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Samuel Beckett: Waiting for Godot (Aspettando Godot): riassunto, contesto, analisi Pag. 1
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Ritornano in scena Pozzo, che è diventato cieco, e Lucky, che ora è muto,

ma con una differenza: ora la corda che li unisce è più corta ad indicare la

soffocante simbiosi dei due. Escono di scena. Rientra il ragazzo che dice

che anche oggi il Signor Godot non verrà. Esce. E Vladimiro ed Estragone

rimangono lì mentre dicono "Well? Shall we go?" - "Yes, let's go". E

l'indicazione scenica che mette fine al dramma dice "They do not move."

Samuel Beckett: Waiting for Godot (analisi)

Il finale, ci mostra che nonostante l'ennesima proposta e apparente

decisione di essere determinati nell'andare via, non fanno movimenti,

mostrando che Beckett non crede nel cambiamento.

Tra i personaggi sembra ci siano delle simmetrie e opposizioni: Vlad è

un tipo più ansioso ma intellettuale e loquace ed Estragon è più placido,

intuitivo, taciturno e creativo. Similmente, Pozzo il bullo estroverso, Lucky il

timido introverso. Vlad e Lucky rappresentano l'intelletto, Pozzo ed

Estragon la natura più bassa. Da notare, che una idea associativa dei

personaggi è suggerita anche dal fatto che il nome Estragon e Vladimir

hanno lo stesso numero di lettere, così come Pozzo e Lucky. Pozzo

tormenta Lucky e i due, mentre nella prima scena si rivolgono a lui con

rispetto e paura, nella seconda si rivolgono con più confidenza.

Linguaggio: Molti dialoghi, a parte il nonsense e l'illogicità, imitano il

discorso della quotidianità. I due uomini, vestiti come barboni, si lamentano

continuamente del freddo, della fame e del loro stato esistenziale; litigano,

pensano di separarsi (anche di suicidarsi) ma alla fine restano l'uno

dipendente dall'altro. Ed è proprio attraverso i loro discorsi sconnessi e

superficiali, inerenti argomenti futili e banali, che emerge il nonsenso della

vita umana.

Il circo è una caratteristica dell'opera. Questo è visibile già

dall'abbigliamento dei due protagonisti, che ricorda quello dei clown con il

loro tipico cilindro e la giacca. E' particolarmente evidente nella scena in

cui i due si scambiano i cappelli in una routine che lascia che Vlad sia in

possesso del cappello di Lucky, ricordando proprio un numero da circo. In

realtà la componente dell'assurdo, visibile sia nei gesti che nei discorsi

nonsense, richiama comunque il circo.

Struttura: l'opera è in due atti di uguale lunghezza, molto simili tra loro,

facendoci capire quanto la convinzione dei due di incontrare Godot sia

alta: entrambi ambientati nello stesso posto, in uno stesso ristretto lasso di

tempo, con gli stessi personaggi (i due protagonisti, Pozzo e Lucky e il

messaggero) di cui il ragazzo messaggero, mandato da Godot, riporterà lo

stesso messaggio, ciò che Godot oggi non verrà, ma verrà domani. Da

notare, che Pozzo, Lucky e il messaggero, nella loro seconda comparsa,

non si ricordano di aver mai incontrato Vladimir ed Estragon (l'incontro del

primo atto).

Struttura statica: L'opera è divisa in due atti, nei quali non c'è sviluppo nel

tempo, poiché non sembra esistere possibilità di cambiamento. La trama è

ridotta all'essenziale, è solo un'evoluzione di micro-eventi.

Apparentemente sembra tutto fermo, ma a guardare bene "tutto è in

movimento". Non c'è l'ambiente circostante, se non una strada desolata

con un salice piangente spoglio, che nel secondo atto mostrerà alcune

foglie. Il tempo sembra "immobile". Eppure scorre. I gesti che fanno i

protagonisti sono essenziali, ripetitivi. Vi sono molte pause e silenzi. A volte

si ride, a volte si riflette in Aspettando Godot, come se si fosse a "teatro o

al circo" (dicono i personaggi). Altra caratteristica è l'estetica del silenzio,

come in Pinter: la gente ha paura di comunicare e si difende; in Waiting for

Godot è rappresentato dalla vuotezza dell'auditorium.

L'inutilità dell'attesa: Nella cultura popolare Aspettando Godot è divenuto

sinonimo di una situazione (spesso esistenziale), in cui si aspetta un

avvenimento che dà l'apparenza di essere imminente, ma che nella realtà

non accade mai e in cui di solito chi l'attende non fa nulla affinché questo

si realizzi (come i due barboni che si limitano ad aspettare sulla panchina

invece di avviarsi incontro a Godot). I due uomini hanno tentato il suicidio

impiaccandosi ma non ci riescono perché la corda che usano viene usata

anche per mantenere i pantaloni di Estragon. I personaggi in Waiting for

Godot tentano invano di fuggire da una condizione esistenziale di attesa,

attesa di un certo Signor Godot che non apparirà mai sulla scena, e che si

limiterà a mandare un ragazzo che dirà ai due che Godot oggi non verrà,

ma verrà domani.

Parallelismi: Quest'opera ricorda Le Faiseur di Honoré de Balzac, in cui

l'eroe, rovinato, sta aspettando Monsieur Godeau, un uomo che dovrebbe

aiutarlo e che alla fine lo fa, al contrario di Waiting for Godot in cui i due

aspettano inutilmente Godot che gli porti del cibo e qualcosa di caldo con

cui dormire. Beckett, da questo punto di vista, è più vicino a Chekhov,

definito il poeta dell'inerzia, nei cui drammi si assiste alla nullafacenza dei

personaggi che scoppiano nell'attesa della speranza.

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher davideorlando di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Amalfitano Paolo.