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RIASSUMENDO:
- Unione di comico e tragico;
Rottura dell’unità di tempo;
- Rispetto dell’unità di azione;
-
- Rispetto del gusto del pubblico;
- Argomenti tratti da ogni repertorio: antichità classica, medioevo spagnolo, narrativa italiana;
Attualizzazione dell’argomento;
-
- Polimetria (che è una caratteristica fondamentale della commedia barocca spagnola).
TEATRO: LA CLASSIFICAZIONE
La produzione di Lope de Vega è talmente vasta che necessita di una classificazione che la renda
leggibile o quantomeno maneggevole:
Menéndez y Pelayo → divide l’opera di Lope di Vega in 7 sezioni, dalle commedie basate
- su argomenti dell’antichità a quelle prese dalla novellistica;
Frida Weber de Kurlat → segue la linea cronologica (difficile perché molte opere non hanno
- una data certa di composizione);
Morley e Bruerton → divide le opere in base alla versificazione di quelle che hanno una
- –
data sicura (nelle prime commedie ci sono metri di origine italiana endecasillabi sciolti,
–
tezine, ecc mentre nelle ultime i versi tradizionali spagnoli).
Dal 1604 in poi troviamo le opere che possiamo definire della fase matura, e anche le più famose.
Fanno parte di questa fase i cosiddetti “drammi rurali” (Peribáñez, El villano en su rincón, Fuente
5
le commedie “di cappa e spada” “de
Ovejuna), (Los melindres de Belisa), le commedie santos”
(La buena guarda), quelle che attingono alla novellistica italiana (El castigo sin venganza) oppure
al romancero (El bastardo Mudarra).
Esempi: →
Los melindres de Belisa commedia che non risponde alla leggi sociali, le leggi sociali sono
capovolte e i nobili si fingono schiavi. Tutto è guidato dalla FINZIONE. È una commedia degli
inganni: gli schiavi si fingono tali ma lo spettatore sa che si tratta di una nobile coppia.
→
La hermosa fea analoga commedia degli inganni. Ricardo, principe di Polonia, di passaggio in
Francia, vede Estela, la duchessa di Lorena, e se ne innamora. Ma finge disinteresse e anzi, fa in
modo che le venga riferito che ella è apparsa addirittura brutta. Poi, per poter parlare con lei e
frequentarla, fa finta di essere il segretario di se stesso, col nome di Lauro, di cui poi si innamorerà
Estela (topos della dama di rango che si innamora di un inferiore). Il doppio ruolo che il principe
ricopre, raddoppia il gioco delle coppie.
→
Fuente Ovejuna inversione dei valori città/campagna. I contadini soggetti al Comendador di
Calatrava, ribelle al potere dei Re Cattolici, decidono di ucciderlo e di assumersi collettivamente la
colpa. Il fine a cui tutte le azioni tendono è il ristabilimento dell’ordine sul disordine provocato dal
Comendador con la sua tiranía verso i vassalli e la sua descortesía verso i sovrani. Perderà quindi
il valore proprio dei cavalieri, la cortesia, meritando una morte esemplare. La campagna invece si
nobilita. → tema dell’amore tragico (o amore impossibile),
Caballero de Olmedo ambientato nel Medioevo.
Gli spettatori già sanno che è un amore condannato.
→
Castigo sin venganza è tratto dalla novellistica italiana, in particolare su un racconto di Matteo
Maria Bandello. Il dissoluto duca di Ferrara sposa Cassandra, figlia del duca di Mantova. Ma il suo
figliastro Federico si innamora di lei e consumano l’adulterio. Opposizione tra ciò che è giusto e ciò
che è piacevole (justo/gusto) fondamentale nell’opera di Lope.
LA POESIA: metri italiani, modello petrarchista, forma usata più spesso il sonetto.
Romances giovanili → dove racconta i propri amori giovanili: la relazione con Elena Osorio
- Lope comincia a mistificare se stesso. Stampati all’interno del
e il ratto di Isabel de Urbina.
Romancero general (che non avendo nome, aveva già creato problemi di attribuzione)
riappariranno nell’opera della maturità Romancero espiritual.
Lirica popolare → poemetti con accompagnamento in musica che divennero famosissimi.
-
5 Dal nome del mantello usato dai cavalieri nel Medioevo e anche in epoche successive, in letteratura si dicono romanzi
di “cappa e spada” quelli che narrano imprese, avventure e amori di cavalieri, soprattutto ambientati nella Francia del
delle commedie d’intreccio.
16°-17° secolo. Può essere considerato un sottogenere
Poemi →
- La hermosura de Angélica (1602, di tipo italiano e imitazione ariostesca); Rimas
(1604, che comprendono il poema La Dragontea sulle gesta del pirata Drake); La
Jerusalem conquistada (1609, su imitazione di Tasso); Rimas sacras (1614, frutto della sua
crisi spirituale); La Filomena con otras diversas rimas (1619, in cui Lope dà voce al suo
amore per Marta de Nevares nella relazione fra Tereo e Filomena); La Circe con otras
diversas rimas (1624); Corona tragíca (1627, poema epico che in 600 ottave racconta la
vita e la morte di Maria Stuarda, regina di Scozia); Rimas humanas y divinas del licenciado
Tomé de Burguillos (1634, in cui Lope si finge un editore che raccoglie i preziosi manoscritti
di Tomé de Burguillos).
LA PROSA: LA DOROTEA
Le opere in prosa di Lope sono:
- La Arcadia, del 1598, che è classificabile come romanzo pastorale in cui i pastori che vi
appaiono sono in realtà i componenti della corte del duca di Alba, tra cui si cela Lope
stesso. 1604, classificabile nel genere “di peripezia”.
- El peregrino en su patria,
- Pastores de Belén, 1612, dedicato al figlio prediletto Carlos Felix morto precocemente,
racconta gli avvenimenti del Santo Natale.
1632, considerato, insieme al Don Chisciotte, il più grande romanzo del ‘600
- La Dorotea,
spagnolo. Racconta i suoi amori giovanili per Elena Osorio rielaborati in forma letteraria, e
la sua preferenza per un ricco amante. La vicenda è contornata di personaggi in cui sono
riconoscibili amici e conoscenti del poeta. Il romanzo racconta quindi gli amori fra Dorotea e
lo studente Don Fernando, e l’intercessione della vecchia Gerarda, mezzana e strega (vedi
La Celestina) che fa sì che la madre della fanciulla preferisca al giovane studente il ricco
Don Bela, che ha fatto fortuna nelle Indie. Tuttavia, Don Bela muore pugnalato e Gerarda
cade dalle scale, in una specie di vendetta letteraria che risponde sempre alle regole de La
Celestina. → famosa commedia di
Peribáñez y el Comendador de Ocaña Lope de Vega. Composta verso il
è il primo della serie dei “drammi dell’onore castigliano” che culmina
1613, in Fuente Ovejuna e
nell’Alcade de Zalamea.Il contadino Peribáñez uccide il nobile quanto odioso Commendatore che
gli ha insidiato la moglie; e il re (che si suppone sia Enrico III), dopo averlo condannato a morte per
rispettare la legge, lo grazia e lo premia. Le scene più belle sono quelle di vita rustica e di amore
coniugale fra Peribáñez e Casilda.
Analisi
È una tragicommedia pubblicata per la prima volta nel 1614 → si pensa che sia stata scritta nello
stesso anno in cui fu pubblicata. È anteriore a Fuente Ovejuna e sono presenti molti temi trattati in
quest’opera.
Nel teatro spagnolo i contadini non sono un elemento nuovo, ma con Lope raggiungono una
dignità → Lope fa parlare ai contadini una lingua rustica, utilizza espressioni tipiche in modo che il
pubblico possa riconoscersi in questa figura.
La figura del Commendatore:
→ è una figura sola, isolata, l’unica cosa che condivide con i suoi domestici è “come conquistare
Casilda”;
→ è identificato come mostro al quale non viene concessa nessuna qualità delicata, sensibile.
Nell’opera c’è unità d’azione, una sola azione che si sviluppa, anche se in realtà ci sono diverse
opposizioni:
→ vita semplice del villaggio VS vita meno semplice del Commendatore
→ armonia coniugale VS amor loco (del Commendatore)
Contenuto della commedia
1° ATTO
La prima scena si apre col matrimonio dei nostri due protagonisti: Peribañez e Casilda, due
labradores. Il matrimonio prosegue con il baile e uno spettacolo di tori e proprio in questo
spettacolo il toro scappa e ferisce Don Fadrique, Commendatore della cittadina di Ocaña. Così il
Commendatore viene portato in casa dei novelli sposi, dove si ritrova da solo con la bella Casilda e
se ne innamora.
La scena si sposta nella casa del Commendatore, dove questi confida al suo servo Lujan di
essersi innamorato della giovane neosposa e chiede consigli per riuscire a conquistarla. Lujan
suggerisce di conquistare dapprima la fiducia del marito, facendogli dei regali. Così, per ordine del
Commendatore, va ad acquistare due mule per Peribañez.
Intanto nella casa dei due giovani fervono i preparativi per la partenza. Peribañez, infatti, aveva
deciso di portare Casilda e le sue cugine a Toledo per la festa dell’Assunzione. Il carro è già
pronto, però mancano il tappeto e la gualdrappa per poterlo ornare, così Peribañez decide di
chiederli in prestito al Don Fadrique e si reca a casa sua. Il Commendatore lo accoglie e gli dà
quanto chiesto, donandogli anche le due mule e gli orecchini per Casilda, come ringraziamento per
l’accoglienza in casa loro il giorno dell’incidente.
l’uscita di scena di Peribañez,
Dopo Don Fadrique ordina al suo lacchè di preparagli il cavallo
perché vuole seguire in segreto la sua innamorata a Toledo. Arrivati qui vede Casilda e ingaggia
un pittore per farle un ritratto, senza naturalmente essere visto.
2° ATTO
La scena si apre ad Ocaña, dove si sta tenendo una riunione per nominare il nuovo priore della
confraternita; viene scelto proprio Peribañez, che è appena arrivato dopo il viaggio a Toledo.
Peribañez accetta e si assume la responsabilità di portare il dipinto del loro patrono San Rocco a
Toledo per essere restaurato prima della processione.
Leonardo, l’amico
Intanto a casa del Commendatore arriva fidato a cui aveva chiesto di
compiuto la sua “missione” ed era lì per
conquistare Ines, la cugina di Casilda. Questi aveva
raccontare come si era aggiudicato il cuore della giovane. Intanto però arriva Lujan che, fingendosi
un mietitore, si era fatto assumere da Peribañez e nel frattempo aveva scoperto che era in procinto
di partire per Toledo. Quella notte, avendo pieno accesso alla casa, avrebbe aperto la porta al
Commendatore, così che potesse incontrare con la sua amata.
Perciò, dopo che i mietitori si sono coricati, Lujan fa entrare il Commendatore, che però sveglia
Casilda. Questa a