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Analisi della Tensione
Modello alla Cauchy-Euler
Prima di esaminare il modello di Cauchy, Euler è necessario fare alcune premesse e distinguere tra tipologia di forze. In primis dobbiamo dire che quando consideriamo un "corpo rigido" per definire l'equilibrio sono necessarie e sufficienti le equazioni della statica ossia:
∑F=0
∑M=0
Qualora invece considerassimo un corpo continuo 3-D e soprattutto deformabile le equazioni della statica risultano solo condizione necessaria ma non sufficiente a definire l'equilibrio per fare ciò, ossia per avere la condizione di sufficienza, è opportuno introdurre gli [assioni] di Eulero.
Partiamo col distinguere tre diverse tipologie di forze:
- forze di volume
- forze superficiali e di contatto esterno
- forze superficiali o di contatto interno
Consideriamo un corpo B che occupa una certa regione dello spazio la cui frontiera è ∂B e consideriamo un suo punto X (p è una certa porzione del B s.p. ⊂(B)) =
B è un corpo continuo e deformabile e vogliamo che sia in equilibrio stabile trovandosi nell'interno del corpo. Sul nostro corpo agiscono 3 tipi di interazioni:
- Forze in volume sentite dal corpo B per il semplice fatto di occupare una posizione nello spazio, senza il bisogno di contatto con un altro corpo, quindi è un
tipo di forza, "residuale" ossia dipendente soltanto dalla
posizione occupata del punto x.
La indicheremo con b (x) e volendo calcolare all’interno
come la forza esercita alla tutta il corpo B, facciamo l’in-
tegrale esteso a tutto il volume:
∫∫∫ B b (x) dV [FL⁻³]
2) FORZE SUPERFICIALI O DI CONTATTO ESTERNE sono forze che per con-
tatto interagiscono con B, ossia dovute al contatto chi-
B con altre corpi. Anche esse sono di natura posizionale
e le indicheremo con S (x). Per ottenere l’azione
totale di queste forze senza nessunario fare un integrale
esteso alla frontiera del nostro corpo ∫∫ S(x) dA
∂B [FL⁻²]
3) FORZE SUPERFICIALI O DI CONTATTO INTERNE sono dovute alle inte-
zioni tra parti interne di corpo attraverso il contatto stesso.
Fas de parti puntate non sono dovute all’interazione
con l’ambianto esterno benno tra le parti interne.
A differenza della mechhanica riguale, nei continui
deformobili punto, tipologie di forze è molto importato
te e innolano il nome di FORZE DI TENSIONE, o
semplicemente TENSIONI.
elettrica, ciò non è vero poiché sono materiali polari dove ad ogni
punto è associata una coppia e oltre una distanza esiste di forza voltametrica.
Questo comporta il fatto che il limite sono diviso in due contributi, uno dovuto a
R(A) sostanzialmente nullo e uno dovuto alla somma su di infiniti poli di tutte le
coppie polari, ovvero div ∫(A) = ∫(M) +.
Quindi in conclusione per materiali polari la rotazione della tensione e
afflunta e ciò dimostra invece alla prima osservazione che il punto 2 del postulato A non è banale.
Postulato B
sorge dall'esperienza di voler generalizzare il concetto di tensione.
Possiamo dire quindi che fissato il punto X scelto un piano, posso far scorrere
il vettore tenzione e se preso costruiamo il luogo delle ; ciò vale solo se la
superficie di taglio è il piano
S1
S2
S3
In pratica superfici diverse ma che hanno in comune il piano di tangente in X
hanno lo stesso vettore tensione in X ciò deriva dal fatto che Lim R(A) = tM(x)
ed essendo = Lim A o scriva T : [T]M(/x), fissato X ed essendo ∆t=∫z=∫z/∅=∫
superfici diverse, avremo che la tensione rimane invariata finché
nel punto X e il piano oscillatore sia lo stesso.
Come si evince dalle unità di misura
= N. J. W abbiamo - potenze ali
unità di tempo per fantuma statica non ha deun senso.
e quindi tutto si riduce al J ossia udmta di misura
del lavoro.
Secondo il teara lo spostamento sarà uno spostamento
ripeido infinitesimo e quindi avremo il
È da osservare una cosa molto importante ossia che per forza
di superficie intendiamo quella esterna se siamo cownilat
cando un punto della frontiere al P che appartiene anche
a quelli di B, mentre parliamo dei forze di superficie interne
e quindi bisogna considerare punti della fon
tiro Dp interni a B
S(x) se X è ∉B (∂P = ∂B)
S =
T(x) se X è B (interno a B)
Per ipotesi vediamo gli aiqemi di tuleuo e quindi possiamo
scrivere :
t(P) = 0 ∀P B
m(P) = 0 →
∫∫∫P b dV + ∫∫ S dA = 0
∫∫∫P [(x - o) ⋅ b] dV + ∫∫ [(k-o) ⋅ S] dA = 0
Poichè abì un campo di postauium infinitesime possiamo
scrivere :
∫(P) ẋt = ∫∫∫ (g, ⋅ w,) (x-y) dV +
+ ∫∫ [(va,+wA(x-y)] P dA
Secondo le condà del prodotto creep umulo a