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Rinascimento, il teatro rinasce e, assieme a lui, compare un'idea dello spazio della
rappresentazione, totalmente illusorio, che si avvale anche della prospettiva che
approfondisce lo spazio attraverso pareti fisicamente piatte.
Gli scenografi e gli autori vogliono ognuno attirare l'attenzione sul proprio lavoro: se
l'autore è forte la scenografia sarà debole e viceversa. Nella commedia in Italia gli
attori sono anche autori.
Il teatro rinasce all'interno delle feste di corte e dall'Italia si dirama poi in tutta
Europa. Anche l'idea di ambientazione diviene un'eredità italiana largamente
diffusa.
Esistono almeno tre elementi all'interno alla rappresentazione: accademici, attori,
corte e chiesa (nell'ambito delle feste celebrative). Il teatro non è evoluzionista, la
sua storia non è continua ma si tratta di un susseguirsi di forme sceniche differenti.
Nel Medioevo era presente il teatro popolare, all'interno della chiesa e da lei
controllato. Durante il Rinascimento, come abbiamo già detto, il teatro viene
reinventato dagli accademici con obbiettivi diversi, profani e successivamente (dato
il successo conseguente) sarà assorbito dalla corte per motivi di prestigio. Sono
esistite, nel corso della storia, modalità di produzione/ricezione molto diverse,
spesso legate all'ambiente in cui il teatro veniva inserito.
L'attore per Craig, ad esempio, è una super-marionetta succube completa del
regista. L'opera d'arte deve essere unitaria, non segmentata nelle sue varie
componenti (teoria di inizio '900). Esistono condizioni di spazio a prescindere dalla
figura umana (che può esse resa anche con un macchina).
Lo spazio è un luogo attivo, lo si segnava per trasmettere messaggi particolari. I
pedagoghi del '900 contestano questo spazio, la distanza scena-pubblico: non
amano il teatro all'italiana, così prepotentemente presente invece nel passato. Le
necessità di cambiamento e rivoluzione dello spettacolo giungono infatti sul finire
dell'Ottocento, grazie anche alle numerose innovazioni tecnologiche che
permettono un diverso uso degli spazi.
Lo spazio è attivo per lo spettatore, infatti si parla di “drammaturgia dello
spazio” quando esso viene costruito autonomamente con i propri contenuti da
esprimere (teorie del '900). Nell'Ottocento è ancora una descrizione puntuale della
drammaturgia.
Lez. III
Il progresso dell'umanità, nel Rinascimento, è visto come il ritorno all'antico
rispetto al Medioevo (per molti storici descrivibile come un lungo periodo buio),
durato dal 476 d. C. (caduta dell'impero romano) al 1492 d. C. (scoperta
dell'America). È difficile promuovere un discorso unitario rispetto al Medioevo, cosa
che si può fare meglio per l'Impero Romano, le cui rovine perduravano (e
perdurano tutt'ora) nel tempo.
Vespasiano Gonzaga, nonostante il cognome, non è un duca di Mantova ma
appartiene ad un ramo minore: trattasi di un capitano di guerra al servizio della
corte di Carlo V. Egli ha un sogno di progresso allacciato al passato, fa per questo
costruire un edificio tutto dedicato al teatro (1590). Si rivolge a Scamozzi (che già si
era occupato del teatro olimpico di Vicenza). Le colonne costituiscono l'arredo per
spettatori privilegiati (il duca e la corte principalmente). È un teatro che si rivolge
soprattutto alla commedia. In questo Teatro di Sabbioneta, Vespasiano si identifica
con i Cesari ponendosi come diretto continuatore della sovranità romana.
L'esterno non sembra qualificato come teatro: è un edificio nobile, composito che,
assieme alle rovine di Roma, ne vuole testimoniare la grandezza.
Nell'ambito delle manifestazioni popolari e di corte era molto presente la
tradizione del torneo, uno spettacolo guerresco che ci da il senso dello sfruttamento
verticale dello spazio. Quando un editto papale bandisce i tornei a spargimento di
sangue la nobiltà non elimina i propri spettacoli ma ne cambia le priorità: si iniziano
ad avere così gare, macchine e spettacoli (anche di bellezza) non più guerreschi. Il
torneo era l'unica possibilità di cambiamento di ceto per un poveraccio. Famosa
area per i tornei è il Cortile del Belvedere in Vaticano, del 1575.
Riguardo al teatro dei comici mancano molte notizie e tracce scenografiche.
Conosciamo la presenza del Teatro di Baldracca a Firenze, vicino ai palazzi di
corte. Ricordiamo inoltre il Teatro degli Uffizi del 1585, non a scena fissa ma
mutevole, realizzato dall'architetto Buontalenti allievo di Vasari (a sua volta allievo
di Brunelleschi). I vari elementi di questi teatri andranno poi a comporsi nel teatro
all'italiana.
Nel 1589 si ha l'inizio del teatro barocco, con accento sulla musica come filo
conduttore della storia. “La pellegrina” è considerata la prima opera in musica, ma
sarà poi nel 1600 con Dafne l'inizio della fortuna dell'opera in musica a corte, che a
Venezia nel 1637 già viene venduta. Nascono anche i particolari edifici pensati
appositamente per l'opera in musica.
Il teatro di corte è per definizione aperto, dove il gradimento non è libero ma
è il sovrano che decreta il successo di un opera. Nel teatro imprenditoriale il
pubblico paga e giudica la commedia, potendo anche chiudersi in sale private.
Riguardo alla genesi della scenografia, le cui notizie antiche sono molto
scarse, sappiamo di prismi sulla scena (chiamati “periactoni”) di cui parla Vitruvio.
Non si è però mai saputo esattamente come posizionarli, hanno le facce dipinte
che a un segnale venivano cambiate (probabilmente ruotate). Importante è la
presenza di una botola da cui risalivano/scendevano elementi scenici.
L'Accademia degli Intrepidi di Ferrara è un centro importante nel
Rinascimento, grazie alla dinastia degli Este (che si ritireranno poi a Modena).
Aleotti ha inventato qui la quinta scorrevole che garantisce facili e veloci mutazioni.
Il legato del papa, Cardinale Bevilacqua, giunge nella città prendendone le redini.
Sarà il suo ufficio a occuparsi dei talenti inerenti al teatro.
Lez. IV
La scena nel Rinascimento. In Italia nasce l'invenzione della scenografia
come tentativo o prova sperimentale, poiché la gran parte dello spettacolo era
affidato ai soli attori (teatro elisabettiano).
Cultura romanza: nasce dalle lingue romanze derivate a loro volta dalla lingua
latina. Pratica romanza: cultura religiosa (unica sopravvivenza dalla caduta
dell'impero romano). I misteri si spostano dalla chiesa alla piazza e hanno alcune
variazioni ma non necessariamente religiose. Vengono in parte mutati aspetti prima
censurati.
Grande rilievo ha la prospettiva nel '500, realizzata da Brunelleschi e Leon Battista
Alberti.
A Ferrara la corte si appropria delle commedie e attraverso la scenografia si
fa pubblicità, si rappresenta la città ideale. Qui l'attore si esibisce in volgare anche a
corte. Della tradizione classica abbiamo libri illustrati dove sono presenti scene
neutre con tende o colonnati.
Lez. V
Elena Bucci è un'interprete di Isabella Andreini, grande attrice del '500.
L'immagine spesso ha una prepotenza che tende ad offuscare le altre fonti di
informazione. Occuparsi di spazio significa anche occuparsi di tempo.
Azione proscenica: rispetto ad uno spazio, spostarsi o occuparlo in modo
diverso comunica un messaggio o uno stato d'animo differenti, si può creare
armonia o disarmonia. Tanti elementi si coagulano assieme, se cambia uno solo
varia il significato. Ovunque può essere costruito un teatro, dipende dalle scelte per
organizzarne lo spazio. Il teatro ha bisogno della ripetizione per poter funzionare.
L'insuccesso non è sempre fratello dell'insoddisfazione ma può portare ad un
nuovo lavoro sul pezzo.
Lez. VI
È difficile avere tracce iconografiche sulla scena degli attori. Sappiamo della
competizione fra Firenze e Parma. Barberini divenne un papa liberale, ma i tempi
erano difficili per la Chiesa. Urbano VIII, questo il nome del pontefice, fu accusato
di troppa tolleranza: era protettore degli intellettuali ma fu costretto a scomuniche e
divieti. Il Concilio di Trento apre all'uso delle immagini (al contrario dei protestanti
privi di idoli, più interiori). Esse vennero reputate necessarie per gli ignoranti, la
comunicazione con il popolo poteva essere grandemente facilitata con il loro uso.
Roma diviene un cantiere di iniziative e anche il teatro è finalmente accettato. Il
primo teatro pubblico di musica è a Roma ed è popolare, precede quello di Venezia
(1637). Nella Serenissima perdurerà nel futuro, mentre a Roma finisce con la morte
del papa, attorno al 1642-43.
Il Palazzo Barberini è costruito come fosse un teatro. Guitti da Ferrara,
allievo di Aleotti, viene chiamato a Roma per realizzarlo. Si occupa anche del primo
spettacolo, il Sant'Alessio (1634), dallo scopo pedagogico. Il teatro è di immagini
nuove usate per convertire: vengono spesso rappresentati tutti i vari martiri dei
santi, in un'aperta sfida ai protestanti. Gli argomenti sono sempre i santi romani, il
papa vuole infatti manifestare la propria sovranità su Roma ed essere il centro della
cristianità. Anche Wojtyla ha scritto drammaturgia, ma non è stato il primo papa a
farlo. Differenza fra Barbieri (Barberini) e Lombardi (Este): palchi non profondissimi
(anche Guitti). Con la conversione della regine di Svezia il teatro viene riaperto
anche a Roma.
Lez. VII
Nel 1640 parte una troupe capeggiata da Mariani verso la Francia. Gli artisti
italiani del '500 e del '600 sono infatti i più ricercati di tutta Europa.
Nel periodo Barocco si ha il primo teatro a pagamento, a Venezia, con
Giacomo Torelli. Questa dimensione imprenditoriale porta alla nozione moderna di
pubblicità. Cambiano gli edifici e gli spettacoli: si rappresentano vicende sulle arie
(il recitativo piaceva meno, era più vicino ai letterati piuttosto che al popolo). Le arie
sono più orecchiabili per il pubblico popolare. Nascono così i libretti, venduti
all'entrata del teatro. Rimane comunque presente la tradizione di mostrare la città
nelle opere.
I musicisti sono invece osteggiati a Roma, perché vogliono fare soldi
attraverso la musica non solo di cappella. In molti si sposteranno a Venezia. Le loro
mogli, cantanti, sono pericolose. Si usano i castrati per le figure femminili. Ma i
mestieri si tramandano attraverso le famiglie e Roma faticherà a mantenere una
viva cultura musicale in teatro.
Nelle scene di Torelli è sempre presente la Gloria in alto, nel fondale di un
teatro corto.
Lez. VIII
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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