Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Ciò che è l’essere però non può neanche essere pensato in questi
termini. Questo ente, fatto dello stesso essere, se è unico ne
consegue che in tutti gli altri enti essere ed essenza sono diversi.
Inoltre:
Ciò che è composto da essenza ed essere deve necessariamente
ricevere il suo essere da altro, in quanto nulla può essere causa di
se stesso.
Poiché aristotelicamente non si può procedere all’infinito a ritroso
nelle cause, bisogna fermarsi ad una Causa Prima che non sia
causata da altro e che non sia causa di sé, in cui l’essenza sia lo
stesso essere: Dio.
◦ Si è dunque voluto dimostrare l’unicità dell’ente in cui essere
ed essenza coincidono: si ammette la composizione delle
realtà finite di essenza ed essere se si ammette che l’ente in
cui coincidono entrambe sia unico
▪ Di fatti noi non siamo in grado di percepire da subito il
contenuto essenziale delle cose, ma sappiamo con certezza
che oltre Dio non possano esistere altri enti la cui essenza
sia solo l’essere, come siamo anche certi che tutte le altre
realtà siano composte.
◦ Pertanto, essere ed essenza nelle creature:
▪ L’essere è ricevuto dall’altro, cioè da Dio, pertanto colui che riceve l’essere sarà
in potenza rispetto all’essere stesso, che sarà invece in atto
Il concetto di atto-potenza di Aristotele viene ampliato anche alle sostanze
immateriali create
Mentre Dio è privo di qualsiasi potenzialità poiché essere sussistente, le
intelligenze sono in potenza all’essere che ricevono da Dio.
◦ Se nelle sostanze la materia è in potenza alla forma e questa è ciò che dà
l’essere alla materia nelle sostanze semplici la forma stessa è in potenza
all’essere 53
L’essere divino e le essenze creaturali
◦ Secondo Tommaso, ai tre livelli del reale (Causa Prima, sostanze semplici, sostanze
composte) corrispondono tre modi diversi di possedere un’essenza
▪ Causa Prima (Dio).
L’essenza coincide con l’essere stesso. Si può andare oltre affermando che
Dio non possegga una quiddità e che il contenuto oggettivo sia unicamente
l’essere; non avendo una quiddità non potrà neanche essere incluso in un
genere (senza predicamento): Dio è al di là di ogni genere.
◦ Non per questo bisogna cadere nel panteismo formale ed affermare che il
suo essere sia indifferenziato e comune: l’essere di Dio non è l’essere
degli esseri finiti, poiché essendo puro si distingue dall’essere partecipato
(ad un’essenza)
▪ L’essere di Dio non è determinabile, come invece lo è quello comune.
In ogni creatura l’essere è determinato dall’essenza, sia che si tratti di
sola forma (sostanze semplici) o dell’unione di materia e forma
(sostanze composte)
▪ Sostanze incorporee
L’essere è diverso dall’essenza: non è puro ma partecipato e dunque limitato
secondo le capacità della stessa natura che lo riceve
L’essere non è assoluto, ma è assoluta la loro essenza perché non ricevuta
nella materia, ma coincide con la forma.
◦ Non è pertanto possibile che esistano più individui all’interno della stessa
specie
▪ L’eccezione è vista nelle anime umane, poiché congiunte al corpo (il
corpo serve a generare l’individualità che verrà poi conservata dopo la
sua corruzione)
▪ Diversamente da Dio, le sostanze separate sono dotate di una
quiddità distinta dal loro essere e sono collocabili in un genere o
specie; tuttavia noi non abbiamo le facoltà per percepire le differenze
costitutive delle sostanze incorporee e una loro definizione completa ci
risulta impossibile
▪ Sostanze composte
Sia essere che essenza sono limitate e finite
La materia è in potenza alla forma (la quale costituisce l’attualità) e il
composto di materia e forma è in potenza all’essere. In quelle semplici, prive
del composto materia-forma, è la stessa forma in potenza all’essere
54
Teologia e Filosofia: il Commento al De Trinitate di Boezio
◦ Tra il 1257 e il 1259, prima della redazione de “Summa contro Gentiles” (Somma
contro i Gentili)
◦ Utilizza il testo boeziano per trattare:
▪ La conoscibilità di Dio
▪ Le modalità espositive del discorso teologico
▪ Il rapporto tra l’indagine razionale e la fede
▪ La distinzione tra teologia e le altre scienze speculative
La conoscibilità di Dio e le altre tematiche del Commento
◦ Sostiene l’abitudine dei filosofi di anteporre la scienza delle creature a quella divina,
la fisica alla metafisica, seguendo l’ordine della conoscenza naturale.
▪ Il teologo muove in verso opposto, da ciò che è più noto in sé (Dio e le sostanze
naturali) a ciò che è più noto per noi (creature ed effetti sensibili)
Si pone in Dio tesso l’origine della teologia e della scienza divina.
◦ Tommaso si chiede se noi siamo in grado, ossia se disponiamo di una tale
conoscenza di Dio che ci permetta di individuare in questo punto l’origine
della scienza divina
◦ Prende le distanze dai sostenitori dell’illuminazione divina, coloro che sostengono
che la mente umana non sia in grado di acquisire una qualunque verità senza l’aiuto
della luce divina.
▪ Tommaso sostiene che tale luce è stata posta in noi fin dal principio; coincide
con l’intelletto agente che rappresenta la potenza attiva del nostro animo
La sua potenza è tuttavia limitata: ci consente di giungere a tutti i principi
conoscibili naturalmente e a ciò che ne deriva, ma non ciò che ne prescinde.
Per andare oltre la nostra mente ha bisogno di un’ulteriore luce, quella della
fede. La nostra mente possiede già ciò che le consente di conoscere ciò che è
possibile conoscere naturalmente: non ha bisogno di un aiuto continuativo di
Dio.
◦ Negare la possibilità all’uomo di conoscere alcune verità intellegibili
significa negare il valore della sua essenza e la razionalità voluta da Dio
◦ Bisogna anche capire se ci è data la possibilità di conoscere Dio
▪ Una cosa è possibile conoscerla o attraverso la sua forma propria o la sua forma
simile. Una conoscenza può avvenire:
attraverso la forma stessa di chi conosce
Per astrazione, attraverso la forma degli oggetti conosciuti (come il nostro
intelletto conosce le realtà naturali)
◦ Non è possibile conoscere l’entità divina per astrazione, poiché il nostro
intelletto agente è unicamente in grado di astrarre le verità intellegibili
solo a partire dai fantasmi (immagini) che vengono presentati dai sensi:
55
ogni nostra conoscenza ha sempre inizio dai sensi e il nostro intelletto si
rapporta in base alle immagini che i sensi li propone
▪ Bisogna dunque conoscere Dio a partire da altre forme: dalle forme degli effetti
Gli effetti consentono una conoscenza adeguata all’essenza della causa solo
quando sono pari o proporzionati alla causa stessa.
◦ Tuttavia non è questo il rapporto tra le creature e il Creatore, poiché Dio
eccede all’infinito qualsiasi creatura; pertanto la conoscenza che
possiamo desumere dagli effetti ci permette di arrivare a conoscere
l’esistenza di Dio, ma non la sua essenza.
▪ Possiamo conoscere che Dio è, non cosa è
Il rapporto tra gli effetti e la loro causa si può esprimere sotto 3 punti di vista,
che corrispondono alle tre vie indicate dallo Pseudo-Dionigi Arepagita:
◦ In relazione all’efficacia della causa stessa
▪ La via della causalità, Dio viene riconosciuto come la causa di tutte
le creature
◦ In relazione all’aspetto per cui negli effetti rimane una similitudine
con la causa
▪ La via dell’eminenza, Dio viene riconosciuto attraverso come ciò
che eccede ciò che di positivo è possibile riscontrare nelle creature
◦ In relazione all’aspetto per cui gli stessi effetti si allontanano dalla
causa
▪ La via della rimozione, Dio viene riconosciuto in base alla negazione
di ciò che si riscontra nelle creature
◦ In tutto questo bisogna tenere conto del lumen fidei, cioè la luce che la
fede può aggiungere alla conoscenza naturale.
▪ Non ci fa vedere Dio nella sua essenza (che è impossibile in questa
vita), ma ci permette di comprendere per via negativa che Dio è al di
sopra di tutto ciò che possiamo comprendere naturalmente.
Tommaso attribuisce una duplice natura alla teologia:
◦ Procede in senso affermativo per quello che riguarda
l’esistenza di Dio
◦ Procede in senso negativo per quello che riguarda la sua
essenza
Lo statuto della metafisica
◦ Nel Commento tratta il tema della divisione della filosofia speculativa secondo il
modo di procedere di ciascuna scienza:
▪ La filosofia speculativa ha per fine la considerazione della verità
▪ La filosofia pratica ha per fine l’azione e orienta anche verso l’azione le proprie
conoscenze 56
Poiché la materia di una scienza è sempre proporzionata al fine, la materia
delle scienze pratiche consiste in ciò che noi stessi possiamo compiere (ciò
che è in nostro potere), mentre quelle speculative consiste in ciò che non
dipende da noi, dagli oggetti esterni
◦ Da tali oggetti si ricava la divisione delle scienze all’interno della filosofia
speculativa. La divisione delle scienze speculative si può ricavare dalla
diversità degli oggetti solo in base all’aspetto per cui essi si pongono
rispetto alla speculazione. Questi oggetti sono degli “speculabili”. Per
essere speculabili esistono due requisiti:
▪ L’immaterialità
Il carattere proprio dell’intelletto
▪ La necessità
Il carattere proprio della scienza
▪ Poiché il necessario è immune al mutamento, si può dare come
caratteristica di fondo l’immobilità
La suddivisione degli speculabili si ottiene mediante il grado di
immaterialità e immobilità
◦ Fisica e filosofia naturale
▪ Riguarda gli oggetti che dipendono dalla materia e dal movimento (indissociabili
da essi), sia secondo la considerazione che secondo l’essere
◦ Matematica
▪ Riguarda gli oggetti che dipendono dalla materia secondo l’essere , ma non
secondo