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Romanzo gotico, Storia della letteratura inglese Pag. 1
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IL ROMANZO GOTICO INGLESE

Cosa s'intende per “romanzo gotico”

Nel suo libro del 1980, Storia della letteratura del terrore. Il gotico dal

Settecento a oggi, David Punter scrive “In un contesto letterario, 'gotico'

viene più che altro applicato a un gruppo di romanzi scritti fra il 1760 e il

1820. I loro autori, salvo poche eccezioni, non sono attualmente oggetto di

particolare attenzione critica, per quanto alcuni nomi mantengano ancora

un certo rilievo: Henry Walpole, Ann Radcliffe, Matthew G. Lewis,

Charles R. Maturin, Mary Shelley (…) Esistono notevoli differenze tra i

più noti romanzi gotici, tuttavia la storia letteraria è stata propensa a

raggrupparli tutti assieme in un omogeneo corpus narrativo. Quando si

pensa al romanzo gotico vengono subito in mente una serie di

caratteristiche: una certa enfasi nel descrivere il terrifcante, una frequente

insistenza sulle ambientazioni arcaiche, un uso cospicuo del

soprannaturale, la presenza di personaggi estremamente stereotipati e il

tentativo di dispiegare e perfezionare le tecniche di suspence letteraria

sono le più significative”.

Tuttavia la letteratura gotica non è solo castelli infestati, profezie sinistre,

eroine pallide vittime di malvagi persecutori, vampiri, mostri e fantasmi.

Continua infatti Punter “Se fosse questo il solo significato letterario del

'gotico', il termine sarebbe abbastanza facile da descrivere e da definire”.

L'etimologia e la diffusione del termine “Gotico”

Verso la metà del 1700 in Inghilterra il termine “Gothic” (o “Gothick”)

non era più sinonimo di “tedesco” o “germanico”, ma di “medievale”,

quindi è usato in contrapposizione a “classico”. Come nota Mario Praz in

La letteratura inglese – Vol I. Dal Medioevo all'Illuminismo (1967): “il

secolo che si era creduto il più equilibrato e perfetto si tende

nostalgicamente al passato e proprio quel passato i cui ideali si credevano

opposti ai presenti, il mistico e pittoresco Medioevo, un vago Medioevo

che si stende dalle prime età barbariche fino a tutto il Rinascimento e

comprende tanto Chaucer quanto Shakespeare, Spencer e Milton”.

Insomma, mette in luce Praz, nel secondo volume della sua opera, “mentre

i neoclassici suffragano la propria ispirazione con passi di poeti antichi,

latini di solito, è notevole che Gray inizi il suo poemetto crepuscolare con

una reminiscenza di alcuni dei più struggenti versi di Dante e lo chiuda

citando la 'paventosa speme' di quell'antenato dei romantici che è il

Petrarca”.

“Il sublime del terrore”

Non era solo la letteratura, in quegli anni, a riscoprire il fascino del

mistero, del vago, del nebbioso, dell'orrore, ma anche la filosofia. Nel

1776 Edmund Birke dà alle stampe il suo A philosophical Enquiry into the

Origin of our Ideas of the Sublime and Beautiful, un testo che getta le

fondamenta del romanticismo inglese.

La prima edizione italiana del libro di Burke è del 1804 e recita tra l'altro:

“Qualunque cosa è atta a suscitare in qualche maniera l'idea della pena, o

del pericolo, cioè qualunque cosa è in qualche modo terribile, o versa

sopra terribili obbiettivi, ovvero opera in maniera analoga al terrore, è

sorgente del sublime, vale a dire produttrice del più forte commovimento

che l'animo può sentire”.

Per dirla con Praz, Burke dà “una base pseudo-scientifica all'irrazionalità

del sublime, rivelando per primo un tipo di sublime destinato a gran voga,

il sublime del terrore”.

Walpole e la nascita del romanzo gotico

Horace Walpole (1717-1797) pubblica Il Castello di Otranto (The Castel of

Otranto) il 24 dicembre 1764, ma senza mettere il proprio nome. Il libro

infatti si presenta come la traduzione di un'antica cronaca italiana, scritta

da un tal Onofrio Muralto, canonico della chiesa di San Nicola a Otranto e

stampata a Napoli nel 1529.

Solo nella seconda edizione Walpole getta la maschera, presentando così il

progetto: “Si è trattato di un tentativo di fondere i due generi del romanzo,

quello antico e quello moderno”. Il suo “arsenale di elmi magici, quadri

parlanti, giganti spettrali”, però secondo Praz alla fine si rivela “un rococò

camuffato da gotico”.

Radcliffe & C: l'apice del romanzo gotico

Walpole è di nobile famiglia, per lui la letteratura è solo un divertimento,

tanto che dopo Il Castello abbandona quasi del tutto il campo.

Dopo il bagliore iniziale, occorre aspettare trent'anni perché il romanzo

gotico abbia la sua breve stagione di gloria.

Nel 1794 una romanziera di successo, Ann Radcliffe (1764-1823) firma I

misteri di Udolfo (The Mysteries of Udolpho), che segna il punto di

partenza vera e proprio, da un punto commerciale ed estetico, del romanzo

gotico inglese.

Due anni dopo, nel 1796, il giovane Matthew Gregory Lewis (1775-1818),

colpito dal libro della Radcliffe, pubblica Il monaco (The Monk).

Il libro è un successo di pubblico e di scandalo, tanto che molti ne

chiedono il sequestro, aumentando la curiosità morbosa del pubblico. Una

morbosità alimentata dalle “descrizioni di atroci torture e crudeltà inaudite

(…) Il monaco Ambrosio, abate del convento dei cappuccini a Madrid,

ricorda al tempo stesso le tragedie degli elisabettiani Webster e Tourmeur e

le opere del suo [di Lewis] quasi contemporaneo de Sade” (Malcom Skey,

Introduzione a Jane Austen, L'abbazia di Northanger, 1982).

Anche se all'epoca il termine era sconosciuto, quello inglese era un

mercato editoriale vero e proprio con le sue regole e le sue sfide. Colpita

dal successo del suo epigono Lewis, nel 1797 la Radcliffe risponde da par

suo con L'Italiano o il Confessionale dei Penitenti Neri (The Italian or the

Confessional of the Black Penitents), per la quale fu pagata 800 sterline,

una cifra da regina dei bestseller. Per Punter, con il suo romanzo la

Radcliffe “replica alla vistosità di Lewis e dei primi scrittori gotici con una

dimostrazione virtuosistica del potere immaginifico delle cose intraviste e

solo in parte spiegate, come a voler dimostrare che ci sono tipi di vividezza

dipendenti meno da una concreta descrizione da parte dell'autore che

dall'aver fatto scattare la molla della fantasia del lettore”.

Il declino

Dal 1790 al 1820 le librerie inglesi sono inflazionate di romanzi gotici:

“gli scrittori popolari del genere sembrano essere diventati sempre più

capaci di fornire un prodotto convenzionale nel giro di qualche settimana e

il definitivo declino nella popolarità del gotico è, almeno in parte, da

imputare a un'inondazione del mercato” (Devendra P. Varma, The Gothic

Flame, 1966).

Si tratta di autori oggi ricordati solo nelle storie della letteratura di genere

come Eliza Parson, Regina Maria Roche, Eleanor Sleath, Francis Lathom,

T.J. Horsley Curties (che nel 1807 pubblica un The Monk of Udolpho che

sembra un ibrido-omaggio a Lewis e alla Radcliffe), Catherine Smith e

altri.

Nel 1795 la Critical Review è impietosa: “Ormai anche le signorine

dovrebbero essersi stancate di tutti questi spettri e assassini (…) Occorre

ormai dire che i castelli gotici, le torri cadenti, i bastioni avvolti nelle nubi

hanno fatto il loro tempo”.

Mary Shelley e Maturin

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Charles45 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof D'Avascio Roberto.