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5) GIUSTA VIA DI SOMMINISTRAZIONE

6) GIUSTA REGISTRAZIONE

INIEZIONI

L’iniezione si usa per somministrare farmaci per via parenterale. Consente l’introduzione del farmaco liquido

nei tessuti e nei vasi per mezzo di una siringa ed un ago cavo. Questo metodo ha molti vantaggi: da la

possibilità di somministrare farmaci ad alta dose che il tratto digerente non potrebbe tollerare; l’assorbimento

è più rapido; permette di somministrare farmaci anche a persone in stato di incoscienza o con malattie del

tratto digerente. L’assorbimento è immediato, invece per via muscolare ci voglio 10 min/ mezz’ora. Anche per

le iniezioni bisognerà sempre:

- rispettare sempre la regola delle 6 G

- rispettare l’ asepsi (cioè prevenire eventuali infezioni)

- pulire e disinfettare la cute

- preparare il farmaco da iniettare ( che lo possiamo trovare in: fiale o polveri).

Tutta la terapia iniettiva (come quella orale), si prepara immediatamente prima dell’esecuzione in prossimità

del letto del paziente.

Preparazione dei farmaci contenuti in fiala

- Prima di aprire la fiala bisognerà controllare se il farmaco si trova nel collo della fiala, se è cosi bisogna

picchiettare delicatamente con le dita;

- prendere una garzina e stringere la fiala fino al collo per aprirla;

- con una siringa adatta al volume si può aspirare il contenuto ( il più presto possibile perché la fiala aperta

potrebbe contaminarsi con l’aria);

- dopo aver aspirato la soluzione, tenendo la siringa verticalmente, con l’ago verso l’alto, si fa uscire l’aria

eventualmente aspirata.

Preparazione dei farmaci contenuti in flaconi

I flaconcini sono contenitori di vetro a collo corto che possono contenere polvere o soluzione. Hanno un

diaframma di gomma protetto da un cappuccio di metallo. Preparazione:

- rimuovere il cappuccio di metallo e disinfettare il cappuccio;

- con una siringa a cui si monta un ago grande si aspirerà il solvente dalla fiala che verrà iniettato dentro

l’altro flaconcino con la polvere facendolo scorrere nella parete evitando di fare la schiuma.

- a questo punto aiutiamo il farmaco a sciogliersi agitando o facendo ruotare il flaconcino.

- una volta sciolto il farmaco, si può aspirare il tutto lentamente per non far formare la schiuma e stando

attenti a non aspirare aria.

- si cambia l’ago con quello più piccolo da iniezione e si procede per l’iniezione.

SONDINO NASO GASTRICO

Materiali:

- S.N.G. in silicone o poliuretano a seconda della destinazione d'uso

- Guanti monouso

- Lubrificante

- Cerotto di tela o in TNT

- Schizzettone

- Spugnetta preinsaponata

- Contenitore con acqua

- Panno-carta

- Medicazioni a base di idrocolloidi

- Telino

- Garze non sterili in TNT

- Pompa infusionale e deflussore per N.E.

- Fonendoscopio

- Contenitore per rifiuti.

Procedura:

- Informare il pz della procedura

- Eseguire il lavaggio antisettico delle mani

- Indossare i guanti

- Posizionare il pz semiseduto

- Ispezionare le cavità nasali e scegliere la narice più idonea

- Rimuovere eventuali protesi dentarie

- Misurare la distanza orecchio-naso e quindi Determinare la lunghezza necessaria a raggiungere lo

stomaco

- Lubrificare la punta del sondino

- Introdurre delicatamente il sondino nella narice e quando il tubicino arriva in faringe invitare il pz a

deglutire alcuni sorsi di acqua

- Ispezionare il cavo orale qualora si presentassero difficoltà nell’avanzamento del S.N.G.

- Controllare il corretto posizionamento del S.N.G. aspirando con uno schizzettone, oppure in assenza

di succo gastrico, insufflando 20 ml circa di aria auscultando contemporaneamente con il

fonendoscopio sull’ipocondrio sn al fine di percepire il tipico gorgogliamento.

- Richiedere eventualmente Rx di controllo per la verifica della posizione della sonda.

- In caso si presentassero tosse, cianosi o ipossia rimuovere immediatamente il S.N.G. e ripetere la

manovra

Gestione del sondino:

- Eseguire il lavaggio delle mani e Indossare i guanti

- Rimuovere il cerotto e pulire con acqua e detergente e asciugare adeguatamente la superficie

cutanea interessata

- Controllare la presenza di eventuali arrossamenti sull’ala del naso e/o piccole lesioni all’interno delle

narici

- Applicare sull’ala del naso un pezzetto di medicazione a base di idrocolloidi facendone ruotare una

piccola parte all’interno della narice per prevenire l’insorgenza di eventuali lesioni da decubito

- Applicare un nuovo cerotto facendolo aderire bene alla cute ed alla medicazione

- Controllare giornalmente il fissaggio del SNG e sostituirlo in base alle necessità.

CATETERE VENOSO CENTRALE

Il catetere venoso centrale è un presidio in silicone o poliuretano che consente di accedere al sistema

venoso. Il catetere venoso centrale garantisce un accesso stabile e sicuro con un minor rischio di infezioni

rispetto al catetere venoso periferico. Le dimensioni del diametro del catetere sono espresse in French o in

Gauge. La lunghezza è espressa in centimetri.

Il catetere venoso centrale tunnellizzato o non tunnellizzato va inserito da un medico formato, i cateteri tipo

PICC invece possono essere inseriti anche da infermieri formati.

Principali sedi:

- vena giugulare interna

- vena succlavia

- vena femorale

Medicazione di un CVC

Le medicazioni variano secondo il tipo di catetere e le condizioni del malato.

Prima di qualsiasi manovra sul catetere venoso centrale è necessario eseguire lavaggio antisettico delle

mani.

Il rinnovo della medicazione è una tecnica sterile, si devono utilizzare guanti sterili oppure la manovra no

touch.

Subito dopo l’impianto del catetere, la medicazione va eseguita con garza e cerotto (la sede dell’impianto

tende a sanguinare) e va rinnovata dopo 24 ore (medicazione precoce).

Le medicazioni successive (medicazioni tardive) possono essere rinnovate ogni 7 giorni, se non ci sono

problemi utilizzando cerotto semipermeabile trasparente e traspirante. Se insorgono problemi come

sanguinamento del sito di inserimento o fuoriuscita di siero la medicazione dovrà essere eseguita con garza

e cerotto e rinnovata ogni 24-48 ore per controllare l’exit site ma soprattutto perché il paziente potrebbe

riferire dolore o altri sintomi.

La medicazione va rinnovata quando è umida, sporca o non è più aderente.

Si può usare una medicazione con garza e cerotto semipermeabile trasparente quando il malato ha la

tendenza a sudare, quando ha un’ipertermia e ogni volta che vi sono segni di flogosi avendo l’accortezza di

rinnovarla con la frequenza sopra descritta.

Il disinfettante ideale da utilizzare è la clorexidina 2% sia in soluzione alcolica sia sotto forma Di tamponcini o

salviette preimpregnate.

In caso di catetere tipo Hohn, PICC o Groshong non vengono più utilizzati i punti di sutura cutanei ma presidi

di ancoraggio.

Prelievo di sangue con CVC

Quando si effettua un prelievo ematico da catetere venoso centrale è necessario lavarsi le mani e indossare

i dispositivi di protezione individuale, in particolare: guanti e occhiali.

Se il catetere centrale ha più lumi, si deve usare il lume con il calibro maggiore per evitare l’emolisi e,

naturalmente, va sospesa l’infusione nel momento in cui si deve effettuare il prelievo.

Non è raccomandato lavare il catetere prima del prelievo ma si devono scartare 5 ml di sangue (prelievo di

spurgo) prima di riempire le provette, perché potrebbe contenere parte delle soluzioni infuse (viene

considerato contaminato).

Al termine va eseguito un lavaggio con 10 ml di soluzione fisiologica iniettata con manovra pulsante e

chiusura in pressione positiva. Questa tecnica va eseguita sempre per mantenere la via pulita e pervia,

senza residui ematici che potrebbero portare all’occlusione del lume o all’infezione del catetere venoso

centrale.

Cosa fare in caso di occlusione

Se ci sono difficoltà di aspirazione o di infusione potrebbe esserci un’occlusione del catetere (trombotica o

non). In caso di occlusione trombotica occorre informare il medico che valuterà la somministrazione di un

antitrombotico. Se l’occlusione è invece causata dalla formazione di precipitati è possibile somministrare

soluzioni antidoto volte a sciogliere l’aggregato.

CATETERE VESCICALE

Le infezioni delle vie urinarie associate a cateterismo vescicale sono tra le infezioni ospedaliere quelle che

hanno un’incidenza maggiore. L’infermiere ha un ruolo centrale nella prevenzione delle infezioni delle vie

urinarie associate all’uso del catetere: in particolare è fondamentale l’adozione di misure preventive idonee e

di raccomandazioni evidence-based nella pratica infermieristica quotidiana. L’introduzione del catetere

vescicale può avvenire a scopo diagnostico, terapeutico o evacuativo. A seconda dello scopo il catetere avrà

caratteristiche diverse, Esistono infatti numerosi tipi di cateteri che si differenziano secondo:

• Consistenza e materiale

- rigidi

-flessibili

-semirigidi

• Diametro: vengono numerati secondo la scala francese charriere anche detta french.

1 charriere= 0,33 mm

• Vie:

-una via: cateterismo provvisorio

- due vie: una per il drenaggio e l’altra per il gonfiaggio del palloncino

- tre vie: una per il drenaggio,la seconda per il gonfiaggio del palloncino e la terza per un eventuale

irrigazione

• Punta

- punta cilindrica

-punta curvatura mercier

-punta olivare

- punta Tiemann

- Couvelaire

-Dufour

-Pezzer

- Malecot a 2 e 4 alette

In genere i cateteri li troviamo in una busta singola di propilopilene e carta. Sono sterilizzati in raggi gamma e

sono lunghi circa 40 cm. Il palloncino deve essere gonfiato circa 10 cc con acqua distillata o aria. No

fisiologia perché potrebbe ostruire.

PRELIEVO DI SANGUE

Sottrazione di una quantità di sangue dall’organismo, con lo scopo di analizzarlo.

Ci sono 3 tipi di prelievo:

- venoso

- arterioso

- capillare

Procedura:

Assicurarsi che tutto sia a portata di mano

1) preparazione del carrello con: reniforme, garze, laccio emostatico, guanti, butterfly, disinfettante,

campana, aghi, provette etichettate e cerotto.

2) avvisare il paziente e spiegargli la procedura

3) posizionare laccio emostatico

4) Scegliere la vena migliore e pulire a fondo la pelle con una garza o cotone imbevuti d'alcol o di altro

disinfettante. L'area intorno alla sede della puntura va disinfettata a "senso unico", cioè mantenendo un

unico senso del movimento.

5) inserire L'ago a farfalla tenendolo per le due "ali" con il pollice e l'indice, mentre con l'altra mano

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
11 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nurse.d92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica applicata ai percorsi diagnostici terapeutici assistenziali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof De Dominicis Giorgio.