E
E 2
V′
(s) − 1 V′
(s) = 2
S′ =
da cui —> . Il payoff di T, che indichiamo con S , è dato da
E T
2 V(s) + C(t) C′
(t) − 1
S = P − C(t) − t P = S′ = C′
(t) = − 2
con da cui —> .
T T
2 −2
Notiamo che rispetto alla soluzione socialmente ottimale, in questo caso gli investimenti sono
➡
+ bassi (perchè la derivata ha una pendenza maggiore). La ragione di questo risultato è intuitiva:
ciascuna parte è consapevole che aumentando l’investimento aumenterà anche il surplus della
relazione di scambio, ma sa anche che una quota del contributo che l’incremento del proprio
investimento fornisce alla transazione sarà acquisita dall’altra parte contrattuale. Dato che
ciascuna impresa agisce in modo individualistico, non prende in considerazione i rendimenti
della controparte e dunque investe poco.
In particolare, la casa editrice, investendo, migliorerà il prodotto, ma si troverà anche a dover
➡
pagare di + il servizio della tipografia (perchè la tipografia è costretta ad investire e per fare ciò chiederà un compenso
. Crea così una esternalità positiva sul sistema in quanto ne sostiene i costi
maggior alla casa editrice)
ma parte dei vantaggi ricadono sulla tipografia. È chiaro dunque che E tenderà ad investire
meno rispetto al livello socialmente ottimale in quanto non è interessata a creare un vantaggio a
T. Dunque E si fermerà ad investire ad un livello inferiore rispetto al caso di investimento
socialmente ottimale: investire ad un livello ottimale solo per l’impresa E stessa.
74
Abbiamo già spiegato che l’integrazione (fusione) una possibile soluzione al problema di sub
investimento.
▷ Potrebbe accadere che l’impresa a valle quindi l’Editore acquisti l’impresa a monte (integrazione
cioè la Tipografia, ma gli investimenti specifici s e t rimangono di pertinenza,
all’indietro o a monte IM)
rispettivamente di E e di T. In questo nuovo assetto proprietario però E diventa proprietaria anche
delle risorse che appartenevano a T e dei diritti residui di controllo quindi potrà scegliere
unilateralmente il prezzo dell’input. Il livello di prezzo sarà, pertanto, quello che consente a T di
coprire appena il costo dell’investimento: P=C(t). Sostituendo questo valore nella funzione del
IM
S = V(s) − s − C(t)
beneficio di E, S = V(s)-s-P, si ottiene: . Massimizzandola si ottiene
E
E
′
IM
V (s) = 1 . Dato che questa soluzione coincide con la condizione trovata per il first best,
s
possiamo concludere che l’impresa E, che in questo secondo scenario è il soggetto che integra e
diventa proprietario delle risorse, sarà disposta a realizzare il livello di investimento migliore in
s = s *
assoluto .
n
Per trovare il livello di investimento di T, invece, sostituisco il valore P=C(t) nella funzione di
IM IM
S = C(t) − C(t) − t t = 0
surplus di S = P-C(t)-t, si ottiene . Massimizzandola si ottiene .
T
T
Questo risultato implica che nel secondo scenario, in cui la proprietà delle risorse è stata trasferita
interamente all’impressa a vale (E), T non ha alcun incentivo a realizzare l’investimento specifico.
▷ Potrebbe invece accadere che sia l’impresa a monte T a integrare e a divenire, così,
proprietaria anche delle risorse che precedentemente appartengano a E e acquisendone i diritti
residui di controllo . I risultati del modello saranno simmetrici a quelli
(integrazione in avanti o a valla IV)
mostrati sopra. Il livello di prezzo sarà, pertanto, quello che consente ad E di coprire appena il
costo dell’investimento: P= V(s). Sostituendo questo valore nella funzione del beneficio di T,
IV ′
IV
S = V(s) − C(t) − t C (t) = − 1
S = P-C(t)-t, si ottiene: . Massimizzandola si ottiene . Si
t
T
T
nota quindi che in questo nuovo assetto proprietario T sarà disposto a realizzare il livello di
t = t *
investimento che coincide con quello di first best cioè quello migliore in assoluto, per cui .
n
Per trovare il livello di investimento di E, invece, sostituisco il valore P=V(s) nella funzione di
IV IV
S = V(s) − s − V(s) s = 0
surplus di S = V(s)-s-P, si ottiene . Massimizzandola si ottiene .
E
E
Questo risultato implica che nel secondo scenario, in cui la proprietà delle risorse è stata trasferita
interamente all’impressa a monte (T), V non ha alcun incentivo a realizzare l’investimento
specifico. ===> LA STRUTTURA PROPRIETARIA OTTIMALE <===
Dai risultati del modello precedente si possono ricavare indicazioni su desiderabilità e direzione
dei processi di integrazione imprese:
L’integrazione a monte porta a ottimizzare gli investimenti in affidamento dell’impresa a valle
• (editore) mentre elimina gli incentivi ad investire per l’impresa (tipografia)
L’opposto accade con l’integrazione a valle
• IM IV
s * = s > s (editore) impresa a valle
• IV IM
t * = t > t (tipografia) impresa a monte
• L’integrazione a monte (E integra T) è la struttura proprietaria ottimale quando l’investimento
• dell’impresa committente (nel nostro esempio, l’editore) è + importante di quella del fornitore
dell’input (nel nostro caso il tipografo) ai fini del risultato complessivo della transazione. La
ragione di ciò risiede nel fatto che in questo scenario il livello di investimento migliore in
assoluto, mentre l’impresa integrata tenderà a sottodimensionare il proprio investimento (nel
nostro esempio semplificato l’investimento dell’impresa integrata risulta addirittura nullo).
L’integrazione a valle (T integra E) è da preferirsi quando l’investimento dell’impresa fornitrice
• (nel nostro esempio la tipografia) è + importante di quello dell’impresa committente (E). Anche in
questo caso, infatti, l’impresa integrante (T) realizzerà il livello di investimento migliore in
assoluto, mentre l’impresa integrata (E), tenderà a sottoinvestire.
La non integrazione è, infine, da preferire quando l’investimento delle due imprese contraenti è
• ugualmente importante. In questo caso, nessuna delle due imprese realizzerà l’ammontare di
first best),
investimento migliore in assoluto (il ma entrambe tenderanno, separatamente e in
second best,
modo non cooperativo, a realizzare il livello di investimento la seconda migliore
scelta (e nel nostro esempio l’investimento di nessuna impresa sarà nullo).
75
7. LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Una delle principali forze motrici dello sviluppo economico è rappresentata dall’innovazione
tecnologica e i fattori cruciali per il progresso tecnologico sono gli investimenti e ricerca e
sviluppo R&D. Fondamentale per influenzare il livello di R&D è:
la produttività del processo —> (fertilità R&D) dipende dalle sinergie tra ricerca di base e
• industriale; diventa rilevante l’investimento in istruzione cioè in capitale umano (abbiamo in sostanza un
problema di collegamento fra ricerca di base e poi applicazione industriale, e ciò dipende chiaramente dal capitale umano, dal fatto di formare persone
in grado di contribuire a questi processi. Questo è un problema tipicamente di economia industriale e economia di innovazione)
l’appropriabilità dei risultati —> è importante per fornire incentivi alla imprese nell’intraprendere
• investimenti in ricerca. Dipende dal grado di protezione accordata ai “prodotti intellettuali”.
Il principale problema delle innovazioni di prodotto (sviluppare nuovi prodotti) o delle innovazioni
di processo (sviluppo di processi produttivi + efficienti) è che sono molto complessi e costosi da
ottenere in quanto si tratta di un processo articolato di tentativi, fallimenti e investimenti che
richiedono capitale umano e personale altamente specializzato. Tuttavia se l’informazione relativa
allo sviluppo di tali innovazioni può essere copiata a basso costo da coloro i quali ne vengono in
possesso, la persona che prima sviluppa l’informazione non sarà in grado di venderla a molti
compratori e quindi non riceverà adeguati incentivi allo sviluppo della ricerca. Si tratta di un
problema molto serio poiché scoraggia le imprese ad essere le prime ad impegnarsi nello
sviluppo di attività innovative di cui tutta la collettività potrebbe beneficiare. Esistono infatti
processi di innovazione che hanno un beneficio sociale superiore rispetto ai costi (il costo
dell’innovazione è inferiore rispetto ai vantaggi per la collettività), e il problema è che le imprese
private, in assenza di una adeguata regolamentazione, possono non avere incentivo a innovare, a
sostenere i costi se poi possono essere imitate, dunque spesso non sostengono i costi fin
dall’inizio.
Il problema dell’imitazione a basso costo è il tipico problema di fornitura ottimale di beni pubblici:
il prodotto della ricerca e sviluppo, se non tutelato da diritti di proprietà può essere, almeno
parzialmente, non rivale e non escludibile, e ciò indurrà gli individui a comportarsi da free rider,
che si verifica quando un individuo beneficia di risorse, beni, servizi, informazioni, senza
contribuire al costo degli stessi, di cui si fa carico il resto della collettività.
free riding
==> il problema del porta a una fornitura privata sub-ottimale di innovazione (il
problema potrebbe essere analizzato anche come esternalità positiva).
Per risolvere il problema si potrebbe pensare che la soluzione al fallimento del mercato, così come
avviene per i beni pubblici tradizionali (ponti, strade, ecc..), possa essere la fornitura pubblica: il
decisore politico assegna il compito di produrre il bene pubblico (sapere, melodie, arte, ecc..) al
livello ottimale a enti privati (primo punto) oppure pubblici (secondo punto).
Per incentivare la generazione di informazione e di innovazione, lo stato può quindi garantire
• diritti di proprietà sulla stessa. Se al creatore di informazione è garantito un diritto esclusivo di
vendere i beni che la incorporano, egli può godere dei profitti e la prospettiva di tali prodotti può
incoraggiare in primo luogo lo sforzo di produrre informazione. Quindi, i diritti di proprietà
sull’informazione possono essere un’istituzione socialmente di valore.
Oppure lo stato si imp
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.