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CAF.
clinico di 5 molecole:
- Rifampicina, un farmaco che ha davvero rivoluzionato la terapia della tubercolosi, sebbene oggigiorno la resistenza - specialmente di tipo acquisito - a questo farmaco è un fenomeno riscontrato in una percentuale estremamente rilevante di ceppi infettanti (in Italia circa il 45% delle infezioni diventa rifampicino-resistente).
- Rifabutina, il farmaco di scelta per il trattamento dell'infezione da M.
avium.
-‐
Rifapentina,
il
farmaco
di
scelta
per
la
continuazione
della
terapia
antitubercolare
secondo
i
protocolli
DOT.
-‐
Rifamicina
SV,
farmaco
utilizzabile
per
via
parenterale
che
si
usa
per
il
trattamento
di
ulcere
ed
infezioni
chirurgiche
(es:
per
instillazione),
nonché
nelle
ustioni.
-
Rifaximina,
una
rifamicina
scarsamente
assorbibile
dal
tratto
GI
che
viene
utilizzata
per
trattare
le
disbiosi
intestinali
che
possono
essere
alla base della sindrome dell'intestino irritabile, la sindrome da contaminazione batterica del tenue (comune nei pazienti con Crohn che abbiano subito la resezione della valvola ileocecale), le alcune diarree infettive; viene anche usata per prevenire l'encefalopatia porto-sistemica nei cirrotici.
Meccanismo d'azione e resistenza: Le rifamicina sono antibiotici che esercitano un effetto battericida rapido sui patogeni sensibili. Tale effetto è dovuto al
legame
con
la
subunità
beta
della
RNA-‐polimerasi
batterica
(che
è
dotata
di
5
subunità),
legame
che
determina
l'inibizione
della
sintesi
dell'mRNA
e
dell'ncRNA
batterici
-‐
e
non
eucariotici,
con
conseguente
morte
della
cellula.
E'
da
notare,
comunque,
che
la
rifamicina
può
inibire
l'iniziazione
della
trascrizione,
ma
non
è
in
grado
di
interrompere
un
processo
trascrizionale
già
iniziato.
I
micobatteri
e
i
gram
positivi
risultano
essere
particolarmente
sensibili
all'azione
delle
rifamicine.
Questo,
anche
perché
la
penetrazione
delle
rifamicine
attraverso
le
pareti
di
questi
batteri
è
piuttosto
semplice.
Il
complesso
tra
rifamicina
e
subunità
beta
della
polimerasi
è
estremamente
stabile
ma
non
basato
su
alcun
tipo
di
legame
covalente:
si
ritiene
che
per
la
sua
formazione
sia
determinante
l'interazione
con
il
gruppo
naftochinonico
della
rifamicina
con
amminoacidi
aromatici
presenti
sulla
subunità
beta.
Non
a
caso,
le
mutazioni
che
rendono
i
batteri
resistenti
a
questi
antibiotici
determinano
proprio
la
sostituzione
di
uno
o
più
amminoacidi
aromatici
con
amminoacidi
di
altro
tipo,
determinando
la
perdita
dell'affinità
di
legame
con
la
rifamicina.
La
resistenza
si
sviluppa
moltor
apidamente
quando
una
rifamicina
viene
utilizzata
in
monoterapia,
e
per
questo
motivo
la
terapia
antitubercolare
prevede
l'associazione
di
almeno
tre
farmaci.
1.
Rifampicina
La
rifampicina
è
una
molecola
dotata
di
un
profilo
farmacocinetico
molto
favorevole
grazie
ad
un
particolare
sostituente
in
posizione
3
(
gruppo
4-‐metil-‐1-‐piperazinil-‐imininometilico).
Il
suo
spettro
d'azione
comprende
diversi
gram
positivi
e
negativi,
aerobi
ed
anaerobi,
ma
soprattutto
i
micobatteri,
verso
i
quali
ha
un'azione
anche
76
sterilizzante,
essendo
attiva
sia
su
quelli
in
replicazione
che
su
quelli
in
fase
di
quiescenza:
la
sua
azione
su
M. tuberculosis
è
ottima
e
così
pure
quella
su
m. kansasi
e
m. leprae
(è
il
farmaco
più
efficace
che
si
conosca).
La
rifampicina
è
un
farmaco
estremamente
liposolubile:
per
questo
è
in
grado
di
agire
in
maniera
molto
soddisfacente
nei
confronti
dei
patogeni
intracellulari.
Indicazioni:
-‐
Tubercolosi:
Si
usa
nella
prima
fase
del
trattamento
in
varie
combinazioni
con
altri
antitubercolari,
al
fine
di
ottenere
un
effetto
complementare
di
scongiurare
l'insorgenza
di
fenomeni
di
resistenza,
che
oggi
sono
notevolmente
prevalenti:
in
Italia
circa
il
2%
dei
ceppi
mostra
resistenza
primaria
e
ben
il
45%
dei
ceppi
dimostra
resistenza
acquisita
durante
il
trattamento.
Gli
altri
farmaci
utilizzati
in
combinazione
sono
la
piranzinamide,
l'etambutolo,
l'isoniazide
e
la
streptomicina.
(max
600
mg
al
giorno
oppure
2-‐3
volte
la
settimana)
-‐
Lebbra:
la
rifampicina
si
usa
in
combinazione
col
il
dapsone
e
la
clofazimina
come
terapia
standard.
-‐
Meningite
da
N.
meningitidis
inattiva
e
profilassi
(600
mg
bid
x
2
giorni)
-‐
MRSA:
in
combinazione
con
l'acido
fusidico
(non
standard)
-‐
Clamidia
(non
standard)
-‐
Infezioni
da
Haemophilus
(non
standard)
-‐
Legionellosi
(non
standard)
NB:
Pseudomonadacee,
Enterobacteriacee
e
Acinetobacter
sono
intrinsecamente
resistenti
alla
rifampicina.
Si
può
usare
in