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PRINCIPIO DELL’EQUITÀ
• Si è soliti distinguere tra equità orizzontale, secondo la quale bisogna
garantire che coloro i quali sono in condizioni uguali siano colpiti in modo
uguale dal sistema tributario, ed equità verticale, secondo la quale coloro
che sono in condizioni diverse siano sottoposti ad un peso fiscale diverso.
Soprattutto in quest’ultima accezione, il principio dell’equità si presta però a
valutazioni del tutto personali del sistema tributario.
I PRINCIPI ECONOMICI DEL CARICO TRIBUTARIO
In aggiunta ai criteri generali, nel corso degli anni gli economisti hanno elaborato
ulteriori criteri o principi sulla base dei quali ripartire le imposte tra i contribuenti.
I più noti sono:
1. Il principio del beneficio;
2. Il principio della capacità contributiva;
3. Il principio del sacrificio.
1. PRINCIPIO DEL BENEFICIO
Secondo il principio del beneficio d'imposta pagata dai contribuenti deve
essere commisurata al beneficio che essi ricevono da beni e servizi
pubblici.
Imposta, quindi, è intesa come il prezzo che i contribuenti devono pagare
in cambio delle prestazioni statali.
Risulta chiaro che le imposte sono concepite con la sola finalità di
finanziare l'offerta di servizi e beni da parte dello Stato: la funzione
redistributiva non è contemplata.
Poiché l'imposta rappresenta il prezzo pagato per accedere ai beni e ai
servizi resi, essa non può essere differenziata, ma deve essere uguale per
tutti.
Secondo il principio del beneficio, allora, l’unico riferimento al concetto di
equità riguarda lo scambio: deve esserci di equità nello scambio e tutti,
quindi, devono poter accedere ai beni e ai servizi pubblici, tenendo conto
dei propri gusti e delle proprie preferenze e servendosi liberamente delle
proprie entrate economiche.
Nella pratica, l’applicazione del principio del beneficio trovano due grandi limiti:
a. I beni pubblici.
La non rivalità e non escludibilità che abbiamo visto essere le caratteristiche
fondamentali dei beni pubblici, rendono inapplicabile il principio del beneficio.
In particolar modo la caratteristica della non escludibilità da luogo al
fenomeno del free-riding che impedisce l’esatta costruzione della curva di
domanda di questi beni e, di conseguenza, impedisce la definizione di un
prezzo.
Se, infatti, non ci fossero individui free riders si potrebbe prelevare a titolo di
imposta da ogni individuo un ammontare pari alla valutazione marginale
chiedi quel determinato bene l’individuo stesso da.
In presenza di free Riders, però, è difficile conoscere le effettive valutazioni
dei singoli riguardo un bene e solo utilizzando meccanismi di votazioni si
potrà stabilire la quantità e la qualità della spesa pubblica.
In tal modo, però, tra la fruizione dei vantaggi derivanti dai beni e dai servizi
pubblici e il prezzo adesso corrispondente viene a cadere ogni tipo di legame
consequenziale: non c’è più uno scambio.
b. I beni m eritori.
Le imposte finanziano beni meritori che arrecano vantaggi anche a chi non è
fa domanda: questi beni non derivano da una domanda individuale e non
sussistono i presupposti per lo scambio volontario tra contribuenti Stato.
2. PRINCIPIO DELLA CAPACITA’
CONTRIBUTIVA
Nel principio della capacità contributiva le imposte devono essere
finalizzate, oltre che al finanziamento delle attività statali, ad una
redistribuzione del reddito.
Questo principio, quindi, poggia su concetti diversi da quello del beneficio
poiché non c’è una connessione diretta tra imposte pagate e servizi
ottenuti.
Il carico tributario deve essere ripartito in maniera equa poiché ciascuno
deve contribuire secondo le proprie capacità.
Anche in questo caso il concetto di equità viene inteso:
a. In senso orizzontale.
Il principio di equità orizzontale è un principio secondo cui i
contribuenti che si trovano nelle stesse condizioni, in rilevanti fini
tributari, debbano pagare lo stesso tributo.
b. In senso verticale.
Il principio di equità verticale è un principio secondo cui i contribuenti
che si trovano condizioni diverse, in base a criteri prescelti, devono
pagare un diverso tributo.
Il principio della capacità contributiva richiede inoltre che siano escluse
le aliquote marginali superiore all'unità, al fine di garantire che restino
inalterate le posizioni relative dei soggetti contribuenti.
L'applicazione del principio della capacità contributiva può operarsi
rispettando i seguenti punti:
E’ necessario stabilire con chiarezza cosa deve intendersi per
• capacità contributiva.
Tra gli elementi presi a misura della capacità contributiva vi è il
reddito (l’indicatore riconosciuto più veritiero in quanto offre la
possibilità di considerare ogni tipo di entrata), il patrimonio e il
consumo;
È necessario specificare la modalità di ripartizione del carico
• impositivo tra i contribuenti.
3. PRINCIPIO DEL SACRIFICIO
Secondo il principio del sacrificio, una giusta ripartizione del carico
tributario richiede che il peso del prelievo fiscale sia rapportato al sacrificio
di utilità sopportato dal contribuente pagando le imposte.
La regola del sacrificio ha tre possibili accezioni:
a. Sacrificio assoluto;
b. Sacrificio proporzionale;
c. Sacrificio marginale.
Le tre accezioni del principio del sacrificio hanno alla base delle ipotesi:
1. L’utilità degli individui è determinata sulla base del reddito;
2. Il reddito deve essere considerato un dato;
3. Le preferenze degli individui sono tra loro uguali, così come le loro
utilità che sono tra si esse misurabili, di modo che il sacrificio
contributivo di ogni singolo può essere confrontato con quello degli
altri individui;
4. L’utilità marginale del reddito si assume decrescente.
UGUALE SACRIFICIO ASSOLUTO
Secondo questo principio l'onere tributario da attribuire ad ogni contribuente deve
essere tale da rendere la perdita di utilità uguale per tutti, il valore assoluto.
Le principali obiezioni mosse a tale principio sono che non è possibile comparare le
scale di utilità dei contribuenti diversi, e che esso può ridurre gravemente o
addirittura annullare il reddito del contribuente povero.
Poiché l'utilità marginale è decrescente, il criterio è soddisfatto solo se R viene
gravato da imposte di entità maggiore di P.
Ne segue necessariamente che l’imposta debba essere progressiva.