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EFFETTO RITORSIVO DELLA PROGRESSIVITA’ PER CLASSI:

RIORDINAMENTO DEI REDDITI NETTI

La progressività per classi viola il principio del non riordinamento: si pensi

a due soggetti, uno con un reddito pari a 9,9 (soggetto a) e uno con un

reddito pari a 10.1 (soggetto b).

Il soggetto A cadrà nella prima classe, che ha un’aliquota del 10% e avrà un reddito

netto paro a 8,91.

Il soggetto B cadrà nella seconda classe, che ha un’ aliquota del 20%, e avrà un reddito

netto pari a 8,08.

Prima di pagare le tasse, il reddito di B era maggiore di quello di A, ma dopo il soggetto

finisce per avere un reddito post-tax maggiore.

b. Progressività per scaglioni

La progressività per scaglioni è stata introdotta per superare l’effetto distorsivo

della progressività per classi. Anche in questo caso si hanno differenti classi di

valori della base imponibile (dette scaglioni), cui corrispondono aliquote

crescenti.

La base imponibile viene suddivisa nelle quote che ricadono entro i singoli

scaglioni e a ciascuna di queste quote viene applicata l’aliquota del

corrispondente scaglione.

Ad. Es. se è prevista un’aliquota del 10% da 0 a 10.000 e del 20% da 10 a 20.000 €,

una base imponibile di 15.000 € verrà ripartita in una quota di 10.000 € nel primo

scaglione, e in una di 5000 € nel secondo.

Alla prima quota si applicherà l’aliquota del 10%, ottenendo così un’ imposta di 1000 ,

alla seconda un’aliquota del 20%, ottenendo un’imposta di 1000€.

L’importo complessivo dell’imposta sarà di 1000+1000=2000€

In questo modo tm corrisponde a quella stabilità per lo scaglione nel quale

ricade l’ultima quota della base imponibile, mentre ta è sempre inferiore( a parte

nel primo scaglione, dove è uguale) ed è pari alla media delle aliquote ponderate

con le quote di base imponibile che ricadono in ciascuno scaglione.

La progressività per scaglioni è quella normalmente utilizzata per le imposte sul

reddito e sul patrimonio (come l’irpef)

c. Progressività continua

La progressività continua si ha quando l’aliquota aumenta in maniera continua

all’aumentare della base imponibile, fino al raggiungimento di un ‘ aliquota

massima oltre la quale resta costante.

E’ calcolata mediante l’uso di un algoritmo da applicare a qualsiasi reddito

dichiarato. Non è utilizzata, perché è difficile da calcolare e presenta alcuni

rilievi di ingiustizia sociale.

Il problema di questo sistema è amministrativo (chi deve controllare e

accertare le imposte avrebbe dovuto creare una busta paga per ogni

lavoratore, applicando un’aliquota variabile).

Classificazione  delle  imposte  

La contabilità nazionale utilizza tre raggruppamenti:

A. Imposte dirette

B. Imposte indirette

Contributi sociali

C. (prelevati principalmente dagli enti previdenziali).

Rapportando le entrate fiscali alpina si ottiene indicatore della pressione fiscale.

Da un punto di vista economico, le imposte dirette indirette possono essere viste

sotto due aspetti:

Quello basato sulla possibilità che l’onere dell’imposta si trasferisca su altri

Ø soggetti.

Secondo questo criterio:

Le imposte dirette sono quelle che non si trasferiscono, cioè quelli che

o rimangono a carico di chi è obbligato dalla legge a pagarli e quindi non provocano

una variazione dei prezzi dei prodotti.

Le imposte indirette sono quelle che si trasferiscono da chi è tenuto a pagare

o per legge ad altri soggetti.

Quello basato sugli indici di capacità contributiva cui l’imposta si commisura.

Ø Secondo questo criterio:

Le imposte dirette sono quelle che si commisurano a manifestazioni immediate

o della capacità contributiva come il reddito e il patrimonio (es. Irpef, Ires, Isos)

Le imposte indirette sono quelle che colpiscono manifestazioni media e dalla

o capacità contributiva, come il trasferimento o il consumo di beni (es. iva o imu).

Questo criterio sembra ridursi a considerare come imposte dirette quelle commisurate

al possesso di un reddito o di un patrimonio e indirette tutte le altre, che colpiscono la

produzione, il trasferimento o il consumo di beni.

Un’utile suddivisione è anche quella tra:

IMPOSTE REALI

A. Che sono quelle che si riferiscono in modo esclusivo a un oggetto imponibile, come ad

es. l’imposta sul reddito dei terreni.

IMPOSTE PERSONALI

B. Che sono quelle che colpiscono non un oggetto imponibile in quanto tale, ma

riferendolo alla situazione personale del contribuente, come ad esempio l’imposta sul

reddito complessivo del contribuente.

Le imposte reali, a differenza di quelle personali, sono in generale proporzionali e non

progressive, perché ciò creerebbe un trattamento sperequato tra soggetti che abbiano lo

stesso ammontare di reddito ma proveniente in proporzioni diverse da varie fonti.

Inoltre, le imposte personali consentono più facilmente di considerare l’eventuale diverso

carico di famiglia e in generale le diverse condizioni di ogni contribuente.

 

GLI  EFFETTI  ECONOMICI  DELLE  IMPOSTE  

Nell’analisi degli effetti delle imposte, un posto di rilievo lo merita sicuramente l’individuazione

della loro incidenza, cioè l’effettiva ripartizione dell’onere tra i contribuenti.

La teoria dell'incidenza concentri propri sforzi nell'analisi degli effetti delle imposte, agendo sul

sistema di prezzi relativi, sui profitti, sulla distribuzione del reddito e gli altri variabili

economiche, inducono sul comportamento del singolo individuo.

Nello studiare l’incidenza delle imposte, vale a dire il peso delle imposte stesse hanno sulle

scelte individuali dei soggetti economici, è possibile individuare tre diverse accezioni di

incidenza:

1) Incidenza assoluta

Contraddistinta dalla possibilità di esaminare gli effetti distributivi di una modifica

tributaria mantenendo costante la spesa pubblica, con conseguenze, quindi, sul saldo

del bilancio pubblico, che non vengono però considerate nella valutazione complessiva.

2) Incidenza differenziale

Segue un diverso criterio metodologico, analizzando i cambiamenti distributivi che si

verificano sostituendo un’imposta con un’altra, a parità di gettito e con spesa pubblica

costante.

3) Incidenza di budget

Considera l’effetto combinato delle variazioni dell'imposta e della spesa, ossia la

distribuzione effettiva sia dell’aumento o della diminuzione dell’imposta, sia della

corrispettiva variazione della spesa.

 

Altri effetti economici delle imposte possono essere classificati in:

Rim ozione

Ø Sì ha rimozione dell’imposta quando il contribuente intende ridurre l’onere dell’imposta.

Possiamo distinguere tra:

Rimozione negativa, quando il contribuente, a seguito dell'introduzione di una

o nuova imposta o della variazione delle aliquote, diminuisce la produzione al

consumo di beni colpiti, operando così una riduzione della base imponibile;

Rimozione positiva quando il contribuente aumenta i propri sforzi produttivi e

o accresce il proprio reddito, annullando in questo modo la riduzione del proprio

potere d’acquisto.

Percussione

Ø Si determina nel momento in cui lo Stato individua giuridicamente il contribuente

colpito dall’imposta, che in tal caso è detto percosso, e che non sempre coincide con

l’inciso, colui che effettivamente sopporta l’onere economico del pagamento

dell’imposta.

Traslazione

Ø Si ha traslazione quando un soggetto colpito dall’imposta trasferisce l’onere del tributo

su un altro soggetto.

Numerosi sono i fattori che possono influire su tale meccanismo economico:

l’ammontare dell’imposta, la sua estensione, il regime di mercato, l’elasticità della

domanda e della curva d’offerta, la tipologia di imposta, il tempo.

Possiamo distinguere tra:

Traslazione in avanti, che si determina quando l'onere del tributo viene

o trasferito dal produttore al consumatore attraverso l'aumento del prezzo del

bene prodotto;

Traslazione all’indietro, quando l’inciso si trova a monte rispetto al percorso;

o immaginiamo, ad esempio, un aumento dell’imposta dovuta dai datori di lavoro

sulle retribuzioni dei dipendenti: gli imprenditori potranno diminuire le retribuzioni

stesse traslando sui dipendenti il peso dell’imposta;

Traslazione verticale, quando l’imposta colpisce un bene e anche i beni

o necessari alla sua produzione;

Traslazione obliqua, quando l’imposta che colpisce un bene induce effetti sulla

o domanda di un altro beni non passato: ad esempio, l’aumento dell’imposta sulla

benzina o incentivare l’acquisto di vetture diesel; il conseguente aumento del

prezzo del gasolio incide sui consumatori di questo bene.

Elusione

Ø Sì ha elusione quando il soggetto colpito dall'imposta tenta, ricorrendo ad artifici legali,

di evitare di sopportare il carico fiscale.

Ne sono un esempio il comportamento di chi localizza le proprie attività finanziarie nei

cosiddetti paradisi fiscali.

Erosione

Ø Come nel caso dell’ elusione si ha una riduzione della base imponibile; qui però siamo di

fronte alla precisa volontà del legislatore di passare con modalità alternative alcune

forme di reddito, ad esempio, i redditi delle attività finanziarie.

Evasione

Ø È il comportamento illecito messo in atto dal contribuente che occulta parzialmente o

totalmente la base imponibile. Sia evasioni totali quando il contribuente si sottrae del

tutto all’obbligo tributario, altrimenti si parla di evasione parziale.

Capitalizzazione

Ø È l’effetto dovuto all’introduzione di un tributo che determina una riduzione del capitale

e vale in particolare per le rendite di beni immobili.

Più precisamente, secondo e Einaudi, si deve parlare di ammortamento dell’imposta

quando un’attività è colpita dall’imposta speciale e vedi di conseguenza ridotto il valore

capitale dell’importo pari al valore capitalizzato dell’imposta; si parlerà di

ricapitalizzazione dell’imposta, invece, nel caso opposto in cui un’attività viene esentata

dall’imposta e di conseguenza aumenta il capitale di un importo pari alla capitalizzazione

al tasso di interesse corrente dell’ammontare dell’imposta risparmiata.

L’ANALISI  RICARDIANA  DELL’INCIDENZA  

Gli economisti classici co

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A.A. 2013-2014
24 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviavalorosi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Di Majo Antonio.