi o delle differenze interne. Tiene il livello degli standard molto alto, questo vuol dire che se noi domani andiamo a lavorare in un'impresa svedese, troviamo un livello di cura, di protezione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, molto alto. Troviamo dei standard, codici etici molto ricchi e densi e soprattutto troviamo una cultura, tradizione diversa, straordinariamente ricca e lontanissima dall'italiana. Un esempio più tangibile può essere quando c'è stato il lockdown, i bambini dai 5 ai 15 anni non andavano a scuola, madri e padri lavoravano, c'era un piccolo

problema: se il bambino non va a scuola e i genitori lavorano, il bambino chi lo tiene? I nonni possono anche non esserci come soldi per una babysitter => EFFETTO: sono uscite le statistiche sul numero di italiane che hanno dovuto lasciare il lavoro o anche licenziarsi, perché non potevano reggere la situazione, non potevano portare il figlio al lavoro e stranamente la maggior parte erano donne, qualcuno deve smettere di lavorare, guarda a caso la donna e una volta smesso di lavorare non è detto che si riesca a ritrovare quel lavoro. Qui l'esempio della Svezia c'entra molto: è un paragone ad una tradizione in quella apparentemente piccola dimensione degli asili nido, dove in Svezia, c'è una ricca offerta, dove quasi tutti hanno il diritto di andare ad un asilo iperorganizzato, dove c'è la tradizione di avere asili aziendali, indipendentemente dalla pandemia. Se manca quell'infrastruttura dei servizi (l'asilo è

Solo uno dei punti), i diritti dei lavoratori e le conquiste in termini di rapporto fra tempi di vita e tempi di lavoro vengono a crollare. Io posto stare in un posto in cui dal punto di vista di diritti salariali, del lavoro, le condizioni di lavoro ho un certo grado di tutela, ma se poi il contesto e le sue variabili propriamente istituzionali non mi garantiscono la possibilità di gestire la mia vita famigliare, sono a 0, perdo il lavoro, provo a passare part-time, rinuncio alla carriera, lavoro 3 ore al giorno perché poi devo stare col figlio… qualcuno deve rinunciare.

Un sistema inclusivo è un sistema in cui queste conseguenze della crisi pandemica non si sarebbero manifestate nelle forme in cui lo sono, o in Paesi in cui tendenzialmente quell'idea di asilo ci sarebbe ma non è messo in pratica o Paesi in cui c'è un approccio radicalmente diverso, in cui conta la logica di mercato, anche all'interno complessivamente dei rapporti di lavoro.

Quindi le politiche pubbliche/sociali, così come gli standard che hanno a che fare con il lavoro e le ripercussioni di questi all'interno dei luoghi di lavoro sono governati da logiche di mercato: Molto più affidamento su logiche di mercato e meno su un'architettura istituzionale densa che è orientata a tenere gli standard e le protezioni alte. La questione di inclusione in senso ampio ha a che fare anche con le differenze salariali. Regimi dualisti come quello tedesco, uno potrebbe dire "se in Germania il ruolo della rappresentanza sindacale culturalmente così forte, mi aspetto che ci sia una cultura, in termini di employment regimes molto inclusiva, in realtà in Germania c'è una figura sostanzialmente coincidente con il lavoratore, stabile, di buon livello che è molto garantito e da altre figure che sono invece molto meno garantite. Giganti dell'automotive tedesco, certo che anche per un operaio specializzato, un caporeparto.

per impiegati che però tradizionalmente coincidono con questa figura dell'uomo di mezza età con una condizione lavorativa stabile, questi regimi duali garantiscono protezione, stabilità, standard alti. Per altre figure interne al mondo del lavoro molto meno. (Diversità istituzionali fra capitalismi e in particolare che tocca direttamente, come ad esempio, la questione del lavoro. Diversità molto tangibili, all'interno anche delle realtà nazionali, meno nel mondo scandinavo, in cui questo tratto inclusivo è molto forte e dà impatto su questioni di genere sul lavoro).

Come comprendere il rapporto fra pressioni verso la convergenza e permanenza delle diversità nazionali nel capitalismo contemporaneo? Possiamo avere un inquadramento di fondo? Questa globalizzazione tende più ad uniformare o a lasciar permanere le diversità? Esistono delle tendenze all'uniformazione, ma anche nelle realtà

istituzionale più lontane dal modello liberale o del capitalismo deregolato o dal capitalismo fluido. ->realtà italiana (per il ruolo delle forze sociali, per il ruolo della rappresentanza, per il ruolo della politica, per il ruolo che lo Stato ha avuto nell’economia, sappiamo quantoè stato forte e quanto lo sia ora) è lontanissima da quello che attribuiamo alcapitalismo americano. Decenni fa prima della privatizzazione, il ruolo dello Statoitaliano era fondamentale (assicurazioni, trasporti, compagnie aree, banche,imprese… tutto pubblico) ora tutto è cambiato.Certo che ci sono delle differenze e che queste coinvolgono e interessano la famigliadei capitalismi “occidentali, del nord del mondo”, perché queste differenze cheabbiamo citato (capitalismo liberale di mercato è coordinato, un regime più inclusivo,più di libero mercato etc) sono stati esempi geopolitiche del mondo. Quello chedobbiamoavere in mente quando pensiamo a convergenza e divergenza è che oggi gli attori che contano sullo scenario della globalizzazione sono diversi: la Cina e la Russia. Evidentemente nella prospettiva analitica di qualche decennio fa, questo tipo di diversità non c'era. Si, diceva che c'erano i vari capitalismi (americano diverso da francese, diverso da svedese e dallo spagnolo) ma il problema era che non c'era domanda su cos'era il capitalismo cinese o russo. Se con le categorie di base che spesso vengono usate nel dibattito mediatico, se uno chiedesse "cos'è la Cina? È un Paese capitalista come gli USA? Non capitalista? È un capitalismo di Stato? Che ruolo ha lo Stato? I giganti multinazionali cinesi cosa sono? Imprese private che hanno un rapporto libero con lo Stato? O no? E i sindacati? In America il ruolo e la cultura dei sindacati esistono ma è diverso da Francia, Germania o Italia. Ma quando parliamo di sindacati

Nella realtà occidentale abbiamo in mente una storia di cui noi conosciamo dei profili. Ci chiediamo se il sindacato cinese è libero o no? ". Una delle grandi tesiche oggi suonano un po' strane ma che erano sentite molto forti e quasi ovvie qualche decennio fa era che dopo la caduta del muro di Berlino, la freccia di evoluzione delle dinamiche mondiali, non poteva che essere quella di una graduale apertura di tutto il mondo al commercio e all'interscambio e di una graduale estensione a tutto il mondo delle libertà sociali e politiche. Per partecipare al gioco economico globale, bisogna gradualmente diventare tutti uguali dal punto di vista dei diritti sociali e civili. Un Paese non può essere di libero mercato se non gradualmente persegue degli obbiettivi di apertura alle libertà sociali e civili. Si diceva che alcune parti del mondo che oggi non conoscono le libertà politiche, civili come le conoscono i Paesi occidentali,

saranno“costrette” ad aprirsi, con tempo, a quel tipo di libertà perché è incompatibile aver un mercato libero ed aperto con rapporti con i Paesi occidentali senza contemporaneamente avere libertà politiche e sociali. La risposta che oggi abbiamo, sui cinesi, ci lascia perplessi. In quel Paese non c’è nulla che richiama alle libertà sociali e civili come noi le conosciamo, i sindacati non sono indipendenti dal potere politico, sono legati al governo, le imprese sono osservate come soggetti che operano sul libero mercato, ma non sono affatto libere ed indipendenti, eppure quei Paesi partecipano al gioco del capitalismo globale. La questione della convergenza e della permanenza ha tantissime declinazioni e alcune di queste, riguardano delle aree del mondo importanti. Ci sono attori economici che oggi intervengono con forza straordinaria e che non sono né negli USA, né in Europa, ma sono in Russia o in Cina. Sono in Paesi incui lo sciopero è vietato. La globalizzazione porta a delle situazioni paradossali, di rapporti fra aree del mondo che sono sedi di attività economica importanti, ospitano degli attori economici che hanno ruolo straordinario nel mondo. Pensare che l'infrastruttura tecnologica più importante nei Paesi europei deve essere gestita da un gigante cinese, mette in questione il rapporto fra culture politiche, sociali e civili di un Paese europeo e quelle cinesi, in maniera diretta. Caso di una catena alberghiera posseduta da un leader politico di uno stato non occidentale, che attraverso questa catena possiede molti alberghi di lusso nelle principali città europee e statunitensi. Questo signore ha emanato delle leggi restrittive secondo la sua cultura politica e religiosa, nei confronti degli omosessuali, questo ha portato ad una mobilizzazione di persone come star del cinema, della moda, di clienti di quegli alberghi che dicevano di vivere lì o come luoghi d'incontro.che hanno comunque a cuore la questione sui diritti come questa, veniamo a sapere che la proprietà
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
9 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mima00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Globalizzazione, lavoro e società e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Doria Luigi.