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Il modello policentrico nelle città

Un terzo modello dalla vita più lunga, è il modello policentrico; la città si sviluppa in base a più centri. Non solo un centro C.B.D., ma più centri. Sono centri storici, commerciali, residenziali. A Palermo non vale il modello concentrico e nemmeno quello settoriale, per la difficoltà di capire quale centro considerare. Un urbanista nostro contemporaneo, "Cervellati" nel 1994 propone di suddividere Palermo in 8 quartieri, municipalità, vere e proprie città. Ha seguito il modello Policentrico, risulta essere vincente. Tra la Teoria delle Reti e il modello Policentrico ci sono delle somiglianze: Ad esempio Internet funziona attraverso collegamenti tra nodi, il modello dal funzionamento dei centri. Esistono tanti centri nel mondo, tra i più importanti senza dubbio ci sono le Megapoli, tutte collegate fra loro. Nel 1929 con il crollo di Wall Street ne subirono anche gli altri centri di tutto il mondo; quindi se salta un

centro commerciale, come una megalopoli ne subiscono le conseguenze anche gli altri centri. Lo stesso accade con la crisi petrolifera del 1973, e un altro esempio è anche l'11 Settembre.

Mario Meli 7Geografia Economico - Politica Lez. IV 22/03/04

Negli anni 70/80 le città hanno avuto dei problemi, non attraevano popolazione. Gli studiosi entrarono in crisi; si incominciarono a formulare delle teorie che costituiscono la base dell'aspetto demografico delle città.

Perché in quegli anni (70/80) le città si spopolano? Tre ipotesi:

  1. Contrurbanizzazione
  2. Periurbanizzazione
  3. Ciclo di vita urbano

Gli studiosi, soprattutto americani, osservarono che New York andava spopolandosi. Incuriositi osservarono anche altre città, e videro che il fenomeno si diffondeva.

Questo scatenò un'onda di panico, la fantascienza dei film di quel periodo né è un esempio (BLADERUNNER: dopo una presupposta guerra mondiale le città

sotto il controllo della città. Questa teoria è più ottimistica rispetto alla contrurbanizzazione, ma comunque evidenzia un cambiamento nello stile di vita delle persone. In generale, queste teorie evidenziano come le città stiano subendo dei cambiamenti significativi. Alcune stanno perdendo popolazione, altre si stanno espandendo a macchia d'olio. La vita urbana sta cambiando e le persone stanno cercando nuovi modi di vivere. È importante notare che queste teorie non sono esclusive l'una dell'altra. In realtà, possono coesistere e influenzarsi reciprocamente. Ad esempio, una città potrebbe sperimentare sia la perdita di popolazione che l'espansione periurbana contemporaneamente. In conclusione, la geografia urbana è un campo di studio complesso che cerca di comprendere i cambiamenti nelle città e nelle loro relazioni con il territorio circostante. Le teorie sopra menzionate offrono diverse prospettive su questi cambiamenti, ma è importante considerarle come strumenti di analisi e non come verità assolute.città. N.B: il fenomeno delle seconde case, che diventa luogo dove vi si trascorre buona parte del tempo, questo crea una fuga di popolazione dalla città. Altro fattore da considerare nelle cause di spopolamento è l'emigrazione, per più di un secolo abbiamo avuto flussi di popolazione in uscita, un continuo allontanamento. Si stima che sono circa 5 milioni di siciliani che vivono all'estero, (To è la terza città per ab. Siciliani, più di Me!!!). Molti sono stati i flussi in uscita, ma negli ultimi vent'anni altrettanti sono stati in entrata dovuti ai flussi demografici provenienti dall'Africa, Albania, ecc... Questa situazione complica il quadro. La proposta alternativa fu: - Ciclo di vita urbano: Van Den Berg con altri studiosi (1982) ha analizzato le città, attraverso un ciclo di vita degli esseri umani: 1) Urbanizzazione 2) Suburbanizzazione 3) Disurbanizzazione 4) Riurbanizzazione Urbanizzazione: è

La fase in cui la popolazione si concentra nella città, dura secoli e secoli. Ha il suo massimo sviluppo durante la rivoluzione industriale, le città diventano talmente grandi da collegare "Urbanizzazione e Industrializzazione".

Suburbanizzazione: la città continua a crescere, la popolazione va ad abitare nella cintura sub-urbana, nei comuni limitrofi alla città, ma che non fanno parte di questa.

Disurbanizzazione: secondo Fielding è contrurbanizzazione. La gente scappa dalla città e fugge verso altri luoghi. Ma c'è una quarta fase.

Riurbanizzazione: la gente si rende conto dell'errore e torna nelle città. La popolazione complessiva diminuisce lo stesso.

Modello STADIALE Non è possibile saltare uno stadio

R SDMario Meli 8Geografia Economico - Politica

Functional Urban Region (FUR): un insieme di una città centrale, più comuni periferici che gravitano attorno ad essa. Tra la città centrale

e i comuni periferici ci sono flussi lavorativi.

Core: città centrale , nucleo

Ring: anello della cintura periferica.

Van den Berg Emanuel

  1. F > 0 = C + R
  2. F > 0C > R C > R
  3. F > 0R > C C< R
  4. F < 0 C+ R - C ++ R+C < R C> R C > R
  5. F < 0 Non la troviamo, ancora non esiste ma Van Den Berg assicura che ci sarà.
  6. C > R Secondo Emanuel "la teoria di V. D.B. è troppo rigida. Non guardiamo i valori assoluti, ma i valori relativi in percentuale."

Il ciclo di vita urbano secondo Van den Berg ed Emanuel.

Ciclo di vita (Van FUR Core Ring Classificazione di Emanuel den Berg et alii)

  • + + - Urbanizzazione
  • + + + + Urbanizzazione estesa
  • + + + +Suburbanizzazione
  • - - + Suburbanizzazione relativa
  • Disurbanizzazione - - - - Declino esteso
  • - - - -Riurbanizzazione

4 Fasi

6 Fasi

Complessivamente la città si espande sul territorio

Modello Ciclico Non è

Necessario seguire un processo (se non si tiene conto del declino esteso) ciclico. (Più completa) più semplice e rigido

Messina:

  1. 1° fase: Grande Urbanizzazione
  2. 2° fase: Disurbanizzazione (terremoto ’68)
  3. 3° fase: Suburbanizzazione
  4. 4° fase: Riurbanizzazione
  5. 5° fase: Urbanizzazione

Può essere capita se presa in considerazione con la Calabria. Andamento incomprensibile. A volte i dati non sono corretti.

Marsala e Mazara è come se facessero parte della stessa Fur con Petrosino (irrilevante). Il comune centrale non è identificabile.

Conurbazione, megalopoli su piccola scala. Non esiste Core e Ring, è come se fossero solo Core.

Mario Meli 2Geografia Economico - Politica Lez. V 24/03/04

Come funziona nel 2000 l’economia?

Quali sono i settori lavorativi?

  1. Primario (agricoltura, pesca, estrazione di minerali)
  2. Secondario (lavorazione elementi naturali per la produzione di elementi artificiali)
  3. Terziario (servizi, fondamentali per la

gestione corretta di una società)

4. Quaternario (servizi iperspecializzati: es. università, centri di trapianti, ...)

Analizziamo il settore primario:

Spazi agricoli: con questa espressione nel campo della geografia si intende parlare sia dell'agricoltura, sia dell'allevamento. I primi esempi di spazi agricoli risalgono a circa 10.000 anni fa (Homo Sapiens) nella terra della Mesopotania (Iraq), dove questi passarono dallo stato di nomade all'insediamento nel territorio e in particolar modo vicino ai fiumi, alterando l'equilibrio con l'ambiente e creando le basi delle relazioni commerciali tra i vari insediamenti.

Pastorizia: Strettamente legata all'agricoltura; alcuni dati numerici ne confermano l'importanza ad esempio: 6 miliardi sono gli abitanti della terra, 10 miliardi sono i capi di allevamento, ed il 25% del territorio è dedito a questo settore.

L'allevamento è una delle attività più antiche dell'uomo,

Era più facile perché i terreni erano pressoché infiniti. Adesso il terreno dedicato all'allevamento è quello che non può essere usato in altro modo, perché l'allevamento produce poco. Oggi bisogna produrre il max col minore spazio, nutrendo gli animali con alimenti non naturali.

Per quanto riguarda l'agricoltura bisogna fare una distinzione a seconda della zona territoriale in:

  • Agricoltura di sussistenza
  • Agricoltura commerciale
  • Agricoltura mista

Sussistenza: è quella più antica, che serviva solo a sostentare la popolazione. Oggi è praticata solo in Africa, Sud Asia... nei paesi poveri. Ci sono 4 sottocategorie:

  1. Legata alle foreste equatoriali: l'America centrale in generale ha zone poco produttive, dove, ancora oggi, prevalgono tecniche di produzione tradizionali.
  2. Legata alle zone monsoniche: Cina, Mongolia... dove ancora oggi in questi territori prevale la produzione di riso.
  3. Legata alla regione...

Indiana in cui i prodotti estratti sono orzo, sorgo, cereali pocoimportanti.

Legata all'Africa basata sul miglio.

Commerciale: paradossalmente questo tipo di produzione viene praticata non da paesi più industrializzati ma dai paesi più poveri, perché la manodopera è a basso costo. Un esempio lo è la produzione del caffè in Brasile, gestita da corporazioni degli Stati Uniti, così non sottraggono spazio agli stati americani, facendo così impoverire maggiormente il territorio di altri sfruttando una sola produzione (monocoltura) a scapito del terreno e delle fasi produttive (mancanza della rotazione delle colture). Fino a poco tempo fa succedeva anche in Europa, fra il '500 e il '600, i colonizzatori avevano lo scopo di conquistare i paesi con grande arricchimento dei Paesi europei.

Mista: è quella dei paesi evoluti (Europa, Giappone, Usa,...) non mira soltanto alla sussistenza, ma anche al commercio.

La caratteristica principale di questi territori è l'agricoltura mista, che combina le caratteristiche dell'agricoltura intensiva e dell'agricoltura estensiva per ottenere un ciclo produttivo ottimale. Il terreno viene sfruttato in modo massiccio. Nonostante gli ostacoli fisici, il nostro Paese ha una produzione più ampia del Brasile.

Prima del 1800, vigeva il sistema degli open-fields, anche se durante il periodo feudale, nonostante il terreno fosse pubblico, veniva utilizzato dai signori feudali e i contadini erano obbligati a dare una quota del raccolto ai signorotti.

Dal 1800 si è sviluppato il movimento delle enclosures in Inghilterra e il bocage in Francia, dove i terreni venivano recintati e protetti con il filo spinato e controllati.

Nel 2004 abbiamo...

Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia Economico Politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Agostaro Gaetana.