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Le basidiospore vengono quindi trasportate, o dal vento o dalle gocce di
pioggia, sulle foglie o sugli altri organi del crespino sulla cui superficie, in
presenza di umidità, germinano perforando la cuticola e penetrano nei tessuti
interni. Il micelio, intercellulare prima, intracellulare poi, forma subito, per lo
più nella pagina superiore della foglia, dei picnidi, o meglio degli spermogoni.
Questi sono dei minutissimi ricettacoli piriformi, immersi nei tessuti dell’ospite,
nel cui interno si formano i picnoconidi che poi escono attraverso un ostiolo,
immersi in un liquidio vischioso. Oltre ai picnoconidi, più correttamente
denominati spermazi, anche qualche ifa cresce sulla superficie dell’organo
infettato, attraverso l’ostiolo e gli stomi. Nello stesso tempo il micelio che ha
originato gli spermogoni forma, nella pagina inferiore della foglia del crespino,
i tricogini, ife fertili adatte ad unirsi agli spermazi di polarità sessuale opposta,
e i primordi degli ecidi, di segno + o −, a seconda del segno dello sporidio da
cui ha avuto origine; essi non diventano maturi finche non vengono fecondati
da uno spermazio, trasportato tramite insetti o pioggia, oppure da un’ifa
appropriata, di segno
“−” o “+”. Questo processo ha un’importanza straordinaria nella creazione di
nuove forme biologiche del fungo.
Dopo la fecondazione, gli ecidi primordiali evolvono in ecidi veri e propri
contenenti le ecidiospore, che rappresentano le forme iniziali della fase
dicariofitica, in quanto i due nuclei aploidi delle ecidiospore non si uniscono,
come i nuclei aploidi delle cellule sessuali delle piante superiori, ma restano
appaiati nelle cellule del micelio.
Le ecidiospore mature non infettano il crespino ma, trasportate dal vento su
una graminacea ospite, in
condizioni favorevoli, germinano formando un filamento miceliare che si fissa
mediante appressori e poi pene-
tra attraverso gli stomi: il micelio procede poi negli spazi intercellulari del
tessuto parenchimatico. Nell’ospite
congeniale (suscettibile) il microrganismo produce uredosori e uredospore
dopo pochi giorni dall’infezione.
Le uredospore, unicellulari, sono trasportate dal vento, a volte a centinaia di
chilometri di distanza, e infettano soltanto l’ospite cereale ma non il crespino.
Il ciclo uredosorico può ripetersi più volte nel corso di una stagione: questa è
la fase in cui il patogeno provoca i danni maggiori. Anche gli uredosori e le
uredospore sono dicariotici, come gli ecidi e le ecidiospore: cioè le loro cellule
contengono due nuclei aploidi separati.
Con la fine del ciclo vegetativo della pianta ospite, negli uredosori preesistenti
ed anche in pustole sorte ex novo, il micelio da’ origine a teleutosori,
contenenti le teleutospore, dapprima contenenti anch’esse due nuclei aploidi
che però, con la maturazione della spora, si fondono dando origine alla forma
perfetta del microrganismo.
[P. malvacearum] sverna sotto forma teleutosporica oppure, nelle piante
pluriennali, miceliare. Il ciclo biologico si presenta in forma incompleta da
quello generale delle Uredinales, mancando della differenziazione degli ecidi
dello stesso patogeno.
Il patogeno è caratterizzato dal possedere teleutospore bicellulari (di rado
monocellulari o pluricellulari)
che producono per ogni poro germinativo un probasidio, settato, fornito di
basidiospore ovali o reniformi,
per lo più ialine. Le uredospore sono monocellulari, con episporio di norma
verrucoso, echinulato. LOTTA
La lotta alle Ruggini, se viene effettuata sulla pianta ospite in questione,
consiste in due modalità d’azione:
LOTTA AGRONOMICA
La lotta agronomica consiste in una oculata scelta di varietà resistenti e
diversamente classificabili a seconda del ciclo fenologico, di modo che
possano sfuggire agli attacchi di questo patogeno.
LOTTA CHIMICA
La lotta chimica prevede il trattamento delle piante, più o meno attaccate dal
patogeno, secondo la fase fenologica di crescita della pianta; generalmente,
nelle piante in pieno campo, si usa associare la lotta antioidica con la lotta
alle Ruggini, soprattutto per la validità in tutti e due i casi dei prodotti utilizzati,
che sono:
_ Triforine;
_ Tiofanate-metile + Maneb;
_ Propiconazolo, Triadimenol, Bromuconazolo, Tebuconazolo, Ciproconazolo,
Tetraconazolo, Flusilazolo,
eventualmente associati a Maneb o Mancozeb;
_ Triadimenol + Carbendazim, Triadimefon + Carbendazim, Fenpropimorf +
Carbendazim;
_ Procloraz e Fenpropimorf.
Si possono inoltre utilizzare prodotti a base di Ossicarbossina, fungicida
sistemico per le Ruggini; questo viene utilizzato per gli interventi fogliari e
radicali.