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VILLAGGI E VILLE TARDOANTICHE
Nella parte occidentale dell'impero il paesaggio rurale romano era caratterizzato dalla presenza di diverse forme di abitati, di tipo agglomerato o disperso, oltre che dalle strutture collegate alla rete viaria.
1) Villaggi
Dal punto di vista archeologico i villaggi rurali, così come le piccole strutture abitative sparse, sono ancora poco noti perché è difficile individuarli, perché immateriali hanno scarsa spettacolarità.
Sappiamo che questi agglomerati assolvevano numerose funzioni: da abitato di contadini dipendenti o meno da un grande proprietario, a sede dei mercati rurali, a stoccaggio delle derrate alimentari, a luogo di sosta per i viaggiatori se ubicati in relazione a tracciato viario.
Il quadro del popolamento in età romana, poi, come nell'alto medioevo, appare dunque molto più variegato e complesso di quanto la dicotomia villaggio villa prefiguri.
2) Ville
Gli insediamenti meglio conosciuti sono le...
ville: centri produttivi, amministrativi, residenziali di una proprietà rurale. Erano costituiti da un lato dalla pars urbana, l'area residenziale che poteva essere più o meno monumentale in rapporto alla ricchezza del proprietario - interesse di dotare la proprietà di un centro amministrativo. Dall'altro dalla pars rustica, cioè delle strutture adibite alle attività di trasformazione, di stoccaggio dei prodotti agricoli, dalle stalle per gli animali, installazioni produttive - potevano essere ubicati nelle vicinanze della pars urbana O/E sparse per l'azienda.
L'origine del sistema delle ville, strettamente legato al processo di romanizzazione del territorio in Italia e all'estero. La pianura padana è interessata da una notevole rarefazione degli insediamenti già nel tardo terzo secolo, a causa dei cambiamenti economici e delle riforme fiscali collegati al trasferimento dell'imperatore della Corte a Milano.
Alcuni
Insediamenti scomparvero, ma vennero rimpiazzati da nuovi, mantenendosi dunque immutato il modello tra impero epoca tardo antica. In molte zone dell'occidente romano le ville imperiali furono parzialmente o completamente ricostruite e dotate di spazi per la rappresentanza del dominus - un alto livello architettonico della ricca decorazione. La funzione residenziale si mantiene almeno fino alla prima metà del quinto secolo, in alcuni casi anche fino al sesto. Nella maggior parte dei casi le ville rimanevano luoghi di residenza temporanea dell'aristocrazia che continuavano a investire in città e a partecipare alla vita urbana, esercitando loro potere e la loro influenza tramite nuovi strumenti, come per esempio l'evergetismo ecclesiastico. Ci sono anche le ville-praetoria, diventate centro direzionale delle proprietà e la loro funzione era quella di raccogliere le tasse e le imposte. Un'altra tendenza è quella della fortificazione degli edifici.
residenziali - In generesi pensa che il fenomeno della fortificazione delle ville sia stato relativamenteraro e che la costruzione di alcune torri o la difesa di alcune parti dell'edificiovada messa in relazione con magazzini di derrate alimentari - parallelamentealla ristrutturazione e monumentalizzazione di alcune ville si verifica in altre, unafase di significative trasformazioni architettonico-funzionali che implicanol'abbandono degli spazi adibiti a funzioni residenziali e il loro riuso per nuoveattività.
LA FINE DELLE VILLE
- Le ultime ville romane
Gli ultimi investimenti architettonici decorativi nelle ville, che per la loro qualitàpossono essere confrontati con quelli delle ville del quarto secolo, risalgono allaseconda metà del quinto secolo, in alcuni casi agli inizi del sesto.
- Capanne, sepolture ed edifici di culto
Le nuove abitazioni vengono costruite sia nell'area precedentemente interessatedagli edifici, sia nelle immediate vicinanze.
nel primo caso si tratta di edifici che sfruttano in parte le murature preesistenti, conservando i piani d'uso antichi oppure fondati ad una quota più alta sul nuovo piano di calpestio, al di sopra delle rovine livellate. Generalmente alzati e i tetti dei nuovi edifici furono costruiti con materiali deperibili in legno in terra, più raramente in tecnica mista, con basamento in pietra alzati - le piante sono perlopiù da un solo vano rettangolare, quadrangolare o circolare - una tipologia che compare con sempre più frequenza è quella delle capanne seminterrate di pianta circolare. All'interno o nei pressi degli edifici si trovano silos per immagazzinamento di derrate alimentari - anche attività metallurgiche. Talora la presenza di sepolture sembra indicare che una comunità si è trasferita altrove, plausibilmente nelle vicinanze. A Pietra Ligure dopo l'abbandono nel terzo, quarto secolo di una villa rustica di età augustea eSuccessive attività di spoliazione di sporadica frequentazione, alla fine del quarto secolo alcune delle sue murature vengono utilizzate per casette rettangolari che si affacciano su spazi aperti - in altri casi la presenza di sepolture viene interpretata come indizio che nella villa era stato inserito un edificio di culto.
Ristrutturazione architettonica della villa contemporanea, la necropoli suggeriscono che l'uso funerario sia in relazione con edifici di culto.
3) Contadini liberi o indipendenti?
Il sistema delle ville, espressione fino all'età tardoantica di una residenza aristocratica nelle campagne e salvo qualche sporadica sopravvivenza, fino al sesto secolo, si conclude già nel corso del quinto secolo, segnando la fine di un'epoca e di una cultura - appare incontrovertibile che gli edifici, la cultura materiale, gli stili di vita nelle campagne e nelle città dell'occidente sono stati assai più poveri, più semplici rispetto.
agli standard dell'età precedente.- Castelli
1) Castelli dell'Italia Settentrionale
In Italia settentrionale fin dall'inizio le ricerche si sono concentrate sui castelli definiti di prima generazione, cioè quelli di cronologia tardoantica e altomedievale.
Hanno portato a rilevanti interpretazioni di stampo economico e sociale i risultati negli scavi nel castello di Sant'Antonio di Perti in Liguria: costruito nell'ultimo quarto del sesto secolo dai bizantini per difendere la Liguria dagli attacchi dei Longobardi presenta peculiarità degne di nota non solo per gli aspetti urbanistici e architettonici, ma soprattutto per la quantità e l'associazione dei reperti che vi sono stati rinvenuti.
Manufatti mediterranei che testimoniano il persistere di una strutturazione socioeconomica cosmopolita di stampo romano e ne farebbe un insediamento di carattere tardoantico.
Il primo incastellamento non interessa tutte le regioni, né
All'interno di una singola regione, si distribuì ubiquitariamente ma si preoccupò di difendere, oltre alle città di antica fondazione rinforzato di nuove mura, anche i percorsi stradali e fluvio-lacustri.
Grandi castra vennero fondati su pianori sommitali di montagna o su dosso isolati come Castelseprio, su penisole e isole dei laghi prealpini come Sirmione - Non solo lungo i principali percorsi via terra e acqua, ma anche al centro di un territorio di cui si intendevano difendere le risorse economiche.
L'edilizia documentata all'interno di questi castelli, esprime fino all'inizio del sesto secolo un buon livello architettonico, non solo per le residenze aristocratiche, per i luoghi di culto, ma anche per gli strati medio inferiori della popolazione.
Il ruolo esercitato dalle autorità statali e dalle aristocrazie costituisce una chiave di lettura privilegiata per capire il fenomeno dei castelli di prima generazione in Italia senza dimenticare le
interazioni con la gerarchia ecclesiastica che vilocalizza o chiese battesimali talora con cura d'anime sul territorio circostante. Di fronte a questa imponente documentazione offerta dalle fonti scritte daepigrafiche degli edifici di culto, molto più scarna è la testimonianza archeologicadiretta della presenza aristocratica nei castelli - la più rilevante è costituita dalpalazzetto di Monte Barro e la cosiddetta "casa torre" di Castelseprio. Tra la fine del sesto e settimo secolo sono i corredi delle sepolture longobarde aconfermare una presenza aristocratica. È possibile che talora la costruzione deicastelli, anziché danneggiare le organizzazioni agricole, provocare abbandoni,abbia assicurato una sostanziale tenuta, se non proprio una prosperità dellecampagne circostanti - Grazie la presenza dell'aristocrazia che assicurarono gliinvestimenti necessari e all'avvio di rapporti economici e fiscali checostituirono un legame. La costruzione dei castelli sembra abbia portato in alcune zone a un riequilibrio economico tra città e territorio, con un restringimento del potere di drenaggio di risorse a favore delle grandi metropoli e un flusso di investimenti statali verso i castelli.
2) Castelli bizantini e longobardi in Italia meridionale (fine VI-VIII secolo)
La Sicilia e l'Italia meridionale vennero facilmente conquistate dal generale bizantino Belisario: centri fortificati e castelli in queste regioni sorgono dunque a partire dalla seconda metà del sesto secolo per far fronte all'espansione dei longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento.
6) L'insediamento barbarico nelle campagne
Le modalità con le quali i barbari si insediarono, l'impero durante il periodo tardoantico e altomedievale. Da sottolineare l'importante processo di acculturazione di molte di queste popolazioni, iniziato prima della loro penetrazione nei territori romani, mentre molto meno.
andro, sono stati scoperti reperti di ceramica gota e di armi, come spade e scudi,che testimoniano la presenza dei Goti in questa zona. Inoltre, sono state trovatetracce di insediamenti rurali, come abitazioni e strutture agricole, che indicanoche i Goti si sono integrati nella vita agricola della regione.Anche in altre zone del Piemonte sono stati rinvenuti reperti goti, come a Torino,dove sono state scoperte tombe con corredi funerari goti. Questi reperti indicanoche i Goti si sono stabiliti in queste zone e hanno contribuito alla formazione diuna nuova cultura, che mescolava elementi romani e goti.Inoltre, sono stati trovati reperti di monete gotiche, che indicano che i Goti avevanoun sistema monetario proprio e che erano in grado di commerciare con le popolazionilocali.Questi reperti testimoniano quindi che i Goti non sono stati solo invasori, mastanno diventando parte integrante della società romana, contribuendo allasua trasformazione e alla formazione di una nuova cultura.