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ELASTICITÀ DELLA DOMANDA
Possiamo analizzare l'elasticità della domanda dei consumatori a variazioni del prezzo del bene ferme restando le loro preferenze. Partendo dall'osservazione che quella elasticità dipende dall'importanza dei bisogni che devono essere soddisfatti dovrebbe essere intuitivo che variazioni assolute di quantità non forniscono informazioni adeguate se non si conoscono prezzi e quantità precedenti le variazioni di prezzo.
Occorre pertanto rapportare la variazione percentuale di quantità Aq/q alla variazione percentuale di prezzo (Ap/p) che l'ha provocata: al numeratore, indichiamo con A (delta) le variazioni e, al denominatore il valore assoluto della variabile che precede la variazione stessa. Poiché questo rapporto tra variazioni % fornisce una misura dell'elasticità della domanda, conviene fissare le idee con un esempio.
Poniamo 3 soggetti: autotrasportatore, genitore che accompagna spesso
A scuola i figli, un pensionato che ama le gite domenicali, consumino la stessa quantità di benzina (100 litri), quando il prezzo per un litro è di un euro. Di fronte a un momento del 10%, l'autotrasportatore diminuisce il suo consumo dell'1%, il genitore del 10% e il pensionato del 50%. Pertanto, le elasticità rispettive, trattandosi di variazioni di segni opposto (se il prezzo sale la quantità scende e viceversa), il rapporto è convenzionalmente preceduto dal segno negativo, onde ottenere un numero positivo.
Nel primo caso siamo di fronte ad una domanda poco reattiva: la variazione percentuale della quantità è molto minore della variazione percentuale del prezzo (domanda di benzina poco elastica) – quindi rigida – in quanto inferiore ad 1.
Nel secondo caso, le variazioni percentuali sono eguali (l'elasticità pari a 1 significa che la spesa totale del genitore rimarrà invariata.
Nell'ultimo caso, l'elasticità è superiore ad 1, quindi la variazione percentuale della quantità è maggiore della variazione percentuale del prezzo (domanda di benzina elastica).
Caso siamo di fronte a una domanda molto reattiva, come indicato dal valore dell'elasticità maggiore di uno.
Consideriamo l'andamento della spesa totale implicito alla domanda rettilinea che abbiamo utilizzato per risolvere il problema di Leandro. Quella spesa totale presenta un profilo a campana dapprima crescente, poi pressoché costante intorno al massimo e infine decrescente. Quello che dobbiamo fare è solo rapportare questo profilo all'andamento della domanda di partenza per avere un'idea sufficientemente precisa di come l'elasticità influenzi la spesa totale nei diversi punti della domanda (elasticità puntuale).
Piccoli spostamenti nell'intorno del punto G della domanda sono caratterizzati da variazioni trascurabili della spesa totale. Ciò in quanto la variazione percentuale del prezzo è sostanzialmente compensata dalla variazione percentuale di segno opposto della quantità: il caso del genitore.
Che con un'elasticità unitaria presenta una spesa totale tendenzialmente costante. Se partiamo dal punto P, la spesa totale diminuisce se aumenta il prezzo, mentre aumenta se il prezzo diminuisce: perché? La ragione è facilmente intuibile: in entrambi i casi la variazione percentuale della quantità è maggiore della variazione percentuale di prezzo. Siamo nel tratto di domanda molto sensibile a variazioni di prezzo: elasticità maggiore di 1. Infine, se ci muoviamo intorno a T abbiamo variazioni opposte della spesa totale: se il prezzo aumenta, la spesa totale aumenta, mentre se il prezzo diminuisce, la spesa diminuisce. In entrambi i casi la variazione percentuale della quantità è minore della variazione percentuale del prezzo. Il caso del trasportatore che, non potendo fare a meno della benzina, presenta un'elasticità inferiore a 1. Una domanda dal profilo rettilineo presenta un'elasticità diversa nei suoi
punti: avremo una domanda ad elasticità unitaria costante, solo nel caso presentasse un profilo a iperbole equilatera. Infine, va considerata l'elasticità rispetto alle variazioni percentuali di reddito che vanno sempre al denominatore: (Aq/q)/(AR/R). Un bene potrebbe presentarsi come di lusso a livelli bassi di reddito (elasticità rispetto al reddito maggiore di 1), per diventare necessario a livelli intermedi o elevati (elasticità minore di 1).
LE SCELTE VINCOLATE DI AMLETO
Quanto visto in tema di massimizzazione permette di entrare nel vivo della logica del comportamento degli individui. Se lo studio del comportamento individuale caratterizza l'analisi economica come scienza sociale, l'ordinamento giuridico, pur limitandosi a registrare comportamenti, ne penalizza alcuni, tutelandone altri, proprio nel presupposto implicito che i singoli reagiscano in modo prevedibile a pene e incentivi. Ogni soggetto, caratterizzato da propri bisogni e preferenze,
dispone di risorse limitate che non gli permettono di soddisfare quei bisogni a sazietà. Lo studio di questo processo di scelta vincolata basato su poche ipotesi, è molto flessibile nell'interpretare le scelte più disparate.
Consideriamo le scelte di Amleto, uno studente che, risolti i suoi problemi di sostentamento, deve decidere come utilizzare le 10 ore utili della giornata tra la preparazione degli esami e le altre attività cui è interessato, che includiamo nella nozione latina di otium: la scelta tra due beni è generalizzabile a un numero elevato di beni:
Indicando con OA le ore a disposizione a partire dall'origine O misuriamo il tempo dedicato agli otia, cosicché il tempo residuo è dedicato allo studio in vista del successo agli esami. In questo modo ci adeguiamo all'ottica corrente per cui lo studio non è apprezzato in sé ma come costo inevitabile da pagare per ottenere dei voti decenti. Ne segue che
gli assi individuano un'area di punti le cui coordinate esprimono tutte le combinazioni di beni (otium e voti) tra cui Amleto può scegliere. La sua scelta concreta dipende: - dalle preferenze personali, interpretate in termini di funzione di utilità - dal rendimento in voti di un'ora di studio: come quell'ora si trasforma in voti definisce il vincolo delle opportunità che si aprono ad Amleto. LE CURVE D'INDIFFERENZA Supponiamo che: - chi sceglie sappia quel che vuole con una certa stabilità - e che tali scelte siano sufficientemente complete da includere tutte le opzioni - combinazioni di beni - che gli si prospettano - inoltre poniamo che il soggetto sia in grado di classificare quelle opzioni in un ordinamento, o sequenza precisa, preferendo il "più al meno" (trattandosi di beni) in modo coerente, nel senso di rispettare la proprietà transitiva: se la combinazione A è preferita alla combinazione B e la Ba C, la combinazione A sarà preferita a C. Per chiarire come la funzione individuale d'utilità si manifesta in processi di scelta, da quella funzione si ricava un semplice strumento di lavoro: delle curve che esprimono le combinazioni dei due beni che, fornendogli lo stesso livello di soddisfazione o benessere, sono indifferenti al soggetto. Supponiamo che Amleto sia inizialmente collocato nel punto C, dedicando OF ore all'otium e ottenendo OG voti all'esame. Perché il benessere di Amleto rimanga allo stesso livello di cui gode in C, è necessario che l'aumento di un bene sia accompagnato da una diminuzione dell'altro: è proprio l'andamento di questa sostituibilità a benessere costante a fornirci informazioni sulle preferenze individuali. Tracciamo nella figura (a) due segmenti perpendicolari in C, ottenendo 4 aree di punti (combinazioni di beni) confrontabili in C. Le combinazioni espresse dai punti del 2° e del 3° segmento saranno preferite rispetto a quelle del 1° e del 4° segmento.3°quadrante indicano una quantità di beni maggiori o minori, rispettivamente, della combinazione C equindi livelli di benessere superiori o inferiori. La curva che cerchiamo dovrà quindi collocarsi nel1° e 4° quadrante, i cui punti esprimono combinazioni più ricche di uno e più povere dell’altrobene: la prima caratteristica delle curve d’indifferenza è che hanno un profilo inclinato verso ilbasso.
La retta DE della figura (b) risponde a questo requisito. Il suo profilo rettilineo – la sua inclinazionecostante rispetto agli assi – indica che Amleto rimane indifferente alla diminuzione di un’ora diotium (-1), se accompagnata da una valutazione più alta (+1). Questa costanza di sostituibilitàvarrebbe sia nel punto D – dove Amleto ha molto otium e voti bassi -, sia nel punto E, dove ha pocootium e voti più alti: un’ipotesi poco plausibile. Se gli assi misurassero uno stesso bene
(mele) non ci sarebbe problema. Ma quando si tratta di beni diversi (mele e cioccolatini) ci aspettiamo che chi ha poche mele e molti cioccolatini sia pronto a rinunciare a una mela in cambio di molti più cioccolatini e viceversa. Gli economisti interpretano questa osservazione parlando di utilità marginale decrescente dei beni, dove il termine "marginale" definisce gli effetti di un piccolo incremento. Gli economisti fanno riferimento a valutazioni di tipo ordinale (meglio/peggio) introducendo la nozione di tassi di sostituzione, cioè di rapporti tra incrementi di un bene e decrementi di un altro. Ogni soggetto dovrebbe essere infatti in grado di pronunciarsi su a quanti cioccolatini è disposto a rinunciare in cambio di una mela - e rimanere indifferente - quando collocato in D e quando collocato in E. In base all'ipotesi dell'utilità marginale decrescente, ci attendiamo che in D quella mela dovrà essere sostituita da più.cioccolatini (10: ha poche mele e tanti cioccolatini) di quanto non avvenga inE (4: ha tante mele e pochi cioccolatini).
IL TASSO DI SOSTITUIBILITÁ DEI BENI
Le CURVE D’INDIFFERENZA sono concave verso l’alto, giacché il tasso di sostituzione (espresso dalle inclinazioni delle rette tangenti nei vari punti della curva d’indifferenza) diminuisce dall’alto verso il basso, da D a E. Il grado di concavità esprime quei gusti, vale a dire sei beni sono molto (profilo quasi rettilineo) o poco sostituibili (profilo quasi ad angolo retto). Questo tasso di sostituibilità – rapporto tra variazioni marginali delle quantità dei beni, pari all’inverso del rapporto tra le variazioni marginali d’utilità – è indicato nel caso d’Amleto da –(Aotium/Avoti): il segno negativo esprime il fratto che si tratta di variazioni si segno opposto.
La figura a sinistra esemplifica come aumentano i tassi di sostituzione
passando dalla combinazione E alla combinazione D, ponendo che si tratti della diminuzione di un voto (-AX/1 al denominatore). Quando Aml