vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Modelli del flusso comunicativo
MODELLO DEL FLUSSO IN UN SOLO MOMENTO: elidendosostanzialmente ruoli intermediari, si evolve però rispetto al modello ipodermico, rilevando i processi selettivi di esposizione, percezione e memorizzazione che intervengono sulla ricezione del messaggio, togliendo implicitamente parte del suo potere alla persuasione operata dai media. Sostiene l'esistenza di un numero variabile di collegamenti tra la fonte e i riceventi; la loro definizione dipende dall'intenzione della fonte, dalla natura del messaggio, dalla sua importanza e da numerosi altri fattori.
MODELLO DEL FLUSSO MULTIPLO: La contestualizzazione del processo comunicativo. Il feedback introduce larvati elementi di "circolarità". Evoluzione in più fasi del modello di Wilburn Schramm (1954): piena comprensione della reciprocità e dell'interdipendenza del ciclo comunicativo. Struttura semicircolare. Gerbner (1956): interpone, tra la fonte e il ricevente, una serie di nodi.
problematicilegati alla ricezione ed alla decodifica, entrambe influenzate dalle caratteristicheinterattive del significato e del contesto sociale. Pone l'accento sulla grande variabilitàdella percezione rispetto all'evento. Gerbner mette in luce il carattere essenzialmentecreativo ed interattivo del processo percettivo, il valore del "contesto" nella lettura deimessaggi e la natura "aperta" della comunicazione umana, sottolineando il rapportodinamico e interattivo rinvenibile tra forma (S = segnale) e contenuto (E = evento) nelprocesso comunicativo; la lacuna del suo modello sta forse nel trascurare i problemirelativi alla generazione del significato, poiché la forma, o il codice, del messaggio (S)vengono dati per scontati, cioè semplicemente fatti coincidere con il segnale.
Schema di Berlo (1960) - sigla SMCR (Source, Message, Channel, Receiver).Propone uno sviluppo del modello in termini sociologici, rilevando l'importanza
del contesto culturale e del sistema sociale in cui la comunicazione si svolge. Suggerisce che alla base di un atto comunicativo riuscito si debbano porre l'accordo tra le abilità della fonte e quelle del ricevente, così come la sintonia delle attitudini o dei valori sociali.
Chomsky: trascura le condizioni pratiche nelle quali avviene la comunicazione e, soprattutto, tende a minimizzare il ruolo del ricevente, appiattito su quello dell'emittente in virtù dell'omologia strutturale della loro relazione linguistica. Ne risulta una drastica sottovalutazione dell'agire empirico context-dependent.
Brown e Fraser: hanno individuato tre categorie per indicare le principali caratteristiche che definiscono una situazione: ambiente, partecipante e scopo. Illustra l'influenza dei contesti come sistemi di riferimento.
Tatiana Slama-Cazacu: per i componenti dell'azione comunicativa. Gli influssi del contesto sono tali e tanti che in certe condizioni è utile
ritenere che siano essi stessi a "generare" la comunicazione, molto più che la volontà della fonte, la quale assume infatti maggiore importanza nei contesti fortemente formalizzati o poveri di scambio sociale. CONTESTI SOCIALI E CONTESTI PSICOLOGICI Theodore Newcomb: Teoria degli atti comunicativi (rielaborazione della teoria dell'equilibrio di Heider) - evoluzione in senso "circolare" della struttura troppo lineare dei modelli "classici". Partendo dalla constatazione che la tendenza all'equilibrio è una caratteristica dei rapporti fra le persone, ne deduce che la comunicazione interpersonale è destinata a corroborare gli orientamenti simili tra i soggetti. Introduce per primo la situazione (o contesto sociale) dentro cui avviene lo scambio comunicativo. Modello di Wesley e McLean (1957) - Agli elementi A (soggetto comunicante), B nell'ambiente di A e B, (partner comunicativo) e X (qualsiasi evento o oggetto argomento della comunicazione),viene aggiunto un quarto elemento C, rappresentantela funzione comunicativa redazionale: ossia il processo decisionale su cosa e comecomunicare. Avvicinano A e C, cioè la fonte e le organizzazioni comunicative,identificabili come gli agenti che controllano il canale. Dal modello risulta che X nondeve necessariamente passare sia per A che per C, ma, mentre può "aggirare" A, nonpuò mai prescindere da C. C viene a svolgere un ruolo di intermediario forte, sotto laduplice veste intenzionale (accesso al canale per uno specifico messaggio) e nonintenzionale (la normale programmazione informativa ad una audience). Vienefinalmente introdotto l’elemento f (feedback), ma manca la dimensione sociale delleinfluenze.
Schema dei Riley (1959) - Inseriscono decisamente il processo di comunicazioneall’interno del sistema sociale, di cui è ritenuto parte integrante. Sia l’emittente E che ilricevente R sono influenzati dall’ordine sociale in
cui sono inseriti: dal gruppo primarioe dal sistema sociale nel suo insieme. Tutti i gruppi condividono un’interazionedinamica nella quale circolano messaggi pluridirezionali.Il riconoscimento dell’importanza del feedback genera
Modello di Dance (1967) -innumerevoli tentativi di soluzioni grafico-concettuali: in qualunque tipo di modellocircolare, pur raccogliendo evoluzioni rispetto a quelli lineari, la comunicazione,finisce comunque col ritornare al punto da dove è partita.
GLI ULTIMI MODELLI
Alla fine degli anni Sessanta la parabola dei modelli lineari può dirsi conclusa
Mosaico comunicativo di Becker: la gran parte degli atti comunicativi mettono inconnessione non soltanto con la situazione sociale immediata, ma con altri elementi delcontesto comunicativo: impressioni e comunicazioni precedenti, mezzi dicomunicazione in generale, etc.
Modello di Anders, Staat, Bostrom: importanza dei fattori contestuali e ambientali,natura interattiva del processo comunicativo,
centralità dell'elemento di feedback. Modello "transazionale" di Barnlund: il "significato non è il risultato dell'operazione passiva del ricevere, bensì un'invenzione, un attributo, un "dato". Dentro i soggetti della comunicazione, ed intorno a loro, esiste un numero illimitato di stimoli percettivi inconsci, seppure di diverso rilievo a seconda dei momenti. Barnlund indica tre gruppi di stimoli, fra loro interreagenti: - stimoli pubblici - sono quelli offerti dal mondo fisico (naturali) e quelli che risultano dall'intervento delle persone sull'ambiente (artificiali) - stimoli privati - sono quelli provenienti dall'attività interiore del soggetto - stimoli comportamentali - sono quelli "iniziati o controllati dal comunicatore stesso, in risposta a suggerimenti pubblici e privati, coloriti dai successi e dai fallimenti passati, in combinazione con i suoi appetiti e bisogni attuali che determinanoLa suaposizione nei confronti dell'ambiente". Modello commerciale della non interferenza nelle comunicazioni - riflette il modello economico della libertà di mercato, nel quale i produttori competono per conquistare i consumatori. Ne risulta una varietà di informazioni ed opinioni che "democratizza" i mass media e riduce al minimo il rischio della manipolazione. Coloro che utilizzano tale punto di vista mettono il luce la libertà delle scelte del consumatore e la necessità per i mezzi di comunicazione di adattare la loro produzione alle preferenze del pubblico.
Finestra di Johari (1975) - illustra i rapporti fra coscienza e consapevolezza attraverso la bipolarizzazione tra ciò che è noto (o ignoto) a se stessi e ciò che è noto (o ignoto) agli altri: schema interpretativo dell'atteggiamento e del comportamento individuale.
Noto a sé Ignoto a sé
Noto agli altri Area Aperta (sfera Area Cieca pubblica) -
(retroazionidell’ambiente)comunicazioneapertaIgnoto agli altri Area nascosta Area Ignota(sfera privata) - (inconscio) - nondoppio messaggio comunicazioneModello di Schmidt (teoria dei giochi) - stretto legame tra la comunicazionelinguistica e l’interazione sociale, identificazione di una precisa unità di analisi: il giocod’azione comunicativo.LE FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE
Perché si comunica? due serie di motivazioni:
- riferibili alla fonte (teorie della manipolazione)
- riferibili al ricevente (teorie degli usi e gratificazioni)
Il linguista Roman Jakobson ha introdotto nel suo modello comunicativo il significatoParallelismo tra l’approccio linguistico e la teoriae la struttura interna dei messaggi.matematica dell’informazione: l’attività comunicativa continua ad essere rappresentatacome la trasmissione di un contenuto tra due poli definiti che, codificando edecodificando secondo un codice fisso, riducono la ricezione al
senso letterale del messaggio. Problematica degli effetti. Si possono individuare due principali linee di indagine:
- studi sulla persuasione (privilegiano i contesti macrocomunicativi);
- studi sociologici (pur accordando grande rilievo alla macrocomunicazione gestita dai mass media, ne analizzano perspicuamente gli effetti sociali, ovvero le ripercussioni non tanto sull'individuo o sul corpo sociale come sommatoria di unità singole, quanto sul sistema sociale nel suo complesso,
- approcci conversazionalisti - attenzione alle dinamiche relazionali
La grande complessità dei fenomeni comunicativi induce ad una corrispettiva complessità di possibili effetti (personali o sociali, dichiarati o latenti, voluti o non voluti).
Effetto: conseguenze dirette dei media, sia volute che "accidentali". Tre tipi:
- modifica cognitiva
- modifica affettiva
- modifica del comportamento (a favore o contro l'intenzione di
Gli effetti possono inoltre essere distinti
per direzione (chi attiva il processo comunicativo) e intensità (che varia da un massimo ad un minimo di mutamento). C'è chi considera come effetto della comunicazione le modificazioni, prodotte nel ricevente, dal contenuto espresso nell'atto comunicativo, e chi, come Marshall McLuhan ("il medium è il messaggio"), invita ad attribuire le conseguenze dei media, sulla società o sugli individui, alle caratteristiche tecnologiche del medium anziché al contenuto di volta in volta diffuso. Effetti generali delle comunicazioni di massa:- moltiplicazione delle organizzazioni impegnate nella manipolazione di simboli
- riduzione delle distanze
- modificazione del linguaggio
- determinazione dello status sociale
- accrescimento dell'importanza dei tratti personali quali fattori della vita sociale e politica
- modifica delle strutture familiari
- attribuzione di maggior peso a